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lunedì 31 dicembre 2012

LA TRAVE DENTRO L'OCCHIO


Terminata ormai che abbiamo la lunga cronaca della serata del 28, abbiamo un po’ di tempo per far qualche chiarezza. Cos’è successo di tanto sconveniente o sconvolgente ? Com’è che sulla Stampa il buon Gemelli ci mette un doppio titolo che dice cose opposte. Insomma sta variante è poi promossa o sta bocciata? La gente a questo punto, magari, non capisce ed ha ragione. Bisogna però dire che la cosa, invece, è anche molto semplice ed allora ci proviamo a fare un poco la sintesi finale. In discussione l’altra sera non c’era l’ultimo atto dello stralcio, c’era una cosa che si chiama l’adozione del progetto preliminare di variante, la fine vera sarebbe quindi ancora un po’ lontana. Quello che invece nessuno si aspettava e qui sta il colpo della scena, è che minoranza ha messo sul tavolo di Canio una norma che vieta la variante, ha messo sul tavolo la norma e ci ha messo le carte che lo provano. Non c’è scampo chiudeva un intervento l’altra sera, non c’è scampo, la variante è belle morta. Or si dirà com’è che sia possibile che dopo più di due anni di lavoro nessuno si sia accorto ? A questa domandina anche a noi piacerebbe avere una risposta. In parte, ma solo in parte, c’è forse una scusante. Quel vincolo lontano del 1924 era sul parco del Des Iles Borromées, poi quel parco originario l’hanno un po’ ridotto vendendolo ai vicini, l'ultimo acquirente è lo Zanetta,  ma il vincolo rimane e segue il bene, non il proprietario. Questo vuol dire che, oggi, se uno non prende le carte originarie non si accorge. Però le carte originarie, è già passato un anno,  noi le avevamo date a Canio e Lui le tiene nell'armadio. Quel che un anno fa ci era sfuggito ed ora abbiam invece anche trovato è che il PPR che tradotto vuole dire: Piano del Paesaggio Regionale, a quel vincolo sul parco ci aveva, ed era l’anno 2009, aggiunto un altro suo comandamento: “ non farai nulla che non sia oltre il restauro ed il recupero”. La dimensione del trasloco dei terreni è stata però tale che una gran parte dell’area di proprietà dello Zanetta ora soggiace a questa norma. Son stato chiaro? Almeno Canio avrà ora capito ? E’ l’ultimo dell’anno, faccio gli auguri e non aggiungo altro salvo che per dire che questo non è fare opposizione muscolare, ma col cervello e che stavolta sarà anche difficile raccontar, come è di solito, che cerchiamo la pagliuzza, perché è una trave . Auguri dunque a tutti e prima e come sempre a Canio che or par ne abbia ben bisogno più di altri. 

 

domenica 30 dicembre 2012

ORA X . LA FINE.


L’una della notte è ormai passata da un bel po’ ed ecco che sto Canio mica smette, deve ad ogni qual sia il costo portare a terminare la Zanetta ed allora inizia il terzo atto, quello dell’adozione della variante stralcio, non ancor dell’approvar fate attenzione. Ormai la discussione è intorno a qual sia il sesso anche degli angeli, la Zanetta infatti è ormai morta e sepolta, glielo ripetiamo ad ogni passo ed anche qui arrivati ci sta nella premessa che facciamo. Comunque Lui ormai così ha deciso; andare avanti e poi vedrà. Va bene allora, nostro Sire, ma siamo stanchi, il pubblico più non regge, la truppa è lì che sbotta, Zanetta resiste in prima fila, ma è una visibile tortura; niente, Canio non ascolta, Lui va avanti, non vuol rischiare di tornare un’altra volta in aula con in tasca la conferma del verdetto del decesso. Non vuole annunciare la sconfitta e insomma perdere la faccia davanti al pubblico riunito ed alla truppa a lui fedele. Così andiamo ancora avanti. Dimenticavo che durante tutto il lungo tour de force, nessuno di quelli in maggioranza, tranne Canio, naturale, ha mai parlato. Soltanto il Professore ha rotto la consegna del silenzio. Lo racconto stante il tenore semiserio di questa cronaca narrata. Orbene, il Professore, alzato il suo ditino e precisato che, se ne guadava bene di rompere quel veto che è anche quello che Piervalle, da un po’, gli impone, dichiara di esser grato per il lavoro svolto dai tecnici chiamati. Se non lo abbiamo ancora detto, noi a quei tecnici non risparmiammo in aula la critica ed il dissenso. Orbene, un’altra volta il nostro Professore ha perso l’occasione per tacere. Con quell che abbiamo scoperchiato l’altra sera, delle due l’una: o i tecnici hanno solo un po’ di loro colpa, o hanno persino un po’ di dolo. Scienza e coscienza è quella che a loro impone la deontologia professionale, eppure han combinato un gran disastro, tanto da meritare l’elogio letto in aula dal noto Professore che il tempo passa, ma non cambia. Andiamo avanti, sono ormai quasi le due nel cuore della notte, resiste ancor la stampa nel loggione e bisogna darne atto, lo Zanetta. Finisce la nottata con la lettura in aula del testo che vi incollo e con la dichiarazione del voto, letta anche dal nuovo capo dell’altro gruppo contro, Bertolino. Ma c’è ancora un momento perché la maggioranza si distingua, il testo era un po’ lungo, manco troppo, Piervalle era sfinito, ma è già alle conclusioni, Canio lo tampina, lui chiede “per favore due minuti ed ho finito” e loro, con in testa il consigliere che aveva in apertura di seduta letto il sermone per la pace dentro l’aula, si sbragano che sembra un’ osteria. Sono le due e 15 minuti, si esce, si incontra ancora Canio sulla porta che ci dice: “ se poi voi avete ragione, a me non è che importa molto, mi togliete solo un gran problema”.


Or sotto vi copio e incollo il testo conclusivo letto in aula. Poiché è anche un poco tecnico, vi segno le parti che son, secondo me, quelle più d’interesse.

 
GRUPPO CONSILIARE INSIEME
Variante strutturale stralcio. Adozione progetto preliminare . Inervento in aula del Gruppo.
La proposta riguarda l’esame, ai fini della sua adozione, delle stesura del progetto preliminare della variante alberghiera stralcio e viene condotta nel seguito dell’esito delle deliberazioni relative alla conclusione del procedimento di verifica di VAS e delle controdeduzioni alle osservazioni prodotte dopo la pubblicazione e il deposito delle due deliberazioni che avevano approvato ed integrato il documento programmatico di variante.
Considerato l’esito sin qui avuto dell’esame delle due deliberazioni ultime e precedenti ,propedeutiche alla presente proposta, la partecipazione alla discussione ed al voto da parte dei componenti di questo gruppo costituisce ragione di contrasto alla scelta operata dall’Amministrazione, rischiosa anche sotto il profilo penale, come già fatto rilevare in ragione dell’anomalo procedimento per stralcio avviato, rischio penale ancor più oggi rafforzato ed aggravato dal profilo assunto dalla variante, profilo che si caratterizza quale pieno contrasto alle norme sovraordinate contenute nella pianificazione di livello superiore ed in particolare contro la norma prescrittiva contenuta nell’articolo 26 ultimo comma del PPR , adottata e vigente.
In questa sede si vuole evitare un esame specifico e dettagliato del documento portato in discussione, non vi è il tempo, non è l’ora, e forse non è neppure il giorno anche grazie ad un’ infelice programmazione dei lavori consiliari, programmazione che non sfugge certo miri ad ottenere una veloce approvazione delle proposte, confidando magari in qualche assenza di troppo tra le file consiliari.
 L’esame dovrà quindi e necessariamente limitarsi ad una panoramica di quelle che, per noi, sono le criticità più evidenti del documento pianificatorio, riservando invece al momento successivo cioè a quello di osservazione, gli approfondimenti e l’esame anche puntuale, ma non solo.
La relazione di accompagnamento, le nuove aggiunte e modificate norme di attuazione, le tavole di piano, costituiscono pertanto i documenti fondamentali da cui rilevare il contenuto del progetto preliminare di variante, l’esame sommario e a grande scala dei medesimi costituisce il contenuto della presente relazione di minoranza.
Il modello della crescita dimensionale turistica a senso unico, cioè quello fondato su masse alberghiere di dimensioni crescenti, non è stato scalfito da nessuno dei tentativi operati nel corso di formazione della variante tesi a contrastare tale modello unidirezionale.
Le porte verso la crescita incontrollata della capacità ricettiva e quindi della riduzione della qualità, sono state, irresponsabilmente, aperte dalla scelta operata dal governo locale, assai sensibile alle sollecitazioni in tal senso mosse dalla imprenditoria alberghiera, cui certo non si può imputare l’assenza di una sensibilità pubblica nei confronti del perseguimento di obiettivi di conservazione e valorizzazione dei beni comuni, non è infatti lo scopo che persegue, beni che tuttavia, nel contesto territoriale, dovrebbero costituire i giacimenti da preservare proprio in funzione del mantenimento della capacità di essere attrattiva sul mercato turistico di alta gamma del mondo globale.
I territori, a differenza delle fabbriche, non si possono delocalizzare, basta mantenerli, accrescere la loro qualità, preservare le loro identità e i mercati li riconoscono come tali e ne acquistano i prodotti, cioè l’offerta ricettiva, paesaggistica, ambientale ed i servizi correlati.
Il contenuto della relazione era, per molti aspetti, già noto, ricalcando in buona parte il documento programmatico, le norme di attuazione sono, invece, il documento tutto nuovo, peraltro anticipato in molti suoi aspetti già contenuti nel documento programmatico e nelle risultanze delle conferenze di pianificazione.
Procederemo per spunti e per sintesi evitando l’analisi separata di ciascun documento, analisi cui saranno, invece, dedicate le osservazioni che presenteremo nei tempi e modi assegnati.
 Nella premessa della relazione, l’intento acceleratorio rispetto alla variante principale è confermato, così come per noi viene, pertanto, confermata l’anomalia di un procedimento che vede un solo soggetto privato, tra i tanti e forse troppi che hanno avuto effimero accesso alla prima fase della variante principale, ottenere, su motivazioni e presupposti del tutto insufficienti, ma che ora abbiamo svelato essere anche fasulli, una via privilegia e accelerata che, come già ampiamente svolto nell’esame delle due proposte precedenti, si rileva addirittura impossibile perché contra legem.
Il richiamo al rispetto della pianificazione sovraordinata, introdotto nell’art. 1.2 delle NTA, alla luce dell’esame sin qui svolto, rileva quindi tutta la sua grave insufficienza, addirittura il grave occultamento di norme immediatamente cogenti e vigenti su gran parte dell’area H2 oggetto di variante e confliggenti in maniera piena ed eclatante con i contenuti della variante che, sino ad oggi, è stata portata avanti in aperta rotta di collisione contro le prescrizioni sovraordinate. Un violentamento della normativa sovraordinata che forse non ha precedenti nei tanti infelici momenti di pianificazione conosciuti nella storia della locale urbanistica.
ll fatto è di gravità assoluta e non può trovare giustificazioni adeguate.
 A debole scusante dobbiamo osservare che tale sottovalutazione sembra aver coinvolto anche altri livelli di competenze, esterne e interne all’ente, chiamati ad esprimersi attorno a questo progetto di variante. Se poi questa sia, effettivamente, un’ esimente o invece sia un’ aggravante, ci piacerebbe indagare o, meglio, che venisse indagato.
Comunque non tutti si sono espressi in maniera univoca e a leggere bene le carte si trovano indicazioni sufficienti ad esimere taluni dalla comune responsabilità, o meglio irresponsabilità, almeno sino a questo momento.
Per quanto da noi svolto sin qui, dobbiamo dire che se le carte con le quali abbiamo osservato la variante principale, anziché venir chiuse in un armadio, fossero state attentamente lette, non si sarebbe arrivati a questa defragrazione odierna della variante. In quelle carte ci sono i documenti che provano l’impossibile variante.
La contraddittorietà tra obiettivi dichiarati, in maniera anche condivisibile e singole azioni perseguite, in particolare la S1, diventa però, a questo punto, inconciliabile, tanto stridente che la variante risulta improcedibile, se non attraverso la sua radicale rimozione, rimanendo in vita soltanto quella previsione di trasformazione d’uso della scuola alberghiera che, forse, con altri strumenti e procedure può essere più agevolmente e felicemente portata a compimento.
Sul piano delle previsioni pubbliche, rimane nelle intenzioni dichiarate, ma e per fortuna non perseguita nella variante quella rivoluzione, si fa per dire, trasportista, discutibile nella soluzione, non sorretta mai da adeguata indagine e monitoraggi, costosissima certamente, ma quanto non si sa, cui le tante o troppe monetizzazioni dovrebbero portare in dote le risorse per la sua attuazione concreta.
Comunque rimane la bizzaria di una soluzione non calata in previsione concreta, oggi e forse neppure domani, cui però debbono essere accantonate, nella attuazione di questa variante, quota parte delle risorse per la sua realizzazione, mentre il fabbisogno parcheggi in ambito urbano centrale perde tutta la sua centralità, coerenza ed attualità, sfuma definitivamente la soluzione Gabbiola cui la proprietà, proprio in questi giorni, sta cercando l’ acquirente che ne pregiudicherà poi l’utilizzabilità pubblica.
Rimane questo progetto di compensazione ambientale mediante un arroccamento ciclistico sulle irte rampe collinari e montane dove vanno a collocarsi in mezzo ai boschi quota parte degli standard che dovrebbero, invece, trovare prioritaria individuazione, anche per disposizione normativa, in ambito urbano.
Difficile percorso per scalatori allenati o discesisti scatenati, meritevole magari nelle sue intenzioni, ma veramente prioritario di fronte a situazioni di dissesto urbano e di infrastrutturazione primaria assolutamente carente? E’ veramente questo un progetto turisticamente strategico nelle situazione attuale ? In che misura risulta economicamente sostenibile?
Rimane poi la indicazione, questa si meritoria, di un’ indicazione per la realizzazione, compensativa, di un segmento di litoranea ciclabile, adatta questa anche per semplici bassisti, nella tratta: Villa Pallavicino-Villa Aminta, ma poi tanto strategica non sembra essere da dimenticarne l’inserimento nella previsione cartografica con l’effetto tamquam non esset che ne deriva.
E’ un progetto perseguito anche da questo settore del Consiglio, ma, se ricordate, avversato dal settore maggioritario quando portato al suo esame
Certo che se oggi, parzialmente, viene riconsiderato, ben altra attenzione avrebbe allora ed anche ora meritato da parte del Sindaco, sviluppando una sinergia territoriale con gli enti vicini e quelli di livello superiore per farlo oggetto di un programma di infrastrutturazione a valenza turistica intercomunale rilevante, come gli esempi realizzati nell’ambito di territori turisticamente concorrenti insegnano.
Rimane questo tentativo, un po’ effimero, di introdurre il principio perequativo in luogo di quello dell’azzonamento, ma con effetti che non ci sembrano positivi e comunque non adeguati rispetto alla loro, forse, effettiva potenzialità.
Va bene il modello di decollo di un indice di utilizzo territoriale, nel caso 0.7 mq/mq, dalle aree di compensazione ed il suo atterraggio sull’area di intervento, nel caso S1, ma che c’entrano nel conteggio le aree di compensazione già disponibili perché di proprietà comunale. Questo ci sfugge.
Comunque l’abbandono del principio dell’ azzonamento non sembra adeguato su una scala di variante così ridotta dove, invece, la perversa monetizzazione, che mal si concilia col principio perequativo, diventa il vero strumento principe che verrà utilizzato a piene mani per soddisfare le esigenze di massimizzazione dell’UT in ambiti inadeguati per ST, dove la formula adottata incentiva la stessa monetizzazione, non la frena, in base al principio, tradotto appunto in formula che più monetizzi e più ottieni in SUL.
Diverso risultato si sarebbe, forse, ottenuto nell’ ambito di una variante a scala maggiore dove il comparto alberghiero fosse stato trattato unitariamente, lo vorremmo sottolineare più volte questo unitariamente, con l’applicazione si del modello perequativo, ma individuando all’interno del perimetro dell’unitario comparto o nelle aree urbane centrali e semicentrali le aree di compensazione ed a standard da portare in dotazione alla città pubblica.
Riconosciamo agli amministratori una loro giustificabile insufficienza nel porsi di fronte a modelli di costruzione urbanistica non ancora neppure normati e quindi sperimentali.
Che dire poi della affermata e sancita priorità dell’obbligo di acquisire e trasferire, prioritariamente appunto, all’ente le aree di compensazione ambientale per poi vedere rintrodotta la possibile monetizzazione anche di queste e l’onere di acquisizione, venir posto, di nuovo, in capo al Comune ?
Che dire poi di quell’esercizio di calcolo dei proventi derivanti da monetizzazioni e oneri messo in fondo alle NTA, specchio per allodole, dove si dimentica che, in termini sostanziali, la contribuzione richiesta al privato si rileverà inferiore a quella che si otterrebbe con l’applicazione di modelli classici di sviluppo urbano.
Nel modello infatti del piano esecutivo convenzionato si devono portare in dote all’ente le aree, di cui l’attuatore deve privarsene riducendo la sua capacita di utilizzo fondiario, si aggiunge l’onere completo per l’esecuzione delle urbanizzazione richieste in attuazione al piano cioè i costi effettivi di realizzazione. Qui invece gli oneri diventano quelli tabellari, sintetici insomma, verosimilmente inferiori a quelli effettivi, che non si conoscono, forse anche scontabili sino al 30%, le aree poi sono preservate per la massimizzazione dell’indice fondiario, mentre i proventi della monetizzazione rischiano di essere assorbiti dagli indennizzi espropriativi per l’attuazione degli standard, salvo urbanizzare, come par si voglia, i boschi.
In soldoni uno sconto netto a favore dei beneficiati possibili della/e variante/i.
Eppur riuscite a far credere tutto il contrario.
 C’è poi quella tecnica di scritturazione delle NTA dove l’uso del modo condizionale e l’abuso del termine “possibile” ne annacquano la portata prescrittiva e normativa, allargando in maniera ingiustificabile le maglie attuative ed interpretative, lasciando spazio a soluzioni variabili secondo le circostanze, i tempi e gli utenti. Tutto ciò non va bene, si stanno scrivendo regole e non romanzi.
 Che dire poi di quella ipocrisia previsionale di cui è pervasa la normativa delle aree a destinazione alberghiera, nella fattispecie l’area 172, dove si arriva anche a prevedere il reperimento di standard al suo interno per poi ipotizzare il caso di oggettiva impossibilità, con l’applicazione quindi della perversa monetizzazione e poi ancora tutta quella disciplina ,sfumata e liquida, secondo i tempi correnti, circa le caratteristiche che l’architettura di progetto dovrebbe avere.
Il tutto come se non fosse stato dichiarato, in nota della stessa Soprintendenza, che il progetto è già conosciuto e pronto e che tanti soggetti che hanno partecipato alla stesura di questa variante hanno avuto accesso alla sua visura.
Andiamo verso la conclusione di queste tristi note, osservando che vengono introdotte norme sull’arredo e il decoro urbano. Anche qui vale l’osservazione sul fatto che il loro modello di stesura è poco coerente con un testo normativo.
Comunque crediamo che non sia corretto inserirle nelle NTA, quanto piuttosto in una integrazione del vigente regolamento edilizio perché quello è il luogo dove debbono starci, oltre tutto ci sembra che anche la procedura di inserimento ed approvazione sarebbe molto più semplice.
Vi invitiamo quindi a trasferirle in quella sede e ci riserviamo lì di fare le dovute valutazioni di merito.
Concludiamo invitando a far di necessità virtù. Questa variante ha le ore contate e lo abbiamo detto, ripetuto e spiegato alla noia.
Da domani purtroppo, inizierà una attività di lobbies finalizzata a cercare di recuperare ciò che oggi è perso, se poi troveranno facile ascolto o meno, questo non lo sappiamo, certo che dalla politica, a nessun livello, non possiamo aspettarci nulla di molto di serio.
Questa lezione deve però servire ad indirizzare almeno i governi locali, quello di oggi e quello di domani, verso un approccio molto diverso alla questione del governo del territorio, questione insieme urbanistica ed ambientale che poi entrambe fanno il paio con la politica turistica e quindi con quella dell’economia locale e non ne sono scisse.
Esiste, chi lo nega, una questione di manutenzione/revisione dello strumento urbanistico, esso è un prodotto illecito, non dimentichiamolo, esso è ancora figlio di un tempo in cui sviluppo e quantità erano sinonimi, oggi e ce lo ripetono tutti, la qualità è la speranza ed il futuro, dentro una prospettiva di crisi economica occidentale permanente.
Traiamo lezione dall’insegnamento che questo clamoroso errore, così vogliamo benevolmente chiamarlo, ha provocato.
Il modello verso il quale, sbagliando clamorosamente, ci si indirizzava era un modello unidimensionale, la massimizzazione possibile della capacità ricettiva alberghiera, senza riguardo, se non nelle dichiarazioni di principio, per i beni comuni ereditati, giacimento e risorsa del mantenimento di una capacità di attrattiva turistica dentro la competizione globale dei territori posti sul mercato turistico vasto.
Accanto alla crisi permanente vi sono però le economie in crescita, vi sono i nuovi milioni di turisti ricchi che si apprestano a sostituire, sul mercato, la vecchia domanda turistica. Questo mercato non andrà però in cerca di acquisti di prodotti da supermercato, si orienterà verso territori singolari, preservati ed ad alta capacità di qualità di offerta di servizi.
Qui sta la chiave ed il futuro, investire sulla qualità ambientale. Dare una nuova funzione turistica ricettiva alle aree del degrado conseguente l’abbandono della funzione residenziale delle ville inserite nei parchi, ma che sia compatibile con il loro recupero e quindi pensare a un modello diverso rispetto a quello del grande albergo; incentivare un modulo diffuso sul territorio, anche quello collinare, di ricettività alberghiera ed extra alberghiera a soddisfacimento di una domanda meno esigente; ridisegnare la città pubblica in relazione alla sua funzione turistica e quindi a zero parcheggio in superficie e a ridotta viabilità, ma a costi sostenibili; riqualificare la sua cortina sul fronte del lago riconferendole una funzione commerciale e per pubblici esercizi di alta categoria entro una cornice di qualità urbana elevata; preservare dalla dispersione insediativa l’impianto urbanistico delle frazione collinari; attrezzare lo sviluppo costiero e le isole per la fruizione e l’accesso dalle utenze del diporto nautico.
Grazie.
 

sabato 29 dicembre 2012

CONSIGLIO ORA X - SECONDA PARTE -

 
Si va avanti dunque con questa grossa “novità” che cambia tutto il quadro, le prospettive e le speranze. La spiegazione che il relator di minoranza fa e mette agli atti, con tanto di documenti ad essa anche allegati, è più che convincente, professionale si direbbe, una lezione di governo data in aula. A questo punto chi non capisce, delle due l’una: o finge, o è proprio andato. Comunque si conclude e Canio che ad una delle due categorie sopra citate è quello iscritto, conduce al voto dissennato la sua truppa, che con l’eccezion di Coppola lo approva. Verrebbe da battergli le mani, ma manco val la pena, ormai la cosa è fatta, è messa tutta lì nelle sue carte e da adesso il gioco cambia e minoranza lo conduce.
Si passa dunque all’altro punto del pacco intero di “Zanetta”, ci son in ballo le controdeduzioni alle osservazioni pervenute nel pubblico interesse. Anche su questa ci sono da trattare le questioni che son pregiudiziali. Se ne sollevano ben tre e Canio ci invita a presentarle. Una è bloccante: la “Zanetta” adesso è dimostrato esser contra legem, procedersi è diabolico. La seconda è una question di procedura; in quella detta PAI, si disse, si fece e se ne approvò una diversa; in questa si procede, invece, alla rovescia, non si capisce proprio più un bel niente; la terza è ancora di sostanza, nel documento agli atti, più volte per controdedurre alla richieste pervenute si dice di andarsi a legger la relazione di programma. Ci scusi, Vostro Onore, ma se l’osservazion riguarda proprio e sempre quella, la relazione di programma, l’ho già letta, è a Lei che tocca ora dare la risposta. Nella sostanza infin si dice, fai un supplemento di istruttoria e stendi le rispose, non far finta, diversamente le controdeduzioni manco ci sono. Canio allor ci pensa, poi detta, un po’ di fretta le sue motivazioni, ordina il voto e boccia le richieste.
Si va dunque in avanti, ma la minoranza avverte che è presente solo per contrastar l’illegittima variante. C’è adesso tutto il pacco delle osservazioni pervenute, ma subito si apre un altro fronte di contrasto. Canio fa un po’ anche troppo il furbo e vuol trattare le osservazioni che sono pervenute insieme raggruppate come se fossero una e non fossero tante. Di mezzo ci sta il diritto al tempo per l’esame: la regola, di prassi, è che ognuna va esposta, discussa e poi votata. I toni allora vanno alti perché Canio vuol ledere i diritti del Consiglio, se ha scelto le 21 della sera e non le 9 del mattino son fatti suoi, ora si conformi o sono guai. Allora Canio scende a compromesso, vuole trattare, concede spazio e tempo, chiede soltanto di raggruppar in uno spazio e in un sol tempo, le osservazioni che hanno un argomento un poco uguale. La minoranza accetta e così inizia, sarà ormai quasi la mezza, un lungo tour de force dentro la variante. Piervalle regge la prova e da lì in poi sino alle due e qualche anche minuto nella notte, contrasta Canio botta a botta. Qui non ci possiamo dilungare anzi lo tagliamo, salvo che un punto, quando Piervalle assume la difesa di un’ osservazione pervenuta e accusa Canio di aver prima venduto all’asta 13.500 cubi acquistati da Zanetta, di averne però poi fatto il taglio di circa 10.000, quindi fatto incassar dall’Ente solo i denari per 3.500 cubi e adesso, con la variante maledetta, sfilarne a favor della “ Zanetta” i vecchi 10.000 che mancavano, ma senza farne più pagare il vecchio prezzo offerto. Prestigiatore Canio, hai fatto un gioco di prestigio, anche di questo ti chiederemo di rendere poi il conto. Canio accusa il colpo, non ha argomenti, subisce, sta in silenzio, lo salva il gong del tempo che è scaduto, si va alla conta e si cambia l’argomento.
Ora c’è ancor l’ultima questione, Canio vuol incassar anche il terzo degli atti per la Zanetta che è ormai un morto che cammina, ma lui fa finta che sia ancora un poco oltre la  vita.

Ma questo ve lo racconto un’altra volta ancora, dove vi posto anche il testo della relazione conclusiva della minoranza Insieme.

 

 

CONSIGLIO ALL' ORA X


Ore 21 siamo in aula, come ormai da sempre non c’è la maggioranza, o meglio non c’è nel numero adeguato, Canio li aspetta ed ecco che, con circa un quarto d’ora di ritardo, son tutti messi in fila sugli scanni. Vi rimarranno, con sofferenza, per sole cinque ore a sentir affossar lo stralcio di Zanetta, pure lui dentro nell’aula. Ne avevamo chiesto la presenza, ma stavolta il dottore non è in aula. Minoranza, come noto, si rinnova, Severino ha presentato dimissioni che da lì a poco Canio legge in aula e il giovane Diverio prende posto e fa le prove, o meglio ci riprova. Comunque sia, risolte che saranno, da lì a poco tutte le questioni che son preliminari, entra nel vivo la serata. Canio non fa però neppure in tempo a dar il via alla prima della terna di Zanetta che chiede la parola minoranza. Che c’è cari colleghi chiede Canio incuriosito, magari un poco anche intimorito; niente Vostro Onore, vogliamo solo dire che abbiam delle questioni che son pregiudiziali e sospensive. Leggete pure allora dice Canio e così son due belle di questioni, di quelle che fanno vincere i ricorsi, che gli mettiam sul tavolo imbandito. Si vede che han colpito, Canio chiede allora un po’ di tempo, 5 minuti che diventeranno almeno un quarto d’ora, inizia un gran consulto intorno al Presidente ed al malato; detto stralcio. Ci sono anche i tecnici sta volta e tutti stanno sopra quel tavolo a rigirarsi fogli e a parlottare. Noi lo avevamo detto e scritto che occorreva anche il Dottore, comunque lui non c’è ed il malato non sembra si riprenda. Passano i minuti, passa il quarto d’ora ed ecco che, con fatica, finalmente si riprende. Allora Canio da il responso sul primo dei problemi, detta al Funzionario Dirigente la sua, mezza imbastita e traballante come poche, spiegazione e ordina ai suoi di votar contro. Poi si fa aiutare dal Funzionario di fiducia cercando in due di dare a noi la spiegazion su anco la seconda di questione. Basta per noi citare un solo documento e quella spiegazion va tutta giù per terra. Comunque anche sta volta ordina il voto contro ed il Consiglio boccia l’eccezione. Si entra allora nel corpo vivo del malato, quello stralcio, “la Zanetta” che portato in aula ancora vivo ne uscirà, da lì a poco, belle che morto. Ci sono, ne abbiamo già fatto prima cenno, ci sono in aula, frammisti al pubblico che questa volta è numeroso, ci sono i componenti della troika che ha redatto la verifica di Vas, c’è, anche sta volta, il noto redattore, Gramegna, l’ Architetto, ci sono insomma un po’ tutti riuniti quelli del pool tecnico/politico che ha scritto e redatto i documenti che, nella serata, sono al voto. Ne sentiranno un po’ di tutte; come possiamo, per allievare un poco il Canio, non additar loro come colpevoli di quella morte prematura che si annuncia. Comunque andiamo avanti, ci sono ancora quattrore di lunga operazione. Si legge allora in aula il documento che fa i ma e fa i distinguo, che gira come fosse un bel calzino il documento che l’OTC ha preparato. Non si risparmia nulla è vero, li si addita, carte però, attenzione, in mano, di aver nascosto un po’ le cose, di averne stravolte delle altre, di essere stati insomma un po’ troppo ossequiosi col grande committente, ma il documento è lungo e, verso il fondo, c’è l’affondo, o meglio si affonda il coltello nella piaga e la “Zanetta” da l’ultimo respiro e poi, subito dopo, muore. E’ poi soltanto un articoletto, un comma scritto sul suo fondo, un segno su una carta, una data richiamata e poco più, che basta leggerla e citarla ed il paziente, sgomentato, tira il fiato. Canio non sembra subito capire la gravità del caso, più lesto il Dirigente di fiducia precisa che se le cose stan così sul suo parere ci mette la riserva. Comunque Canio tace,  dice soltanto, "verificheremo poi le cose e se sono così………". A noi questo bastava, ormai la verità è messa dentro gli atti, scritta e sottoscritta, la legge è stata scoperchiata, alle 22 e 30 minuti di ieri 28/12/2000 e 12, la Zanetta muore colpita dal primo dei siluri, porta la sigla misteriosa: art. 26, ultimo comma  P.P.R..

Il resto lo racconto questa sera perché la notte è stata lunga, più che lunga e non ho più neppur un fil di voce.

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giovedì 27 dicembre 2012

- H 24





         
Il titolo di oggi è quello che separa il tempo in cui scriviamo dal tempo in cui, domani, andiamo in aula. Le ore che ancor mancano segnano, però, una data assai importante per non certo è qui che scrive, ma per Canio, nostra guida. Domani finisce il vecchio ciclo e inizia un nuovo ciclo, si inverte il suo destino, inizia il suo declino. Qualcuno pensa ai Maya, qualcun altro manco crede a quel che raccontiamo, ma la storia sta così; ormai sta scritta, non c’è verso, non si cambia; dopo sette anni e un po’ di mesi e qualche giorno, la sfortuna, manco bastasse, si accanisce ancor di più e con l’anno che finisce è finita anche la storia; non c’è verso lo diciamo e ripetiamo. Starà lì tutto sto tempo che rimane, starà lì a curare il disbrigo degli affari un po’ correnti, basta e avanza, scriverà le sue memorie, piangerà sugli errori che ha commesso, sul futuro in cui ha sperato che ormai è andato, non c’è verso, ormai è segnato. Non possiamo dire molto, ma qualcosa pure si; stia tranquillo il nostro Canio, non c’è in gioco la persona, meno ancora il personale, non c'entra la minaccia del penale, la questione è nelle carte, ma è una botta così grossa che a riprendersi poi lo voglio. E’ finita cara Canio, non c’è verso, hai sbagliato proprio tutto, ascoltar non hai voluto, la disfatta è assicurata; hai promesso, hai poi fatto, hai rifatto, hai poi strafatto; chi lo dice allo Zanetta, sol pensarci viene male, chi lo dice a sto Zanetta e chi paga lo Zanetta per i soldi che ha già speso ? Caro Canio è un gran pasticcio, cosa mai ci hai combinato, è un disastro, non c’è scampo, siamo fatti, se Zanetta chiede danni, tu lavori per  la vita che ti resta  e non ti basta. Consoliamo questo Canio, non è giusto che il cenone vada tutto rovinato, aiutiamo questo Canio nel momento in cui ha bisogno, nel momento che gli amici se ne vanno e lui sta solo, nel suo disastro combinato.

 

mercoledì 26 dicembre 2012

IL SUPERBOTTO



L’appuntamento del 28 si avvicina, l’approntamento dunque per lo scontro è in fase, ormai, avanzata, le carte son studiate, le verifiche compiute, la strategia di attacco è disegnata a tavolino, le armi sono pronte e poi c’è la sorpresa. E’ un’arma assai potente, ci vuole tempo a caricarla, è tenuta anche segreta, noi l’abbiamo già provata nel laboratorio più remoto in cui si possa, assicuriamo che funziona, il test è andato bene ed ora, per la sera del ventotto, è pronta all’uso. Andiam però più cauti, può darsi ancora che in quella sera sarà tenuta solo di riserva, dipende un po’ da come va la discussione e anche l’esame dell’ordine del giorno che ci hanno già da un po’ notificato. Se l’ordine va via senza problemi, si toglie la sicura e l’arma fa il suo botto. Risultato di quel botto ? E’ micidiale: Canio cade a terra, il dottore lo soccorre, ma c’è poco da fare, non rinviene, allora chiama il 100 col 18, arriva la sirena, lo portano via sedato ed in carrozzella. La truppa poi rimasta sarà tutta sconcertata, non capirà la ragione per la quale il condottiero sarà finito giù per terra, allora rompe le righe, borbotta un poco, chiede lumi al Professore, ma questo sarà già fuggito e serrato in casa sua, il Vice ancora non capisce, i superstiti ministri si riuniscono a consulto senza alcuna decisione, i tecnici presenti poi fanno le valige e se la squagliano; insomma soltanto una grande confusione e nel  dramma di questa situazione quei tre o quattro disgraziati e minorati che han provocato il grande botto stann tranquilli seduti negli scanni, raccolgono le carte e tirano un gran sospiro di sollievo perché ormai sanno che la Zanetta è roba liquidata. Poi lo ripetiamo un’altra volta, può darsi che in quella sera questo non succeda, che ci sia solo un rinvio e allora anche il gran botto segue il rinvio della serata. Ora qualcuno dirà che, come un poco sempre, ci giochiamo ad inventar le situazioni perché siamo, un po’ troppo, fantasiosi. Va be, ora vedremo.
 

domenica 23 dicembre 2012

VIGILIA


Si affilano le armi, ci sono un po’ di feste, ma Canio lo ha messo il giorno giusto per fare o per tentare la sortita, non c’è sosta dunque, bisogna non solo stare in guardia, ma prepararsi a questo scontro sempre ad armi dispari, noi, se va bene, siamo 5, loro, se va male, sono 10. Allora sono giorni dove si studiano le carte del campo di battaglia, si schierano i cannoni, si scava una trincea, si mina tutto il campo, si caricano le armi, si prova un po’ la mira e poi si aspetta l’ordine di attacco. Sarà uno scontro in campo aperto, su questo non ci piove, abbiamo in mano le carte del nemico, son fasulle; se usan quelle carte fan cilecca, han le munizioni piene d’acqua e poi hanno uno stratega poco accorto, non ama il tatticismo, predilige andar sempre all’attacco, stremare anche la truppa, non importa, lui galoppa, travolge sempre l’aria e va sino alla meta, poi si sfianca. Sarà anche notturna sta battaglia, inizia alle ventuno e per tre ore sarà solo battaglia senza sosta. Ce la faremo ? Chi lo sa, intanto ci son però anche le truppe fresche che entrano in battaglia, ma sono un po’ cadetti e non c’è stato tempo per fare addestramento. Comunque sono giovani e forse meno attenti agli equilibri tra le parti utilizzati sino a qui, ma questo lo vedremo e lo speriamo. Ci manca però ancora di parlare di un pezzo del campo di battaglia; le condizioni delle truppe guidate dal gran Canio. Non son truppe d’elite questo si sa, non dico che sono mercenari, questo no, son tutti volontari, uno o due son anco soldati di mestiere, ma questi son dei veterani e sono ormai anche un po’ scoppiati, non centrano il bersaglio a dieci metri di distanza; gli altri son truppe immotivate, male equipaggiate, peggio son pur anche addestrate e quanto poi a chi le guida, lo sappiamo, va sempre via da solo e va al galoppo.

 

venerdì 21 dicembre 2012

I MANDARINI


Non sono gli agrumi di Sicilia, ma son quelli che erano la casta dell’impero che stava al sol levante. Per sangue, nobiltà e per rango servivano l’impero ed il suo capo, erano insomma la burocrazia anti litteram e ancor oggi il loro nome è rimasto nell’uso anche diffuso quando si vuol qualificare un certo ceto impegnato, dietro compenso, ad esser più che prono alla volontà del principe di turno. Di loro così scriveva Antono Gramsci "Il mandarinato è una istituzione burocratico-militare cinese, che, su per giù, corrisponde alle prefetture italiane. I mandarini appartengono tutti a una casta particolare, sono indipendenti da ogni controllo popolare, e sono persuasi che il buono e misericordioso dio dei cinesi abbia creato apposta la Cina e il popolo cinese perché fosse dominato dai mandarini". Insomma abbiamo capito, ma questa introduzione non è fine a se stessa, ci introduce appunto al tema che è di oggi che poi è anche quello cui abbiamo fatto cenno l’altro ieri, insomma la “Zanetta”. Il giorno prossimo ventotto, giusto al secondo punto della lista, Canio ci porta ad approvar le conclusione dell’OTC, un organismo di recente nominato, composto nel numero di tre; esperti, si diceva, nelle materie sottoposte al loro esame, indipendenti e neutrali, anche questo si diceva e stava scritto, insomma dei tecnici perfetti, asettici e intoccabili che, con un verdetto, avrebbero valutato la “ Zanetta”, detto se questa generava dei problemi o andava bene o se anche, fosse stato meglio approfondire un altro poco e far, quindi, la VAS: (valutazione ambientale strategica). Orbene questi tre si son riuniti, una due volte e forse pure tre, avranno letto un po’ le loro carte, hanno raccolto pareri da altri enti ed organismi preposti, hanno guardato ?? le nostre osservazioni, si son poi chiusi in una stanza ed hanno redatto sto verdetto. Le conclusioni son quelle che tutti noi ci aspettavamo: che la “ Zanetta “ può andar bene, certo ha bisogno di qualche ritocchino, ma è presto fatto, quanto alla VAS, non se ne parla perché le loro conclusioni, quelle di sto OTC, son quelle che bastano e forse anche che avanzano. Ora va tutto e sempre bene, ma la professione è praticare la scienza e la coscienza e c’è un punto di queste conclusioni che non torna. Prendono un’autorevole parere, quello scritto dal Ministero dei Beni culturali, quello che sulla questione ha sottoscritto che è per far la VAS, gli cambian le parole, ne danno una lettura arbitraria e affievolita e la propinano al prossimo Consiglio, così il Principe è servito ed il Consiglio, invece, vien tradito.

giovedì 20 dicembre 2012


 
CITTA’ DI STRESA

(Provincia del Verbano – Cusio – Ossola)

 

Stresa, 19 dicembre 2012


Oggetto: Convocazione straordinaria del Consiglio Comunale.


IL SINDACO DISPONE di convocare il CONSIGLIO COMUNALE

Venerdì 28 Dicembre 2012, ore 21.00.=  presso la Palazzina Liberty (ex-asilo) via De Amicis

ORDINE DEL GIORNO


1. Lettura ed approvazione verbali sedute precedenti.

2. VAS Variante strutturale 1° stralcio. Esame valutazione organo tecnico di procedura di VAS. Non sottoposizione.

3. Esame osservazioni presentate in merito al documento programmatico variante stralcio P.R.G.C. – Approvazione controdeduzioni.

4. Adozione progetto preliminare variante stralcio P.R.G.C.

5. Esame ed approvazione Regolamento del servizio di controllo interno ex-art. 147 D. Lgs. 267/2000 e s.m.i.

6. CSI Piemonte – Esame ed approvazione nuovo Statuto.

7. Società Stresa Servizi S.r.l. – Atto di ricognizione societaria ai sensi dell’ art. 14, comma 32 del D.L. 78/2010 convertito in L. 122/2010 e determinazioni conseguenti.

8. Approvazione convenzione tra il Comune di Stresa e l’ A.S.L. V.C.O. per l’ utilizzo di depositi di osservazione e degli obitori dei presidi ospedalieri di Domodossola, Verbania e Centro Ortopedico di Quadrante.

 

9. Gruppo Consiliare Lega Nord. Mozione urgente per la salvaguardia della Provincia del V.C.O. (prot. n. 16785 del 30.11.2012).

10. Gruppo Consiliare Insieme. Mozione sulla stazione navigazione del Capoluogo (prot. n. 17183 del 10.12.2012).

11. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza: trasparenza e legalità nell’ agire della pubblica amministrazione comunale (prot. n. 16839 dell’ 1.12.2012).

12. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza: realizzazione porto turistico. Aggiornamento sullo stato delle procedure di affidamento lavori (prot. n. 16840 dell’ 1.12.2012).

13. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza: applicazione articolo 44 comma 5) del Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale (prot. n. 17133 del 06.12.2012).

14. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza: concessione di esercizio di beni pubblici, esito (prot. n. 17655 del 17.12.2012).

IL SINDACO

mercoledì 19 dicembre 2012

VENTOTTO DI FUOCO


Quindi l’appuntamento sarà il ventotto, un giorno in mezzo a tante feste che, per volontà assoluta di questo tale Canio, rovinerà tutte ste feste. Una prova muscolare, una sfida messa in campo, l’arroganza che governa; la ragione, la passione, anche soltanto un po’ il buon senso sono persi e lasciati abbandonati. E’ il regalo di Natale che il gran capo vuol lasciare sotto l’albero addobbato, ma è un regalo troppo amaro e che noi lo rifiutiamo. Qualche atto abbiamo letto; è una sfilza di rifiuti, di rigetti, una sfida alla ragione e un ossequio, a tutto campo, alle richieste messe in atto da Zanetta ed i suoi soci. Governare è un’altra cosa, questo è solo un obbedire, governare è cercare un interesse condiviso, è capire dove stanno i giacimenti di quei beni che son quelli comuni; riscoprirli, preservarli e rilanciarli. C’è di mezzo un’altra cosa; l’ambizione, senza freni, di un ragazzo messo lì per governare, l’ambizione lo fa sordo, non ascolta; lo fa cieco, giù la testa, avanti tutta; muto no, per carità, strilla sempre, è inopportuno. Tristi feste sono queste, luci spente quelle sera del ventotto, la città va al suo suicidio per volontà del suo governo; li vedremo alzar le mani e abbassar gli occhi per votare dietro un comando, senza manco avere letto, li vedremo silenziosi come sempre, più di sempre, delegata ogni incombenza a quel tale messo lì, quello “di tutti” che, alla fine, è solo d’uno. Qualche cosa poi va detta sulla corte di gran tecnici, mandarini e grandi esperti che, riuniti intorno al tavolo di una stanza d’obitorio, han redatto quel referto cui risulta il malato, ormai già morto, esser vivo ed in gran forma. Il referto ve lo scampo, son parole messe lì per fare fumo e dire nulla, un ossequio programmato dato al Principe di turno. Che tristezza !

martedì 18 dicembre 2012

LA VOLATA


Si lancia alla fine che l’anno si avvicina, prende coraggio, spera opposizione sia lontana ed oggi deposita le tre proposte che vi avevamo un po’ annunciato. Comunque non abbiamo indovinato, o meglio solo in parte, le tre proposte son tutte della variante per Zanetta. Vuol quindi quasi chiuder la partita, mostrare che va forte, che non teme, che al traguardo lui ci arriva. Dobbiamo dire che al momento di scrivere ste righe, conosciamo solo gli argomenti, quanto ai testi predisposti, oggi o domani li vediamo. Comunque gli argomenti son quelli che la serata di venerdì ventotto annunciano bollente ed anche effervescente; Canio li ha messi tutti insieme in discussione, se gli va bene quella sera ne conclude neanche la metà; vuol chiudere la verifica di VAS dello Zanetta, poi vuol contro dedurre le osservazioni prodotte al documento programmatico del sempre solito Zanetta, fatti giusti i conti son forse almen 15 gli argomenti messi in fila, uno per uno vanno presentati, discussi e poi votati, fate un po’ voi quanto tempo si consuma e poi ci mette, in conclusione, un altro passo per Zanetta: l‘adozione del progetto di variante. Insomma gli prepara una gran festa per l’imminente e appena successivo fine anno, va grandioso questa volta, ci mette anche i panettoni e lo spumante, vuol brindare a questo primo suo semi/traguardo che gli par così vicino da toccar giusto col dito. Sembrava l’anno si chiudesse con disgrazie ripetute e, invece, tira fuori dal cilindro la sorpresa per prender opposizione in contropiede e fare lui la botta a fine anno. Avrà così pensato Canio, lo stratega, avrà pensato di riuscire a risolver la partita a tavolino senza neanche passare per il campo, tirare insomma a porta vuota e segnare la vittoria. Che lo creda, che lo pensi, poco importa, quanto a riuscirci lo vedremo e lo avvertiamo che sarà molto, molto dura.

 

lunedì 17 dicembre 2012

IL MANTRA


Interrogato dalla "Stampa", Canio si sbilancia, non dice, come fanno in queste circostanze gli accusati più prudenti:” son sereno……”, dice subito che no, la minoranza “cavilla sulle carte……, poi valuteremo e se sarà anche il caso li additeremo per calunnia”. Quindi Lui è sicuro, la fede pubblica è intoccata, non c’è manco da parlarne, son solo gli altri che metton a repentaglio il suo onore e la virtù. Insomma, qualunque cosa accade, qualunque sia l’accusa, Canio è come un mantra che ripete le parole in sua difesa. Che poi sia vero ciò che dice, le carte a firma sua son lì giusto a smentirlo, che poi stia in piedi, sotto il profilo logico/formale, quel che dice circa le osservazioni al piano ricevute, chiunque lo capisce che nessuno può sapere se mai qualcuna, invece, non sia giunta. Comunque questo è il nostro Canio, uso a proceder a testa bassa e china, uso a ragionar le cose sin solo giusto alla metà, uso a non ascoltar nessuno, fors’anche uso a non leggere mai ciò che lui firma. I risultati poi sono evidenti, chi se lo aspetta al varco, all’occasione gli tira un’ imboscata e lo cattura. Ora lui strilla e strillerà anche e ancor più già di quanto prima, ma il fiato andrà tutto sprecato. Lo ricordiamo ancora, non è passato molto tempo, quando in consiglio giurava esser assai molto dispiaciuto a dire che ci indicava al magistrato per calunnia e che ci querelava per lesa sua maestà; chi lo credeva ? Ora che, invece, le parti un poco anche si invertono, eccolo che il suo mantra ripete le solite parole a sua difesa e come spesso accade, spera con queste di risolver la questione davanti agli occhi del suo popolo elettore. Sarebbe troppo facile risolvere così questa faccenda, occorre invece approfondire, bisogna che ti calmi un pochettino, ti metti a tavolino e come se facessi un compitino, rileggi tutte le carte; poi quando ti accorgi in quanti “errori“ clamorosi sei caduto, bisogna che tu faccia il pentimento: prendere le carte e iniziare un’altra volta quel percorso che, con tanta leggerezza e un poco troppa di baldanza, hai creduto di chiudere un po’ in fretta.
 

domenica 16 dicembre 2012

LA PRESSE


Comune di Stresa
GRUPPO CONSILIARE INSIEME
IL CAPO GRUPPO

L’azione di contrasto alle varianti urbanistiche avviate dal Governo Di Milia  e che da tempo vede fronteggiarsi maggioranza ed opposizione, inizia un nuovo capitolo. Con un esposto presentato il giorno 12 dicembre presso la Procura della Repubblica di Verbania, il Gruppo Insieme, a firma di due dei suoi componenti, Vecchi e Vallenzasca, chiede che venga avviata un’ indagine per accertare se, nel corso della procedura amministrativa riferita alla variante urbanistica denominata PAI, il Sindaco abbia commesso illeciti di natura penale e più in particolare se abbia potuto commettere reati che attengono la violazione della fede pubblica. L’esposto è circostanziato e corredato da prove documentali che, a giudizio dei firmatari, sono state ampiamente sufficienti ad obbligare i medesi a far ricorso alla magistratura penale.
In particolare si osserva che il Sindaco, con più azioni, sarebbe incorso in atti a rilevanza penale, attestando il falso in relazione alla procedura di pubblicazione e di deposito, a disposizione del pubblico, degli atti della variante. L’ azione del Sindaco avrebbe, inoltre, indotto in errore, da un lato, l’operato della Conferenza di Pianificazione che ha assunto decisioni sulla base di errate informazioni da questi fornite e, dall’altro anche l’operato del Consiglio, più volte, sviato nelle sue decisioni dalle proposte del Sindaco viziate da non veritiere affermazioni. A giudizio dei firmatari si pone ora la necessità di un riesame di tutta la procedura svolta nel corso della variante urbanistica PAI, mentre la Conferenza di Pianificazione già indetta per il giorno 28 di questo mese dovrà prendere, necessariamente ed obbligatoriamente atto del quadro entro il quadro ha operato e che l’esposto ha ampiamente, ora, chiarito.
Il Capo Gruppo
Dott. G.B. VECCHI

 

 

sabato 15 dicembre 2012

FINE ANNO


 
Baciato dai successi ripetuti, tenta un suo affondo a fine anno e fissa il gran consiglio tra Natale e capodanno. Forse pensa che qualcuno non si trova perché in giro per il mondo, non è detto e vedremo poi all’appello chi è presente e chi sta assente. Era il dieci di dicembre, poi ci han detto che era il venti ora giunge la notizia del ventotto, anche questo lo vedremo, quanto al resto, al contenuto, anche questo solo in parte è conosciuto. Quel che ad oggi lo sappiamo lo scriviamo, sempre al resto rimandiamo a lunedì. Minoranza, lo sapete, giusto ad ora, ha lasciato su tavolo di Canio tre interpelli e una mozione, se la lista poi si allunga anche solo giusto un poco, se è il 28, forse si. Quanto a Canio, ripetiamo non sappiamo tutto quanto, quel che è certo, o sembra certo, è che torna ancora dentro l’aula la creatura prediletta, quella Stresa dei Servizi; glielo chiede ancor la legge, Lui propone, è naturale, la conferma, noi vedremo. Poi ci porta la proposta, anche qui glielo chiede sempre legge, del controllo detto “interno”, e visti i temi imbarazzanti giusto messi in interpello, l’argomento par propizio per l’esame e discussione. Poi ci mette una sorpresa? Non sappiamo se è così, ma sappiamo che son tre, tutte quante in materia a Lui geniale: l’urbanistica locale. La giornata, se il 28 è confermato, è per Lui già impegnativa, ha fissato Conferenza per la PAI, dove rischia una sorpresa che se arriva gli rovina la giornata e la serata. Detto questo, gli argomenti in assemblea non attengono la PAI, questo pare che sia certo, più probabile sia all’esame la questione urbanistica della scuola, l’alberghiera, e del campo di pallone. Se per terzo d’argomento poi ci mette lo Zanetta, noi ci siamo e lo vedremo.

 

 

 

giovedì 13 dicembre 2012

SUCCESSI


Era solo di ieri la notizia sul nostro Canio che si invita la Procura ad indagare ed ecco che, non sono passate di ore 24, la “notizia” o meglio l'indiscrezione che ci giunge è che l’impresa che aspettava di fare i lavori per il porto, si è stufata. Si prende i soldi del progetto, che non son pochi, fa le valige e torna a casa. Si chiude così l’ennesimo capitolo di questa ormai vicenda sempriterna, passata attraverso una gara contrastata in mille modi davanti ai giudici degli atti, poi la proclamazione del primo vincitore, ancora poi si apre la storia del solito progetto con i buchi, la storia poi va avanti con la redazione di un progetto un po’ troppo, forse, diverso, ed ecco, infatti, il nuovo prezzo lievitato, poi l’attesa del consenso ad usare tutti i soldi, l’attesa si prolunga e forse si fa vana, arriva ora sta notizia/indiscrezione; la storia finisce per davvero o ricomincia un’altra volta, chi lo sa ? Starà a quel tal Canio, nel prossimo Consiglio, rispondere al quesito già lasciatogli sul tavolo e darci così la verità ufficiale della storia. Siam comunque messi molto male, ovunque tocca fa disastri, non si scappa, se almen ne infila una gli diamo una medaglia. Comunque stiamo calmi che forse la notizia non è delle peggiori; certo c’è la questione di sto patto e non è poco, ma per il resto la soluzione che ora si profila sarebbe quella che mesi fa gli consigliammo e che, come è sempre un po’ il suo solito, non volle neppure stare ad ascoltare. Ora se, invece, vuole proseguire dovrebbe esser costretto a perseguirla; comunque non sappiamo che cosa abbia in testa sto Sindaco che, nella ormai lunga contesa tra lui ragazzo e un anziano veterano, chi dei due rischia di finire rottamato semmai è il più giovane tra i due; segno dei tempi che bruciano le tappe e non lasciano più il tempo per fare neppure un vincitore.

 

mercoledì 12 dicembre 2012

I FALSI PASSI


Il titolo di oggi non è proprio messo giusto per un caso; leggetelo per bene perché contiene una risposta alla notizia circa il botto. Comunque qui si può anche ormai dire che la miccia, proprio oggi, è stata accesa, ora c’è un tempo perché bruci e poi se scoppia, scoppia il botto. Dunque quel tal Canio, l’Alcalde insomma, quello che con grande ed infinito dispiacere si divertiva a sottoporci “ad indagini del caso”, d’ora in avanti diventa lui anche un possibile indagato. Che poi finisca tutto in un archivio o in un rinvio per un giudizio, questo, presto o tardi, lo vedremo; per ora quel che è certo è che la confezione del pacco per le feste è stata curata con tutta l’attenzione che l’illustre personaggio cui è rivolta pur richiede. Non ci sono particolari che sono andati trascurati; ci sembra, per ora, averci messo tutto il necessario, le citazioni sono giuste, i documenti sono pertinenti, né più né men di quel che occorre per aprire il caso senza fare troppe confusioni. Insomma, niente ci sembra che sia andato troppo un po’ forzato, giusto si è messo l’essenziale, così la cosa appare chiara, circoscritta e definita. Capiamo certo l’interesse a saper qualcosa in più, scusateci però, c’è pur anche un interesse a tener le cose un po’ coperte per non favorire in tutto il possibile indagato. Vi diciamo quel che basta: la pista sta nel titolo di oggi, la fiducia che starebbe lesionata è quella pubblica, la pena va da uno ad anni sei di reclusione, la procedura che sarebbe stata poi macchiata è quella della variante detta PAI, il fatto è stato, più volte, ripetuto, un po’ ostinato insomma il nostro Canio, più glielo dici e più sembra ci caschi. Insomma poi, per farla breve, è stato molto, molto incauto; il ragazzino e il veterano ci vien quasi da dire. Che poi ci sia cascato visto che tratta di leggi e di diritto, gli manca anche la scusante. Comunque adesso è tardi, ma l’avvertimento è pure dato un’altra volta; Canio si segni sull’agenda il giorno 28 del mese che sta in corso, la conferenza che in quella data è già fissata per chiudere la variante detta PAI ora è tutta una salita e…… un ultimo consiglio: la chiuda e torni punto a capo.
 

martedì 11 dicembre 2012

ANTIDEGRADO



Ci riproviamo un’altra volta ed ecco presentata, giusto ieri, una mozione fresca. fresca che ha per tema quella stazione della navigazione laghi, capoluogo. Se la si guarda bene sembra un relitto industriale: l’acqua piove giù dal tetto i pubblici servizi fanno schifo, la pensilina è una lamiera arrugginita utilizzata per il deposito di tutto, il pubblico esercizio è stato un fallimento ed ora sta già chiuso, l’area che sta intorno è uno sconnesso lastricato. Sarebbe forse la più bella, a furia di lasciarla in abbandono è una vergogna agli occhi della massa, e sono circa 600 mila, che ogni anno la attraversa. Allora, abbiamo detto, ci riproviamo un’altra volta. La questione del suo passaggio in proprietà al Palazzo sta in piedi da oramai, quasi, diec anni; è stato versato anche un bel pacco di quattrini, ma sino ad oggi nessuno dice niente, tutto tace ed il degrado, un po’ per volta, se la mangia. Va be, dice qualcuno , che c’è tanto di strano, ormai è la norma nella Perla. Basta, comunque, dice allora la mozione, la proprietà non è ormai più un problema perché comunque la gestione del demanio è comunale, si chiuda la vicenda, Regione restituisca tutti sti quattrini, la somma gira a più di 200 mila euro, si faccia un bel progetto che ridia lustro e decoro a un bene abbandonato, navigazione laghi, che non paga, come tutti i cristiani paghi il dovuto per gli uffici, quanto al pubblico esercizio lo si metta in concessione con un offerta che preveda un qualche investimento ed insomma, un po’ di soldi son quelli del Palazzo, un’ altro po’ son quelli dell’offerta per il bar, navigazione laghi sani un po’ anche del debito che ha fatto, la cosa sembra fatta. Vediamo allora come Canio ordinerà il voto la prossima riunione di Palazzo; se, come è suo solito, tanto per contrasto, dirà no o se, invece, almeno questa volta sarà un si.

 

lunedì 10 dicembre 2012

LA STRENNA


Ormai ci siamo; Canio, tante volte anche avvertito, è andato invece sempre dritto, non ha cambiato mai la strada, è andato quindi proprio in cerca e pur bisogna dire che a trovarle è stato bravo. Ormai è cosa fatta, quel che ha combinato, ha combinato, tornare indietro non può di certo più, le carte sono lì, scritte e sottoscritte, pure le prove stanno lì, una sull’altra, cancellarle non si può, sono indelebili, non vanno proprio via, manco a provarci. Quindi si è fatto un lavoretto per benino, una lettura attenta delle carte messe in fila una dopo l’altra, una raccolta e collezione dei passi falsi combinati, la consulenza un paio di legali  ed ecco che ne è uscito un riassuntino di una cartella e mezza, mica tanto, certo con tanto di allegati a suo sostegno, poi ci metti un paio di firme, la data,  l’indirizzo e inviti chi è di turno a darci un’occhiatina. Certo che non vi ho detto ancora tutto, o meglio non vi ho detto ancora proprio niente, ma qualcosa si capisce; si capisce che mica stiamo fermi perché ci son di mezzo anche le feste, anzi, da quanto è stato già annunciato, che di un botto si trattava, le feste sono adatte, non ci sono le contro indicazioni, così come neanche ci sono le ferie giudiziarie, quindi si va avanti e si vedrà che cosa mai poi capiterà. Certo che dobbiamo stare più che attenti, siam quelli "sottoposti ad indagini del caso" per atto accusatorio che Canio ci ha promosso. Tranquilli, stiamo attenti, il rischio non è nostro questa volta, l’indice è puntato in altra direzione che tutti hanno, a questo punto, già capito. C’è poi una cosa che occorre rimarcare, che se qualcuno pensa che la si faccia per vendetta o ritorsione, questo pensiero se lo scordi. Canio, per vero, ha agito a discrezione, con furia e rabbia, come è un po’ anche sua abitudine, ma poi ci viene a dire che lo ha fatto con un  grande dispiacere, bastava manco lo facesse e ne avrebbe avuto solo un gran piacere. Noi agiamo per dovere, qualcuno magari non ci crede, ma questa è la ragione che ci muove perché se un  contrasto deve andare sino in fondo, si usano le armi consentite, necessarie e disponibili. Punto a capo, vi ho già detto tutto o meglio quasi niente, allora un’altra volta ne parliamo.