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martedì 31 luglio 2012

IL TESTO INCRIMINATO


Questo che oggi pubblichiamo è il testo, in integrale, letto in aula e che, in occasione dell'ultimo esame della variante stralcio, ha fatto perder le staffe al maestro dell'orchestra  e ha fatto del suo autore il bersaglio dell'ira e della rabbia di un Canio inviperito. Buona lettura    

Si richiama integralmente il contenuto dell’intervento già svolto in sede di esame consiliare della prima deliberazione riferita alla  variante stralcio, intervento che, insieme alle osservazioni poi, successivamente, formulate, mantiene tutta quanta la sua validità  ed attualità.
Il nuovo passaggio consiliare, sotto il profilo della legittimità dell’operazione stralcio, non attenua i rilievi mossi in quel primo esame, semmai la decisione assunta, in sede di I conferenza,  di procedere alla fase di verifica della assoggettabilità a VAS, ove il suo esito ne confermasse l’esclusione, accentuerebbe  la valenza dei rilievi mossi, come più oltre verrà esplicitato.
Osserviamo comunque e preliminarmente che nella documentazione, depositata insieme alla proposta, non vi è traccia del verbale della conferenza sulla base delle cui iniziali risultanze viene ora portata all’ esame la nuova proposta. Chiediamo dunque che di tale documento ne venga data integrale lettura in aula al fine di supplire alla riscontrata carenza e, una volta per tutte, lamentiamo, pubblicamente,  la compromissione costante dei diritti di accesso cui godono tutti i consiglieri rispetto alla visione di atti, chiusi e conclusi, come sono i singoli verbali delle conferenze di pianificazione. Chiediamo, pertanto, il rispetto non solo delle norme di legge, ma anche del regolamento comunale che, a riguardo, non sembra lasciare spazio a interpretazioni manco, peraltro, suggestive.
Chiediamo inoltre la lettura in aula del documento istruttorio sulla proposta deliberativa in esame, documento  reso dal responsabile del servizio di riferimento o da altro dipendente istruttore del servizio stesso, documento di cui non abbiamo trovato traccia negli atti depositati e, nel caso di conferma di una sua assoluta mancanza, facciamo rilevare come l’ assenza istruttoria integrerebbe uno degli elementi di violazione di legge sui quali si poggia l’ipotesi di possibile abuso d’atti, già formulata in sede di osservazioni sulla prima decisione deliberativa della variante stralcio.
Al proposito e nello specifico ci tocca, quindi ed anche nell’esame della nuova proposta deliberativa stralcio, indicare al Consiglio, la concreta ipotesi di violazione penale che vediamo raffigurarsi nel perseguimento della intrapresa procedura stralcio.
E’ nostra premura quindi e segno di sensibilità e responsabilità nei confronti di tutti i consiglieri di maggioranza, ravvisare agli stessi i rischi cui ciascuno, con il suo positivo voto, potrebbe incorrere nel sostenere un percorso procedurale avventato e singolare, addirittura oltre la richiesta della parte interessata,  tanto da ipotizzare e con ragione, da parte nostra, la violazione penale se dovesse confermarsi il percorso  che si riavvia, con il conseguente, successivo, deposito di una circostanziata denuncia a carico del Sindaco e di tutti i soggetti coinvolti.
Entrando nel merito dell’esame, ci soffermiamo, principalmente sul documento tecnico preliminare della fase di verifica, data per scontata l’invarianza della relazione programmatica sotto il profilo più prettamente urbanistico, sviste nel numero dei piani alti del grande albergo a parte e introduzione di riscoperte di ignoti percorsi storici, pure loro a parte.

La relazione che viene portata all’esame  avvia, quindi, un processo parallelo, ma funzionale  a quello di approvazione dello strumento urbanistico medesimo. Di tale processo di cui ne conosciamo adesso  l’avvio, non ne conosciamo certo l’esito, ossia   se dovrà, comunque attuarsi la procedura di VAS, cosa che, motivatamente, sosterremo o se si concluderà il processo di verifica preliminare con la decisione di non dar seguito al processo di VAS ex lege, ma solo quindi con il deposito della  relazione di verifica preventiva di asoggettabilità. 
A tal proposito non ci rimane che auspicare che i soggetti chiamati a costituire l’organo tecnico di valutazione, siano effettivamente dotati di quell’autonomia e di quella indipendenza che dovrebbe garantire un giudizio effettivo e non quello che il governo in carica suggerirebbe volentieri. Avvertiamo, quindi, che si ponga massima cura nella scelta dei nomi che saranno chiamati a costituire l’organo tecnico, privilegiando in maniera assoluta le capacità professionali rispetto ad altri criteri più, per così dire, politici. Si ponga poi attenzione a che situazioni, a noi note, di potenziale conflitto occulto di interesse di soggetti titolari di cariche in organi collegiali non vengano a riprodursi all’interno del predetto organo tecnico. Non aggiungiamo altro, ma chi ha orecchie per intendere abbia ad intendere.
Scopo quindi del nuovo documento che ci viene presentato è quello di fornire le informazioni e i dati necessari all’accertamento della probabilità di effetti significativi sull’ambiente in riferimento ai criteri individuati per la verifica preventiva dalla direttiva 2001/142/CE. Sotto tale profilo il documento presenta, a nostro giudizio: carenze, sottovalutazioni, superfacilità, errori ed inosservanza di molte delle indicazioni e dei suggerimenti emersi nella stessa I riunione della I conferenza di pianificazione.
Tali vizi, che meglio nel seguito indicheremo, rischiano quindi di condurre il processo di verifica lungo un percorso, in qualche modo, fuorviante ed inficiarne le conclusioni,  in altre parole rischiano di condizionarne, in un senso riduttivo, il suo esito.
Orbene si osserva che se, sotto il profilo formale, il ricorso alla procedura di verifica preliminare di assoggettamento a VAS sembra inoppugnabile, sotto il profilo sostanziale che, consentiteci, è quello che rileva, ritorna qui, con rinnovata forte valenza, la contestazione e la polemica sollevata già in sede di primo esame e poi ripresa in sede di osservazioni, circa la non perseguibilità legale di una procedura stralcio. I vizi, i rischi, il contrasto  con le norme di principio di rango costituzionale  e, nel caso specifico anche con norme di rango inferiore, in relazione alle specifiche modalità con cui si è operato, risultarono e risultano evidenti.
Anche questo avviato processo di verifica preventiva di assoggettabilità a VAS  soffre della stessa problematica che si traduce nella domanda sul come un esame parziale di una trasformazione urbana, sotto il profilo della propria incidenza sulle matrici sensibili, possa essere condotto in modo disgiunto dall’esame intorno ad un processo di trasformazione programmatica più ampio, peraltro in atto, dal quale viene  stralciato.
Lo stesso istruttore di ARPA sembra venir sfiorato dal sospetto e seppur non ne trae appieno le conclusioni scrive : “ è necessario contestualizzare lo strumento in istruttoria nell’ambito di un insieme più vasto ed articolato di trasformazioni ( la variante generale ) , non è condivisibile un approccio che demandi la soluzione di eventuali impatti delle due variazioni che la costituiscono all’attuazione della va riante generale ( cfr. D.P. pag 21). Andrebbe invece configurato uno scenario che permette di assorbire o almeno attenuare temporaneamente gli eventuali impatti della variante stralcio, in quanto le due varianti potrebbero avere tempi di adozione ed esiti diversi”).
Senza tralasciare poi  la richiesta, sempre da Arpa avanzata e rimasta del tutto inevasa, della trattazione congiunta della trasformazione d’uso dell’istituto alberghiero con la collocazione  della nuova struttura, evidenziando così come un approccio, per parti, a previsioni di trasformazioni urbane poste in successiva sequenza, sia fuorviante sul piano tecnico e illegittimo su quello amministrativo.
Osserviamo quindi che mentre la relazione tenta di allargare la sua portata di analisi in tema di impatto sulla viabilità e parcheggi alle soluzioni dei portali indicate nel documento di variante che vogliamo chiamare principale, affossando, peraltro, definitivamente crediamo la soluzione Gabbiola,  men che meno sfiora, neppur timidamente, l’approccio alle trasformazioni complessive del fronte lago che costituiscono il contenuto effettivo della variante generale e la cui, unitaria, lettura, in ben diversa luce porrebbe la stralcio sotto il profilo dell’impatto con le matrici paesaggio e natura.
Eufemisticamente le conclusioni dell’esame svolto, concludono infatti affermando ad impatto “poco negativo” quelle derivanti dalla previsione di area 172 , che è cosa assolutamente uguale a definirsi: “ non positivo” , ma così non si dice ed il giudizio finale rimane attenuato, poiché e monco di tutta l’analisi più complessa che richiederebbe.
Comunque l’analisi delle due matrici: paesaggio e natura, sia con riferimento all’area 172 che a quelle dei portali è di evidente insufficienza laddove si va  da affermazioni quali quelle che : “ villa Mona e Basile sono circondate da un parco alberato ………la realizzazione di un nuovo complesso comporterebbe l’abbattimento probabile di vari individui arborei……………” sino ad aggiungere poche righe dopo che il parco quasi non c’è “  il parco di villa Mona e Basile non è dei più rinomati a causa dell’assenza di entità arboree di particolar pregio” cfr. pag. 118, salvo qualche riga più oltre sembrare aver rintracciato qualche esemplare di pregio, dimenticando però, crediamo non per svista, ma per volontà. di analizzare le cause del degrado ed il nodo, storicizzato, dei vincoli esistenti sull’area, sino poi a continuare nella ipocrita rappresentazione di una realtà di cui non si conoscerebbero i particolari di un progetto, ampiamente, invece, oggetto di ripetuti incontri e i cui impatti positivi/negativi sono ancora, ipocriticamente appunto, rinviati ad altro appuntamento. Quale ?
Ma il grado di raffinatezza dell’analisi non si esaurisce certo qui laddove a pag.  120 ci dice che:
 “ gli impatti generati dall’eventuale attuazione di questa misura ( la previsione 172) sono estremamente variabili e dipendono da una molteplicità di fattori  ed in primis, dal linguaggio architettonico con cui verrà realizzata la nuova struttura (  una specie di piramide dei Maia ), all’interno del contesto che la circonda ………………………………… …è possibile comunque ipotizzare un impatto poco negativo, ( leggi non positivo), laddove vengano rispettate alcune condizioni. Gli impatti risulteranno meno significativi nel momento in cui verranno previsti degli interventi che prevedano volumi disaggregati e meno compatti , non saranno troppo estesi e realizzati con un linguaggio architettonico armonizzato con il contesto”.
Terminata la citazione  occorre dire che la stessa è stata ripresa dalla nota datata 21/06/2012 del Ministero per i Beni e le  Attività Culturali prot. 7682/34, evitando, accuratamente però,  di inserire, dopo la parola “ compatti” ,  le parole: “ o più contenuti” che in quella nota comparivano. Infatti  è noto che  nella variante in esame i  volumi e la SUL crescono in maniera molto rilevante, altro che più contenuti, quanto poi al suggerimento dell’estensore del documento che gli interventi  non dovranno essere troppo estesi, basti osservare il rapporto di copertura massimo che sull’area verrebbe consentito pari al 45% del totale, per comprendere con quale coerenza e serietà la valutazione sia stata condotta e le sue conclusioni tratte.  D’altra parte non sembra che diversamente si muovano  gli estensori urbanisti della variante stralcio quando un loro, ineffabile, contributo, contenuto in nota datata 09/06/2012 indirizzata al Sindaco, afferma, a firma Architetto Gramegna Giovanni, che la monetizzazione è conseguenza del vincolo posto sull’area, (ma vorrà ben darci, il presente Architetto una giustificazione di tale, infondata, affermazione ?) ; che anche l’indice 1,125 mq/mq è una sua possibile conseguenza e che comunque è l’ipotesi peggiore. Almeno una nota di verità è, alla fine, contenuta. A questo punto come il linguaggio della architettura Maia possa  integrarsi nel contesto, rimane un po’ un  mistero insoluto.Chiamata poi a rispondere alla Soprintendenza, piccata quest’ultima per essere stata  tirata in causa in un passo contenuto nella variante e che, guarda il caso, era cosa già stata anche da noi sollevata, rispondono, per conto dell’Amministrazione, sempre i medesimi, ineffabili,  estensori che ci raccontano, pensate un po’, come  la previsione 172 sia  figlia, illegittima diciamo noi,  del vincolo messo dai Beni Culturali su quell’area. Comunque tra cartografie che rappresentano i confini comunali, costantemente, errati;  citazioni di ville estinte indicate come esistenti; valutazioni positive di soluzioni  ( transitorie ?)  di trasporto passeggeri da un portale in collina al centro su navette da impegnare lungo un tracciato stradale ad esse precluso e valutazioni, pure  positive, di impatto di altro portale da collocarsi in ambito sensibile per posizione, storia e paesaggio, l’accurata analisi, archiviata o dimenticata, non si sa, la soluzione del trenino, va verso il fondo scordandosi anche di usare le faccine che ridono o che piangono, secondo il gusto di quelli per i quali, normalmente, si scrive ed arriva alla fine facendoci sapere e conoscere molto meno di quello che già e meglio sappiamo, ma lasciando aperte le porte alle più diverse e inquietanti soluzioni, prossime e venture. Complimenti .
  
  
              

lunedì 30 luglio 2012

TOGHE ROSSE


Lo spettacolo che, nell’ultimo Consiglio, Canio ha dato, sarà ricordato tra i migliori. Ormai già lo annoveriamo nell’albo d’oro degli sindaci locali, rimane in bianco la data di termine mandato, ma quello che vorremmo è che, sull’albo, venisse aggiunta una menzione: “ governò con discrezione e con misura . Naturalmente è ovvio che scherziamo dopo che ci ha presi dritti, dritti sotto mira durante l’ultimo spettacolo e ci ha indicato alla sua truppa lanciando l’invettiva di "fascista". Il movente lo sapete, Canio, che quanto a denunciare gli altri ne fa una collezione, sta volta è lui sotto la mira e allora si ribella e si rivolta e lo fa nell’unico modo che è capace, cioè male, anzi malissimo. Fatte le giuste proporzioni e distinzioni, sembra di essere tornati al tempo di quando era in sella il Cavaliere, quando la di lui stampa gridava : “ toghe rosse”. Mettevi d’accordo se poi le toghe sono rosse o sono  nere, o se il colore cambia in funzione di chi, invece, anche le guarda; comunque poteva  Canio lanciare l’invettiva usando quel colore e il risultato non mutava. La verità comunque è che sta democrazia ha le due faccie; una è il consenso elettorale e l’ altra è l’osservare un po’ le regole: se hai consenso senza regole, sei un governante populista e peronista; se imponi solo regole senza uno straccio di consenso, sei un mezzo dittatore. Canio si rassegni, ha preso tutto il consenso che voleva, ora governi con le regole e non strilli. Ultima è un’ annotazione personale  che riguarda l’accusa ricevuta. Non vorrei dirlo perché preferisco essere discreto, ma vengo anche  da famiglia che nel suo albero genealogico ha questo nella storia: un carcere a Novara, un confino politico in Sardegna, una staffetta partigiana e il collaborazionismo resistente; penso che basti e Canio taccia.   

venerdì 27 luglio 2012

UN' ALTRO GIORNO DOPO


Terminiamo qui la pagina di critica dello spettacolo andato in scena il 24 della sera. L’ultimo atto era dunque dedicato alla vicenda intorno al porto, il Vice a recitare non si arrangia, va bene a fare la comparsa, va bene a fare il macchinista delle scene, ma quanto a recitare.....; lasci stare, eppure Canio, magari anche per il gusto del dispetto, lo lascia solo sulla scena  a balbettare. Lui ci prova, ci riprova, ma non riesce, si dimentica la parte, allora prende dal copione e prova la lettura, niente da fare. Bisbiglio in sala, dal fondo del loggione avanza allora Canio che ritorna sullo scanno principale e da qui ci illustra il suo sermone. Alla domanda posta in interpello non risponde, è superiore alle questioni economico/legali e tecnico/giuridiche, manco ci prova. Prende in mano l’asta del microfono ed al suo popolo dirama il grande annuncio: “ il porto è cosa fatta, andate a casa in santa pace, qualunque sia il suo costo”, ci ripete: ” è cosa fatta ”.  Il costo è assai salato, questo lo si sa, anzi è anche salito di questi ultimi tempi in linea con gli spread, ma questo non importa, purchè si faccia. Così, sante parole, questa è la posizione ufficiale del governo che siede nel Palazzo. Canio ci da però ancora una speranza, andrà a cercare qualche colpa e poi vedrà, perché nei  7 anni già passati il tempo per farlo gli è mancato. Così, per ora, si chiudono 10 anni di una storia, fatta di errori, gravi e meno gravi, ripetuti, fatta di soldi sperperati, fatta di promesse che son dimenticate, fatta di verità mai dette e sempre conosciute, fatta di indifferenza, incapacità, responsabilità non perseguite, fatta di balle raccontate, di progetti, di perizie, controperizie, di sondaggi, di ricerche, di analisi e di studi per poi dirci, l’ultimo giorno, che ci sono imprevisti che erano anche imprevedibili e che l’ultimo prezzo ha avuto un picco, ma “andate in pace”. Ci lasciano sei fogli, dovrebbero esserci scritte le cause di quel prezzo andato in aria, quelle impreviste ed anche imprevedibili, comunque può darsi che ci siano , per ora non si vedono mica poi tanto . Comunque andate in pace.  

giovedì 26 luglio 2012

IL GIORNO DOPO I


 
Tirato giù il sipario, spente anche le luci, il giorno dopo si scrive un po’ la critica dello spettacolo andato in scena nella sera.  L’incasso, come sempre, è andato male: zero paganti e pochi spettatori; la sala troppo calda e poco rinfrescata; qualche vacanza negli attori, quanto al maestro dell’orchestra  l’ha diretta con il solito furore e la consueta decisione, poi è crollato. Comunque le due scene principali sono state quella, durante il primo atto, in cui Canio ha recitato la parte del sindaco furioso contro un consigliere dispettoso e poi quella finale in cui in scena è andato Canio, il vittorioso, che va in finale anche col porto. Che c’è dunque da dire ? Ma intanto c’è da dire che quell’ accusa, e forse anche dell’altro, che Canio ha lanciato con tanto di veemenza, giustamente, al mittente è stata rimandata. Canio infatti ha  sempre usato, in questi anni e senza un poco di prudenza, la querela  come clava, ossia ha usato il codice penale per tutelare solo lui proprio in persona contro chi giudicava essergli un nemico. Come noto la querela è volontaria, la fai solo se vuoi, altrimenti lasci perdere e vai avanti. C’è di più, Canio ha anche usato il codice penale per colpire tutto il gruppo che gli fa l’opposizone. Questo lo fece quando, per legge certo non obbligato, fece, a modo suo, un’inchiesta e mandò Vecchi in tribunale per l’autentica delle firme messe sotto la lista già sconfitta. Questo ha fatto il caro Canio, ma nessuno per questo lo ha accusato di essere il sindaco fascista, mentre tutti han solo preso e pagato un avvocato. Ora succede invece che Canio fa lo stralcio per Zanetta, l’opposizione consulta un buon legale che l’avverte: “ attenzione, c’è il penale” .  L’opposizione allora gioca la carta e mette il Consiglio sull’avviso di reato. Qui non è che la cosa è volontaria, qui il reato, se c’è, è quelli  che si rilevano d’ufficio e i consiglieri sono in consiglio  gli ufficiali,  quindi gli obbligati alla denuncia.  Questa è la verità  dei fatti  e del diritto, quella per cui Canio si scatena, si ribella  e lancia accuse senza senso e senza senno, ma la sera era di luglio, il caldo soffocante, la lucidità mancante, prevalse in lui  la sua passione che sconfisse la ragione. Quanto al resto, ne parliamo un’altra volta.  


LAMPI SUL LOGGIONE II 


Mancano una ventina di minuti a mezzanotte e a Canio la tentazione del rinvio degli interpelli, magari solo per scherzo, gli passa nella testa. Comunque dice fate in fretta che finiamo. Così si fa un po’ in fretta sulla richiesta di notizie del ripristino delle aree tutelate a balneazione e andate a pezzi. Bottini rassicura che il ripristino c’è stato, giusto oggi, così dice. L’altra richiesta e un poco più invadente, riguarda il nervo ormai scoperto di Cannio, lo sappiamo, quello che quando lo si tocca lui non regge. Ci prova, con cautela, il solito Piervalle che ripercorre, a mente, tutte le date, quelle rispettate e quelle, invece, del tutto poi scordate. Insomma, due pesi e due misure, la domanda  è molto chiara: perché sta chiusa nell’ armadio la variante per gli alberghi e corre l’altra per Zanetta.  Sembrava fosse la cosa più importante, caro Canio, e poi la lasci impolverare nel tuo archivio, ci spieghi un po’ perchè. Lui tentenna, ancor sembra girare la domanda perché mai glielo chiediamo, giusto noi che l’abbiamo massacrata.  Allora lui dice: bla, bla, bla che insomma c’è prima quella PAI, e adesso ci son anche i diritti d’uso civico e poi ci sono tante osservazioni, insomma bisogna un po’ aspettare. Replica veloce: che ci fosse quella PAI e anche gli usi civici già si conosceva, ma tu la tieni chiusa perché hai una gran paura che quando mai andasse in conferenza sarebbe fatta a pezzi, così sfili lo Zanetta e gli cerchi la via della  salvezza. C’è il porto e la domanda è molto elementare, cioè a dire dove stanno le cause tanto impreviste e tanto imprevedibili che fanno si che il prezzo che, in gara, era sceso di punti ben 21, dopo il contratto di punti ne sale ben 47. Canio si accomoda tra il pubblico e lascia la cosa al povero Bottini che non sa, che dice che le cose stanno scritte in relazione che poi ,per carità, ci lascia, ma non sa è scritto tutto lì, leggetelo ripete. Allora arriva Canio che riprende il posto di comando, ci fa tutto un discorso un po’  politico e ancora sembra vantarsi di essere arrivato dove gli altri hanno mancato. Chiudiamola lì per ora, sette anni ci hai impiegato, hai raddoppiato  i costi, hai messo in gara un progetto “ ineseguibile” che è stato ribaltato, hai liberato i responsabili, dobbiamo solo tacere e vergognare. La verità caro Bottini e caro Canio sta, invece datata già 2005 e scritta  da quelle  professoresse che il vice le chiamava le due, le  comuniste. Allora a Canio a sentire questa storia gli prende una crisi e ride, ride, ride tanto da non riuscire più a governare la seduta. E’ l’ultimo interpello, sono i ritardi nel redigere e pubblicare gli atti .  Nulla da fare, continueranno a ritardare.

mercoledì 25 luglio 2012

LAMPI SUL LOGGIONE


Ore 21, già trascorse, la minoranza conta i numeri presenti, allora si alza dai suoi scanni a va nei corridoi. Canio quindi aspetta, non ha la maggioranza dei presenti per annunciare l’inizio di seduta, poi quando la mezza è già passata, arriva, un po’ di corsa e  in tutta fretta, anche un gregario, così si torna in aula e inizia con l’appello. Rimane fuori il Professore, ormai bocciato, quel solito  di Coppola, indisposto, e Consuelo; minoranza sta presente coi suoi gruppi, non c’è Vecchi ancora in giro per la Cina. L’inizio è così un po’ anche in ritardo, comunque si recupera passando a una ratifica di già una prima variazione del bilancio e a un altro documento sui conti per il patto.  Si entra ora nel vivo perché, tra i primi punti, c’è proprio la variante, un’altra volta, di Zanetta. E’ Canio che introduce e che racconta già quello che si sa, poi concede la parola al gran Consiglio. Piervalle legge in aula un documento, son 4 o 5 di cartelle, le scandisce, ci mette le sue virgole, i suoi punti, gli a capo e i punti e virgola, è duro, ma cortese, ribadisce le ragioni motivate dei suoi no ed i perché. Fa caldo, fa molto caldo in quella stanza di vetro e ferro al terzo piano del pala dei congressi, ronzano i motori di quei condizionatori, ma il caldo non da tregua e Canio par che grondi. Finito quindi l’intervento di Piervalle, si alza dal suo seggio il nostro Canio, si aggiusta un po’ di volte la camicia, allenta il collo, si mette in posizione, si regge il fianco con la mano e da questa inquadratura da operetta sferra l’attacco preparato. L’attacco è di una potenza impressionante, va duro, evita di entrare nel merito, mentre è solo un tentativo, pubblico mediatico, di colpire chi si oppone, mosso su di un piano, non dico personale, ma mi vien quasi da dire individuale, nell’ indicarlo ai suoi, e a quelli che stanno ad ascoltarlo, come  il  nemico che frena la città e quindi da colpire, insomma l'attacco è da squadrista ed alla fine: “ fascista”  urla Canio  da quel palco, “fascista” perché mi denunci alla Procura se faccio la variante per Zanetta. E’ quasi rissa, anzi è proprio rissa perché dal banco Piervalle gli ribatte  “ tu sei il fascista, sei il sindaco fascista,  perché minacci i consiglieri che svolgono il  mandato……”, il resto lo risparmio, ma calmatisi le acque, Scarinzi, da Canio, lo ricordiamo, prima trombato e poi un po' recuperato, quello che fa l’ambientalista da sinistra e da salotto, prende la parola per la difesa di un sindaco fascista e per l’accusa ad un consigliere ambientalista e assai molto poco da salotto. Si passa ad altro oggetto, è la variante PAI, si accomoda al tavolo di Canio  un Tecnico presente che introduce e così anche concede al Presidente una pausa di intervallo necessaria per ricomporre il suo quadro clinico alterato. Qualche domandina dunque  al nostro amico Dott. Isoli, e dopo qualche rispostina si accomiata e si ringrazia. Canio tornato, intanto rinfrancato, sul ponte di comando, concede la parola. Piervalle  si dice intimidito e intimorito a leggere di nuovo, ma ci prova. Arriva quindi un’altra volta al fondo delle cartelle preparate. Canio lo ascolta, finge di fregarsene , vedremo chi la vince. L’argomento è più leggero e condiviso, è da approvare la ricerca sulle terre comunali gravate da diritti di uso civico. La questione affonda nella storia dei diritti dei popoli e le genti, comunque la vicenda sarà lunga e anche complessa con terre acquistate dai privati con atti che son nulli e son tanti che quindi dovranno o pagare o ritornare.
Arriva dunque un’altra volta in aula la convenzione con l' Aminta che non contenta di non aver pagato ancora i diritti ad edificare già concessi con la variante che fu chiamata perequativa, ora ci chiede di prorogare ancora di due anni e poi magari ancora un altro po’, l’impegno a spendere quei soldi, non versati, per fare 170 metri di nota passeggiata. Non c’è verso Canio si mette di traverso e tutto gli concede; votano senza sapere, votano contro tutti gli emendamenti presentati, quelli più ovvi e quelli più legittimi, è uno spettacolo penoso. Tanto penoso che il dottore si risente, non certo proprio per questo, ma perché gli si dice "incompetenti". Certo che si gli si risponde e così quello poi tace. Ok la nuova convenzione con settimane musicale – festival di Stresa, altri tre anni ed altri circa 180 mila d’euro. C’è poi la concessione di terre d’uso civico per fare dai privati un’altra centralina idro ed elettrica. Si discute un po’ sul canone dovuto e si da mandato a che la giunta operi poi, ma sempre al meglio. Ci sono adesso gli interpelli, ma ritorno dopo,  un’altra volta . 


LAMPI SUL LOGGIONE II 
Mancano una ventina di minuti a mezzanotte e a Canio la tentazione del rinvio degli interpelli, magari solo per scherzo, gli passa nella testa. Comunque dice fate in fretta che finiamo. Così si fa un po’ in fretta sulla richiesta di notizie del ripristino delle aree tutelate a balneazione e andate a pezzi. Bottini rassicura che il ripristino c’è stato, giusto oggi, così dice. L’altra richiesta e un poco più invadente, riguarda il nervo ormai scoperto di Cannio, lo sappiamo, quello che quando lo si tocca lui non regge. Ci prova, con cautela, il solito Piervalle che ripercorre, a mente, tutte le date, quelle rispettate e quelle, invece, del tutto poi scordate. Insomma, due pesi e due misure, la domanda  è molto chiara: perché sta chiusa nell’ armadio la variante per gli alberghi e corre l’altra per Zanetta.  Sembrava fosse la cosa più importante, caro Canio, e poi la lasci impolverare nel tuo archivio, ci spieghi un po’ perchè. Lui tentenna, ancor sembra girare la domanda perché mai glielo chiediamo, giusto noi che l’abbiamo massacrata.  Allora lui dice:  bla, bla, bla che insomma c’è prima quella PAI, e adesso ci son anche i diritti d’uso civico e poi ci sono tante osservazioni, insomma bisogna un po’ aspettare. Replica veloce: che ci fosse quella PAI e anche gli usi civici già si conosceva, ma tu la tieni chiusa perché hai una gran paura che quando mai andasse in conferenza sarebbe fatta a pezzi, così sfili lo Zanetta e gli cerchi la via della  salvezza. C’è il porto e la domanda è molto elementare, cioè a dire dove stanno le cause tanto impreviste e tanto imprevedibili che fanno si che il prezzo che, in gara, era sceso di punti ben 21, dopo il contratto di punti ne sale ben 47. Canio si accomoda tra il pubblico e lascia la cosa al povero Bottini che non sa, che dice che le cose stanno scritte in relazione che poi ,per carità, ci lascia, ma non sa è scritto tutto lì, leggetelo ripete. Allora arriva Canio che riprende il posto di comando, ci fa tutto un discorso un po’  politico e ancora sembra vantarsi di essere arrivato dove gli altri hanno mancato. Chiudiamola lì per ora, sette anni ci hai impiegato, hai raddoppiato  i costi, hai messo in gara un progetto “ ineseguibile” che è stato ribaltato, hai liberato i responsabili, dobbiamo solo tacere e  vergognare. La verità caro Bottini e caro Canio sta, invece datata già 2005 e scritta  da quelle  professoresse che il vice le chiamava le due, le  comuniste. Allora a Canio a sentire questa storia gli prende una crisi e ride, ride, ride tanto da non riuscire più a governare la seduta. E’ l’ultimo interpello, sono i ritardi nel redigere e pubblicare gli atti .  Nulla da fare, continueranno a ritardare.







martedì 24 luglio 2012

DEFAULT



Mettiamoci d’accordo poi una volta che sia quella anche per tutte, ma anche poi quella per tutti: l’economia turistica locale è in crisi o non è in crisi ? I dati dell’anno che è passato videro salire la curva, quella statistica, quelli di quest’anno ancora, è chiaro,  non si sanno, ma quel che invece ben si sa è che il governo cittadino ha messo in cima al suo progetto di città un’ espansione per alberghi senza eguale nel passato. C’è di più, il primo cittadino ha anche raccontato che questo grande suo progetto ha lo scopo di battere la crisi nazionale, forse anche quella internazionale, ma non si sa che fine fa quella locale. Perché diciamo questo; perché dal fronte degli alberghi, da un fronte poi qualificato che batte 5 stelle sull’insegna, viene l’allarme e  al primo cittadino mandano un segnale che suona quasi come monito e rimprovero. Già ne facemmo cenno l’altro giorno; quasi stentiamo a credere alle ragioni che da quel fronte invocano per reclamare la moratoria degli accordi sottoscritti tra loro e sempre il nostro primo cittadino. Insomma c’è la crisi, questo dicono, altro che no e quindi, caro Canio, non si investe e gli accordi anche si stracciano. Non è che poi si ferma tutto lì, perché dicono di più, dicono che gli accordi già firmati insieme a Canio, non solo sono a rischio, sono un  rischio per la sopravvivenza di un’ impresa e per il bene cittadino. I toni sono questi non ci piove, stanno lì, nero su bianco, si può  anche forse un po’ ridere, ma stanno sul banco di quel Canio infervorito a voler donare a tutti cubature e superfici per alberghi che poi si vede gli accordi rimangiati e i diritti edificatori manco usati. Ora delle due: o questo signore a 5 stelle ci racconta delle balle e allora manco stiamo ad ascoltarlo, rispetti i patti fatti o perda anche i soldi; oppure non son balle, ma allora è il primo cittadino che vive sulla luna e mentre vuol  salvare l’economia della sua patria, invece, gli da l’ultimo botto.
      

lunedì 23 luglio 2012

RITORNO IN AULA


In ogni senso, sia perché la sessione consiliare è quella nuova, sia perché  tornano in aula un’altra volta, come è noto, la variante per Zanetta e la convezione con sempre sto Zanetta; ma è il fratello. Serata comunque interessante, l’o.d.g. non è poi lungo più di tanto, ma gli argomenti sono comunque corposi nelle carte, tanto corposi che il rischio è che pochi poi li leggano e, tanto meno, ne capiscano. Comunque ormai ci siamo, anche noi stiamo finendo gli interventi, ripassando un’ultima volta la lezione e poi chiudiamo.  Serata da un lato molto tecnica, ma fate attenzione, perché dietro la parola si cela quasi sempre la volontà possente dell’inquilino, di turno, nel Palazzo che si, schiera i suoi tecnici, ma certo mai per farsi cambiare le sue idee, ma solo per trovare il giusto appoggio. E’ proprio quell’ appoggio che cercheremo allora di rendere più instabile, malfermo, di colpire dunque quel supporto con argomentazioni un po’ di par livello cui Canio, preso alla sprovvista non ribatte, ma traballa. Gli argomenti e i documenti sono tanti, si va da quello che di pagine ne conta 100 e 28 che riguarda la variante di Zanetta che il termine di “tecnico” lo ha anche nel titolo, ma molto meno poi nel contenuto;  si prenda poi la PAI che, ormai, è un paccone di tavole, di relazioni e di verbali e che noi cercheremo allora di affossare, nuovamente, con un solo colpo, centrato, di piccone; si prenda allora la revisione delle terre gravate dai diritti di uso civico, che son 60 e 9 pagine che raccontano la storia dei diritti e delle terre e che se Canio avesse letto, forse, sbagliava meno sulla questione delle aree per lo sci del Mottarone; ci sono poi e faccio basta,  quattro paginette della convenzione col fratello di Zanetta, dove ci sono un po’ di perle scritte e riscritte anche da Canio, lui proprio in persona. L’appuntamento quindi per la cronaca della seratà di martedì è per la mattina del giorno successivo.      

domenica 22 luglio 2012

CONTENZIOSI INFINITI


La cittadella è litigiosa, per carità non è che si assista a duelli giusto all’alba o a scazzottate di notte nelle strade, niente di tutto questo, siam civili, il litigio invece è quello che, con frequenza ed anche un po’ con  insistenza, ora uni o ora altri avvian con quelli del Palazzo. Il contenzioso, insomma, è assai frequente e la materia è assai diversa e variegata: si va dalla fiscale, a quella anche civile, a quella più propria, cioè amministrativa, si passa qualche volta anche dal penale, insomma, come vedete, non c’è un settore che sia escluso e la bolletta è cara, questo non ci piove, tanto che si arriva anche a 100 mila d’euro da spendere in un anno. Generalmente l’azione il Palazzo la subisce, occorre dirlo, qualche volta la promuove e quanto poi agli esiti finali, questo dipende, è da valutar caso per caso. Gli ultimi comunque della serie sono due ricorsi avanti il TAR che rimettono un po’ in aria la soluzione che era stata data per risolta circa la questione di un altro contenzioso che, giusto l’inverno che è passato, aveva fatto correre il pericolo che anche le piste dello sci fossero chiuse. Certo che poi no, che non è poi mica sufficiente far ricorso per aver anche ragione, ma occorre che la giustizia si pronunci, quindi aspettiamo. Quanto al come, questo è un po’ sempre un problema, quindi il riferimento non è solo al caso qui concreto; quanto al quando e qui il riferimento è invece proprio al caso più concreto, tempo forse dieci giorni, un primo responso, seppure provvisorio, lo sapremo.
Ultimo e poi chiudo, chi ha ragione nel caso delle piste ? Canio o i signori proprietari ? Non sono un indovino; si lo so l’ ho fatto di mestiere, ma anche se lo penso, e certo che lo penso, per ora non  lo dico.

venerdì 20 luglio 2012

NUOVO KO


Anche questo era stato presentato come un altro dei successi strepitosi, forse non venne scomodato il termine di storico, ma poco ci mancò, insomma un accordo quasi, quasi anche  perfetto, un rendering da favola e così da lì a poco, mica tanto, correva l’anno 2000 e solo nove e nella metà del 2000 zero 13 l’opera era fatta, anzi la facevano ed il comune la prendeva. Benefattore, mica tanto, l’Hotel Villa d’Aminta, insomma sempre uno Zanetta, che per 3000 metri cubi del suo albergo, regalava, mica tanto, scomputava un po’ di oneri, faceva e trasferiva al comunello 150 metri di passeggiata tra il suo giardino e la statale. E’ tutto stipulato, firmato e autenticato, sono indicati tempi, modi, soldi e garanzie, dimenticavo, anche sanzioni. Il Palazzo fu ligio al suo dovere, anzi gli impegni presi non solo li mantenne, ma già erano assolti al momento dell’accordo. Comunque il tempo passa, c’è ancora quasi un anno per fare e terminare l’opera oggetto dell’intesa, ma l’opera non c’è e non c’è manco il suo progetto che, a termini d’accordo, doveva essere pronto il giorno 31 dell’anno 2000 zero 9 e il mese, quello d’ ottobre. Così il 15 di maggio di quest’ anno, un po' in ritardo,  qualcuno nel Palazzo  si ricorda e scrive a Villa Aminta di far fretta. Ma come, risponde uno Zanetta, gli accordi son già presi con il Sindaco di Stresa, c’è il rinvio, non rompete, per favore. Non rompete ?  Gli accordi son già fatti ? C’è il rinvio ? Si, si, risponde sto Zanetta, c’è la crisi, altro che tecnicismi e automatismi, c’è da badare al bene collettivo, al mantenimento dell’attività imprenditoriale, all’ indotto occupazionale, insomma, come fosse anche la Fiat,  ribadisce: “ non rompete”. Così, martedì che viene, il 24, va in consiglio la revisione dell’accordo, la data scorre alla metà dell’anno 2000 zero e 15, ma  non è detto, ci sarà ancor tempo  per spostarla anche più in là , bisognerà sol chiederlo entro la data elettorale, il 15 di aprile dell’anno 2015. Così hanno scritto e poi chi sa. Comunque adesso abbiam capito chi comanda e chi obbedisce in questo nostro povero paese.


CONVOCAZIONE CONSIGLIO



 

IL SINDACO
Visti l'art. 50 del D.Lgs. 18.8.2000, n.267;

Visto l'articolo 13 dello Statuto Comunale;

DISPONE

di convocare il consiglio comunale

· in sessione straordinaria - seduta di I convocazione, per il giorno di

Martedì 24 Luglio 2012, alle ore 21.00

presso il Palazzo dei Congressi, Sala Consiglio Comunale 

Per deliberare il seguente

ORDINE DEL GIORNO

1. Lettura e approvazione verbali sedute precedenti. 

2. Ratifica deliberazione G.C. n. 80 del 04.07.2012 "Esame ed approvazione 1° variazione al bilancio di previsione, esercizio finanziario 2012. 

3.  Modifica prospetto contenente le previsioni annuali e pluriennali di competenza mista degli aggregati rilevanti ai fini del patto di stabilità interno.

4. Variante strutturale stralcio al vigente P.R.G.C. Integrazioni, rif.to. deliberazione consiliare n. 28/2012.

5. Adozione progetto preliminare variante strutturale P.R.G.C. della città di Stresa di adeguamento al P.A.I. 

6. Riapertura accertamento delle terre di uso civico del territorio comunale in ottemperanza alla legge 1766/27. Avvio del procedimento finalizzato alla reintegra dei terreni stessi e/o alla conciliazione.

7. Esame ed approvazione modifiche ed integrazioni accordo integrativo con l' Hotel Villa Aminta relativo alla assegnazione di volumetria alberghiera mediante variante parziale al vigente P.R.G.C. e realizzazione passeggiata a lago.

8. Terreno gravato da uso civico - Concessione amministrativa terreni di proprietà del Comune di Stresa alla soc. Idroenergy S.r.l. per costruzione ed esercizio di impianto idroelettrico con deriazione dal torrente Selvaspessa nei Comuni di Baveno e Stresa.

9. Esame ed approvazione convenzione con l' Associazione Settimane Musicali-Festival Internazionale, triennio 2012/2014.

10. Gruppo Consiliare Insieme! Interpellanza in materia di aree di balneazione (prot. n. 9929 del 12.07.2012).

11. Gruppo Consiliare Insieme! Interpellanza. Variante strutturale alberghiera L.R. n. 1/2007 - Stato delle procedure (prot. n. 9930 del 12.07.2012).

12. Gruppo Consiliare Insieme! Interpellanza. Opere portuali. Maggiori costi. Cause impreviste ed imprevedibili (prot. n. 9931 del 12.07.2012).

13. Gruppo Consiliare Insieme! Interpellanza. Stato del servizio di redazione degli atti deliberativi (prot. n. 9933 del 12.07.2012).

IL SINDACO
(avv. Canio Di Milia) 

giovedì 19 luglio 2012

SEMPLIFICAZIONI COMPLICATE


Il titolo per oggi è uno di quelli che hanno un senso un po’ qualunque, cioè a dire che evocano quel vecchio moto qualunquista di chi ha fastidio per lo Stato e tutto quel che insieme ne consegue. La questione però è un’altra, perché il nostro Premier la semplificazione  l’aveva immaginata per davvero quando il 14 di maggio portò in Consiglio e un po’ a sorpresa, ma mica tanto, quel pezzo di variante preso, a caso, dall’insieme, col dichiarato scopo di dargli una spintina, di accompagnarlo, insomma, mano nella mano, sino al suo traguardo. Lo scopo dichiarato è stato, come noto, fortemente contrastato e ha suscitato l’ira poi di Canio. Ora non sappiamo se l’ira si è placata, se invece, magari, è anche cresciuta o se, ipotesi più vera è poi  costante, quella normale. Quel che sappiano è che quel percorso “accelerato” è subito iniziato, ma che si è anche subito fermato. Come chi segue le pagine del blog ricorderà, nel prossimo Consiglio riparte, un’altra volta, quel percorso che doveva andare, come ho detto, accelerato. Vuoi perché han perso un pezzo per la strada, e capita, si sa, a superar il limite di velocità; vuoi perché non sempre si mette tutta la dovuta anche attenzione quando la fretta preme e il tempo è poco; comunque sia si torna e si riapprova ancora il tutto, un’altra volta, un po’ rettificato, un po’ corretto e un po’ anche integrato. La prima tappa quindi è da rifare, come non detto, falsa partenza dunque, il primo esperimento della variante, quella al singolare, quella semplificata e  accelerata, è andato un poco storto, si è complesso;  eccola qui che torna la causa, eterna, poi di tutti quanti i grandi guai, quella che è motivo della crisi, quella che affligge il governo degli eletti, quella che non lascia fare senza mai prima disfare, quella di quel potere vero e occulto che fa fallire tutti poi gli eletti. Ma intanto ci riprova: Dai Canio vai, forza che forse ce la fai.
  

mercoledì 18 luglio 2012

TRASPARENZE



Forse si è risolta la questione di Carciano, della Cascina, ben si intende, noi parliamo, di quella che rischiava un’altra e troppo a lungo sua chiusura, di un altro buco in acqua, insomma, dei tanti che ci sono. Con forse abbiam però oggi fatto l’esordio, perché se è vero, come sembra, che tutto si è risolto, è vero anche che sembra e non è detto che sia vero. Intanto c’è la questione del bando che è un fantasma, già lo accennammo in sede di Consiglio, quando Canio ci disse che il bando era già in corso. Strano rispondemmo, sarà sfuggito all’attenzione di noi che ogni giorno ci guardiamo, comunque prendemmo solo atto e andammo a ricercarlo. Cerca e ricerca, ma il bando non si trova, naviga nel sito, vai all’accesso riservato, fai un’indagine d’archivio, metti parole chiave e quanto ancora, nel sito non si trova. Allarga allor l’indagine, chiedi all’ufficio che deve pubblicare, spiacente ci risponde, nel sito non lo trovo. Usammo la pazienza e sfoglia che risfoglia, chiedi e anche richiedi, finalmente il bando è stato ritrovato, ma nascosto tra le pieghe, messo dove non si trova, non certo  al posto quello giusto. Pubblicità legale è così fatta e garantita ? Il dubbio incombe e la certezza certo no. Poi viene il vincitore, l’unico che ha concorso, gli altri  mica potevano saperlo, il bando era nascosto, per carità è incidente di percorso, comunque, tecnicamente, il vincitore è un “ATI”, che tradotta per capire, sono due ditte insieme associate per lo scopo. La cosa poi si complica, perché per una delle due il Palazzo aveva in corso due quesiti preventivi, uno è già arrivato e guarda caso dice che sta ditta non ha i requisiti per contrarre, l’altro, lo si attende da Pafundi, l’avvocato di fiducia. Dirà  cosa diversa ? Chi lo sa, ma se di si, vi diamo qui la soluzione:  tirare in aria le risposte: se viene testa è, forse, si; se viene croce è, forse, no.


martedì 17 luglio 2012

LA CRITICA


Non troppo gradito; questa è la sintesi di un commento comparso l’altro ieri sulla pagina del blog: ”Stresa Notizie”. Non è che fosse a firma del Capo di città, se fosse stato non avremmo avuto un minimo di dubbio, ma a firma, invece e proprio, del Capo redattore di quel blog. Ampio il ventaglio su cui muove la Sua critica: troppe volte spara a zero contro Canio, il che sarà legittimo per chi di mestiere fa solo opposizione, ma l’insistenza è troppa, quindi…….: misura. Poi ci sono gli argomenti, quelli sembra che vadano anche bene, ma non va il modo con cui la comunicazione viene resa e qui parte il consiglio di leggerli e rileggerli e, specialmente, di cambiare la sintassi, di essere più breve, di dire: chi, che cosa, quando, come e anche perché, punto e poi basta. Per non eludere il problema, una risposta ci pare poter dare. Primo, sul fondo della pagina del blog ci siamo presentati e lì già sta scritto che saremmo stati un po’ fuori anche dal coro, sia per contenuti che per il modo di narrarli, quindi siam coerenti. Canio è il Capo, è l’attuale guida di questa nostra piccola città dove le cose stanno andando a gonfie vele, ditemi voi con chi mai abbia a dovermela quindi prendere ? Con Gesù il Nazareno detto il Cristo? Quanto all’insistenza, certo che vedo un problema anche per Canio che, una volta no e due volte si che ci incontra “ minaccia ” di farci cadere sulla testa una denuncia per lesioni alla corona, ma questi sono fatti tutti nostri, anzi forse suoi e men che meno sono miei. C’è poi il problema del testo, del linguaggio, della sua forma e della sintassi adoperata. Quanto a sintesi e lunghezza, ci sembra che ci siamo, si legge in un momento e quanto alla sintassi, no questa è, forse e  proprio, una  particolare qualità, se la cambiamo addio, così almeno anche mi sembra ad ascoltare poi il giudizio di chi legge e non soltanto e solo quello dell'autore. Per ora, comunque, si ringrazia, ma né il testo, né il formato, per ora, cambierà, anche se a migliorar il limite non c’è e poi, alla fine, un bell’avviso :  è sempre facoltativa la lettura.                      
Questo blog èoltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma notizie e commenti, per 

lunedì 16 luglio 2012

RICICLERIE


Questo del titolo di oggi è il nome con cui si chiamano quei siti dove si portano i rifiuti un po’ ingombranti: verde, legno, ferro, quelli informatici e robe simili. Quella della foto è un esempio di una ricicleria messa tutta a punto. Poiché nei giorni scorsi abbiamo letto che sul differenziato andiamo forte, ci siamo pure ricordati che sulla ricicleria, quella nostrana, portammo, tempo fa, un interpello dentro l’aula. Diamone atto, fummo soddisfatti dalla risposta che ottenemmo: “ avete ragione, poi vedremo”. La ragione stava infatti che, se pioveva o se aveva piovuto anche da poco, usavate gli stivali; se poi andava tutto bene, passavate la frontiera senza danno, altrimenti vi smontavano la macchina per stroncare il contrabbando; meglio sempre indossare anche un caschetto per evitare una botta sulla testa se qualche cosa giù cadeva mentre col braccio stavano sgombrando i materiali; certo i guanti da lavoro non dovevano mancare e una tuta sempre da lavoro ci sembrava consigliata. Scherzi a parte, mica tanto, salvo che adesso sia cambiato, questo è il sito dove vanno, tre volte settimana, file d’auto a scaricare. Una vera porcheria, altro che chiamarla ricicleria; anche questo è un bel primato, forse solo alla rovescia, forse un po’ dimenticato ed allora ecco ricordato. Così pure che ci siamo, altro sito edificante di raccolta, quello accanto al cimitero. Qui è l’utente un po’ incivile che ne lascia anche dovunque, ma l’effetto non è certo all’altezza della Perla che se poi sarà chiamata a rispondere per un nostro altro interpello, già ci sembra di sentirla la risposta : “ avete ragione, poi vedremo”.




sabato 14 luglio 2012

CANIO : AVANTI TUTTA , INDIETRO MEZZA.


Anche l’Alcade prepara il suo Consiglio prima delle ferie, su qualche cosa infatti  ha fretta, su altre invece, è noto, aspetta. Porterà in Consiglio un altro passo di quella variante detta PAI, quella che il Professore, degradato, già un anno e mezzo, giusto fa, dava per fatta. Ora vi arriva con le rettifiche d’ufficio sulle quali minoranza aveva messo anche il suo dito e, quella sera un po’ stupito. Non vi arriva, invece, mettendoci la santa e reclamata soluzione, la Gabbiola, non la vuole, dice che tanto la soluzione sarà nella variante  generale, ora non può,ora non osa, le promesse son solo grandi balle per mietere il consenso, poi più nulla. Ritorna, ancora, in aula lo stralcio di variante, quella per Zanetta, quella per cui ha  tanta fretta,  e quella per il cambio d’uso della scuola: l’alberghiera.  Ritorna dunque ancora a capo quello stralcio, uno perché la fretta li ha traditi ed al povero Zanetta gli han tolto, per errore, l’ultimo piano del nuovo mostro dell’albergo, era la torretta di comando posta su in cima a quello ottavo, ora ci torna; due, di nuovo a capo, perché la Conferenza ha chiesto di integrare, se è cosa buona o meno buona, poi vedremo. Quindi si riparte e si riapre ancora poi la fase di osservare e contestare. Morale la fretta non sempre poi fa che le cose vadano veloci;  l’Alcade comunque ci riprova e noi stiam lì a mettergli  bastoni nelle ruote. Terzo argomento, arriva in aula la revisione delle terre d’uso civico. Il fascicolo è corposo, si spera che produca poi dei frutti, cioè  che i beni trasferiti ad altri senza titolo, tornino nel possesso di Palazzo o che paghino il dovuto. Anche su questo facemmo due interpelli e c’è un effetto.
A presto in aula dunque, tra costi per il porto, varianti per Zanetta, quella detta Pai, l’altra che sta ferma nel suo armadio, terre d’uso civico e quant’altro, poi chiude anche per  ferie.
   

giovedì 12 luglio 2012

PROFONDO NORD


Di questi ultimi tempi ci fanno una testa che è così con questa storia della rivisitazione della spesa; per carità sappiamo come è andata: è incominciata negli anni buoni, poi sono venuti i meno buoni, poi quelli affatto buoni e ancora non sappiamo dove andremo e allora le forbici e la scure dovrebbero ridurre questa spesa, andata fuori ogni controllo. Tutti poi sono chiamati all’ appello per il taglio:  fratto, quasi, due per le provincie e per tutto quello dello Stato che ne segue, uno su cinque via la dirigenza, uno su dieci via i pubblici travet, via un po’ anche di letti, le auto blu però sembrano infinite, dimagramento, ancora, assicurato per gli enti anche locali. Finiamo qui per farla breve e andiamo, invece, subito a guardare dentro le cose del Palazzo, quello che, come sapete, ha preso il premio di virtuoso in affari ed in finanza. Lo abbiamo anticipato giusto ieri, il giorno 4, ore 18, il mese è già quello di luglio, Canio II ha tirato un poco il fiato e lo ha approvato. Cosa costa ? Quello nuovo costa, tutto incluso, giusto in euro 4. 464.000,00. Detta così, però, la cosa dice poco, un poco forse di più già si capisce se si ricorda che quello “ vecchio”, invece, costava ancora in lire, ma che tradotte in euro erano, appena, 3.098.741,39. Qualcuno obietterebbe: sono passati un po’ di anni, giusto 10, che volete. Si, ma c’è un altro però ed è che 1.519.291,54 di quei 3.098.741,39 sono stati anche già spesi, o meglio, son stati buttati in quel buco dentro l’ acqua, sprecati insomma e, quindi la somma, quella vera, fa in euro: 5.983.291,54, per ora….. Come poi sia uscita l’altra cifra, cioè i 4.464.000,00 , chi segue questo blog se lo ricorda, insomma si ricorda che tra la firma del contratto e l’approvazione del progetto, il tutto ha lievitato di oltre un milioncino. Questa insomma è la virtù, quella nascosta, questo è il taglio della spesa che il Palazzo ha dimostrato, quasi una storia di altri tempi e di altri luoghi: Stresa-profondo nord, 30 chilometri e giusto c’è il confine col Ticino.

mercoledì 11 luglio 2012

SUCCESSI



Giornate di successo per l’ Alcade, il caldo sembra quindi portare un po’ anche di fortuna, meglio per noi, questo dovrebbe così essere, se solo fossimo normali. Comunque vediamo nei dettagli sta serie di successi: va in “porto”, finalmente, il gran progetto e sembra proprio che, almeno questa volta, è quella giusta. Costa un pacco, lo si sa, ma tanto né Canio, né il suo Vice, né nessuno di quelli che han deciso ci mettono un quattrino. Va in “porto” dunque, così almeno anche ci sperano, così almeno fanno anche gli scongiuri se mai a qualcuno dei trombati nella gara non verrà  ancora la voglia di riaprire e  un’altra volta, il contenzioso. C’è materia ? Chi lo sa, forse di si e forse anche di no, comunque gli scongiuri men che mai  guastano in materia e quanto poi che proprio nessuno paghi il conto, questo poi mica ci va giù. Altro annuncio che sembra chi sa cosa, è che anche la cascina di Carciano andrebbe a posto; ancora poca attesa e si aprono i battenti, ma forse un tantino di prudenza ci andava messa in quell’annuncio, non dico intempesitivo, dico soltanto” provvisorio” e coppio giusto l’avviso più ufficiale, non certo quello, forse, anche mediatico. L’incontro con sto Maurizio Luppi deve avergli  messo il buon umore, ci mancava; ora va forte e subito Gemelli lo mette sul giornale; “ il Pala va alla Fiera, è  belle cosa fatta”; cosa è che è belle e cosa è che è fatta ancora non si sa, per ora c’è un annuncio, siamo anche abituati. L’ultima riguarda la carta che si butta, no mi correggo, che si raccoglie, comunque siamo i primi e sempre il buon Gemelli, ce lo vediamo bene a fare il portavoce, non perde l’occasione di farci  un altro pezzo sulla pagina locale.



martedì 10 luglio 2012

PRIMA CHE VA IN FERIE




Anche ai borgomastri spettano le ferie e, anche nei Palazzi, quando il caldo e l’afa la fanno da padrona, l’attività rallenta, non c’è scampo, se era tanta diventa un po’ di meno, se era già poca sparisce tutta quanta. Giudicate voi cosa rimanga nel caso quello nostro, io non mi azzardo. Comunque, come accade, gli ultimi giorni, si da anche una spinta per cercare di sistemare l’arretrato, sempre tanto e poi partire con l’animo sgombrato. Quindi anche se caldo, anche se il termometro è un po’ su, il barometro inchiodato e l’igrometro elevato, tentiamo  una sortita chiedendo al nostro borgomastro di far ancor l’ultimo appello e di radunar il gran consiglio all’ombra di un ombrello. Poche le cose, se no si richia il colpo di calore, ma una domanda per questo buco dentro l’acqua che è poi il porto la dobbiamo proprio formulare. Vorrà spiegarci insomma dove stanno le cose tanto impreviste e tanto imprevedibili che han fatto schizzare il costo al + 47 punti sopra il prezzo del contratto ? Come vedete la domandina è anche carina. Poi viene un’altra questioncina che, guarda caso se mancava, riguarda poi il perchè il nostro borgomastro tenga chiusa a chiave nel suo armadio la variante di città, mentre quell’altra, quella stralcio, quella venuta molto dopo, è già passata avanti della prima. Qui par che il nervo sia scoperto e la domanda, forse, sembra fatta per, giusto,  guastar sole le sue ferie. Alleggeriamo la serata, ci dica il borgomastro o, se preferisce lo dica pure il vice, dei soldi spesi per delimitare le aree balneabili che sono tutte andate a pezzi e quindi tutto è ancora punto e a capo. Abbiamo belle finito, ci dica solo di questi interminabili ritardi con cui gli atti van tutti sulla  rete, ormai per alcuni la data è quella delle ferie dell' altr'anno. Buone vacanze quindi, borgomastro, e ci vedremo con piacere poi  al ritorno.      

lunedì 9 luglio 2012

CANIO RIBELLE



Chi segue, sulla pagina del blog, le cronache delle assemblee del gran consiglio di Palazzo, ricorderà, non tanto tempo fa, un interpello rivolto al nostro Canio per chieder lumi su cosa mai facesse in tema di ricerca e di scoperta d’evasione. Ricorderete, forse, la risposta; ebbene fu un comizio, con tanto di cravatta sbottonata, la giacca anche levata,  fece un’ arringa per la folla, che non c’era, contro lo Stato, leggasi il Governo, leggasi anche il nostro Parlamento, rei, certo confessi, di chiamare in causa anche i Comuni nella ricerca degli evasori e dei furbetti. Lo confessiamo che fummo pure stuzzichini, quasi a saper già prima la risposta e voler farlo cadere nella trappola, ma per quei toni usati e per quegli accenti rintonati dentro l’aula, questo no, fu una sorpresa anche per noi, pur sempre attenti  agli umori del Palazzo. Lo ricordiamo, durò forse quanto dura un quarto d’ora e fu un monologo dai toni accesi, di accuse anche roventi, di rivendicar diritti e anche quattrini da quello Stato usurpatore dell’autonomia sovrana di Canio imperatore. Noi lo lasciammo andare a ruota libera, era poi quello che si voleva faglielo anche dire e se non c’era in aula il pubblico elettore, poco importava, la voce gli arrivava. Così finì sfinito quella sera, ma contento di aver detto le cose che in cuore si teneva, assicurato gli elettori e gli ospiti graditi che la città che governava non tradiva, non puniva, ma era una specie di isola felice, così vicino al cantone del Ticino che tanto valeva fermarsi al di qua della frontiera.
P.S. Di tutto quanto disse Canio quella sera, non ce n’è una che sia vera.  Anche se Canio è un Sindaco ribelle, presto lo vedrete tornare un poco più obbediente.