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venerdì 30 agosto 2013

LE RAGIONI DI MERITO




Un po’ perché la cronaca sta scarsa, un po’ perché l’approfondimento non è che poi guasta, ecco che stamane mettiamo un pezzo dell’altra lunga parte della relazione finale intorno alla ”Zanetta”. E’ l’inizio della parte anche un po’ tecnica, ma questa qui tocca ancora le cose che si dicono "di merito", le altre  parti, quelle che toccano i vizi del diritto: l'ipotesi penale e l'illegittimità degli atti,  per ora non ve la postiamo, sono infatti materie d'avvocati. Ne parleremo, se sarà il caso, soltanto un po’ più in là nel tempo e poi vedremo.
 

LE RAGIONI DI MERITO

 Lo stralcio, privilegiato tassello di un più ampio e devastante progetto urbanistico, mira a alterare  il territorio nelle sue parti pregiate, cioè quelle che erano il frutto ed il risultato della intervenuta modificazione,  storicamente sedimentata  e che, per effetto della qualità degli  interventi succedutisi dall’ottocento, ma anche prima, e poi sino ai primi del novecento, ha fatto si che si aggiungesse valore alla qualità ambientale e paesaggistica dei luoghi. Tale valore viene qualificato in termini di sistema dei parchi e delle ville storiche e tanto è il suo valore che, unitamente al quadro paesaggistico/ambientale d’insieme dell’area del golfo, entro cui si colloca, è stato oggetto di candidatura, ahinoi crediamo ormai perdente, per l’inserimento nell’elenco dei siti tutelati dall’UNESCO.
La variante, di cui lo stralcio ne costituisce una significativa anticipazione, interferisce, pesantemente, su questo quadro paesaggistico/architettonico/ambientale consolidato, alterandolo in maniera non  reversibile.
Assumendo come variabile indipendente lo stato di colpevole e procurato abbandono di alcuni significativi siti del sistema sopra descritto, la variante, mistificando i suoi reali intenti modifica, pesantemente, le possibilità legali ed effettive di trasformazione delle aree da essi occupate e dietro il velo mistificatorio appunto del recupero architettonico, mostra invece l’inserimento di pesanti nuovi volumi edilizi che, per le loro dimensioni, sia in termini di “sul”, che di “non sul” e quindi di conseguenti volumi geometrici effettivi, comporteranno, non certo, il recupero, in una nuova condividibile funzione ricettivo turistica di alta classe, di questo tassello del  sistema dei parchi e della ville storiche, ma la sua pressoché definitiva e irreversibile alterazione con accostamenti di stili, di scale edilizie e di soluzioni progettuali assolutamente inopportune, anzi e di più, anche  illegittime.
Una variante stralcio dunque che incide su caratteri identitari, universalmente riconosciuti del paesaggio, sottraendo ad una attenta gestione pubblica di governo un bene annoverabile tra i beni comuni, restituendolo invece e pienamente a quella che è la sua funzione, ci verrebbe dire, più banale, cioè al libero sfruttamento economico e di mercato.
Il massimo dei paradossi possibili si compie, l’esistenza del sovrapporsi sull’area di ben cinque vincoli di natura paesaggistica e culturale, diretti ed indiretti con le loro severe enunciazioni e richiami, non sono stati sufficienti per obbligare questa Assemblea  a compiere,  prima, una severa autocritica e poi a spostare la barra del timone verso un esito della variante rispettoso di quei vincoli. Quanto al comportamento di quei soggetti  esterni chiamati a vigilare su quei vincoli e sulle loro prescrizioni ed enunciazioni, questo è un altro capitolo non certamente terminato a cui ci dedicheremo anche dopo l’odierna chiusura di questa pagina.
Nessuna alternativa seria, condivisibile e compatibile con il quadro del sistema paesaggio descritto più sopra e con il quadro vincolistico richiamato, è stata messa in campo dall’Amministrazione, unicamente attenta al soddisfacimento completo ed assoluto della Committenza, così proseguendo un processo di irreversibile mutazione genetica dei luoghi che, paradossalmente per i suoi autori,  trascinerà l’economia turistica verso livelli di qualità inferiore e di numeri, insostenibili, maggiori. Altro che cittadina a 5 stelle capace di intercettare i nuovi flussi del turismo ricco delle economie emerse ed emergenti, ma caserme alberghiere pronte a proporre offerte a prezzi di saldo pur di colmare i vuoti lasciati da un turismo di pregio che si sposterà o andrà verso altre direzioni .
Il carattere identitario  di un  territorio  il cui  valore è riconosciuto anche oltre i suoi confini, colpevolmente lasciato alla libera disponibilità del suo debole governo locale, si perde anche e soprattutto per scelte come quella che viene compiuta in una serata distratta per la data in cui è collocata ed inopportuna per gli accadimenti nel frattempo intervenuti.
Non sono queste parole nuove, ma mi sembra che richiamarle ancora quando ormai la speranza è ultima e debole, possano ancora chiosare al meglio, queste considerazioni di merito: vi è un debito nei confronti non solo di una cittadinanza che vi ha votato, ma anche verso un’ utenza del territorio che privilegia questa cittadina  nelle sue scelte di soggiorno, di svago, di frequentazione, oserei dire di spesa. Senza di essa sarebbe un borgo quasi senza nome. Pensare che possiate fare tutto quello che una committenza ricca e senza concorrenza vuole, senza riguardo per alcuno, o meglio con solo un grande riguardo per quel qualcuno, è un atto di arroganza, contrario ad un diritto più universalmente, oggi, riconosciuto. Bisognava  quindi, di fronte ad una scelta così forte e, insisto irreversibile, guardare a valori più universalmente condivisi,  e questi valori oggi non si sposano con la prosecuzione dei sovvertimenti di una identità territoriale storicamente insediata e culturalmente riconosciuta, ma con quelli della sua conservazione e della sua valorizzazione, tutto il contrario dunque di ciò che questo Governo piccolo, debole, addirittura minuscolo ha compiuto e lascerà  in sua triste eredità.

giovedì 29 agosto 2013

AVVISO AI NAVIGANTI


Così prende l’avvio questa tre giorni di corse e di motori. Polemiche non mancano, si leggono sui muri, c’è anche un esposto alla Procura, vedremo il banchettino sotto il solito tendino. Di buono sta volta c’è che gli Emiri non chiedono più soldi, poverini. Comunque domani ormai gli danno il via, un colpo di cannone e gli scafi vanno via. Sarà niente poi di tanto bello, un po’ del solito rumore e cosa d’altro volete che poi sia. Ormai non è che queste cose qui colpiscano chissà così poi tanto, la gente ne vede tutti i giorni, non ci fa più neppure caso. Comunque vedremo quanti verranno a “godersi” sto solito spettacolo. Sulla benzina non merita un commento, l’ abbiam capito  che usano la verde che è l’unica in commercio, a remi non ci vanno, su questo non ci piove. Quanto agli equipaggi non è che per quanti sono tanti, quei quasi quattro gatti   faranno il pieno ai grand  Hotels, comunque poi dopo la gara si può sempre fare la domanda allo Zanetta. C’è poi la storia di quello che chiamano l’ immagine che girata un po’ intorno per il mondo, ritornerebbe al suo punto di partenza portando con essa un po’ di gente ricca e danarosa. Su questo le tesi sono opposte, perché taluno, anche titolato, sostiene che la Perla non abbia bisogno di tanta promozione, ma di ben altro. Quanto al ben altro siamo in pieno accordo, mentre sull’altro punto non sappiamo, direi dipende insomma, dipende, forse, da come e dove la si fa, ma quel che certo è che nelle precedenti due edizioni, nonostante i tanti e troppi e soldi pubblici cacciati, è stato un flop. A titolo di cronaca dobbiamo ricordare che  all’indomani dell’ultima edizione, il Professore, delegato, ebbe a manifestar qualche disagio e accenno un poco critico. Non è peraltro nuovo, si fa per dire certo, il nostro veterano Professor a prendere le distanze con le parole, ma  quasi mai coi fatti. Lo ha fatto nell’ultimo Consiglio a riguardo la Zanetta, non mi stupirei vederlo ora con la bandiera a scacchi in mano sulla linea del suo ultimo traguardo. Comunque, polemiche ed altre cose a parte, ormai questa edizione prende il via e per tre anni così sia.

mercoledì 28 agosto 2013

IL PUNTO SUL PORTO


La storia infinita va avanti, ma a rilento. Dopo le vicende dell’Impresa che ha cessato e ceduto attività, la questione  era ferma sui soldi del ribasso, quei 900 mila circa euro che Regione non mollava. Ripercorrendo un po’ la storia ricordiamo che si pose un quesito all’Autorità di Vigilanza, sette mesi fu l’attesa, ma alla fine non rispose. Nel frattempo il Palazzo è stato fermo tanto che, soltanto un mese e mezzo, fa ha risposto alla nota di Regione che ormai data 28/11/2012. I quesiti cui rispondere erano tanti e un po’ complessi, ma alla fine il Palazzo si è deciso anche a fronte di promessa Regionale del 28/05/2013 disponibile a concedere il ribasso a rispose ricevute. Non lo ha fatto col suo ufficio che era stato abbastanza inadempiente, ma rivoltosi all’esterno ha poi chiesto al buon Baldo, già Ingegnere del Comune di Verbania, che scrivesse la risposta che Regione pretendeva per sbloccare i suoi quattrini. Il buon Baldo dunque ha scritto, piano piano la risposta, l’ha redatta, rispondendo, almen si crede, ai quesiti formulati. Gira, gira la questione si capisce, ruota attorno a capir bene se sto ultimo progetto che ha già un costo, per lavori, poi c'è il resto, del 46,77% più elevato dell’offerta aggiudicata, sia legittimo o illegittimo, sia dipeso dalle cause che la legge le prevede o se no, per altre cause. Quelle cause son, per legge solo  queste ::
a) per esigenze derivanti da sopravvenute disposizioni legislative e regolamentari;
b) per cause impreviste e imprevedibili accertate nei modi stabiliti dal regolamento, o per l'intervenuta possibilità di utilizzare materiali, componenti e tecnologie non esistenti al momento della progettazione che possono determinare, senza aumento di costo, significativi miglioramenti nella qualità dell'opera o di sue parti e sempre che non alterino l'impostazione progettuale; c) per la presenza di eventi inerenti alla natura e alla specificità dei beni sui quali si interviene verificatisi in corso d'opera, o di rinvenimenti imprevisti o non prevedibili nella fase progettuale;
d) nei casi previsti dall'
articolo 1664, comma 2, del codice civile;
e) per il manifestarsi di errori o di omissioni del progetto esecutivo che pregiudicano, in tutto o in parte, la realizzazione dell'opera ovvero la sua utilizzazione.
4. Ove le varianti di cui al comma 1, lettera e), eccedano il quinto dell'importo originario del contratto, il soggetto aggiudicatore procede alla risoluzione del contratto e indice una nuova gara alla quale è invitato l'aggiudicatario iniziale.
 Il buon Baldo fa l’esame delle cause, fa l’elenco tutto quanto  e ne valuta  gli importi per ognuna, ma Lui nega sempre e ovunque che tra le cause degli importi rimbalzati un po’ alle stelle vi sia mai il benché minimo errore del progetto messo in gara. Qui crediamo che il buon Baldo abbia ecceduto un po’ in buonismo, quanto meno in un paio di  quei punti. Quanto vale tutto questo ? Non è facile anche a dire, ma se di errore poi si parla, messo in conto non  sarebbe solo il costo del lavoro, ma, pro quota anche il costo del progetto, e, pro quota, anche il ritardo. Già il ritardo, questo è il punto perché  il tempo intanto passa, ed il tempo non è invano che lui passa, ma lui costa, altro che costa. Se si chiude questo capitolo, se Regione apre la borsa, state attenti non tranquilli, non si sa se e chi poi il porto anche lo fa ed a quanto poi lo fa, quanto a quando, chi lo sa. 

lunedì 26 agosto 2013

FINE CRONACA


 
Dando spazio un poco al resto la cronaca non era terminata, comunque la serata ormai era già belle tutta quanta fatta e poco ormai mancava. Finita dunque che fu “ La Zanetta”, Canio aveva nel cartello di serata ancor quattro ritocchi al piano vigente di città; con il primo metteva in carta la terre gravate da diritti di uso civico, gli esatti confini delle aree vincolate ai cimiteri e, dulcis in fundo, l’elenco dei vincoli di paesaggio e culturali. Due novità riguardo a quest’ultimo : l’una sparisce o meglio non compare il vincolo del 1924 messo sul parco del Grand Hotel, due compare un nuovo fresco vincolo che è posto sul collegio Rosmini e l’area intorno. Quanto all’assenza Canio la giustifica perché l’accertamento è in corso, così come previsto fa subito bocciare emendamento che voleva fosse inserito, ma  intanto ha chiuso la variante senza vincolo e quanto a quello nuovo, la colpa dice Canio è dunque nostra. Si perché Canio ci dice che a sentir Soprintendenza anche la Gabbiola è un poco a rischio tanto da saltar il suo progetto, ma che ora, lo smemorato, dice essere nostro. Dunque è la replica, tu Canio dici che Soprintendenza promuove attività di ritorsione , questo è grave, assai più grave di quelle che son le nostre accuse alla Papotti. Allora Canio preso in contropiede smentisce e lascia stare. Poi c’è la seconda, si cambia l’uso dell’area pubblica in zona fronte lago davanti al Grand Hotel, non più solo pubblico verde, ma anche a strutture di uso sempre pubblico. Questo perché il Grand Hotel vuol smantellar l’imbarco che ancor c’è e farci una sorte di darsena d’attracco. In teoria si dice dovrebbe servir anche all’uso pubblico, la verità è che così come in progetto non servirà proprio a nessuno, così che almeno sto emendamento lo accolgono e tolgono il progetto dalle carte. Il terzo riguarda un altro cambio d’uso pubblico di un’area in zona lido di Carciano accanto alla piscina Canio vuol farci un’area per i campers. La cosa fu già oggetto di interpello, ma nell’occasion Canio ribadì la volontà di toglierci le auto, ora, pressato dall’opinione avversa degli utenti, va cauto e dice che non sa, per ora la destinazion diventa a parcheggio poi lo vedrà. Bene e il quarto è  invece poca cosa e poco importa, segna in carta l’inizio e la fine del centro urbano ai sensi del codice di strada. Si passa ad altro, c’è da nominar di fretta un componente per la revision dell’albo dei giudici del popolo. Nessuno lo vuol fare così eleggono PierValle. Si passa all’interpello, la questione è un’altra fatta senza tanto di cervello. Prendere in affitto un’area per dieci anni a 20 mila euro, farci un parcheggio per auto e forse campers spendendone 80 mila d’euro ed alla fine  del periodo, regalar tutto al padrone e andar a casa. Qui ascoltar Canio, in posa come il Duce, è stato uno spettacolo perduto. Rivendica la sua capacità di far accordi coi privati, a destra, al centro e a manca, ma poi di questi accordi chi li ha visti ?   

sabato 24 agosto 2013

CRONACA DI UN'ACCUSA

 
Continuiamo allora a pubblicare i documenti, in integrale, di quel no, chiaro e tondo, sconfitto certo dai quei numeri che maggioranza ha messo in campo , portando al voto a suo favore anche chi di lor non è tanto in accordo. Oggi postiamo di Piervalle la prima parte dell’intervento in aula, quella che da l’affondo alla sua accusa, ci sono poi tante altre pagine, ma sono la parte tecnica del caso, sono molte quindi, per ora le risparmio, poi vediamo.
 Relazione di minoranza alla proposta di approvazione della variante strutturale stralcio I fase.
Questa sera si conclude, o meglio, nelle intenzioni della maggioranza si intende concludere il tormentato iter di questa anomala variante stralcio, per la cronaca meglio nota come  “ La Zanetta” che ha visto impegnato per circa un anno e mezzo questo Consiglio in una vivace e, a tratti, forte contrapposizione tra i Gruppi Consiliari: quello di maggioranza teso a portare a risultato una volontà fortemente voluta dal suo Capo politico contro anche ogni evidenza, buon senso, prudenza  e discernimento, mentre quelli di minoranza miranti a contrastarla, apparentemente senza risultato, mediante l’utilizzo legittimo di tutti gli strumenti, peraltro pochi e poco o nulla incisivi, che l’ordinamento assegna ai Consiglieri che operano nell’ambito della loro funzione di controllo sull’operato del Governo in carica.
E’ stata una contrapposizione ad armi impari, dove la volontà della maggioranza che si esprimeva attraverso i suoi atti deliberativi, ha trovato sempre l’incondizionato appoggio di strutture ed apparati che, anche questi contro ogni evidenza, hanno svolto un ruolo essenzialmente politico e non tecnico, traducendo così, al meglio, quella funzione di delega ad essi assegnata dall’autorità politica o di fiducia conferita dalla medesima autorità.
La sensazione prima, la certezza poi di trovarsi dinnanzi a decisioni preconfezionate, di trovarsi di fronte alla rappresentazione anche sul piano tecnico di un input politico mosso a diversi livelli, Regionale-Provinciale e, naturalmente, locale, a sua volta manifestazione e traduzione dell’ unica volontà proprietaria da garantire e soddisfare ad ogni costo, quella della SIAV srl, questa certezza è quella che, alla fine, ci ha convinto della impossibilità per noi di spuntare un qualsiasi utile e positivo risultato sul piano, pur doveroso, della contrapposizione amministrativa in aula.
Il Capo Gruppo della maggioranza, Professor Galli, con un linguaggio a Lui consono e ispirato, ha rappresentato che due diverse “visioni” erano in gioco e si contrastavano. Ora, al di là del misticismo che sembrano suggerire le parole del Capo Gruppo, ciò è indubbiamente vero, ma il cammino procedurale percorso dalla variante stralcio ha, man mano, chiarito e svelato che non solo erano e sono in gioco due inconciliabili visioni della pianificazione urbanistica, della crescita economica della cittadina e del bene pubblico, ma che si sono aperti  scenari ben diversi che hanno intaccato il quadro della legittimità e della legalità dell’agire della pubblica amministrazione. Un quadro inquietante che già la cittadina ha conosciuto in altri periodi della sua vita amministrativa e che ora sembrano tornare nonostante le cariche siano ricoperte, ma non tutte, da soggetti diversi e che, almeno anagraficamente, ma non tutti, potevano far credere che un cambio di passo rispetto al passato fosse stato compiuto.
Da qui, da questa considerazione nasce la convinzione che se sul piano amministrativo la partita può sembrare per noi persa, non tutto è forse chiuso perché altri scenari possono aprirsi dove, su altri piani, quelli delle istanze ultime, potrà contrastarsi il disegno pianificatorio sovversivo che questa sera sembra compiersi.
Le responsabilità dunque non solo politico/amministrative, ma quelle più pregnanti sul piano del diritto violato, sia esso penale ed amministrativo, dovranno essere fatte tutte emergere e potrebbe aprirsi una triste pagina con il coinvolgimento di coloro che con il loro voto in questo Consiglio e con la loro azione nell’ambito degli altri contesti interessati, hanno promosso, voluto,  provocato o non contrasto l’esito che questa sera verrà registrato.
Questo Consiglio, o meglio i suoi singoli componenti di maggioranza, sono le persone cui, Sindaco a parte, crediamo dover rivolgere  questa sera una riflessione ultima e conclusiva, non certo un appello che rimarrebbe inascoltato.
Voi dunque siete stati, in quest’ aula, testimoni muti di un contrastato percorso, avete assistito silenziosi e non sappiamo quanto consapevoli, ai vari passaggi che si sono succeduti, avete sempre sostenuto con un voto obbediente e acritico la volontà unica del vostro Capo politico, non siete sembrati mai toccati dal dubbio sulla giustezza dell’orientamento che vi veniva suggerito e così oggi vi assumete la responsabilità, sostanziale, dell’approvazione che si prospetta, poiché è indubbio che senza il vostro voto nulla si compirebbe.
Per noi che ci siamo impegnati, oltre ogni nostra possibilità per scongiurare quest’esito infausto, vi è l’amarezza nel constatare come né la diversa e magari opposta appartenenza di parte  all’interno della stessa maggioranza, né la diversa individuale sensibilità nei confronti delle tematiche, oggi peraltro attuali, dei beni comuni, né una diversa storia o coscienza personale, né l’esperienza del passato gravida di ombre da sgombrare ed esorcizzare, niente di tutto ciò è valso per differenziare, se non in talune ricorrenti e significative assenze, un’ Assemblea nella sua componente di maggioranza, sostanzialmente coesa ed unanime nel condurre la cittadina verso scelte sbagliate, di più scellerate, di più scriteriate.
Peserà su ciascuno di Voi il peso di questa scelta che avrà nel futuro, anche prossimo, esiti imprevedibili sul piano del richiamo alla responsabilità di ognuno e prevedibili per quanto, invece, riguarda la strada che imboccherà la “ crescita infelice” di questa  città futura.
Una riflessione non può tuttavia mancare sull’operato dello stesso Sindaco, capo indiscusso di questa operazione urbanistica, dove l’eccesso di sensibilità nei confronti di istanze esterne non adeguatamente valutate e mediate, ha fatto si che finalizzasse il suo operato verso questo, pressoché, unico scriteriato obiettivo.
Le decisioni assunte sotto la spinta dell’impeto e non della riflessione, la volontà di finalizzare ogni momento di esame  ad un esito prefissato, la ricerca anche di una gratificazione e di un’ affermazione personale attraverso la soddisfazione della richiesta proveniente da soggetti ritenuti forti, la incapacità di allontanare influenze sin troppo manifeste e poi ancora la mancanza di una capacità vera di analisi e di comprensione delle direzioni vere cui condurre la “ crescita felice” della città futura, ma anche l’arroganza con cui ha caratterizzato ed improntato  il proprio rapporto, persino personale, con chi ha cercato di indicare un diverso obiettivo, tutto ciò non lo qualifica come guida di un buon governo, ma tutt’altro.
Che la cittadina possa cambiare mano e passo è l’unico augurio che possiamo, con poche speranze, farci e se qualcuno abbia da pagare sul piano giuridico e personale per quest’atto che ha voluto fortemente contro ragione, diritto e buon senso questo sia, prima di ogni altro, Lui solo.
Come non compiere una riflessione sull’operato degli Enti e dei soggetti terzi coinvolti nello stralcio.
Nell’ambito di quell’organismo metà politico e metà tecnico che è stata la Conferenza di Pianificazione si è consumato più volte il rito dell’ipocrisia per cui soggetti tecnici, muniti di delega politica, hanno adeguatamente svolto la loro funzione, ma dovrebbe dirsi finzione, trovando una giustificazione, una soluzione apparentemente tecnicamente inoppugnabile capace di salvare sempre in angolo questo stralcio di variante tutte le volte che doveva subire il gioco di attacco della tenace minoranza.
Bizantinismi interpretativi portati all’eccesso, omissioni  piuttosto che ammissioni,  dimenticanze volute, silenzi decisivi hanno pesato in maniera sproporzionata a danno della verità che, man mano, minoranza portava in superficie e faceva emergere.
La sequenza è lunga e la vedremo ancor meglio nel seguito più prettamente tecnico di questa relazione, ma come tacere l’abusato principio del “tempus regit actum” affermato per primo dalla struttura interna, messo in fondato dubbio dallo stesso parere acquisito presso l’Avvocato di fiducia, fatto in qualche modo, prima, proprio dalla severa Sovraintendente, poi dalla stessa, colta dal dubbio, in qualche modo smentito, smentita però ignorata dalle conclusioni dei Conferenzieri.
Come tacere poi di quell’Organismo tecnico, messo in piedi con i suoi componenti tutti quanti indicati di fatto, a garanzia di qualità e di risultato,  dalla rappresentante Regionale dentro la Conferenza, quell’OTC dunque nel suo acronimo, che con rigore scientifico e con indipendenza tecnica compiva il miracolo di non vedere, di non sapere, di non capire ed, alla fine, preso in fallo proprio in aula,  riusciva a garantire, comunque, tutti quanti erano i desiderata richiesti dal Capo politico locale di questa operazione.
Come non ricordare infine quell’indice di Sul 1.125 messo in bocca, si fa per dire, alla nota Soprintendente Papotti,  smentito dalla stessa con nota ufficiale agli atti, giustificato dagli ineffabili progressisti estensori dello stralcio, ma poi nonostante smentite e precisazioni, fatto proprio in ultima battuta dalla conferenziera Architetto Malosso, riattribuendolo nuovamente e ancora alla, a questo punto sgomenta, ma purtroppo assente e non invitata Papotti.
Si potrebbe continuare in questa commedia all’Italiana recitata, in parte, pubblicamente dentro le aule consiliari, uso il plurale perché cambiano sempre e più spesso, e  in parte a porte chiuse nelle stanze del Palazzo, ma per ora ci basta perché vogliamo dedicare un pensiero anche alla Committenza dell’operazione, quella SIAV srl, alias Zanetta, che con orecchio attento ha avuto la pazienza di ascoltare e di non perdersi forse neanche una battuta di quelle pronunciate in quest’aula, seguendo, passo dopo passo, la vicenda che si veniva svolgendo, vuoi ora sperando, vuoi ora temendo, vuoi ora ritornando a sperare, poi nuovamente sfiduciata, poi risollevata ed ora, pensiamo quasi raggiante essendo ad un passo dal traguardo  creduto.
Essa ha avuto la fortunata sfortuna di trovare un interlocutore attento, un Sindaco disponibile e persino arrendevole, un Sindaco che ha visto nella possibilità di soddisfare appieno la richiesta della Committenza un motivo di propria personale affermazione e gratificazione politico/psicologica, un Sindaco dunque che ha agito più in veste di a.d., in pectore, della SIAV che non come amministratore democraticamente eletto con mandato di rappresentanza di una intera cittadinanza e delle sue istanze migliori.
I risultati ora si colgono e premiano quella costanza con la quale la SIAV, espressione di quel quasi monopolio che impronta la vita dell’industria alberghiera cittadina, da tempo opera  nell’impossessamento progressivo delle aree di pregio e libere del lungo lago o che, meglio, si venivano liberando dai segni di un nobile e antico passato, ormai ingombrante, per sfregiarle durante l’arco di interi decenni, lasciando, senza pudore, alla vista degli ignari e stupiti milioni di turisti, soltanto  ruderi e macerie creati e voluti.
Per questo essa è medaglia nera dell’accoglienza turistica, dunque ricatto perpetuato nei confronti delle deboli amministrazioni che si succedevano nel tempo, offesa permanente alla sensibilità delle buone e indifese coscienze cui, per inciso, ci duole moltissimo non essere riusciti ad essere loro difensore civico, ma questa è stata la politica perpetuata dalla SIAV verso questa cittadina a cui è, invece, tributaria dell’accumulazione di capitale compiuta anche grazie a quel richiamo diffuso sui media del turismo del mondo che rappresentano quello scenario di paesaggio, storicamente determinato, golden share, ora in svendita,  dell’offerta turistica, quello stesso paesaggio che la SIAV prima ha sfregiato con l’abbandono ed ora si appresta a sfregiare con l’invasione delle sue sproporzionate e strabordanti masse edilizie; se ne abbia a vergognare.
In sintesi un sistema fatto di relazioni, di conoscenze a più livelli, di mai svelabili intrecci, di ossequio a chi più ha, di accondiscendenza a volontà politiche nell’ombra e mai apparse, di subordinazione dell’interpretazione del diritto alla tesi più prossima al detentore di potere ed il totale sbrego di una inesistente classe locale di governo, piegata alla volontà della committenza cui chiede, non da il consenso. Questo è ciò che ha portato al risultato di questa sera, risultato che i più applaudiranno e alcuni no, né qui, né mai.
Se quindi la partita è per noi persa sul piano del suo, inevitabile, sbocco amministrativo, l’impegno civile e libero da ogni condizionamento di parte e di interesse, ci impone di spostare l’attenzione e la difesa della cittadina su altri piani. L’iter complessivo della procedura di variante non ha attenuato quella ipotesi di possibile violazione penale che questo Gruppo aveva, concretamente, ipotizzato sin dalle prime battute di questa vicenda, anzi quella ipotesi si è venuta sempre più rafforzando tanto da rendere inevitabile, ad approvazione avvenuta, l’inoltro alla Procura della Repubblica di un documentato esposto che induca all’apertura di una accurata indagine penale sull’operato del Sindaco e di tutti i soggetti a diverso livello coinvolti. L’abuso d’atti, nella sua configurazione di reato consumato mediante il favore patrimoniale conseguito da terzi grazie alla violazione di norme legislative e regolamentari, nella piena consapevolezza e coscienza dei suoi autori, ci sembra un fatto che difficilmente possa essere smentito, con buona pace delle querele multiple intentate dal Sindaco contro i Consiglieri tutti delle minoranze allora in carica.
Sul piano poi della giustizia amministrativa non certo ci sfugge il fatto  di non  essere riconosciuti, quali Consiglieri Comunali, soggetti legittimati al ricorso. Cercheremo di provvedervi e rimediarvi ugualmente e diversamente, vuoi attraverso l’appartenenza di taluni di noi ad organismi portatori di interessi diffusi operanti nel campo della tutela ambientale, vuoi attraverso la protezione di interessi individuali propri, fonte di riconosciuta legittimazione ad agire, di cui taluno di noi è portatore, sciogliendo, se sarà il caso, il proprio vincolo all’interno di questo Consiglio.
Quel che è certo è che non tralasceremo nessuno dei rimedi giuridici che l’ordinamento assegna se non ai Consiglieri, certamente ad altri soggetti, siano essi espressione della società civile o, più prosaicamente, ma non meno efficacemente, espressione di interessi personali lesi.
Ci auguriamo quindi, con tutte le incertezze che il diritto e la giustizia Italiana conosce , per questo ogni tanto invochiamo “un giudice a Berlino”, di poter trovare ascolto nelle sedi terze chiamate a valutare, da un lato, l’operato e l’agire di uomini dentro la pubblica amministrazione sotto il profilo della verifica della legalità, per noi violata; dall’altro lato quello degli atti in questa vicenda prodotti, sotto il profilo della loro conformità alle norme, sempre per noi inesistente.
Se l’obiettivo sarà raggiunto noi non lo sappiamo, come nessuno lo può oggi sapere, ma le ragioni sussistono per provocare questa verifica estrema intorno alla legalità di uomini  e legittimità  di atti che questa vicenda ha visto agire e produrre a danno perpetuo e senza rimedio per questa cittadina infelice.
Fatte queste considerazioni, la relazione che vogliamo lasciare agli atti di questa serata continua, toccando gli aspetti più prettamente tecnici del contrasto che questo Gruppo ha espresso nei confronti della variante stralcio, riportando, in estrema sintesi, le ragioni tutte, più volte ed in diversi contesti espresse e formulate contro lo strumento della variante stralcio, ragioni diversamente articolate e che toccano motivi di merito, per noi, comunque, fondamentali e motivi di legittimità degli atti e di legalità dell’agire di un’amministrazione che con caparbietà e contro ogni evidenza e buon senso ha ritenuto dover operare e portare, comunque, a conclusione questa sventurata vicenda.          

venerdì 23 agosto 2013

DENTRO LA CRONACA



Come avevamo scritto nel post giusto di ieri, oggi mettiamo in integrale il primo dei due interventi in aula contro la “ Zanetta”, è quello di Lucio Casaroli, anche Lui da poco tra quei banchi, ma quanto  a orientamento non c’è dubbio , per sta Zanetta il pollice sta girato sempre “verso”. Per chi ha voglia e pazienza ne offriamo la lettura.

Personalmente, in qualità di presidente di un’ associazione ambientalista prima ancora che in qualità di consigliere, vorrei portare a questa assemblea un messaggio finale sulla questione della “variante Zanetta” nella speranza che diventi oggetto di attenta riflessione.
Non lo farò con gli argomenti tecnici e con il duello in punta di fioretto in cui il collega Vallenzasca è maestro insuperabile, ma – piuttosto – facendo appello al buon senso comune che, nel caso in questione, mi sembra sia stato messo in ombra dalle infinite discussioni, citazioni, commi, articoli che hanno caratterizzato l’ iter della variante.
Ma, prima, consentitemi una breve premessa per inquadrare sommariamente l’ evoluzione dell’ assetto paesaggistico e naturalistico non solo della città di Stresa ma di tutto il Golfo Borromeo, perché il degrado, lo svilimento del genius loci che fino agli anni ’60 del secolo scorso permeava le nostre coste travalica i confini della nostra città e ancora oggi, non solo per mano di questa amministrazione, gli si assestano pugnalate sempre più sanguinose e mortali.
Le ferite inferte dai cavatori al Mottarone e al Montorfano sono ormai così profonde che non vi è nessuna speranza di nasconderle perché non esiste più terreno fertile; eppure si continua a scavare sempre più in alto e sempre più a fondo. La ricopertura degli scavi con terreno fertile e la piantumazione, obbligatorie per legge, sono del tutto disattese.
La piana di Fondotoce, una riserva naturalistica riconosciuta dalla Comunità Europea, è sotto l’ attacco permanente di speculatori che vorrebbero rialzarla di tre metri e trasformarla in campo da golf, col conseguente inquinamento da pesticidi o ancora peggio con l’ introduzione di vegetali OGM. Non solo ne conseguirebbe la distruzione dell’ ultimo canneto del lago, che ospita specie rare di volatili, pesci e piante acquatiche ma ci si esporrebbe al rischio di modificare gran parte dell’ assetto florifaunistico della sponda piemontese. Sempre a Fondotoce abbiamo dovuto affrontare una dura battaglia contro l’ amministrazione comunale che avrebbe voluto utilizzare il cosiddetto “cimitero vecchio”, un gioiellino dove nessuno viene più seppellito da oltre un secolo, in una discarica a cielo aperto delle ceneri dei defunti cremati.
Baveno, il centro a noi più prossimo, non è da meno: uno svincolo autostradale che è un monumento di cemento a filo d’ acqua visibile da chilometri di distanza, un centro commerciale, di nuovo a filo d’ acqua, di nuovo visibile da chilometri, edificato in uno stile indefinibile, in assoluta distonia con lo spirito dei luoghi, ma non per questo un capolavoro dell’ architettura moderna. Lo stesso si può dire dell’ edificio di vetro a specchio inserito a forza nella villa Fedora.
In questo contesto, nel volontario, colpevole e pervicace abbruttimento di una zona che è ancora in lizza per diventare Patrimonio dell’ Umanità, anche Stresa sta morendo.
Non è facile indicare il momento in cui la nostra città ha iniziato il suo declino, e certo la colpa non è di questa amministrazione, che lo sta semplicemente portando alla suo fatale exitus.
Certamente il periodo degli anni ’60 e ’70 ha giocato un ruolo importante: la nascita dei condomini, la loro sostituzione ai piccoli e medi alberghi che conservavano intatta l’ atmosfera del liberty, la soppressione della ferrovia del Mottarone, che ha portato al degrado estremo la stazione e il capannone di ricovero dei treni, la conseguente edificazione della stazione della funivia, sono elementi che contenevano in nuce il degrado attuale. Il colpo di grazia è probabilmente successivo: l’ autostrada ha sì eliminato le lunghe code di veicoli che la domenica sera tornavano verso Milano, ma questi veicoli erano pieni di famiglie che – seppure parcheggiando in modo confuso – si fermavano per un aperitivo al Cellerino, al Montmartre, al Gigi bar, cenavano in una delle cento trattorie allora funzionanti, facevano due passi in centro, compravano un ricordo, portavano con sé la sensazione di essere stati in un luogo storico dove il connubio tra natura e architettura era in qualche modo perfetto.
E’ mia opinione che questa amministrazione si collochi perfettamente nella scia di questo sentimento diffuso e deleterio di incuria degli aspetti paesaggistici e naturalistici, non per cattiva volontà o per interessi alieni, ma semplicemente perché priva della cultura di conservazione indispensabile a chi vuole coniugare il passato con il futuro, l’ opportunità economica con un modello di sviluppo integrato. Gioca in questo atteggiamento l’ età del signor Sindaco e di molti Assessori, troppo giovani per aver visto la città in tempi diversi e migliori.
Gioca anche la progressiva sostituzione dei “padri fondatori”, dei costruttori dei grandi alberghi con una classe di imprenditori sempre più miopi di generazione in generazione, una classe che si è aggiunta agli speculatori edilizi degli anni ’60 e ’70, restringendo la prospettiva economica ai guadagni del mese e dell’ anno, senza voler fare lo sforzo di guardare un po’ più avanti nel tempo.
Si dice – per giustificare questo atteggiamento - che è il turismo, la maggiore se non unica risorsa economica del Golfo, ad essere cambiato; si dice che si è proletarizzato, che è un turismo che consuma i luoghi, che lascia dietro di sé molte cartacce e poco denaro, e che a questo dobbiamo adeguarci. Ciò è solo parzialmente vero, una simile forma di turismo non è una novità nella nostra zona; ma nel recente passato conviveva amabilmente col turismo d’ élite, quello che è all’ origine della costruzione dei grandi alberghi. Quei grandi alberghi dove hanno soggiornato uomini famosi e intere corti di principi arabi e che ora inseguono i pullman dell’ ex Germania dell’ est, ville insigni che sono lasciate a bella posta decadere, negozi chiusi, prezzi elevati, turisti irreggimentati e blindati nel classico giro delle isole e perfino accompagnati negli outlet.
In sintesi: ci fu un tempo in cui i fratelli D’ Inzeo si esibivano nel nostro campo di equitazione; ad essi sono state sostituite la gare di off shore.
A nulla vale l’ esempio di località come Capri, Cortina, Portofino, Taormina e molte altre che certamente hanno proceduto sulla strada della modernità e dell’ ampliamento del ventaglio dei servizi, ma che hanno saputo percorrerla parallelamente a quella della conservazione, che è conservazione dei luoghi, del paesaggio, delle architetture, del colore locale, ma anche – e in modo del tutto conseguente – conservazione di un turismo di maggior livello e di una risorsa economica che guarda non al domani ma al decennio successivo.
Bene: nel superiore interesse della ricchezza locale, dei posti di lavoro, è possibile cambiare tutto, ma – diciamolo – pure - se il modello che si tenta di attuare in questi anni è quello della Riviera romagnola, anch’ esso è miseramente fallito.
Non vi è, in queste considerazioni, alcuna nostalgia per il bel tempo che incoronò Stresa “Perla del Lago”, ma solo l’ auspicio di un modello di sviluppo che sia realmente in grado di portare alla popolazione e agli operatori economici quella ricchezza che a noi è venuta meno, mentre altrove permane e si accresce.
La nostra sensazione è che l’ attuale maggioranza sia assolutamente allineata con quel comportamento ambiguo e fallimentare che da un lato non protegge ciò che ha fatto di Stresa quella che è stata e dall’ altro non è in grado di indicare un’ alternativa valida. Anziché tentare di salvare il salvabile, di correggere errori e storture di quasi mezzo secolo di cattiva gestione, questa amministrazione sta spingendosi ancora oltre sulla strada del danno.
Qual è realmente il modello della Stresa di domani che la maggioranza ha in testa? quale il processo per perseguirlo? esiste? Non lo abbiamo mai saputo, e forse non lo conosce neppure la maggioranza:
Certo: è stata costruita una piscina, ma a costo della distruzione di un magnifico viale di antiche colonne; una piscina che offende il panorama, che avrebbe potuto essere interrata. Certo, sono stati fatti nuovi parcheggi, ma ci si è dimenticati di piantumarli,anche se una norma del regolamento comunale lo richiede. E’ stata autorizzata quell’ oscenità baroccheggiante costituita dal nuovo portale del Des Iles Borromées (la cui finalità celebrativa sembra fatta proprio per far riflettere sulla differenza tra i nuovi e i vecchi albergatori). Ora, poi, l’ amministrazione fa l’ occhiolino alla riapertura della cava del monte Camoscio, che rischia di snaturare l’ ambiente ancora intatto della Vidabbia. Esempi minimi, ma sintomatici di quel disprezzo dei luoghi e dell’ armonia che caratterizza la nuova classe dei potenti di Stresa, di cui la maggioranza corre il rischio di apparire come  supina e complice espressione. Naturalmente – per dare a ciascuno il suo – non sarebbe giusto dimenticare l’ inserto del Palazzo dei Congressi, concepito male per via della dimensione fruitiva limitata e realizzato peggio, in uno stile e con materiali che non stonerebbero in un centro commerciale di periferia. Viceversa, sempre per testimoniare che la mia critica non proviene da un assunto di parte, non posso che plaudire al nuovo arredo di via Duchessa di Genova che ha acquistato, da chi la guarda dal viadotto della ferrovia, una prospettiva da strada ottocentesca. 
Tornando all famigerata “variante Zanetta”, essa appare come la più compiuta, evidente e pericolosa iniziativa innestata su questo cammino di dissoluzione dell’ ambiente storico. Al di là delle ombre di illeggitimità, che la risposta che l’ avvocato Teodosio Pafundi a GB Vecchi non ci sembra aver del tutto fugato, il costruendo albergo - che sembra sarà una sorta di cumulo di parallelepipedi di vetro - osta proprio quel buon senso comune a cui ho fatto appello in apertura di questo mio breve intervento: che ci starà a fare un nuovo palazzo da periferia commerciale urbana in mezzo a Stresa?
Dal punto di vista formale, poi ci chiediamo, e lo chiediamo per l’ ultima volta alla maggioranza:
- come la mettiamo col vincolo del 1924?
- e col vincolo indiretto che, gravando su Villa Marina e su Villa Basile, si estende all’ ambiente circostante?
- e che dire della Conferenza di Pianificazione che avrebbe approvato la variante ma è stata convocata irregolarmente?
E’ ovvio che questi elementi espongono il processo di autorizzazione della variante, e coloro che la voteranno, a un rischio che il nostro gruppo ha inteso evitare proponendo, ahimè inutilmente, un intervento di autotutela.
Grazie per l’ attenzione.

giovedì 22 agosto 2013

CRONACA DI UN ANNUNCIO ANNUNCIATO



 Così è fatta: “ La Zanetta”. Ma iniziano un poco in ordine; maggioranza arriva in aula che sta volta è la sala con i busti del Canonica, un po’ alla volta, all’appello sono nove, manca Coppola ed il Falciola, il nuovo è invece pronto e sta già lì dietro le quinte, ma prima c’è la commemorazione del Dottore. Canio è commosso e lo ricorda con dolore, sarà poi la volta del nostro Professore che non solo par commosso, ma anche molto scosso ed è sincero tanto che dice che non sa se poi tutto sarà come già prima, perché  Lui ci pensa ancora e poi vedrà cosa farà, chiude il ricordo Casaroli che gli era anche un amico e invita a ricordarlo con il nome su una via e con il titolargli una sala del Palazzo. Segue il silenzio, poi si riprende e c’è subito la surroga del posto vuoto che spetta a Fortis, non è nuovo,  ma rientra sulla scena, suo malgrado, dopo un’ assenza durata ormai un triennio. La circostanza è triste, ma l’agenda che Canio ha imposto non consente interruzioni e si va subito al dunque: “ La Zanetta” . E’ l’ultimo degli atti necessari, poi è approvata la variante, quella stralcio che ha regalato alla SIAV il percorso accelerato e d’eccellenza. Canio parte cauto, ormai ha in mano la vittoria, non conviene cercar la rissa ad ogni costo, fa un riassunto, breve breve, poi concede la parola a minoranze. Bertolino per la Lega legge in aula un po’ di righe, non convince sta “ Zanetta”, tante ombre, poche luci, poi c’è un metodo sbagliato e che mai fu condiviso, quindi annuncia del suo gruppo l’abbandono anche dall’aula e si siedono tra il pubblico, c’è posto. E’ la volta dell’Insieme e interviene  Casaroli, è una critica di fondo, tocca i temi dell’ambiente, dello spirito dei luoghi ormai tradito, maggioranza, Lui ci dice, segue il solco del far fuori ogni passato, “la Zanetta” è un pugnale nella schiena, non c’è appello, maggioranza è obbediente a una classe di alberghieri che è una  classe  di impresari col difetto di miopisto, che fa il paio con coloro che specularono in edilizia tra il 60 ed il 70. Stresa è persa,  segue il solco non c’è appello e non c’è scampo, ma la colpa è di quelli lì davanti, a due passi da Lui seduti, di quel giovane Di Milia, cui l’anagrafe non consente più il ricordo di quei fasti ormai passati. Poi domani ve lo posto tutto quanto l’intervento. Maggioranza sta in silenzio, sta tra i busti e i mezzi busti del Canonica confusa, non respira, tutta è immobile e rapita, sarà presa da una mistica nascosta ? Chi lo sa. Segue l’altro dell’Insieme, Vecchi è assente, sta in thailandia, torna solo lunedì. Esordisce dichiarando di aver perso la partita, riconosce la vittoria al vincitore, rende onore al condottiero, prode Canio imperatore, poi è un affondo dove nulla è tralasciato e nessuno è risparmiato, poi lo posto state certi,  le cartelle sono 20, mette agli atti della sera, ma ne legge solo sei dove spinge la sua spada dentro il cuore degli astanti, si rivolge in diretta ai Consiglieri, tutti uguali senza scampo, poi è la volta del gran Capo cui riserva un trattamento da signore, non dimentica gli esterni senza i quali la  “ Zanetta” si fermava, ma il finale lo riserva al Committente, alla Siav dello Zanetta che sta in  aula e se lo ascolta, è un guerriero Vallepier che ferito  non tradisce, che in diretta lui le dice, son pesanti, non importa. Nel finale solo un riassunto, breve breve, delle cose che non legge, ma stan scritte, è la summa di quei vizi, degli errori, degli omissis, dello sbrego delle norme, del dispregio alla ragione  che  “ Zanetta” ci ha svelato. Poi promette che  da oggi cambia piano, dalle aule del Consiglio alla giustizia. Ormai è fatta, cambia campo la partita, è la replica di Canio e la sua squadra. Esordisce il neo arrivato accusando sto Piervalle di aver leso i Consiglieri e vorrebbe anche le scuse, guarda un po’ cos'è arrivato; più gentile il Professore, riconosce che ci stanno anche ragioni dalla parte che è avversaria alla “ Zanetta”, anzi anche un po’ le condivide, dice Lui che però mica le vota ed allora ? Quanto al resto, alle accuse ad un “sistema” , Lui ci vede paranoia ed allora c’è la replica in diretta di Piervalle che ricorda al Professore se per caso a Lui qualcuno avesse chiesto nel lontano 91 la domanda impertinente, quando mai avesse risposto  che era solo paranoia, poi ha visto che è finita con condanna replicata 17 già di volte. Professore incassa e tace, è la volta ormai di Canio, ma risparmio il suo intervento, è la replica di tanti e ripetuti già più volte, tante accuse, ci spaventa, via si vota, così è fatta .

mercoledì 21 agosto 2013

ZANETTA NIGHT




Così sta sera, in una sala messa a nuovo, va in scena la “ Zanetta “, ultimo atto, regia firmata Canio. Questa commedia ha conosciuto tanti atti, colpi di scena, accelerate improvvise e frenate inaspettate, ora si recita il capitolo finale. La macchina da guerra che il comandante Canio ha messo insieme scende in campo, gli eletti dal popolo sovrano sono pronti a far quadrato intorno al comandante e ribadir il giuramento a lui prestato. Non c’è scampo, l’esercito nemico, due gatti senza armi, è messo in fuga e sgominato, mentre quello di ventura, schierato vincitore, si appresta a presentar le armi al gran padrone che starà a guardar la scena su nel palco predisposto per suo onore. Poche parole dunque serviranno poi a raccontar la cronaca di una serata che, se per le sventure riservata dalla vita doveva esser di compostezza e pacatezza, finirà poi invece a celebrar la gloria ed il trionfo di chi ha investito tutto se stesso in questo scopo e fine, di costruir la reggia agli Zanetta. Così sta sera si chiude la pagina più nera, teatro di guerre e di battaglie, dove il destino era già scritto ed il tempo sin qui già consumato serviva solo a mascherar, con la sembianza della severità e del  rigore, quella che invece era una decisione già belle tutta presa dentro le eterne stanze del potere. Poveri noi dunque, illusi e ingenui a far la guerra a  sti mulini che il vento gira sempre e mai li ferma, qui non c’è più ragione insieme alla speranza che questa sera chiude il sipario e si nasconde. Sarà quella di opposizione una presenza nei numeri assai inutile, testimonianza ultima delle ragioni che videro far argine estremo contro il dilagar di un Canio più che potente anche prepotente. Porterà l’ultima volta in aula le parole che saranno l’affondo di un’accusa severa e dura, puntando il dito verso coloro: attori, comparse, burattinai, registi, tecnici del suono e delle luci e tutti quanti insomma ci hanno messo di loro per riuscir in questa impresa a cui sta sera loro inneggiano e fan festa.  

martedì 20 agosto 2013

BELLA DI NOTTE




Era la festa dell’estate e con questo titolo così tanto “allettante” era stata organizzata. L’Isola in festa dunque a costo quasi zero e a incasso assicurato e raddoppiato. L’idea non era affatto male tanto che Canio  fece anche  da padrino con l’annuncio alla stampa dell’evento. Seguirono quegli eventi l’uno dopo l’altro e nulla o quasi vien da dire perché par che le serate fossero riuscite ed anche assai gradite. Ma come succede in questi casi, complici gli incassi, la tentazion prese la mano così che si volle organizzar la festa di chiusura per venerdì notte 16 del mese in corso. L’appuntamento dunque ed il richiamo era per una notte prolungata sull’Isola Famosa, per giovani e anche un po’ per meno adulti. Come succede in questi casi la promozione ha funzionato anche un po’ troppo e già agli imbarchi la ressa non mancava tanto che presto finì la scorta dei biglietti, poco importa perché la flotta predisposta riuscì, in men che non si dica, a traghettar da costa a costa un’ intera brigata di allegri e baldi giovanotti con tanto di, al seguito, donzelle. Cosa successe poi su quel piccolo e ristretto lembo di terra invaso come non mai, più che a raccontarlo ci basta immaginarlo. Qualche migliaia di birra in litri servì quella brigata assetata e assatanata nella ricerca disperata di quella bella di notte che a lor venne promessa. Così mentre una musica da sballo stonava fuori le mura severe della reggia e dei giardini, la bella nella notte man mano si sciupava, perdeva il trucco ed i vestiti tanto che tutto finì in un sol grande bordello. Questa la cronaca veloce della serata allegra e scanzonata, anzi un po’ sbragata tanto che l‘indomani l’Isola Famosa sembrava un cesso a cielo aperto puzzolente. L’ira del Palazzo, sta volta però quello regale, non par si sia tardata a scatenarsi contro l’altro Palazzo del potere, quello di Canio Alcade, reo di non aver saputo o voluto governare l’evento col cervello, e molte par che sian le accuse mosse: dal non aver fatto rispettar il numer chiuso, vista la mal parata il corpo dei vigili si mise presto in fuga, dal non aver organizzato alcuna prevenzione e sicurezza, dalla mancanza dei pubblici servizi aperti, alla mancata igiene e pulizia dopo la notte. Insomma dopo la festa un po’ di scintille tra Palazzi vien giusto a proposito e non guasta.

lunedì 19 agosto 2013





CITTA’ DI STRESA


Stresa, 12 Agosto 2013
Oggetto: Convocazione straordinaria del Consiglio Comunale.
 
IL SINDACO
 DISPONE  di convocare il CONSIGLIO COMUNALE   In sessione straordinaria – seduta di I° convocazione per il giorno
Mercoledì 21 Agosto 2013, ore 21.00
presso Sala Canonica, Palazzo Municipale

Per deliberare il seguente
ORDINE DEL GIORNO
 
1. Commemorazione civica in occasione della prematura scomparsa del dott. Emanuele Iacono, Consigliere ed Assessore Municipale.
2. Surroga del Consigliere Comunale dott. Emanuele Iacono.
3. Approvazione progetto definitivo variante stralcio urbanistica P.R.G.C. Città di Stresa.
4. Esame ed approvazione variante c.d. "non variante" ex-articolo 17 comma 12) L.R. 56/1977 e s.m.i.
5. Legge 287/1951 articolo 13) – Surroga componente dimissionario nella Commissione per aggiornamento Albo Giudici Popolari.
6. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza relativa a contratto di affitto terreno per realizzazione opere pubbliche in località via P.pe di Piemonte/via Sempione (prot. n. 10452 del 07.08.2013).
IL SINDACO

(avv. Canio Di Milia)

mercoledì 7 agosto 2013

FERIE D'AGOSTO


E mentre la cittadella lavora per le feste che culminano il quindici di agosto e mentre Canio trema e trama in questi giorni per portare, di soppiatto, la “ Zanetta ” al suo traguardo, noi ci prepariamo per far dopo le feste un buon rientro. Quindi chiudiamo il blog per qualche giorno e ci facciamo, ancora un po’ in convalescenza, un nostro ritiro guadagnato là dove non giunge il segnale che viaggia sulla rete. Ritorneremo dunque e presto, preparati e riposati per ritrovar senza problemi quello che Canio ci riserva e sarà più facile affrontarlo, stressato e scombinato come non è stato, forse, mai. Arrivederci dunque caro Canio, arrivederci e a presto Tu e la tua cara “ Zanetta”, il Porto, la Funivia, la Palazzola, la Gabbiola, l’Alberghiera e la Miniera e tutte quante le balle che sin qui ci hai sempre raccontato e più volte propinato. Buone vacanze.

martedì 6 agosto 2013

SQUALIFICA PER CANIO


 
 
Se sul post di ieri c’era il fallo, su quello di oggi ci mettiamo il documento, quello che dovrebbe esser capace di rovinar le feste a Canio e alla Sua voglia di festeggiar “Zanetta” appena passato il ferragosto. Campane a morto ancora dunque nonostante quelle regalate e dedicate a Santa Marta, la patrona, che sembra, per intanto, non voler esaudir tante preghiere.    

 

GRUPPO CONSILIARE “INSIEME”


Stresa  06/08/2013

Al Sig. Sindaco della città di
Stresa  Avv. Canio Di Milia
Sede Municipale
P.za Matteotti
STRESA

e p.c.

Spett. Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Piemonte
P.za S. Giovanni 2
10100 TORINO

Spett. Soprintendenza per i beni Architettonici e Paesaggistici
per le Province di Novara, Alessandria, Verbano-Cusio-Ossola
C.so Cavallotti 27
28100 NOVARA


Spett. Regione Piemonte
Direzione Regionale Programmazione Strategica
C.so Bolzano 44
10100 TORINO

Spett. Regione Piemonte
Settore Copianificazione
via Dominioni 4
28100 NOVARA

Spett. Provincia del Verbano- Cusio- Ossola
Settore VI Politiche Territoriali
V.le Industria 25
28924 VERBANIA FONDOTOCE

Spett. Comune di Stresa
Servizio Urbanistica
SEDE       

OGG: Comune di Stresa – Variante strutturale PRGC – stralcio prima fase . Conferenza di pianificazione II fase. Vizio di convocazione e di composizione.

 Con Decreto a Sua firma datato 17/05/2013 prot. n.6754 veniva convocata per la data del 19/06/2013, poi proseguita e conclusa in data 25/07/2013, la seconda fase della Conferenza di pianificazione nell’ambito della procedura in corso per l’esame e l’approvazione della variante in oggetto.

Unici destinatari dell’invito a partecipare sono stati: L’Ente Provincia e quello Regionale che ci leggono in copia per conoscenza.

La Conferenza si è svolta per l’esame della fase propedeutica all’approvazione, in aula consiliare, del progetto definitivo di variante strutturale in oggetto, laddove l’ambito prevalente oggetto del progetto di variante medesima è caratterizzato dalla presenza di una pluralità di vincoli di natura paesaggistica e culturali.

L’esame della lettera di convocazione ha permesso di verificare che tale convocazione non è stata estesa alla Soprintendenza competente per territorio.

Giova ricordare che il novellato testo della Legge urbanistica regionale, legge n. 3/2013, ha innovato in merito alla composizione delle Conferenze di Pianificazione, estendendo la partecipazione, con diritto, limitato,di voto, alle Soprintendenze regionali  ove, come nella fattispecie, si sia in presenza di ambiti tutelati dalle medesime.

Ora non par dubbio, anzi è assolutamente escluso che la nuova norma, contenuta nell’articolo 15/bis della L. R. n. 56/77 e s.m. non abbia ad applicarsi già e da subito nel caso concreto, sia perché la Conferenza è stata convocata e si è svolta in data successiva l’entrata in vigore di tale norma, sia perché, ove sussistesse un residuo dubbio, l’articolo 15/bis, che regola la nuova composizione della Conferenza, non risulta annoverato tra quelli espressamente richiamati dall’ art. 89 (Disposizioni transitorie), sempre della legge Regionale n. 56/77. Solo infatti per detti richiamati articoli, essendo norme di stretta procedura, sussiste la possibilità di una loro ulteriore applicazione secondo il vecchio vigente testo e sino al compimento delle eventuali procedure, in corso, di revisione di uno strumento urbanistico, mentre tutti gli ulteriori articoli della legge, innovati dalla L. R. n. 3/2013, risultano di immediata applicazione.
Si è pertanto verificato un vulnus  che ha inficiato l’intera sessione in cui si è svolta la predetta Conferenza, irritualmente convocata e irregolarmente riunitasi, tanto da ritenersi invalidate le medesime conclusioni  proprio per la presenza, in ambito oggetto di variante, di problematiche, anche di natura giuridica e non ad oggi risolte e per le quali  la stessa Soprintendenza si era impegnata a sollevare la questione presso l’Ufficio Legislativo della propria Direzione Centrale.
Alla luce quindi delle considerazioni svolte e della rilevanza che esse assumono nell’ambito della procedura in corso, si segnala al Sindaco l’illegittimità dello svolgimento della Conferenza svolta affinché voglia provvedere, con i rimedi di legge, a porvi adeguata soluzione.
Si rimane, quindi, in attesa di conoscere quale esito vorrà Ella dare alla presente nostra.

Distintamente

lunedì 5 agosto 2013

FISCHIARE FALLO


Sembra che Canio, come è suo solito, usi le date delle ferie per chiamare a votare le cose cui Lui tiene. Così sarebbe per far arrivare in fondo la “ Zanetta”, lo stralcio maledetto che porterà sventura a chi l’approva. Comunque che sia poi questa data ormai prossima e ventura, per ora, minoranza fischia un fallo. Cartellino rosso capitan Canio perché la Conferenza ultima che hai fatto per mettere in rete la “ Zanetta” è in fuori gioco. Domani giorno 6 del mese in corso, sul tavolo di Canio c’è l’accusa, precisa e dettagliata, per dimostrar che la convocazione che Canio proprio lui se la firmò in data 17 del mese ormai di maggio mancò di essere indirizzata alla Papotti. Si proprio la Sorprendente, la Papotti, l’Architetto di cui, invece, la legge urbanistica attuale ha reso obbligatoria la presenza ed il suo voto in Conferenza. Dimenticanza, errore, vizio, difetto, fretta non importa, il fatto è questo qua, si son  riuniti in Conferenza ben due volte, il 19 ancor di giugno e poi il 25 ormai di luglio e mai che c’era la Papotti o chi per Lei. No è che però questa non volesse esser presente, il fatto appunto è che non poteva essere presente perché impedita da quel Canio che mancò di mandargli anche l’invito. Questo è dunque il fallo, da espulsione, che deve essere fischiato e che domani appunto sarà subito fischiato. Qual è però la causa vera di sto fatto, se mai a qualcuno intriga lo diciamo: la fretta e ci dispiace, il grave errore. Hanno confuso infatti, per la fretta, norme di procedura con norme che son, invece, di composizione e di funzionamento. Certo bastava leggere un pochino, farci attenzione, non essere più di tanto poi precipitosi e tutto sarebbe andato  liscio, invece eccoli qua che sono presi, un’altra volta, in fallo e proprio mentre Canio  corre dritto in rete, un fischio e un cartellino rosso lo espelle anche dal campo. Peccato era già fatta, passato manco ferragosto già si pensava a fare un po’ di festa, brindando evviva “La Zanetta”. Pazienza, porta pazienza, scontata la squalifica dal campo  ritornerà poi Canio in campo e questa volta credo che ce la giocheremo ai calci di rigore.