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sabato 30 novembre 2013

CONSIGLIO FREDDO




Alle 21 c'è quasi ancor nessuno, poi lentamente qualcuno sospettoso entra in aula; sta volta la sala è quella del Canonica, una roba che sembra un obitorio, insomma il tutto è in linea con la sera di tardo fine autunno; è una  tristezza. Comunque arriva Canio che era a cena con quelli che sono la sportiva e dopo poco, a ranghi un po' ridotti, prende il via questo Consiglio semi al freddo. Al primo punto c'è dunque il rinnovo della gestione unica associata del demanio, quello del lago. Più o meno si replica un accordo che non è stato certo un gran modello di gestione. Comunque ci si prova a suggerire qualcosa che migliora, ma il testo, come sempre, par blindato e Canio non è certo colui che accetta i miei consigli. Si chiude quindi in fretta l'argomento non senza rimarcare che Stresa e giusto un altro son solo i due Comuni che pure fan pagare anche di più le concessioni. Al punto due ci sta una modifica veloce del testo che regola il Consiglio. D'ora in avanti e forse era anche   passata un poco l'ora, niente più messi a distribuir gli avvisi ai Consiglieri. Gli arriveranno a casa con la posta che sarà certificata. Un po' di scaramucce tra Canio e il Diverio e poi si passa ad altro. Si ratifica e si assesta dunque il bilancio a fine anno, ci son maggiori/minori entrate, c'è questa richiesta consistente di soldi da destinare a migliorare la sala dei congressi. Il bando cui si accede è quello dei 6mila campanili, ma i soldi, noi sappiamo che  son proprio pochi/ pochi, quindi …. si vedrà. Si chiede poi a Canio di spiegare un po' di cose: che sono quei quasi 50 mila euro messi lì per rescindere un contratto, così si scopre che sono messi lì per la Guerrini Spa, quella del porto insomma abbiamo inteso, perché come vedete la storia è sempre, ormai senza più fine.  Quanto al perché non abbia invece prelevato dal bilancio quegli altri 50 mila euro che sono messi in più e in eccesso per la casta, Canio ci dice che loro ancor ci sperano di stare sopra i 5000 residenti e così di metterseli poi in tasca. Andiamo avanti c'è la T.A.R.E.S , l'ennesima modifica alla tariffa dei tributi. La delegata alla materia ci illustra il confronto con la TIA dell'anno  scorso e dice che si riduce, poi il confronto si fa con la tariffa deliberata a luglio così noi si dimostra che invece, per le abitazioni, essa aumenta. C'è un parapiglia tra Canio e il Diverio che contesta tariffa, servizio e tutto il resto; per un po' vanno  avanti nella lite, ma poi finisce e se la votano. Si rinnova l'altra convenzione, quella con Baveno per la gestione del paesaggio, il testo comunque ormai è blindato e così ogni proposta a migliorarla è inascoltata. Altro rinnovo, altra convenzione, sta volta è la Pro Loco per l'ufficio di informazione turistica. Diverio la contesta un po' per tutto, è un po' un'altra lite tra lui, Canio e il Professore, Piervalle ci prova ad emendarla , ma anche qui tutto è blindato, quindi la votano. Si arriva infine all'interpello intorno al porto e dopo mesi che stava ormai inevaso, Canio risponde o meglio un po' risponde e un po' non vuol rispondere. Quindi Regione sblocca i fondi del ribasso, ma c'è il patto e allora ci dice Canio che sono in corso lunghe intese con le ditte della gara per conoscere se mai, se  quando , se a quanto, se come mai sono disposte. Il patto e la sua stabilità, questo diventa ora il motivo da metter  in prima fila per giustificar semmai un nuovo fallimento. Piervalle  lo contesta, glielo dimostra , conti in mano, Canio si permetter di dire che quella di Piervalle è solo un'opinione e allora è una bordata che colpisce in pieno Canio e la sua truppa. Quanto al resto dell'interpello, nella sostanza Canio non risponde; ad una delle domande dice infatti che non sa, all''altra pure, quanto a chiamar il relatore Baldo  davanti a sto Consiglio, non ci pensa. Si chiude dunque l'interpello senza sapere come e se poi sta storia finirà, quel che invece è certo è l'annuncio che Piervalle dice in aula che l'esposto è pronto e va alla Corte. Arriva in coda Canio che interroga anche Canio per sapere se mai c'è sto conflitto tra Vecchi ed il Comune per via del ricorso avanti il TAR sulla "Zanetta". Non solo c'è e quindi annuncia che solleverà poi il caso, ma pure alla Procura gli tocca segnalar la cosa per obbligo di legge, dice Lui. Lui Canio sulla " Zanetta " ha fatto strame di regole e di legge, ora si erge a  paladino di giustizia. Sono le 23, l'udienza viene tolta.

venerdì 29 novembre 2013

ALL'ULTIMO MINUTO


E come sempre all'ultimo utile minuto qualcuno si è svegliato; così fa la figura di essere  il salvatore della patria, nascondendo l'insolvenza e l'insipienza che sino alla fine aveva rivestito sta vicenda. Era dunque sino a ieri appesa a un filo, da oggi c'è la speranza che corra ancora un po' lungo quel filo. Non è che tutto sia risolto; ci vorrà pure trovare chi caccia la parte dei soldi che ancor manca, ma questo non sembra, stranamente, preoccupare i nostri governanti. Intanto, questo è certo, tanta improvvida capacità d programmare farà che il sali e scendi  tra  il Lido e la sua Vetta si interrompa durante la stagione dell'estate, l'unica insomma in cui lavora. Ove l'insipienza non fosse stata tanta sarebbe successo giusto l' incontrario e la prossima stagione dell'estate avrebbe visto la ripresa delle corse dei quattro vagoncini messi a nuovo, ma questo sarebbe stato chieder troppo. Intanto l'inverno è già innevato e ironia di questa sorte, quest'anno che par propizio alle discese, riserva l'amaro appuntamento del prossimo dicembre con incombente lo sfratto degli impianti e delle piste. Anche in sto caso comunque stiamo certi che all'ultimo minuto verrà un altro salvatore della patria che, come per incanto, sistemerà tutte le cose. Che poi sto salvatore è quello che sino all'altrieri ha combinato guai e pasticci poco importa, perché a quel punto nessuno più se ne ricorda. Così va avanti dunque il pubblico governo delle cose, tra allarmi ripetuti di catastrofi imminenti e salvataggi all'ultimo momento. Vedremo dunque come, nei prossimi giorni, si svilupperà quell'altro salvataggio, anche lui all'ultimo utile minuto.

      

   

mercoledì 27 novembre 2013

ATTENTI: SI VA IN AULA



 Mentre noi si lavora per chiudere l'esposto per il porto, venerdì 29 ore 21 dunque si torna dentro l'aula chiamati da Canio all'adunata. I temi non sono dei più caldi, ma solo  per quanto  riguarda le proposte. Si assesta un po', alla fine d'esercizio, sto bilancio e morire che tolgono da esso le somme stanziate per la casta. Eppure la cosa è più che certa, ci ballano nel manico 50 mila in euro che non andranno mai più nelle lor tasche. Da qui alla fine dell'anno che sta in corso, anche l'anagrafe ufficiale registrerà quel forte calo che ha già portato i cittadini residenti ben sotto la soglia fatidica dei tanto, allora, festeggiati 5.000. Già ora son soltanto registrati  in 5.048, ma  mancano all'appello ben oltre due volte un centinaio e quindi, a inizio nuovo anno, saremo su per giù neanche un 4.000 ottocento e cinquanta. Come sempre, le spese correnti subiscono un rialzo e chiuderanno l'anno che è ora in corso con sto nuovo record che somma a 8 milioni 292 mila e rotti. Altro argomento in discussione sarà riformare un poco il regolamento per convocare e poi far funzionare sto Consiglio. Scoperta dunque l'esistenza della posta elettronica certificata, essa diventerà, di norma, modalità usuale per convocar la truppa all'adunata. Ci saranno pur da rinnovar tre convenzioni: quella per gestione della delega al paesaggio, quella riferita all' attribuzione delle competenze sul demanio lago e quella per la gestione dalla Pro Loco dell'ufficio turistico locale. Ritorna invece in aula ed è la terza volta, l'interpello intorno al porto, anzi sta volta Canio lo iscrive due volte all'o.d.g , ma non è che sia un errore. Semplicemente non vuole dar risposta in forma scritta e allora lo porta in aula così potrà parlar senza rischiare di sbagliare. Il nuovo Consigliere, suo malgrado reclutato, ha un ruolo attivo. Sempre più esso ci pare essere messo a far da centro avanti di puro sfondamento. Certo commette falli da espulsione, ma l'arbitro non vede e passa sopra. Ora succede che l'allenatore gli ha dato un compito gravoso dentro il campo: interrogare il direttor di gioco sui falli veri  o solo anche presunti che avrebbe commesso il capitano della squadretta contro cui la prima in campionato sta giocando. In calce a questo post ve lo mettiamo così capite di cosa stiam ora parlando. La cosa, lo diciamo, a noi non  giunge affatto nuova, anzi ce l'aspettavamo, ma la domanda è scritta da Canio perché risponda Canio e quindi ora noi aspettiamo.

 

martedì 26 novembre 2013

CONSIGLIO ALLE 21 DEL GIORNO 29

 

IL SINDACO

    DISPONE di convocare il consiglio comunale in sessione straordinaria - Venerdì 29 novembre 2013 - ore 21.00  presso la Sala del Consiglio Comunale presso il Palazzo dei Congressi per deliberare il seguente ORDINE DEL GIORNO 

  1. Convenzione per la gestione associata delle funzioni trasferite dalla Regione Piemonte in materia di demanio lacuale e navigazione interna.

2. Esame ed approvazione modifiche al Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale.

3. Ratifica deliberazione G.C. N. 113 del 16.10.2013 ad oggetto: "Approvazione 4° variazione al bilancio 2013 e aggiornamento programma annuale OO.PP"

4. Comunicazione deliberazioni G.C. N. 123 del 30.10.2013 e G.C. N. 128 del 13.11.2013 ad oggetto: "Prelievo dal fondo di riserva".

5. Esame ed approvazione assestamento generale di bilancio e V° variazione al bilancio di previsione, esercizio finanziario 2013. Modifica prospetto contenente le previsioni annuali di competenza mista degli aggregati rilevanti ai fini del patto di stabilità interno.

6. Rideterminazione tariffe T.A.R.E.S. a seguito conversione D.L. 102/2013.

7. Esame ed approvazione rinnovo convenzione tra i Comuni di Stresa e Baveno per la gestione in forma associata della Commissione Locale per il paesaggio - periodo 01 gennaio 2014/31 dicembre 2018.

8. Esame ed approvazione convenzione tra il Comune di Stresa e l' Associazione Turistica Pro Loco Stresa per la gestione dell' Ufficio di Informazione ed Accoglienza Turistica I.A.T. Città di Stresa - periodo 01 gennaio 2014/31 dicembre 2015.

9. Gruppo Consiliare Insieme!- Interpellanza: Opera di costruzione struttura portuale turistica. Stato delle procedure e dei finanziamenti - valutazioni progettuali. (prot. n. 12330 del 24/09/2013).

10. Gruppo Consiliare Insieme. Interpellanza - "Opera di costruzione struttura portuale turistica. Stato delle procedure e dei finanziamenti. Valutazioni progettuali. " (prot. n. 14611 del 07.11.2013).

11. Interrogazione consiliare del Consigliere Fortis Mauro in merito a "Ricorso al TAR presentato da Italia Nostra e Consigliere Vecchi per l'annullamento della variante al PRG relativa al nuovo albergo sul lungolago". (prot. n. 15463 del 25/11/2013).
IL SINDACO
(avv. Canio Di Milia)

lunedì 25 novembre 2013

NUOVA SETTIMANA

 
La settimana che si apre vedrà la chiusura dell'esposto per il porto. Insomma ci abbiamo lavorato di fino e per benino e alla fine anche il prodotto sembra fatto e pronto all'uso. La sua destinazione è sempre quella; la Corte dei Conti Regionale perché la magistratura  contabile sia informata e valuti il da farsi su quel caso che sono ormai quasi tre lustri che occupa la cronaca locale e il risultato è, come si vede, soltanto un buco dentro l' acqua. Quanto invece al resto, stiamo ancor in attesa del riscontro che Canio deve dare, per iscritto, alle domande che ponemmo su sto porto nel Consiglio senza che, per ben due volte, ci dette alcun riscontro. Comunque l'orologio segna il tempo ed entro trenta giorni da quando consegnammo la domanda, ci deve consegnare la risposta che noi poi vi sveleremo. Se dunque la settimana che si apre vedrà la chiusura dell'esposto, l' altro appuntamento per noi non poco rilevante e a voi nessuno, sarà conoscere l'accusa che Canio ci ha mosso di lesa sua maestà. Vedremo o meglio dunque leggeremo che cosa avrà mai scritto Canio per sostener l'accusa criminale e quel che pure avrà mai scritto quel P.M. per chiedere il giudizio di tanto pericoloso ed insidioso cittadino. Ultima notizia d'inizio settimana è che sta volta ormai ci siamo e presto pubblichiamo le cronache della nostra minoranza consiliare. Il formato è ancora in forse, il titolo non so, per la composizione  un po' manca il ritocco, magari occorre usare un poco più il colore ? Ma quanto al resto, al contenuto insomma, ormai ci siamo e tempo un po' di qualche giorno si manda anche alle stampe. Riceveranno dunque tutti a casa il giornaletto che farà il punto sul governo, quello locale a grandi intese insomma e, come l'altro nazionale, di tante vane attese. Cercheremo di uscire a prova di querela di diffamazione a mezzo stampa di sua solita maestà, di dare un contributo di verità e buon senso alla conoscenza e comprensione di cosa accade dentro e fuori il solito Palazzo, di fare un poco il punto di tutto il lavoro combinato in questo tempo consumato. Saranno al fine forse, una più o una meno, dieci facciate; a differenza di quello stampato dal Palazzo non vi costerà manco un centesimo; su leggetelo



 


















 

venerdì 22 novembre 2013

FRENESIA LEGALE


Già ne accennammo tempo fa, l'una era sentenza che riguardava l'atto con cui il Palazzo espropriava i diritti di Aghe srl per tenere le piste e le sciovie in vetta al Mottarone, ma in primo grado soccombeva, con condanna a pagare tanto di spese a controparte  ( 5.000 in euro più iva ed accessori anche di legge, così che fanno, esatti, in euro 6.344,00).  Non perde tempo comunque il nostro Canio, o meglio crede e consultato il suo legal, l'ormai stranoto Pafundi l'avvocato, il 23 di ottobre decide insieme al suo stato maggiore, riunito intorno alle 18, di opporsi ai giudicato, andando innanzi ai giudici di 'appello. Ci mette dunque ancora un po' di soldi che fanno esattamente in euro 7.319,00 e ordina a Pafundi di vincere sto appello. Pafundi gli ha dato garanzie? Per vero questo non pare, perché nell'atto che dispone di andare anche in appello si dice solo che la decisione dei giudici del TAR è stata ingiusta e poi…. blà, blà. Noi non ci mettiamo comunque la mano sopra il fuoco; anzi vedrete se sbagliamo. Facendo dunque i conti tra le spese sostenute in primo grado che fanno 5.033,00 di euro, quelle poi della condanna in atto primo che son 6.344,00, quelle per il giudizio in atto due che son previste in euro 7.319,00, quelle della presumibile condanna in atto pure due che saran forse più care, facciamo 10.000, quelle che hanno impegnato per causa analoga avverso i Borromeo che son 6.292,00, quelle della condanna certa in quest'altro caso, appena arriva, e saranno altri almeno uguali 6.344,00 in euro, siamo dunque ad un totale che fa saltare il banco perché la somma fa 41.332,00  sempre in euro e siamo quasi alla metà di quanto costerebbero le indennità di esproprio di quei diritti espropriati che, in ultimo Consiglio, Canio ha lamentato che costano di troppo. L'altra è una sentenza arrivata anche lei soltanto al primo grado, depositata il sei di agosto scorso; annulla in questo caso un tentativo che Canio aveva pure fatto di far pagare na somma che son in euro 225.611,39, alla  concorrente diretta di Zanetta, la SAB, alberghi di Baveno esse pi ha. Motivo di contesa non aver quest'ultima pagato i contributi di urbanizzazione per quanto non ha  fatto. Insomma è un caso un poco inverso e ribaltato rispetto a quello ormai superfamoso dei 10.000 cubi scontati di un milione che sono stati dati alla SIAV dello Zanetta. Qui giusto il TAR ha dato torto al nostro Canio, dicendogli: ma come fai pagare ? Ma se quelli non han fatto. Così decise il TAR ed anche questa volta Canio non va in pace, consulta sto Pafundi che ormai lavora a tempo pieno per quelli del Palazzo, Pafundi gli dice, su proviamo, e via si impegna la somma di euro 8.587,80 per muovere l'attacco, andando davanti ai giudici d'appello. In questo caso, fin ora, non c'erano le spese di condanna in primo grado, ma se poi a insistere si perde un'altra volta, sarann  magari  guai.

 

giovedì 21 novembre 2013

ANALOGIE E DIFFERENZE





Salerno, indagato il sindaco De Luca

Nel mirino della Procura i lavori al cantiere Crescent sul lungomare. Avvisi di garanzia per i componenti di giunta che approvarono delibera
salerno
Abuso d’ufficio, falso in atto pubblico e violazioni in materia urbanistica sono i reati ipotizzati, a vario titolo, negli avvisi di garanzia notificati questa mattina dai Carabinieri di Salerno al sindaco e vice ministro Vincenzo De Luca e a una trentina di persone tra assessori comunali, funzionari del Comune di Salerno, della Soprintendenza, oltre che ai responsabili delle imprese interessate alla costruzione del “Crescent”. È un edificio, a forma di mezzaluna, alto circa 30 metri, esteso per trecento, con una volumetria di 90mila metri cubi che si sta realizzando non lontano dalla spiaggia di Santa Teresa, affacciato sulla vasta piazza della Libertà che De Luca ha paragonato a piazza del Plebiscito di Napoli. Un’opera simbolo della trasformazione urbana - ha detto con orgoglio il sindaco di Salerno - che nei prossimi anni sarà visitata da turisti provenienti da tutto il mondo. 
 Non la pensano proprio così i rappresentanti di alcune associazioni ambientaliste. L’indagine condotta dai sostituti procuratori Rocco Alfano e Guglielmo Valenti, infatti, parte da un esposto, l’ultimo di una lunga serie (complessivamente 24), presentato dall’associazione Italia Nostra e dal comitato «No Crescent», che hanno chiesto di fare chiarezza sull’impatto ambientale dell’opera in corso di realizzazione e sul corso del torrente sotterraneo Fusandola, che scorre non lontano dalla nuova costruzione. 
 De Luca però non ci sta. Da Facebook dice ironico: «Ogni opera pubblica, un procedimento giudiziario. Ogni variante urbanistica, un avviso di garanzia. Oggi arriva quello relativo al Crescent». E ne ha per tutti, puntando l’indice contro «la sottocultura della mummificazione del territorio, il finto ambientalismo, la palude burocratica sono sempre di più un grande problema per lo sviluppo dell’Italia» e ricordando che con il sequestro sono a rischio circa duecento posti di lavoro. 
 Per il deputato del Pd, Fulvio Bonavitacola quella della magistratura «è una decisione sorprendente»` mentre da Forza Italia dicono che bisogna fare in modo che ´`la città di Salerno possa respirare con una azione urbana proporzionata alla sua storia e non rimanere impantanata in una palude di gigantismo fossilizzato´` 

mercoledì 20 novembre 2013

DELITTO POLITICO


Se apriamo il codice penale, gli articoli che sono il sette e l'otto trattano di questo oggetto che abbiamo messo nel titolo del post che ci tocca fare oggi. Quello che dice il codice in proposito è, in fondo, molto poco; non so se poi sia molto chiaro; comunque, data una letta,   vediamo che è da considerasi delitto anche politico  quello che è comune, ma che è determinato, in tutto o in parte, da motivi che son quelli politici. Orbene a me che son colpito dagli strali di Canio e di suoi, presumo, amici (cfr. querela Zanetta ), mi sono dunque chiesto se non è per caso vero che per sto delitto di lesa sua maestà a mezzo questo blog sia da attribuire anche la qualifica politica. C'è il rischio insomma che venga inteso come fosse un'aggravante, che venga accreditata all'accusato la tendenza a minare il fondamento dello Stato, quella di colpir per sovvertir l'ordine che è qui costituito e che oggi Canio mentre governa e impera, incarna.  Dunque le cose stanno spesse; c'è forse stato in atto un tentativo di defenestrar per via della giustizia il caro Canio dal suo scanno e ora si assiste, per inverso, a che è il nostro caro Canio stesso che tenta di defenestrar, con ugual mano, l'accusator che vorrebbe fosse trasformato in imputato. Detta così è in corso una guerra estrema di potere, dove le parti usano dei mezzi che sono opposti, ma anche uguali per farsi fuori o meglio tentar di farsi fuori l'un l'altro. In questo putiferio si mette dunque di mezzo la giustizia, quella con la bilancia in mano che pesa i torti e le ragioni e poi scrive il suo verdetto e così sia. Se questo è lo scenario che, con molta fantasia, vi abbiamo disegnato, la verità per vero non pare dover essere così estrema. Ci stanno, questo è vero, due parti che par poco o proprio nulla abbiano in comune e che, ma questo è forse il punto, anche se  legittimamente si tirano cazzotti in aula Consiliare, l'una  sta poi sul pezzo e mai poi molla senza curarsi di se stessa; l'altra si cura forse un po' troppo di se stessa, di poter insomma fare o mai più fare un poco di carriera e cerca di salvar la sua reputazione di amministratore non proprio gran brillante, sparando un po' anche a caso, querele a destra e manca. In questo gazzabuglio ci mette la mano, abbiamo detto, la giustizia, tirata per la giacca da tutte due le parti contendenti; l'una a reclamar, a buon diritto, contro lo straccio delle regole fatte con lo stralcio e l'altra a piagnucolar come un bambino, sta volta, anche un po' molto cattivo. Quindi vedremo.

martedì 19 novembre 2013

INIZIO SETTIMANA


La settimana dunque è già iniziata con le precisazioni siglate dalla Stampa con G. L. che fanno un po' chiarezza su dove sta o meglio non sta l'interesse personale nel ricorso avverso la  "Zanetta". La settimana si apre poi con la conferma che noi vi diamo di come sia assai grave e faticoso rinunciare a quel compenso, quasi pieno, che ogni mese il Palazzo passava ai componenti del nostro governo cittadino. Insomma chi ha preso ha preso e tuttavia chi ha preso troppo  non ha ancor dato. Ci balla infatti nel manico del bilancio di quest'anno una cifretta, son 50 mila in euro che vanno presi da indennità e prebende e spesi altrove, ma  intanto il tempo passa e non fan proprio  quasi   nulla. Insomma per chi ricorda è il taglio che il censimento dell' altr' anno ha provocato,mandando sotto soglia 5000 i residenti e provocando l'altro taglio, quello delle indennità di carica a Sindaco e Assessori. Tra questi, il più penalizzato è il Vice delegato, ma che essendo anche arguto e veterano ne ha fin oggi presi oltre tre mila d' euro in più del suo dovuto, per cui speriamo che da qui alle feste di fine anno ce li renda, con beneficio di spese ed interessi. L'altra notizia che vi diamo è quella che fa raggiante Canio e attenua un po' la sua tensione e la sua preoccupazione per le sorti del suo stralcio. Un noto suo nemico, pseudonomo Piervalle, Lui se l'è colpito o meglio ci ha provato. Infatti Canio, astuto, non pago di querelar quei 5 rei che sottoscrissero l'osservazione a quello stralcio e che ne metteva in guardia il rischio di un penale, non pago dunque di tanta sua cortese gentilezza, sparava pure un bis della querela contro sto unico Piervalle, reo di aver pubblicato sul suo blog ed in versione  integrale quel testo sottoscritto e consegnato. Ora la cosa, peraltro sconosciuta sino ad ora, è andata avanti e il P.M. non archivia, ma notifica la fine dell'indagine sua preliminare per il delitto di lesa sua maestà a mezzo stampa. Va beh, pazienza, andremo forse in aula a tutelar noi stessi avanti il GUP, sperando vada bene; che c'è da dire?  Che c'è da piangere o da ridere che nell'Italia del secolo 2000 si usi ancor la clava del penale e con la scusa della tutela personale si abbia a cercar di colpire e fare centro su chi si ha in testa sia un nemico. Comunque lo sappiamo, questo è il Canio che noi abbiamo.

 

lunedì 18 novembre 2013

IL CAVALLO DI TROIA


Non è passato molto tempo, anzi quasi niente dal giorno del ricorso e subito la Stampa, per mano del Gemelli, ce ne informa. Non manca il solito commento del primo cittadino; ci dice il buon Gemelli che questo è un requisito ormai previsto; va beh, ma visto che nessuno era stato intervistato, la replica a nessuno poteva, sta volta, anche mancare. Comunque non importa, ci va bene; intanto il primo cittadino non sembra preoccupato, ma questo da un lato è un po' la scena che pur bisogna fare a beneficio del suo grand'elettore, e poi come previsto, mostra di aver scoperto la ragione che nel tempo del travaglio dello stralcio è quella che ha animato senza sosta il gruppo dei ribelli. Il capo dei ribelli infatti avrebbe avuto un suo interesse personale a contrastare in armi quello stralcio. La ragione sarebbero due stanze che questi detiene in proprietà proprio a confine dell'area H con 2, la solita  "Zanetta", ed ora come un cecchino spara dalle  stanze, oltre confine, sul nemico. Un interesse a tutelar quell' immenso patrimonio sarebbe quindi la ragione vera o meglio se anche non è vera, sarà quella da tirar fuori e dare in pasto, con la Stampa, al popolo elettore. Fin qui dunque la cronaca degli ultimi giorni che han rimesso in  gioco, o meglio in fuori gioco la " Zanetta". Dov'è dunque che sta il vero? Gemelli nel pezzo non lo dice, eppure una spiegazione  di sta cosa, che a prima vista sembra strana, pure c'è. Davanti al TAR non vanno tutti, ma quelli ammessi a presentar ricorsi contro gli atti sono pochi. Intanto è molto dubbio e incerto che possano andarci i consiglieri in quanto tali, quindi per non sbagliare è meglio non provarci. Ci possono andar infatti solo i soggetti che vi abbiamo un "legittimo interesse"; che cosa poi sia questo questo legittimo interesse certo è la legge che lo dice, ma è anche quel giudice chiamato a giudicare che poi  lo verifica e lo conferma o lo smentisce. Orbene sembra poi che le organizzazioni che nei loro scopi statutari hanno un fine comune e generale, abbiano diritto di ricorrere; per questo Italia Nostra ci ha messo la firma del suo Presidente Nazionale; sembra anche qui però e, allora per non finire male, per blindare insomma l'ammissibilità di sto ricorso, ci voleva qualcuno che avesse una proprietà li accanto perché in questo caso non vi sono discussioni. Svelato dunque l'arcano, la ragione vera per cui Vecchi, che ha due stanze, ci ha messo la sua firma; altro che interesse proprio e personale, questo è il cavallo che abbiamo messo oggi nel titolo del post, questo è il cavallo che è servito per entrar nella " Zanetta" e per tentarvi la  conquista. Quanto a Canio se ne faccia ora una ragione e a Lui ci va un consiglio:  prima di indicar di altri gli interessi, pensi allo sconto di un milione e passa euro che Lui sì ha fatto alla " Zanetta".           

 

venerdì 15 novembre 2013

CIAK SI CHIUDE





Proseguiamo e oggi finiamo con la terza e ultima parte del ricorso contro lo stralcio di " Zanetta". Adesso tutto è noto, le carte sono uscite allo scoperto, ora tocca a Canio far la sua nuova di mossa.

 
TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE
DEL PIEMONTE
TORINO
RICORSO ULTIMA PARTE
4) Eccesso di potere per carenza dei presupposti; eccesso di potere per carenza di istruttoria; violazione degli artt. 6 e 12 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152; eccesso di potere per violazione della D.G.R. n. 12-8931 del 9 giugno 2008; eccesso di potere per carenza di motivazione con riferimento all'uso del suolo
L'art. 12 del D.Lgs. 3.4.2006, n. 152, impone ovviamente una particolare attenzione anche riguardo l'utilizzo intensivo del suolo, inteso quale risorsa ambientale non rigenerabile.
Come già detto, l'intervento reso possibile dalla variante parziale strutturale approvata dal Comune amplia notevolmente la superficie utile di pavimento destinata a polo turistico alberghiero, portandola da 10.661 mq a 13.895 mq. per un totale di 43.769 metri cubi di volume.
Non solo, ma come rilevato dall'ARPA e dall'ASL V.C.O. l'ambiente subisce un notevole impatto sotto il profilo atmosferico e acustico, causato dall'incremento di traffico prodotto dall'intervento.
Nessuno di questi fondamentali elementi è stato preso in seria considerazione nel procedimento di verifica preventiva di assoggettabilità alla VAS, in violazione a quanto prescritto dall'art. 12 del D.Lgs. 3.4.2006, n. 152 e dal relativo Allegato 1.
Nella relazione dell'OTC (doc. 3) si cerca di “dribblare” la questione da un lato ipotizzando soluzioni “compositive” (parcheggi inerbiti, autobloccanti...) e dall'altro considerando che l'incremento di s.u.l. provocato dalla variante (3.234 mq) incide percentualmente solo per lo 0,02 % rispetto alla superficie comunale allo stato urbanizzata.
In realtà la valutazione del consumo di suolo non deve essere circoscritta solo ad una analisi generale riferita all'intero territorio, ma deve anche e soprattutto essere contestualizzata nello specifico ambito di riferimento della zona interessata la cui area, per le sue specifiche caratteristiche, ben potrebbe già essere eccessivamente “sfruttata” o, come nel caso specie, presentare caratteristiche di pregio ambientale tutelate.
D'alta parte è ovvio che in comuni come quello di Stresa una valutazione esclusivamente generale ed astratta sarebbe sempre positiva, stante la bassa percentuale di superficie urbanizzata rispetto al totale della superficie comunale.
Ragionando come ha fatto il Comune, nel caso ad esempio di un nuovo intervento urbanistico sulle rive di un torrente quasi integralmente urbanizzate (come a Genova), qualora a livello generale la superficie “cementificata” fosse irrisoria la componente suolo non rischierebbe affatto di essere compromessa. Cosa ad avviso di questa difesa radicalmente assurda.
Il consumo di suolo deve quindi essere visto con particolare riferimento alla specifica zona in cui si inserisce l'intervento, che per di più nel caso di specie è soggetta ai già citati vincoli paesaggistici e storico-artistici e passa da un rapporto di copertura esistente il loco del 14% ad uno previsto del 45% (cfr. doc. 7, pag. 4).
Di più ancora, il suolo che verrebbe a essere consumato con l'attuazione della variante stralcio è un suolo pregiato in quanto ambito di localizzazione dei parchi e delle ville storiche che caratterizzano, storicamente,  la fascia costiera e che l'esistenza di un'ampia letteratura a riguardo testimonia. Il loro sovvertimento, anziché il loro corretto recupero, confligge fortemente con tutte le indicazioni, anche pianificatorie che, invece, debbono ricavarsi dal sistema dei vincoli che intorno ad essi è stato costruito e non a caso.
La variante stralcio, dunque, avrebbe dovuto essere preceduta da VAS e di conseguenza, ancora una volta, sia il provvedimento di verifica del Comune di Stresa, assunto con delibera C.C. 28.12.2012, n. 111, sia l'atto di approvazione della variante di cui alla delibera C.C. 21.08.2013, n. 68, risultano viziati per evidente mancata valutazione dei fatti rilevanti, carenza di istruttoria e di  motivazione.
5) Eccesso di potere per insufficienza e contraddittorietà  nella motivazione giustificativa della procedura stralcio. Violazione di legge per disparità di trattamento. Eccesso di potere per sviamento delle finalità dell'atto 
Lo strumento della variante stralcio si insinua, in maniera inusuale, interrompendo una procedura di revisione più ampia e organica dello strumento urbanistico che soltanto pochi mesi prima aveva preso avvio.
Tale procedura organica era pervenuta alla fase di approvazione del documento programmatico, ottenuta con la deliberazione C.C. n. 115 del 16/11/2011, cui faceva seguito, come da procedura ex art.31/ter della L.R. n. 56/77 e s.m., la  pubblicazione e la raccolta delle osservazioni.
Da allora nessuna attività, nonostante la previsione normativa,  è stata dall'Amministrazione svolta in relazione a tale avviata revisione dello strumento urbanistico. Invece, prendeva avvio, con deliberazione CC n. 28 del 14/05/2012, la variante stralcio.
A sostegno di tale mutato procedere, l'Amministrazione ha addotto una richiesta acceleratoria avanzata dalla proprietà dell'area oggetto della  previsione n. 172 (la SIAV S.r.l.). Tale richiesta si fondava sull'asserita necessità di ottenere, in tempi brevi, l'approvazione della variante poiché il luglio 2014 veniva indicato quale termine ultimo concesso per attuare e completare un programma di investimenti che aveva ottenuto un finanziamento pubblico ai sensi della legge n. 488/1992 (cfr. doc. 2).
Orbene, se questa era la motivazione principe che l'Amministrazione formalmente ha fatto propria per giustificare l'avvio di un percorso accelerato e preferenziale che avrebbe consentito alla SIAV srl di evitare le lungaggini procedurali di una variante di più ampie dimensioni ed andare a risultato, la realtà dei fatti rivela che non vi è relazione di causa effetto tra la necessità di ottenere la variante e l'utilizzo dei benefici economici.
Infatti, il finanziamento è riferito ad un progetto edilizio, certificato con perizia giurata dall'Architetto Fabrizio Naldini di Acqui Terme datata 12/09/2006, conforme ai disposti del piano regolatore vigente nell’anno 2006 (doc. 22).
E' quindi palesemente assurdo motivare la necessità dello stralcio della variante, con la prossima scadenza di finanziamenti pubblici che si riferiscono a progetti che con la medesima variante non saranno più attuabili così come approvati.
Sorge pertanto il legittimo dubbio che lo stralcio sia stato predisposto soprattutto per evitare la sottoposizione alla VAS dell'intervento qui contestato perché la variante strutturale originaria, per le sue dimensioni, avrebbe certamente comportato la necessità della VAS, o quantomeno sarebbe certamente stato più difficile giustificarne l'esclusione.
6) Violazione dell'art. 45 del D.Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42; violazione del D.D.R. 27 dicembre 2010; eccesso di potere per difetto di istruttoria, contraddittorietà e difetto di motivazione; violazione dell'art. 24 delle L.R. 5 dicembre 1977 n. 56
L'art. 45 del D.Lgs. n.42/2004 rubricato “Prescrizioni di tutela indiretta” dispone:
“1. Il Ministero ha facoltà di prescrivere le distanze, le misure e le altre norme dirette ad evitare che sia messa in pericolo l’integrità dei beni culturali immobili, ne sia danneggiata la prospettiva o la luce o ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro.
2. Le prescrizioni di cui al comma 1, adottate e notificate ai sensi degli articoli 46 e 47, sono immediatamente precettive. Gli enti pubblici territoriali interessati recepiscono le prescrizioni medesime nei regolamenti edilizi e negli strumenti urbanistici..
In attuazione di tale norma, la Direzione Regionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha emesso il Decreto del 27 dicembre 2010 a tutela delle ville “Basile San Rizzo” e “Marina o Mona” (doc. 10). In esso sono indicate con precisione le prescrizioni dell'area e tra queste:
“che non vengano poste in essere nuove edificazioni tali da recare pregiudizio, per dislocazione e volume edilizio, dimensionamento, profilo e altezza alle prospettive, alle visuali ed al godimento dei due edifici sottoposti a tutela, rispettandone la scala edilizia ed il particolare rapporto con il contesto esterno;” (prescrizione n. 2).
Orbene, al di là dell'apparente recepimento del vincolo, basta un semplice confronto tra la situazione attuale (tutelata) e gli indici, le dimensioni e la localizzazione della nuova edificazione prevista, per constatare che con la variante approvata dal Comune tale prescrizione viene apertamente violata.
Allo stato le due ville tutelate hanno un indice di copertura dell'area pari al 14% mentre con la variante questa viene portata al 45% (cfr osservazioni ARPA doc. 7 pag 4 e scheda di intervento della variante).
La superficie utile di pavimento dalle poche centinaia di metri quadri delle ville passa a ben 13.895 mq..
Il volume delle due ville tutelate è modesto (cfr. prescrizione n. 3 del Decreto cit.), pari a circa 4.000 mc. mentre quello previsto è di 43.769 mc., ben 10 volte di più.
L'altezza massima consentita è di 22 metri (cfr. scheda di intervento) mentre le ville sono alte al massimo una decina di metri.
Il tutto concentrato nell'area vincolata a ridosso delle ville tutelate e compreso in un raggio di soli 120 metri circa (cfr. pag. 2 osservazioni ARPA 21 giugno 2012, doc. 8).
La previsione è pertanto in evidente contrasto con le prescrizioni del Decreto 27 dicembre 2010, atte a contenere fortemente nuove edificazioni: invece di recepirle con rigore ai sensi dell'art. 45 D.Lgs. 42/2004 le trasgredisce, consentendo la realizzazione nel parco delle ville di un intervento di grandissime dimensioni che altera profilo, altezza delle prospettive, scala edilizia e visuali dei due edifici sottoposti a tutela.
Ciò che viola anche l'art. 24 delle L.R. 5 dicembre 1977 n. 56, il cui comma terzo prescrive che “Negli ambiti individuati ai sensi dei precedenti commi [ossia le zone individuate dal PRG ove sorgono beni e culturali da salvaguardare, n.d.r.] è fatto divieto di modificare, di norma, i caratteri paesaggistici della trama viaria ed edilizia ed i manufatti, anche isolati, che costituiscono testimonianza storica, culturale e tradizionale.”.
E si tenga nuovamente presente che l'aumento della s.u.l.. e quindi del volume, come si ricava espressamente dagli atti della variante e dal parere regionale del 22-23 luglio 2013 (doc. 18), è stato motivato proprio dal fatto che “Villa Marina” e “Villa Basile di San Rizzo” sono state vincolate dalla Soprintendenza e dunque non era più possibile il recupero dei loro volumi tramite demolizione. Per assurdo, pertanto, l'imposizione del vincolo, invece di contenere l'edificazione, è stato sfruttata per aumentare le cubature realizzabili nel medesimo contesto tutelato!
Anche per queste ragioni, pertanto, la variante impugnata deve essere annullata.
Per le esposte ragioni si insiste per l’accoglimento del ricorso. Con il favore delle spese e degli onorari di giudizio.
Si dichiara che la causa ha valore indeterminato e quindi soggetta al contributo di Euro 650 ai sensi dell'art. 13, comma 1, del D.P.R. 30 maggio 2002 e si depositerà ricevuta.
Casale Monferrato-Torino, 11 novembre 2013

giovedì 14 novembre 2013

AZIONE II SI GIRA




Dopo che sulla pagina di ieri abbiamo iniziato a pubblicare il ricorso contro lo stralcio di " Zanetta", oggi continuiamo e domanI poi finiamo.


TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE
DEL PIEMONTE
TORINO
RICORSO II PARTE  
2) Eccesso di potere per carenza dei presupposti; eccesso di potere per carenza di istruttoria; violazione degli artt. 6 e 12 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152; eccesso di potere per violazione della D.G.R. n. 12-8931 del 9 giugno 2008; eccesso di potere per carenza di motivazione con riferimento all'impatto ambientale in relazione ai vincoli di carattere ambientale e storico-artistico
I provvedimenti impugnati sono illegittimi sotto un ulteriore profilo.
È noto che la Valutazione Ambientale Strategica deve essere effettuata quando piani e programmi possano produrre“impatti significativi sull'ambiente” (artt. 6 e 12 D.Lgs. n. 152/2006). Ed è altrettanto noto che nel concetto di ambiente è compreso anche il patrimonio culturale (cfr. art. 6 D.Lgs. n. 152/2006).
Tali norme sono da ascrivere al novero delle norme precauzionali, ispirate al fondamentale principio di precauzione che ormai permea anche le nostre disposizioni in materia ambientale (TAR Piemonte, Sez. I, 17 giugno 2011 n. 657).
Nonostante l'intervento programmato insista su di un area soggetta ai numerosi vincoli paesaggistici e storico-artistico sopra visti e abbia una entità considerevole (13.895 mq. di s.u.l. per un totale di 43.769 metri cubi che si aggiungeranno all'esistente, doc. 7), i provvedimenti impugnati ed in particolare gli atti istruttori della verifica di assoggettabilità alla VAS (v. relazioni dell'OTC cit.) non spendono una parola per escludere eventuali “impatti significativi sull'ambiente”. Ed è significativo che il concetto di “impatto significativo”, che è quello prescritto della legge, non siano mai usato in nessun atto istruttorio.
Solo l'assenza di importanti conseguenze sul patrimonio ambientale, paesaggistico e storico-artistico ed una idonea motivazione in merito avrebbero consentito di evitare la VAS.
L'Amministrazione Comunale avrebbe dovuto spiegare come è possibile che un intervento delle dimensioni previste (13.895 mq. di s.u.l. per un totale di 43.769 metri cubi di nuovo volume) non crei, anche solo potenzialmente, impatti ambientali significativi su un'area così fortemente vincolata e quindi tutelata come quella su cui andrà ad insistere.
Va sottolineato in merito che il D.D.R. 27 dicembre 2010 che sottopone a tutela indiretta l'area circostante le due ville vincolate, detta come prescrizione “che non vengano poste in essere nuove edificazioni tali da recare pregiudizio, per dislocazione e volume edilizio, dimensionamento, profilo e altezza alle prospettive, alle visuali ed al godimento dei due edifici sottoposti a tutela, rispettandone la scala edilizia ed il particolare rapporto con il contesto esterno;” (doc. 10).
Possibile che la nuova struttura alberghiera, anche solo potenzialmente, non provochi nessun impatto significativo meritevole della più attenta valutazione ambientale prevista nella VAS?
3) Eccesso di potere per carenza dei presupposti; eccesso di potere per carenza di istruttoria; violazione degli artt. 6 e 12 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152; eccesso di potere per violazione della D.G.R. n. 12-8931 del 9 giugno 2008; eccesso di potere per carenza di motivazione, contraddittorietà manifesta, irragionevolezza ed illogicità con riferimento all'impatto ambientale
La Valutazione Ambientale Strategica deve essere effettuata quando piani e programmi possano produrre“impatti significativi sull'ambiente”, nell'ampia accezione sopra vista (artt. 6 e 12 D.Lgs. n. 152/2006).
Dagli atti istruttori emerge che in diverse occasioni le amministrazioni intervenute, Comune compreso, si sono rese conto delle numerose possibili e gravi conseguenze negative sull'ambiente della variante.
Ad esempio nel Contributo dell'Organo Tecnico Regionale di VAS del 15 novembre 2012 (doc. 15) si legge:
“Le previsioni della Variante relative al nuovo polo turistico-ricettivo, dal punto di vista ambientale, hanno notevoli ripercussioni sulle principali componenti ambientali e con riferimento alla tipologia delle azioni previste si ritiene che i principali effetti derivanti sono praticamente riconducibili a pressioni antropiche e alle attività connesse agli usi degli edifici turistico-ricettivo (residenziale) delle strutture previste e come di seguito descritto:
- aumento dei volumi e dei consumi idrici;
- aumento dei volumi reflui;
- aumento delle acque meteoriche; consumo energetico per gli impianti tecnologici installati;
- aumento della produzione di rifiuti urbani;
- aumento del traffico veicola re e dell'inquinamento atmosferico.” (pag. 6 e 7).
“Nell'area S1 [ossia l'area oggetto della variante, n.d.r.]...sono presenti ville storiche.... Il particolare pregio di tale area è quella di fornire una percezione unitaria di ambito, che si è conservato negli anni, ed è caratterizzato dal rapporto tra le ville, il giardino, gli spazi liberi e quelli edificati esistenti, che bilanciano il rapporto del vuoto sul pieno.” (pag. 10);
“Gli effetti di carattere ambientale sono particolarmente riferibili alla modifica della percezione visiva del contesto del lago. In tal senso sarà opportuna l'attenta analisi dei luoghi d'intervento e studi appropriati con fotosimulazioni e rendering...” (pag. 11);
Si suggerisce che gli interventi proposti siano indirizzati verso uno sviluppo rispettoso del contesto paesaggistico esistente, con soluzioni progettuali che tengano conto del linguaggio architettonico armonizzato con il contesto attualmente esistente...” (pag. 11);
“Considerato il particolare contesto paesaggistico, costituito da un insieme di componenti che sfruttano il paesaggio anche urbano e che lo rendono identificabile, conferendogli qualità, è necessario porre particolare attenzione alle misure da osservarsi:
- nella progettazione e costruzione degli edifici, in relazione all'altezza e alla loro sagoma;
- nella conservazione e valorizzazione degli scorci panoramici, assicurando le quinte visive sul lungo lago;
- nel definire opportune misure per favorire la mitigazione dei fattori di criticità.” (pag. 11).
E subito dopo, per tali ragioni, si suggerisce che il progetto edilizio debba poi essere corredato da uno studio si inserimento paesaggistico-ambientale (pag. 12).
Nel parere dell'Organo Tecnico Comunale di VAS del 10 dicembre 2012 (doc. 3), le paragrafo “COMPONENTE PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE” si legge:
“L'intervento S1, (intervento più critico sia per l'aspetto percettivo sia per il valore culturale che alcune delle ville, oggetto dell'intervento hanno nel contesto del paesaggio del lungo lago), produrrà un alterazione sia visiva sia percettiva del lungolago. Sarebbe necessario ed auspicabile, che nella fase successiva al grado urbanistico, si facesse una attenta analisi dell'aspetto percettivo.”
“Le ville inserite nell'area di intervento S1 sono un patrimonio da salvaguardare, specie nel loro rapporto con gli spazi aperti antistanti.”
Nelle osservazioni ARPA, che ritiene necessaria la VAS, del 21 giugno 2012 (doc. 8), a pag. 4, si elencano le principali problematiche ambientali: consumo del suolo, alterazione contesto paesaggistico e degli ambienti naturaliformi corrispondenti al parco delle ville tutelate, variazioni del clima atmosferico e acustico.
E si rileva altresì una grave carenza istruttoria, a cui il comune non ha mai posto rimedio perché ribadita anche successivamente per ben due volte (cfr. doc. 5 e 7, pag. 5, 6, 9 e 10), poiché “Nella documentazione ambientale le problematiche sopra riportate non sono trattate o, se lo sono, lo sono in modo generico e non circostanziato.”.
E ancora l'ARPA, il 12 settembre 2012, dopo aver descritto e valutato negativamente gli impatti ambientali conseguenti alla variante (cfr. pag. 6, 7 e 8 cui per brevità si rimanda), conclude “che senza un'adeguata progettazione (anche urbanistica) ed un probabile ridimensionamento dei volumi, l'attuazione della variante in istruttoria potrebbe portare alla compromissione paesaggistica dell'unico tratto di lungolago, in Comune di Stresa, non ancora occupato da strutture alberghiere, interrompendo di fatto il paesaggio delle ville...” (pag. 9).
Anche l'A.S.L. V.C.O., nella nota 11 settembre 2012 (doc. 9), ha sollevato gravi difetti istruttori e valutativi: “...nel DTP [documento tecnico preliminare, n.d.r.] non si rinviene neppure un accenni agli eventuali impatti ambientali di carattere sommatorio o modulativo o eventualmente di compensazione-mitigazione, derivanti dall'esecuzione dei due blocchi di interventi programmatori. Tali valutazioni ambientali sarebbero quantomai auspicabili nel contesto di procedure di adeguati piani urbanistici”; e ancora, richiamando le principali criticità già segnalate ed i loro impatti sulle componenti antropiche: “il documento prodotto [il DTP, n.d.r.] risulta decisamente carente delle necessarie valutazioni (in particolar modo poi nulla viene menzionato in merito alla salvaguardia della salute umana). Nulla di fatto viene detto sui possibili scenari configurabili tanto a livello della zona del singolo intervento quanto su quelli determinabili dalla sommatoria di tutti e tre.”
Tuttavia, il Comune (così come la Regione) non ha tratto la logica conseguenza dalle affermazioni e valutazioni compiute dalle amministrazioni intervenute ed in particolare di quelle istituzionalmente preposte alla tutela dell'ambiente, del paesaggio e del patrimonio culturale e della salute (ARPA, Soprintendenza e ASL), ossia la chiara ed evidente necessità di sottoporre la variante alla Valutazione Ambientale Strategica.
È infatti del tutto irragionevole e contraddittorio da lato affermare che l'intervento potrebbe avere “notevoli ripercussioni sulle principali componenti ambientali” e poi non sottoporlo ad una più attenta e specifica valutazione in merito.
D'altra parte basta osservare le fotografie dei luoghi prodotte per accorgersi della bellezza e del grande pregio dell'area, e quindi della necessità di una attenta valutazione di un progetto di intensa urbanizzazione come quello programmato.
Senza contare che l'ARPA e ASL, come visto, hanno più volte manifestato carenze documentali e carenze valutative.
I provvedimenti impugnati sono quindi viziati per contraddittorietà, irragionevolezza ed illogicità manifesta.