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lunedì 30 dicembre 2013

L'INCOMPIUTA


Sta volta sarebbe, forse, quella giusta, così almeno sembrerebbe perché, dopo un'attesa durata solo un decennio, se è vero quello che Luca Gemelli ha raccontato, tempo soltanto un po' di giorni e l'opera più attesa, l'incompiuta, dovrebbe riprendere il cammino. Noi ci facciamo tutti gli scongiuri perché il cammino prosegua sino in fondo e non si fermi. Vedremo dunque se, per caso, non salta fuori la necessità che occorra fare una qualche bonifica bellica o se a qualcun'altro non venga in mente che occorra una verifica archeologica o anche soltanto quella sismica. Comunque per ora tutto è a posto e grazie alla generosità di quest'impresa che in due anni farà i lavori e in sei, buono per lei, si prenderà poi i soldi, il nuovo governo che uscirà dalle urne nell'anno due volte mille e 15, avrà la fortuna di tagliare il nastro inaugurale dopo un'attesa che dir che è stata lunga è dire poco. Intanto l'impresa che aveva abbandonato si è presa, giustamente, l'indennità di buona uscita e altri 50 mila in euro sono volati via quasi per nulla. Un gran successo dunque e il traguardo del porto si avvicina, così almeno questo sarà il tema di fondo che Canio e il suo governo lanceranno col nuovo anno a tutto il loro popolo elettore. La video conferenza sarà già belle che pronta e ai primi di gennaio, attraverso la rete, entrerà nelle famiglie annunciando l'evento atteso da ormai solo due secoli. Grande successo dunque si profila all'orizzonte e forse l'intero anno, ormai alle porte, sarà tutto impegnato in gran festeggiamenti. Che questo fatto, ove sarà poi anche confermato, sia anche un bene è fuori dubbio, anzi non c'è proprio nessun dubbio, così come non c'è alcun dubbio che l'opera incompiuta è un grande scandalo. Canio e il suo governo anziché, come promisero, cercare di chi era la colpa del disastro, aggiunsero soltanto nuove colpe ad altre vecchie colpe per poi nasconderle insieme tutte quante dentro quel mare di soldi senza fine. Le carte parlano, e noi che le abbiam lette, come sapete, ne abbiamo fatto oggetto di un dettagliato esposto che è stato inviato alla Procura della Corte. Morale dunque è questa: facciamo gli scongiuri perché l'opera incompiuta sia compiuta, ma chi ha sbagliato, per favore, adesso paghi.                                

sabato 28 dicembre 2013

CONSIGLIO SENZA CANIO


S'inizia dunque alle ventuno senza Canio; dirige infatti il Vice delegato che nell'occasione è il Presidente del consesso. Tredici presenti e quattro quelli assenti, tra i quali c'è pure appunto il nostro Canio; questo è il quadro che l'ultima assemblea di fine anno ci presenta. Inizia pertanto sto Consiglio con l'argomento in primo piano che, ancora un'altra volta, è Stresa Servizi. L'adempimento l'impone un'altra legge pena, a fine anno, la morte societaria. Dunque ci sta negli atti una assai lunga relazione che spiega perché e percome la Società Stresa Servizi sarebbe in linea con tutti i principi del diritto comunitario e quindi, con solo qualche aggiustamento statutario, può continuare. Si registrerà, da lì a poco, l'Aventino del gruppo della Lega che quando si andrà al voto si siederà tra il pubblico in segno del suo dissenso di principio. Per l'altro gruppo è poi Piervalle che fa una breve storia delle leggi che hanno tentato, senza mai riuscirvi, di riformare i servizi pubblici locali e poi si chiede cos'è che mai più serve tenersi una struttura societaria che, sempre di meno, per volontà di legge, sembra essere tale. Non ha più l'autonomia, non ha avuto mai la concorrenza, non ha più la libertà di fare e di disfare, ma è vincolata, per tante cose, al patto e dunque ? Dunque ormai ha solo un vincolo che è quello di bilancio, quello di non chiudere in rosso e dunque….., dunque è proprio questo il vincolo che impedisce di usar in altro modo  le risorse che dispone. Segue pertanto l'invito, rivolto a maggioranza, di ricercar nuove modalità con cui gestir questi servizi, innescando percorsi più virtuosi e più fruttuosi con cui mettere in gioco le risorse per attrarre investimenti privati sui servizi. La maggioranza ascolta e prende atto. C'è in discussione la riforma poi della rateazione della riscossione delle entrate. Matteo, detto Diverio, vorrebbe la facoltà estesa a tutti quanti. La maggioranza insiste, invece, che sia concessa soltanto a chi dimostra il suo bisogno e così approva. Arriva in aula il nuovo testo che regola le spese economali. Il testo non è male, ma il gruppo "Insieme" vuole che sia tolta, in capo al Sindaco, la nomina dell'economo o che, in alternativa, sia indicata la fonte di legge di questo, presunto, potere, sindacale, La maggioranza accoglie e emenda il testo che si approva. Iniziata dunque la serata senza scosse, essa procede senza litigi e senza mai quasi polemiche. L'assenza in aula di Di Milia pesa eccome; la maggioranza è come sciolta, parlano persino i delegati, un primo emendamento è stato accolto, ma poi sarà tutta una serie che da lì soltanto a poco sarà accolta.  Dunque si procede e sono gli asili che, per ben sei volte, andranno al voto. Al primo punto c'è la modifica di un paio di articoli che normano il nido di Baveno e questo è ok; poi sono ben tre, tutte quante uguali e in serie, le convenzioni con le tre scuole d'infanzia e così pure per ben tre volte l'emendamento posto in aula da Piervalle viene accolto. Segue la convenzione per la sezione " primavera" dell'Ostini. Qui le richieste di emendamenti sono un poco più corpose tanto da provocar anche il dissenso dell'ultimo entrato in maggioranza. L'emendamento sarà, invece, accolto, mentre il dissidente esce dall'aula per non mostrar voto contrario. L'ultimo dunque è l'accordo con Baveno per rinnovar ancora un po' di anni l'intesa per l'uso del suo nido. Costa una sberla;  per sette bambini fan euro 71.995,00 l'anno che caccia  l'Ente e poi ci son le rette pagate dagli utenti che sono, in euro, quasi altri 27.000,00. A metterci a ciascuno una badante costa meno. Si arriva dunque ormai verso la fine, c'è ancor di mezzo un'altra convenzione che è quella con la società sportiva calcio. La convenzione è fatta un poco ad arte; dice che la Società paga le spese generali, poi le stesse spese si scopre che è l'Ente che le paga. Qualche emendamentino comunque anche qui passa; c'è un altro rinnovo di occupazione del demanio che dopo i chiarimenti, passa anche lui e infine si rinnova, in attesa del nuovo sportello, quello unico esistente tra i sei comuni già associati. Son le 22 e forse manco 30, senza inutili contrasti e senza Canio, si finisce; auguri e fine d'anno.                                           

 

venerdì 27 dicembre 2013

SOGLIA 5000


Si ricomincia dunque, come pur già lo sapete, oggi ventisette venerdì,o forse meglio è dir che si finisce l'anno questa sera alle vent1. Intanto cala ancora il popolo elettore residente; da qui ad aprile le operazioni di revisione sarann tutte finite e i ben che furon sopra 5 mila residenti saranno allora ben sotto, invece, i 5 mila. Erano fantasmi dunque come giusto intitolammo e ne facemmo oggetto d'interpello. Quel che mancò di fare Canio Di Mila, ufficiale anagrafico di Stato, l'ha fatto, invece, il censimento che di quei tre, quattro o cinquecento residenti non rintracciò neppure un'ombra. La cosa passerebbe indifferente se non che dietro quei numeri fasulli la cittadella ci ha solo perso soldi e investimenti. Ci ha perso intanto soldi perché molte famiglie, per un po' d'anni, tennero qui una residenza e una pure altrove così che l'ICI, grazie alle detrazioni per prima casa, la pagavano meno qui e pure meno, appunto, altrove. Poi ci fu sto patto per la stabilità che, ma guarda com' è il caso, perché da un anno in poi si incominciò ad applicare anche ai comuni sopra i 5 mila. Morale, lo sapete, da quell'anno gli investimenti ebbero un collasso, tanto da diventar, per anni, quasi circa pari a sotto zero. Intanto qualcuno però ci guadagnava. A guadagnarci infatti era, guardate ancora un po' com'è maldestro il caso, proprio l'Ufficiale d'anagrafe in persona. D'accordo non era proprio lui da solo a guadagnarci, c'erano anche quelli che componevano il suo governo cittadino e, più di altri, proprio anche il suo nominato vice delegato. La cifra precisa, precisa non la so, ma mille euro più o mille euro meno, erano circa 50 mila gli euro che, anno per anno, uscivano dal bilancio e finivano in tasca ai governanti. Saranno andati persi, che dico, finiti nelle tasche del governo dai 2 è 150, ai 3cento mila euro; roba da nulla. Comunque sia li han presi e adesso li hanno pure spesi, per cui non se ne parla ormai già più. Certo che se Canio, ufficiale d'anagrafe per conto del governo, avesse ordinato, a tempo e luogo debito, di rintracciare quei fantasmi, non è che dico che tutto era risolto, però intanto qualcosa in più, magari, combinava. Invece è andata differente e anche con l'anno che si chiude, come già altrove lo spiegammo, pur essendo più che certo che i 5 mila residenti non ci sono, hanno tenuto quei 50 e mila euro a lor disposizione, nell'eventualità, non si sa mai, che saltino fuori a mezzanotte dell'ultimo dell'anno.Buon anno, dunque, a Canio e a tutto il suo governo.           

 

lunedì 23 dicembre 2013

CONSIGLIO DELLA CORONA


Consiglio dunque per le feste il ventisette. Come è suo solito, per non smentire un po' la fama e un po' la tradizione, anche nell'anno in corso che si chiude, Canio ci vuole tutti a lui vicini per farci gli auguri a fine anno e così il  giorno venerdì venti7 del mese che si chiude, è convocata  l'assemblea plenaria alle venti e1. Tredici i punti son quelli previsti e questa volta son tutti della sola maggioranza. Comunque d'urgente non c'è niente, così almeno a noi ci pare; son tutti punti che non cambian proprio quasi nulla; i più son solo repliche di accordi e convenzioni già presenti che vanno ora a scadenza e quindi, in santa pace,  si rinnovano; sì magari ci sarà pure un qualche ritocchino, ma è tutto lì. Serata molto calma dunque, serata magari anche noiosa, assai formale che non lascerà traccia negli annali di consiglio di fine anno duemila ed anche già 13. Alcuni poi son sole fotocopie che fatto il primo punto son fatti tutti gli altri. Comunque, è tradizione, Canio ci vuole a lui vicini in quello che sarà il penultimo fine d'anno sul soglio del primato cittadino e visto che non c'è molto in discussione, potrebbe imbastire un bel suo discorsetto rivolto all'assemblea già convocata  e al popolo elettore riunito, magari, davanti ai mini schermi dei  p.c.; poi da gran signore annunciare agli eletti ed elettori un atto straordinario di clemenza, concedendo a tutti i componenti del consiglio colpiti dall'accusa di sua lesa maestà la grazia del sovrano.

                    

venerdì 20 dicembre 2013

CONSIGLIO DI NATALE







CITTA’ DI STRESA

 
 

 Oggetto: Convocazione straordinaria del Consiglio Comunale.


IL SINDACO DISPONE di convocare il CONSIGLIO COMUNALE

· In sessione straordinaria – seduta di I° convocazione per il giorno

venerdì 27 dicembre 2013, ore 21.00

presso Palazzina Liberty (ex-asilo via De Amicis)


Per deliberare il seguente
 

ORDINE DEL GIORNO
 

Seduta pubblica.

1. Lettura e approvazione verbali sedute precedenti.

2. Società Stresa Servizi S.r.l. – Verifica ai sensi dell’ articolo 34 commi 21-21 D.L. 179/2012 e conseguenti modifiche allo statuto della società.

3. Esame ed approvazione modifica ed integrazione Regolamento Comunale sulle entrate.

4. Esame ed approvazione Regolamento Comunale per il servizio economato e di cassa.
 


5. Esam
e ed approvazione modifica Regolamento Comunale per il funzionamento dell’ Asilo Nido gestito in convenzione con il Comune di Baveno.

6. L.R. 28/2007 - Esame ed approvazione convenzione tra il Comune di Stresa e l’ Asilo Infantile M. Ostini di Stresa.

7. L.R. 28/2007 - Esame ed approvazione convenzione tra il Comune di Stresa e l’ Asilo Infantile c. Bassetti di Carciano di Stresa.

8. L.R. 28/2007 - Esame ed approvazione convenzione tra il Comune di Stresa e l’ Asilo Infantile di Magognino.

9. Esame ed approvazione convenzione tra il Comune di Stresa e l’ Asilo Infantile M. Ostini di Stresa per il funzionamento della sezione "Primavera".

10. Esame ed approvazione convenzione tra i Comuni di Stresa e Baveno per gestione associata dell’ Asilo Nido.

11. Esame ed approvazione convenzione tra il Comune di Stresa e la S.S.D. Stresa Sportiva per la gestione del campo sportivo comunale L. Forlano (2014/2016)

12. Rinnovo concessione di occupazione suolo pubblico demaniale stradale destinata a pensilina Bar Ristorante Magnolia in frazione Isola Bella.

13. Esame ed approvazione convenzione tra i Comuni di Stresa, Baveno, Belgirate, Brovello Carpugnino, Gignese e Oggebbio per gestione associata del S.U.A.P. (Sportello Unico Attività Produttive), periodo 2014/2016.

IL SINDACO

(avv. Canio Di Milia)

giovedì 19 dicembre 2013

ARRAMPICARSI SUI VETRI


ll tema era certo di quelli molto delicati, fors' anche un poco fragile, comunque trasparente e dopo anni che è in corso la sua realizzazione ecco che, alla vigilia della sua inaugurazione, si scopre che i suoi vetri sono a specchio, così che disturbano la vista a chi è intento anche  alla guida. Perfino politici arrivati al soglio deputato e altri ancora candidati s' interrogano dunque ora del  problema. Questione perciò ormai di rango un po'  parlamentare tanto da sollevare un caso nazionale.  Credo che ormai si sia capito che l'oggetto del racconto sia quel coso, come fosse una sorte di moderno Colosseo, tirato su per ospitare la Questura di Verbania. Or dunque questo sarebbe invece il vero dei problemi, la Questura, non certo i vetri a specchio cui basta metterci davanti na quinta tutta di un bel verde ed è risolto. Eppure come se questa Provincia non fosse ormai già morta di crisi sua finanziaria; come se tra i tanti programmi, giurati e spergiurati, non ci fosse la chiusura "prossima imminente" dell'Ente intermedio di governo; come se la sua chiusura non trascinasse insieme quello delle tanti sedi di Stato periferiche, e poi ancora come se non ci avessero contato, 1000 e ancor 1000 più volte, che si taglia la spesa o qui si muore;  ebbene il Deputato Borghi si arrampica un poco ancora su quegli stessi specchi ed anziché chiedersi che fare, ormai,  di quel moderno Colosseo in scala un po' ridotta che adorna un Capoluogo a rischio prossimo venturo di esser declassato a cittadina, si occupa dei vetri e dei riflessi. Per carità, ognuno qui può fa quello che poi  vuole, ma se la città ci dicono che brucia, forse la discussione sul tema era superflua e forse chiedersi che fare di quel coso e non solo dei vetri e degli specchi, era il problema.                       

mercoledì 18 dicembre 2013

MILIASET


Quattro minuti e un poco di secondi, questa è stata la durata dell'ultimo video, trasmesso in registrata, che il nostro Alcade ha diramato al popolo in ascolto. Tema del giorno: il Mottarone. Ebbene, Canio è stato bravo a raccontarci che cosa ha fatto, manovrando da Palazzo, per salvare la stagione invernale minacciata e, in conclusione, ha dimostrato che grazie all'operazione compiuta all'ultimo minuto, a lui va tutto il merito e l'onore del salvataggio messo in atto. E' stata brava la regia a inquadrare il suo discorso; filava via coerente, rassicurante ed eloquente, illustrava tutte le mosse da lui fatte, le azioni svolte, le mediazioni anche cercate, i tentativi poi anche riusciti; insomma da attore consumato bucava il video con la sua aria da ragazzo sempre un po' innocente e alla fine ci diceva che null'altro poi è stato da lui fatto se non il suo dovere, cioè dare attuazione ad una legge, così che economia e turismo sono ormai belle salvati. Sì, è stato molto bravo il nostro Canio, ci ha dato una versione dei fatti capitati dove gli errori, i gravi sbagli, la colpa grave che nella vicenda son stati consumati, di tutto questo si è ben guardato di fare cenno e, tanto meno, di far pubblica ammenda.  Insomma, non è la prima volta, sto Canio prende per fessi tutti quanti e dei suoi errori spariscono le tracce, riuscendo a trasformali in meriti e vantaggi. Orbene, dobbiamo riconoscergli che se di taluno della verità dei fatti non fossimo messi a parte, sentito il suo discorso,sarebbe assai difficile non condividerne il senso e il contenuto, perché come è stato così anche bravo a dir cos'è che ha fatto, così è stato anche più bravo a non dire cos'è che non ha fatto, o meglio che ha mal fatto. Già ne parlammo altrove e, forse, non è il caso di ritornare nel dettaglio, ma almeno dir: scusate, di errori ne abbiamo fatti così tanti che, se non avessimo un poco, ma solo un poco rimediato all'ultimo utile secondo, la colpa del fallimento della prossima stagione sarebbe stata nostra e solo nostra. Sta volta, comunque dobbiamo dargli atto che di balle non ne ha dette, ha solo palesemente nascosto tutto il resto. E' un gran bravo ragazzo, ma è sempre in double face; ne sappiamo noi qualcosa che abbiam da fronteggiar le sue querele per sempre presunta lesa sua maestà. Anche in quei casi non lesina di scrivere di balle spudorate, così fa colpo davanti ad un P.M.. Ne cito due, per caso: scrive che sono 25 milioni in euro i contributi pubblici europei  per la " Zanetta" . In verità son cinque e sono nazionali, ma fa colpo. Poi dice che  son da 3 a 4 milioni, sempre in euro, gli oneri perequativi che porta in cassa lo stralcio di " Zanetta" , in verità son solo  280 mila in euro e manco è detto che vanno tutti in cassa , ma fa colpo.     

martedì 17 dicembre 2013

IL BOLLETTINO




Ne avevamo fatto un cenno tempo fa, poi la cosa è andata un po' più lunga di quanto era il previsto, ma adesso è fatta e siamo in fondo. La redazione ha fatto gli ultimi ritocchi; riguardano soltanto la grafica e il formato, ma i testi con le foto sono pronti. Dieci facciate formato quotidiano, un po' di foto di qua e un po' di foto anche di là; di articoli da leggere ce n'è una buona quantità; di approfondimenti, per chi abbia la voglia, ne abbiamo messi almeno un paio; l'attività del gruppo in questi anni e il suo lavoro è ricordata e c'è la carrellata nel finale e c'è un inserto per un confronto amaro tra la Stresa del presente e il suo passato. Sarà dopo le feste o meglio, forse, arriverà già durante queste feste, casa per casa, il suo costo è pari zero//00. Così anche la promessa è mantenuta, fornendo a tutto il popolo elettore la visione nostra, a tre 100 e  60 gradi, delle cose che riguardano il governo cittadino. Nessuna propaganda sarà sopra le righe, non ci sarà neppure la notizia che fa scandalo in prima e in evidenza più di altre; noi racconteremo un po' tutti sti fatti del Palazzo soltanto come sono capitati e avrà il lettore modo di tirar lui le amare conclusioni. Neppure daremo a Canio l'esca per un'ennesima querela; sta volta sarà anche difficile trovar spesso citato proprio il suo stesso nome proprio ed il cognome.Testi puliti dunque, a prova di querela per diffamazione a mezzo stampa, che vista la facilità con cui l'Alcade si diletta a prender di mira i banchi destinati a far un poco di controllo, lasceranno sta volta senz'armi e indifeso il nobile sovrano. Pazienza dunque ancora un po' solo di giorni e poi tocca a voi dare il giudizio. Silenzio invece sul fronte informativo di governo. Non uscirà prima del nuovo anno quel bollettino che invece pur pagate e che nei suoi due numeri già usciti non è che ha detto molto o fatto informazione. Quando uscirà ? Di certo a noi non hanno ancora chiesto di inserire il nostro testo, quindi al momento non si sa e poi che cosa mai il governo ha di nuovo da raccontar al popolo che lo ha eletto, non si sa.                 

lunedì 16 dicembre 2013

DELITTO E CASTIGO


Nell'ultimo Consiglio Canio incaricò l'ultimo imbarcato di interrogar lo stesso Canio circa l'ineleggibilità presunta che fosse mai sopravvenuta di Vecchi riguardo al fatto che aveva sottoscritto il ricorso, avanti il TAR, avverso lo stralcio di " Zanetta"; inoltre sempre Canio pregò quel Consigliere di interrogarlo pure intorno al fatto che, il già citato Vecchi, avesse partecipato o meno all'esame del solito argomento ed al suo voto. Non ebbe dunque Canio miglior occasione per dare una pubblica risposta. Quasi facendo anche un po' il sorpreso, Canio ebbe a confermare che sì quel Vecchi aveva firmato quel ricorso e che ora era aperto dunque anche l'esame se, come e quando non fosse il caso di contestargli l'ineleggibilità sopravvenuta. Si aspettan pertanto le nuove mosse di Canio e la sua squadra che, se son vere le parole pronunciate, non si tarderà a veder il primo effetto esser compiuto, portando in aula la contestazione a Vecchi dello stato in cui ora si trova. La mossa comunque era prevista, non prende Vecchi alla sprovvista e quando e se la cosa andrà in Consiglio, allora si vedrà quale sarà la linea da osservare. Altro discorso invece sull'altro punto oggetto di domanda, cioè se avesse mai sto Vecchi partecipato all'esame ed al voto sempre intorno al caso "stralcio". Sul punto Canio confermò certo sto fatto, ma poi vi aggiunse anche dell'altro, cioè che per il sol fatto di essersi Vecchi seduto nel suo banco del Consiglio, aver parlato e espresso un voto avverso al noto stralcio, lui, sempre sto Canio, era in dovere di segnalare, e dai ci siamo, il fatto alla Procura perché era padrone di due stanze di una casa lì vicino. Insomma per farla molto breve, Canio ravvisò pure il reato d'abuso d'atti in capo a Vecchi perché, lo dice lui proprio sto Canio, avendo un interesse, avrebbe preso parte a decisione. Il caso è interessante perché fa il paio, possiamo dirlo, quando noi dicemmo che, facendo il noto stralcio c'era, magari, anche l'abuso in atti dell'ufficio. Per tali affermazioni, da Canio son stati querelati 5 consiglieri per diffamazione, un altro consiglier due volte per anco diffamazione a mezzo stampa e sempre per tutti è stata fatta  una segnalazione alla Procura per calunnia. Ora ci siamo, il gioco delle parti si ripete, Canio pubblicamente accusa un consigliere d' ipotesi reato e, se tanto mi da tanto, quel Consiglier dovrebbe ora querelar Canio, così siam giusto pari. Però qui si deve aggiungere un fatto assai importante che mentre quando noi dicemmo a Canio : " stai ben attento,che forse poi è reato", noi lo facemmo con tali e tante argomentazioni che ritener aver agito senza criterio, è dura sostenerlo. Canio invece  non ha per nulla approfondito l'argomento; ha invece confuso l'interesse, specifico e concreto, di cui parla la norma che obbliga il consigliere all'astensione con l'altro per cui si fa ricorso che è il solo legittimo interesse. Sulla questione c'è già la Cassazione che si è pronunciata in merito e non c'è dubbio; Vecchi poteva e quindi anche doveva partecipar all'esame e al voto intorno a quello stralcio, non era in ballo il suo specifico interesse che non c'era, come non dunque c'è del reato, da Canio già annunciato, manco l'ombra, e a questo punto quindi Canio ha diffamato ?                  

venerdì 13 dicembre 2013

PROFONDO ROSSO



E' in rosso il consuntivo di questo primo anno di funzionamento della vasca per il bagno, è in rosso innanzitutto per l'Ente comunale. Ventiseimila e 400 euro era la cifra del canone per anno che era uscita da quella gara aggiudicata, cinquemila 280 euro è la cifra che il Concessionario, per questo primo anno, soltanto pagherà. Motivo è il non aver "potuto", piuttosto che voluto aprire il ristorante bar, per cui ha richiesto un "congruo" sconto che, prontamente, ha già ottenuto.  Ma il conto è ben anche in più profondo rosso, perché per la piscina e i suoi annessi, il Concessionario presenta, a pié di lista, fatture di spese sostenute per adeguar e aggiustar tutte le cose che sebbene nuove e collaudate, giusto di recente, erano in panne o non erano adeguate.  E' dunque di sedicimila 573 euro e 37 centesimi il rimborso che vien riconosciuto a pié di lista, ma poiché le cose non son sempre finite, occorre che l'Ente cacci ancora un'altra congrua cifra per fare, direttamente, un altro po' di spesa necessaria per adeguar l'impianto a prescrizioni dettate dalla Commissione di vigilanza. Settemila 845 euro e 06 centesimi è dunque la somma ancora da cacciare, tanto che tra minori entrate e maggiori spese, il saldo in rosso, per questo primo anno di contratto, sarà di 45 mila 583 e rotti euro. Non è male. Guardando però quanto ci dice il deliberato uscito di recente da Palazzo con tali cifre appena ricordate, si legge pure che il 31/01 del prossimo anno sarà belle che pronto tutto il nuovo impianto così come era l'offerta prodotta in gara da chi è poi stato il vincitore.  Or dunque, a pena di errore di scrittura, ma non pare perché così compare pure altrove, tempo 45 giorni appena ancora e il nuovo ristorante bar sarà allestito, un nuovo piano costruito con tanto di fitness e roba varia e poi tutto quanto l'offerta contemplava per circa un milione in euro da investire. Qua mi fermo perché non vorrei proprio portare altra sventura, ma già mi immagino anche per l'anno che verrà, più o men di questa data, un' altra riduzione del canone dovuto e quanto al resto, poco e forse ancora nulla.          

 

mercoledì 11 dicembre 2013

UNA LEZIONE PER CANIO


Il titolo del post che oggi pubblichiamo, fa un poco il punto sulla questione: " Il Mottarone". Sgombrando il campo a un po' di propaganda, alle notizie varie, vere o false che pure loro sono state messe in campo; agli annunci e alle interviste, fors'anche loro intempestive, quel che è soltanto certo è che le piste, oggi giorno 12 del mese pure 12,  son chiuse. Uno si chiede allora dove sta torto e dove sta ragione; a chi bisogna prestar fede e a chi meglio di no. A prima vista la cosa che è successa è anche pure lei quasi incredibile.  Il 17 aprile non certo di quest'anno, ma di quello già passato, per ordine di Canio venne firmato un atto con cui, senza avere manco da pagare un euro, mezza montagna, quella di proprietà di un nobile casato, venne asservita per piste, impianti e a quanto più serviva per sciare. Qualcuno ora dirà che pure il Consiglio l'aveva anche ordinato; nient'affatto. Quell'atto fatto dal Consiglio, della montagna ne avrebbe asservito, si è no circa un solo settimo di quanto è stato fatto e tanto è così vero che quell'atto, non poco scriteriato, è stato da Canio ora tagliato. Perché poi venne commesso un errore che sa del clamoroso, pur ci abbiam provato a chiederglielo a sto Canio, ma come previsto non ne abbiamo avuto risultato. Comunque sta cosa che è successa è certo fuor dal mondo, ma in fin dei conti non è la causa del blocco di oggi delle piste. Tutti lo sanno, le piste stanno chiuse perché, chi le occupava è stato oggetto di uno sfratto esecutivo; però la domanda vien anche lei quasi spontanea: se Canio aveva fatto decretare il 17 aprile 2012 l'asservimento coatto delle terre come poteva il giudice civile estromettere dopo, per richiesta di chi non più ne aveva titolo, chi gratis le occupava ? Canio dimenticò, o meglio credette non fosse necessario, di far lui l'esecuzione dell'esproprio. Non era sufficiente infatti decretar l'asservimento, bisognava immettere il Comune, o meglio forse gli altri, gli occupanti, nel possesso delle terre oggetto di contesa. Poiché non venne fatto, il nobile casato  ebbe buon gioco ad ottenere che gli occupanti, a ufo e senza titolo, venissero scacciati. Poiché, aggiungiamo, un giudicato intanto c'era stato che, pur ancor non riguardando la contesa tra il nobile casato e il nostro Alcade, riguardava però un caso fotocopia dove Canio ne era già uscito da sconfitto, ecco che allora, messo ormai alle strette, con la stagione delle neve, sta volta, già arrivata, l'Alcade tenta una manovra disperata. Rimette mano dunque a quelle carte assai mal fatte; impara la lezione che un TAR, frattanto, gli aveva già impartito e  rimedia d'un sol botto a tutta una serie di notifiche di cui s'era scordato, poi offre una sorta di indennizzo di cui pur s'era scordato, spedisce il tutto e aspetta la risposta. Gli arriva la risposta che porta la firma del casato; la missiva contesta a Canio di avergli sottratto, a ufo, un gran pezzo di montagna in più di quanto era dovuto, di offrire, quanto ad indennizzo, una miseria, di non averlo interpellato a tempo debito e di farlo soltanto a tempo ormai scaduto. Quanto alla necessità poi di ricorrere alla servitù coatta non vede né il motivo, né l'urgenza perché, mica lo dice, ma pur lo si capisce, basta che taluno paghi il canone e tutto si risolve. Letta la missiva, Canio si accorge, finalmente, di essere un poco anche sbadato e di avere espropriato una montagna che nulla c'entrava con le piste e con gli impianti. Taglia perciò il decreto, riduce drasticamente l'espropriazione decretata che da 50 di ettari passa a solo sette, ma per il resto è disperato e allora insiste e ordina di notificar di nuovo sto decreto. A legger le ultime notizie, ora sto decreto sarebbe ritornato munito di "relata" di notifica avvenuta e adesso, con procedura di somma urgenza Canio si appresta a occupar le terre che son  la ragion della contesa. Quando sarà fissato il giorno della conquista prossima imminente questo poi vedremo, così sapremo se Canio avrà salvato, o rovinato, la stagione. Quanto al casato invece dovrà, in prima battuta, ottemperar agli ordini di Canio, ma poi visto quel tal pasticcio di firme e carte che l'Alcade ha combinato, non gli sarà difficile ritornar in possesso del dominio per ordine di un giudice e in nome del popolo sovrano.   

 

martedì 10 dicembre 2013

CANIO TREMA E SPERA


Le ore sono le 12 precise: Piervalle e Diverio detto Matteo stanno seduti davanti al tavolo di Canio. Il tema sarebbe il Mottarone; Diverio l'introduce. Si parte da questa funivia che ora e sino al 21 del mese che sta in corso, ha deciso la chiusura. Si parla dei soldi e della gara, dell'iniziativa di Borghi, l'onorevole, per infilar dentro la legge una nuova proroga di vita dell'impianto e ancor si chiedono notizie di quell' accordo di programma che ha da stilarsi tra l'Ente e la Società di committenza regionale. Di tutto questo Canio non sa quasi un bel niente. Non sa le condizioni cui deve attenersi la gestione, neppure ha più notizia dell'accordo di programma e quanto al'l'iniziativa del deputato Borghi, Lui sì in questa  ancor ci spera. La vede comunque assai pur grigia quanto a che taluno poi ci metta un po' di soldi anche privati per finanziare questo impianto e quindi………, e quindi si cambia l'argomento perché sul primo punto non c'è altro, o meglio, non c'è più niente d'altro. Sull'altro argomento, invece, è più loquace. In parte la materia dello sfratto la possiede e Canio ne da sfoggio riassumendo un poco la vicenda. A detta sua, il Giudice fors'anco non poteva più sfrattare dalle terre gli occupanti, tanté che tuttora sono in causa, ma ormai è fatta e nulla è valso l'atto dell'esproprio. Si certo, allora gli si dice, pure questo ormai è fatto, ma avendolo sbagliato l'hai, in parte, già rifatto. A Canio non piace sentirsi dire che l'Ente ha un po' sbagliato, anzi per niente a lui gli piace, ma qui non possedendo affatto la materia, deve incassare contestazioni in serie sul come, perché e quando lo abbia così anche mal fatto. E' dura cercare di aiutarlo, perché neppure vuol sentire, è un ostinato. Comunque qualcosa gli si spiega, chissà che mai  pure abbia ascoltato. In ultimo ci stanno le prospettive, almeno a breve, di quando si toglie il blocco sulle piste. Qui dice Canio che si aspetta che venga eseguita una notifica, ma poi subito lo si incalza per chiedergli se e quando mai abbia già fatto l'immissione in suo possesso di quei beni e la risposta è no che ancora manca. Il tempo qui è tiranno, ci manca ancor che sia provata la notifica d'esproprio, poi occorre di darne esecuzione e qui ci sta un'altra notifica da farsi, attendere il suo esito e far l'esecuzione. Arriverà Canio in tempo per le feste ?

COLAZIONE DI LAVORO


Oggi, ora di pranzo, c'è riunione. L'ha chiesta a Canio il Gruppo della Lega e il tema, a tutto campo, è il Mottarone. Dopo l'annuncio dato alla TV, prima serata RAI TG con 1, da Canio di persona, raggiante  in semi diretta, che tutto adesso cambia e va al suo posto, i Consiglieri, in quota Lega, vorrebbero sapere ancora qualche cosa. Per quanto ci hanno detto i temi saranno dunque le piste di salita e quelle di discesa, ma anche e ancora l'impianto funiviario che, da quando han chiuso i rubinetti degli euro a pareggio dei suoi conti, ha chiuso pure i suoi battenti e li apre quando e solo come vuole. Sfrutteremo anche noi quest' occasione per dire a Canio che è, forse, giunta l'ora che non  faccia più altri guai e che, invece, dia serie certezze e dunque che arrivi in aula presto e subito l'accordo di programma per la revisione dell'impianto così che il giorno dopo  parta quella gara e che poi la smetta di perdere altre cause in primo e in altro grado. Comunque dopo pranzo vi daremo  risultato.  

lunedì 9 dicembre 2013

SLALOM


Mentre eravamo intenti intorno al porto, in vetta succedeva un altro caso, ma poiché siamo ininfluenti un po' su tutto, non ci è parso distrarci per quest' altro  cui, invece, ora  pensiamo. Dunque, se proprio vogliamo per Canio cercare una scusante è che quella legge fa un poco schifo, tanto che più si legge e meno si capisce. La legge è la 2/2009 quella con cui l'Ente Regione aveva, a modo suo, risolto il problema delle piste e degli impianti per lo sci, ma che, come sappiamo, in cima al monte chiamato Mottarone è diventata ragione di una lite di cui non c'è ancor manco la sua fine. Fatte però un poco queste scuse, quanto al resto non pare che ci siamo. Proprio perché la legge non è proprio un modello di chiarezza e di certezza, forse, occorreva procedere con calma. In fondo era ancora la data del 30 di novembre dell'anno ultimo passato e Canio portava in Consiglio tre rinnovi. Erano quelli di sciovie che portano su in vetta; interrogato sull'esistenza dei titoli a occupare le terre con gli impianti, assicurava che tutto era ormai fatto e perciò a posto. Cos'è successo dopo lo sappiamo e quindi che fosse tutto a posto dubitiamo. Comunque si, non lo smentiamo, in data 17 del precedente aprile le servitù coatte furono firmate, ma quando l'une andarono dai giudici del Tar furon stracciate e quando l'altre furono portate da un giudice civile manco, forse, furono guardate. Che tutto stesse a posto dunque anche a Canio dovette apparirgli, a venir  da un poco in qua, pure un poco strano, ma lui, arrivato ormai a quel punto, raccontava che erano faccende soltanto tra privati e che lui manco c'entrava. Le cose poi sono ormai note; uscito che fu fuori dal tempo, poiché non erano faccende soltanto tra privati, Canio ha tentato di rimediar come poteva, facendo una gran corsa per approvar atti e notificar carte ed ora aspetta e certamente spera. Probabilmente la cosa che adesso ha combinato riuscirà a fargli passare la nottata, ma poi sarà tutto da capo. Io qua lo dico con tanto di beneficio d'inventario; comunque  non credo affatto che se questi ultimi atti andranno, come pare, ancora al vaglio, poi più di tanto dureranno. Intanto la legge, al terzo comma di sto articolo 14,  dice che, nel caso di piste già esistenti,  la servitù può essere imposta, ove non altrimenti già costituita. Questo, per me, vuol dire che se già c'era un contratto vigente e operante, quello era e quello valeva e rimaneva. Non son tutto informato, ma se così fosse non mi par che ci fosse la condizion per chiedere l'imposizione della servitù pure coatta. Servitù che poi, si badi bene, in questo comma sarebbe riferita soltanto a piste e non a impianti. Invece Canio è andato giù di brutto e ha messo sotto servitù non solo l'esistente, ma anche quello inesistente: 50 ettari di terre contro soltanto appena 7 necessari e qui non lo capiamo, tanto che ora ha retrocesso ed  è tornato, appunto, a solo sette. Cinquanta  ettari di terre e manco un soldo messo negli atti in indennizzo tanto che a me parrebbero quegli atti tutti inficiati perché senza la copertura di un quattrino. Ma poi chi paga o chi deve pagare tutto questo? Io mi consento di dire che l'indennizzo ha da esser pagato proprio dagli impianti, insomma da quelli che hanno piantato su tutto sto caos per non pagare il canone dovuto.  Aggiungo che neppure credo che la servitù coatta debba essere posta, in ogni caso, all'infinito, ma solo per la durata di vita degli impianti e che questo diritto andrebbe messo in capo sempre a quegli degli impianti, facendo  il Comune, soltanto,  il passa carte. Comunque sono opinioni e poi c'è quel  comma primo di quell'articolo 40 e nove, che a me pare proprio essere un mistero.                             
 

sabato 7 dicembre 2013

RE-PORT: FINE INDAGINE


Così oggi finiamo, tirando un po' le conclusioni di questa nostra " indagine" condotta tra le carte di questo buco in acqua che è stato il porto turistico che Stresa non ha avuto. La sintesi di tutto sono le sei di  conclusioni che abbiamo girato anche alla Corte che fa i Conti. Comunque poi ognuno si faccia l'opinione che lui vuole; rimane un fatto i soldi spesi, anzi gettati, il tempo inutilmente consumato, l'opera mai nata, l'immagine che è persa e poi……e poi  sto nostro Alcade  che ci veniva a dire che lui scopriva i responsabili del caso…., va beh! Comunque le fonti da dove sono tratte le cose raccontate son tutte pubblicate e dica  ognuno ciò che vuole, le cose stanno lì e questo è un fatto certo a prova anche di un ennesima querela. Cosa però succede adesso; sto porto lo fanno o non lo fanno? Bella domanda questa a cui neppure Canio ha, per ora, pronta una la risposta. Quindi poi vedremo.

  In conclusione ritengono i Consiglieri firmatari quanto in sintesi qui evidenziano
1) Che la perizia " Mascia Gualeni" , redatta nel corso dell'anno 2005, rilevava già con sufficienti elementi di certezza le criticità, per insufficienze e carenze, che il progetto Ferri mostrava e indicava con chiarezza le cause che avevano determinato l'impossibilità di realizzare l' opera.
Tali cause non furono adeguatamente valutate dall'Amministrazione procedente che, a giudizio dei Consiglieri firmatari, con colpa grave risolse i contratti di progettazione e direzione lavori in atto, liberando da ogni vincolo il progettista e liquidandone ogni pretesa economica.
Ritengono quindi che il pagamento delle prestazioni a favore del medesimo professionista e la sua successiva liberatoria contrattuale, sia avvenuta con colpa grave della amministrazione procedente e in spregio alle norme del codice dei contratti pubblici e del suo regolamento di attuazione.
Per quanto documentato al predetto professionista sono stati liquidati infatti importi riferiti alla sola progettazione, inattuabile, pari ad €. 101.951,20 oltre IVA ed oneri di legge; €. 83.192,62, comprensivi di IVA ed oneri di legge, per la sola attività di Direzione Lavori; €. 14.486,12 per prestazioni relative alla sicurezza  in corso d'opera ed €. 55.269,00 per altre prestazioni connesse ad esperite varianti finalizzate al superamento delle difficoltà attuative.    

2) Che, a prescindere dalla valutazione sull'errore di progettazione documentano, durante la gestione del medesimo affidamento di progettazione e direzione lavori, sono stati effettuati una serie di pagamenti superiori agli impegni regolarmente iscritti a bilancio o per ragioni non riconducibili all'oggetto degli iniziali contratti di progettazione e di direzione lavori, osservando peraltro che non si sono rinvenuti atti di riconoscimento di spese fuori bilancio.

3) Che le spese, come sopra documentate, sostenute sino a oggi per la parte dell'opera eseguita e riconducibile al primo progetto, hanno prodotto come risultato un manufatto realizzato nella parte delle sole parziali opere di fondazione strutturali della diga foranea, non utilizzabili se non attraverso nuovi investimenti previsti nell'ultimo progetto esecutivo e quindi, a oggi, l'opera è assolutamente inutilizzata e inutilizzabile da oltre dieci anni, con l'aggravante che, ove non venisse completata, l'intera spesa iniziale già sostenuta risulterebbe del tutto inutile, salvo che per marginali opere di urbanizzazione concluse e fruibili.

4) Che ritengono essere stato arrecato altresì un danno grave all'immagine turistica della città causa le condizioni del cantiere in completo stato di abbandono da un decennio e le opere realizzate e interrotte, che più che tali paiono piuttosto macerie, situate  lungo il fronte di una rinomatissima passeggiata a lago, ora e da lungo tempo sfregiata.

5) Che sussistono esplicitate affermazioni, nonché evidenziate ragioni indicate anche nel presente esposto, per le quali anche il secondo progetto, di livello definitivo ed andato a gara di appalto integrato, era da considerarsi "inattuabile" così come esistono, a giudizio dei Consiglieri firmatari, fondate ragioni secondo le quali lo sviluppo di un progetto di livello esecutivo, conseguente la gara, con sostanziali modifiche delle soluzioni strutturali dell'opera e con un aumento del prezzo del contratto pari al 46%  sia, sotto più profili, illegittimo.

6) Che il confronto tra la perizia "Mascia Gualeni" e la relazione "Baldo", finalizzata quest'ultima a giustificare l'intervenuto ulteriore aumento dei costi,  evidenzia in più punti un oggettivo contrasto tra le due.
Tale contrasto tuttavia, a giudizio dei Consiglieri firmatari, si risolve a favore della prima in quanto rilevava già  nell'anno 2005 l'esistenza di elementi di forte criticità ed insufficienza della progettazione originaria che, invece, la perizia "Baldo", ma con riferimento al progetto definitivo dell'anno 2007, fa dipendere da fattori imprevisti e imprevedibili rilevati o intervenuti solo e addirittura successivamente la data dello stesso progetto definitivo ultimo.
Vi è quindi un insanabile contrasto logico che a un esame empirico e non tecnico fa propendere per la fondatezza della prima e il conseguente emergere di responsabilità nuove e aggiunte anche in relazione al progetto datato anno 2007.

Il tutto quindi rappresentano a Codesta Spettabile Procura affinché possa valutare l'esistenza di un danno riconducibile ad atti dell'Amministrazione procedente e a quant'altri soggetti coinvolti  e assumere ogni decisione a riguardo.

Distintamente

I Consiglieri Firmatari:
Giovan Battista Vecchi
Lucio Casaroli
Piero Vallenzasca      

venerdì 6 dicembre 2013

RE-PORT: CAPITOLO QUARTO

 
Come avete letto nel post che abbiamo scritto giusto ieri, il rimedio al male è stato, forse, peggiore anche del male. Insomma un bel nuovo progetto andava in gara e chi la gara  la vinceva, scopriva che anche quel progetto era fasullo. Iniziava così la nuova revisione, ormai era la quarta, della progettazione di quel porto e manco da non crederlo, il prezzo saliva, eccome,  un'altra volta. Saliva così tanto che manco bastava a finanziarlo il forte ribasso nella gara e fatti infine i conti si scopre che il prezzo finale del porto delle nebbie sarà, se poi una fine mai sarà, di circa, almeno, 6 milioni in euro tutti quanti, giusto solo il doppio del costo previsto col primo di progetto. Perché vi dico, almeno, poi questo, più in là noi lo vedremo. Ora succede, e questo lo leggete nel post che metto oggi, che si tratta di trovare un po' anche il modo di dire che l'aumento,  senza un tetto, di quei costi, anche sta volta,  è colpa di nessuno, ma solo del caso e la sfortuna. Entra dunque in scena un nuovo personaggio a cui viene affidato il compito più ingrato: dimostrare che il cerchio sta quadrato. Leggete quindi un poco e poi, domani, commenteremo e  finiremo.  
  .........Sulle ragioni dell'impossibile attuabilità del progetto che ne imposero la sua radicale e onerosa ultima revisione, una relazione, specificatamente commissionata, redatta a firma di Ingegner L. Baldo che si allega sub 2, ne indaga le cause al fine di escludere quelle derivanti da errore.
Detta relazione innanzitutto ribadisce, a pagina 4 punto 2, che il progetto definitivo, messo a gara, aveva scartato l'ipotesi progettuale frutto della variante approvata in corso del primo appalto e con ciò confermando, implicitamente, che le riserve espresse nella Perizia "Mascia Gualeni", erano fondate.
Precisa sempre la relazione "Baldo" che le indicazioni geologico e geotecniche prese a base per la progettazione erano quelle già utilizzate per la precedente progettazione, mentre per quanto riguarda i rilievi batimetrici erano stati fatti proprio quelli eseguiti dalla CO.L.MAR., cioè quelli commissionati dal Dipartimento di Ingegneria Navale di Genova.
Precisa ancora la relazione che il nuovo progetto si differenziava, essenzialmente, per la diversa soluzione strutturale rispetto a quelli precedenti.
Ripercorsa velocemente la vicenda del nuovo appalto di cui già abbiamo ampiamente trattato nel corpo della presente, la relazione a pagina 9 afferma esplicitamente che: “sono subentrati nella redazione del progetto (quello esecutivo) una serie di elementi tecnici fortemente differenti rispetto al progetto definitivo (quello del 2007 andato in gara) tali da consigliare la riprogettazione complessiva dell'opera".
Tale riprogettazione è stata quindi eseguita predisponendo un elaborato esecutivo con soluzione strutturale completamente diversa rispetto a tutte le precedenti versioni del progetto della stessa opera.
La relazione indica che l'indagine, post aggiudicazione, eseguita dall'appaltatore, la Guerrini Costruzioni SPA, ha evidenziato un sensibile mutamento dello scenario.
In altre parole si sarebbe individuata una diversa consistenza geologica degli strati del fondale e si sarebbe rilevata una sensibile modificazione del fondale nella zona portuale rispetto ai precedenti rilievi (vedi pagina 10 della relazione).
La relazione ”Baldo” riconduce poi questi fatti alla nozione di cause impreviste e imprevedibili previste dall'art. 132 comma 1 lett. b del codice dei contratti pubblici.
In particolare a pagina 11 evidenzia che l'infissione delle palancole è risultato un elemento fortemente critico, tale da determinare l'abbandono di tale soluzione (quasi la perizia "Mascia Gualeni" non lo avesse già sostenuto nel corso del 2005), ma nel contempo afferma la relazione "Baldo", sempre a pagina 11 che detta variazione non ha comportato un aggravio di costi dal passaggio del progetto definitivo a quello esecutivo, salvo al fondo di pagina 12 affermare che il medesimo approfondimento geologico ha comportato la previsione di "maggiori oneri di perforazione".
Risulta comunque singolare che poi, a pagina 22, penultimo capoverso, la relazione affermi che la massa di indagini e valutazioni di cui disponeva il progetto definitivo era tale da; "considerare la relazione (quella geotecnica dello studio Berardi La Magna, precisiamo noi) assolutamente esaustiva anche degli aspetti geologici del progetto, oltre che di quelli geotecnici", ma a questo punto, aggiungiamo sempre noi, la domanda è d'obbligo; perché mai dunque gli approfondimenti successivi hanno rilevato una situazione diversa da quella ipotizzata dal progetto se le indagini precedenti erano esaustive?
A questo punto l'elemento imprevisto ed imprevedibile non pare reggere la prova.
Rileva inoltre la relazione “Baldo”, a pagina 13 e 14, l'esistenza di ulteriori problematiche riferite al dragaggio del fondale che deve ora spingersi a quote inferiori rispetto al previsto e inoltre la necessità di interventi su un corpo d'opera già realizzato e addirittura collaudato, al fine di evitare guai peggiori.
Tutti interventi. questi, onerosi, ma sempre, a detta della relazione, causati da fatti imprevisti ed anche imprevedibili alla data di redazione del progetto definitivo.
Prosegue la relazione evidenziando altre conseguenze onerose derivanti dalle indagini di approfondimento.   
Una causa, per vero, fa riferimento all'intervenuto mutamento del quadro normativo in materia di classi di calcestruzzi armati rispetto ai tempi della redazione del progetto definitivo.
Tale modificato quadro normativo, tuttavia, non avrebbe imposto necessariamente una modifica progettuale, così almeno stando a quanto riportato a pagina 12 della relazione, ma tale opzione è stata dal RUP (peraltro, aggiungiamo noi, illegittimamente incaricato anche come progettista firmatario del progetto definitivo)  ritenuta quella più opportuna.
Per precisione poi a pagina 15 la relazione smentisce sé stessa affermando, in conclusione di pagina, l'indispensabilità di tale soluzione per il rispetto della normativa.
Stupisce la relazione laddove affronta questioni di altra natura che hanno comportato comunque variazioni onerose del progetto.
Un dato su tutti lascia l'osservatore non tecnico assolutamente sconcertato quando, alle pagine 23 ultimo rigo e 24 primo rigo, si indica una differenza di mt. 6.5 di profondità del fondale tra progetto definitivo e quello esecutivo, dato che la relazione, semplicemente, attribuisce a fatti naturali (assolutamente straordinari, aggiungiamo noi) intercorsi tra le date dei due progetti e mai a errore.
Un ulteriore capitolo che assolutamente non convince è quello che si riferisce alla questione del dragaggio del bacino portuale ( pagina 25 della relazione ).
Si sostiene nella relazione “Baldo” che nuove batimetrie, eseguite dall'impresa appaltatrice, avrebbero evidenziato la necessità di realizzare un dragaggio ben più consistente di quello previsto nel progetto di livello definitivo, ma si esclude che tali maggior dragaggi siano da addebitare ad errore di progettazione, mentre vengono attribuiti ad eventi sopravvenuti.
Orbene la consistenza di tali maggiori oneri risulta, per soli lavori, pari a euro 271.162,84 che si aggiungono ai 167.750,00 euro previsti in sede di progetto definitivo  per un totale di oltre €. 438.000, corrispondenti a un incremento delle quantità del materiale oggetto di dragaggio di mc. 8.000 con un incremento del 160% (diconsi centossanta per cento) rispetto al dato del progetto (anno 2007) posto a gara.
Quanto alle cause, la relazione sostiene che dal 2007, data di approvazione del progetto di livello definitivo, alla data del progetto esecutivo si sarebbe verificato un accumulo di tal consistenza solo per cause naturali.
Tuttavia l'osservazione empirica e il dubbio sembrano suffragati, quanto meno in buona parte, dalla stessa relazione tecnica dell'Università di Genova, datata  giugno 2005, con la quale, a pagine 74 della stessa, le redattrici descrivevano, all'epoca, lo stato del bacino portuale ed indicavano che era stata realizzata un'eccedenza di riempimento  pari sino al 50% in più del previsto.
Il dato rilevato dagli Ingegneri dell'università di Genova, con riferimento all'anno 2005, parla di apporti di materiali eccedenti il previsto e, verosimilmente, si riferiscono a quantità utilizzate per l'esecuzione di opere provvisionali, poi lasciate in loco come ben si vede dalla documentazione fotografica, non sappiamo se e come già liquidate all'impresa cessata, ma non certo da riferire a cause naturali, che comunque, a detta della relazione "Baldo" sarebbero intervenute solo successivamente.
Il riferimento a pagina 25 della relazione "Baldo", all'apporto di materiali provenienti da tre rii con sbocco sulla costa non convince affatto ove si abbia conoscenza della loro ubicazione, certo non  prossima al bacino portuale, per non dire lontani ed alla loro consistenza.
Valga per tutti il dato della lunghezza dell'asta di uno di essi, dato ricavato dalla tavola idrologica della variante " PAI" al PRGC, che è di soli 200 mt.
Il quadro, con anche il solo riferimento a questa voce dell'opera contiene aspetti non chiari, persino inquietanti su possibili risorse pubbliche andate dissipate per un'opera mai nata.
Altra questione che prendiamo in esame è la giustificazione fornita in relazione sulla necessità di sostituire le "palancolate" previste, con l'incremento di pali di grandi dimensione.
A pagina 11 della relazione "Baldo", essa viene imputata alla presenza di un  livello “G” fluvioglaciale dei terreni che, per il suo grado di addensamento, comprovato dalle prove penetrometriche eseguite, ha fatto ritenere estremamente difficile e praticamente impossibile la loro infissione.
Orbene, nella relazione questo fatto viene ricondotto a elementi di conoscenza acquisiti successivamente la redazione del progetto definitivo (anno 2007), cioè a indagini geologico tecniche eseguite nel 2011 e quindi, sostiene sempre la relazione "Baldo", cause impreviste e imprevedibili durante la redazione del progetto definitivo.
Così almeno viene scritto sempre a pagina 11 della stessa.
Anche in questo caso occorre rifarsi alla Perizia Tecnica redatta dall'Università di Genova che, come abbiamo già ricordato, data giugno 2005 e che alle pagine 11 e 12 della medesima così scriveva a proposito della caratterizzazione geotecnica dei terreni:
.......la densità relativa dei materiali attraversati, costituiti da sabbie e ghiaie, secondo i risultati delle prove SPT è compresa tra l'85% e il 100%. E' evidente che tali materiali male si prestano ad una soluzione progettuale di palancole infisse nel terreno per battitura. A tale proposito si osserva che la constatata difficoltà di attraversamento degli strati sabbiosi-ghiaiosi, motivata dalla elevata densità degli stessi, è ulteriormente accentuata dalla presenza dei trovanti di micascisto”.
Orbene qui troviamo le stessi considerazioni che compaiono, otto anni più tardi, nella relazione “Baldo”, ma che il medesimo definisce :
un fatto del tutto imprevedibile durante la fase di redazione del progetto definitivo”.
Sono soltanto due esemplificazioni che sono state tratte dalla relazione "Baldo" messa a confronto con la perizia "Mascia Gualeni", redatte a distanza di ben otto anni l'una dall'altra e che, a un esame non tecnico, rilevano contraddizioni non facilmente giustificabili.
Considerato l'ordine temporale con cui sono state redatte, fanno propendere per una non completa attendibilità della relazione "Baldo" in quanto le sue conclusioni paiono, in più punti, non coerenti con quanto già di consimile rilevato nel corso dell'anno 2005 e quindi impossibilitate ad essere indicate come fatti  imprevisti ed imprevedibili emersi solo successivamente la progettazione datata anno 2007.
Il fatto poi assume rilevanza sotto il profilo della responsabilità per danno in quanto la relazione "Baldo" è stata redatta, su richiesta dell'Ente Regione, al fine di escludere che elementi riconducibili all'errore o all'insufficienza progettuale abbiano determinato la necessità della revisione progettuale in fase esecutiva, revisione che ha provocato il superamento di ogni precedente previsione di spesa.
La Regione, con nota del suo ufficio legale, aveva ritenuto non finanziabile la parte di opera oggetto di revisione progettuale imputabile a eventuale errore o insufficienza progettuale ed a tal scopo la relazione "Baldo" si poneva il compito di dissipare ogni dubbio a riguardo, finendo invece, a motivato giudizio dei Consiglieri firmatari, per rafforzare più che un dubbio contrario. ..................................................................................................................................
CONTINUA