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giovedì 29 ottobre 2015

BUCHI NELL'ACQUA









L'impressione è che la vicenda durerà ancora non poco; forse non tanto come il porto, ma certamente le premesse sono poste. E' Inutile, se c'è di mezzo un poco d'acqua i governi che s'insediano a Palazzo s'impantanano. Nessuno che lo dice, né oggi, né domani, ma la vasca per il bagno è un fallimento. Tre anni di gestione son quelli, ormai, passati; il primo è stato quello del collaudo e tra spese impreviste sostenute e canoni scontati, se ne andarono di euro diverse decine di migliaia, il secondo è stato quello della pioggia durata un anno intero, per cui si applica uno sconto, sostanziale, poi finisce la stagione con la piena che ci costa un 25.000,00 in euro; la terza è la stagione fortunata in cui il sole risplende tutto l'anno, ma sta volta è il gestore che non paga. Di più ci sta pure una falla che chiuderla ci costa in euro 16.000,00. Morale della favola, per ora solo spese e proprio niente entrate. L'impianto è un gran tranello; realizzato dicendo che era una richiesta del corpo elettorale, una volta che, a fatica, venne fatto, ha iniziato a mangiare solo soldi. Tre anni ormai son già passati e manco c'è uno straccio firmato di un contratto, l'offerta andata in gara con promesse di grandi investimenti è lettera morta, esita il governo a decidere il che fare, temendo di far pessima figura, rischiando la chiusura dell'impianto. Insomma si vivacchia e mentre la vasca per il bagno è oggetto di perizia per conoscerne i difetti, il resto è in abbandono conclamato. L'Alcade se ne è andato lasciando al Borgomastro di risolver la questione, ma la cosa è complicata e la peggiore soluzione che sta in vista è quella di lasciare le cose come sono. Dunque incespica il governo, tentenna il Borgomastro, meglio sarebbe che tacesse un tale delegato, gli altri, in testa il vice delegato, son meno che nulla. In questa situazione che sarebbe da noi tutti risolta molto in fretta a casa nostra, assistiamo impotenti alla commedia di un popolo elettore che invocava, a gran voce, una piscina e che, adesso si sveglia la mattina scoraggiato.

mercoledì 28 ottobre 2015

BORGOMASTRO LAMPO













Bottini, il Borgomastro, va forte questa sera, accende il suo turbo alle 18 e trenta primi e alle 19 e 05 già lo spegne. Così si fa questo consiglio nella prima sessione d'autunno di quest'anno. Assente il Comandante con anche la sua truppa, presente tutto quanto il gruppo del "progetto", nessun argomento è quello che minoranza ha messo agli atti. Si apre, pertanto, senza drammi la serata che sembra una riunione sotto tono. Di tutti, o meglio dei pochi argomenti in discussione, il solo che "anima" il dibattito è quello della spesa sostenuta per rimediare ai danni causati dalla piena del novembre agli impianti collegati alla vasca per il bagno del lido di Carciano. Contestano la spesa Bertolino e Severino che chiedono se mai qualcuno ne abbia anche a rispondere per danno provocato. Risponde il Borgomastro allargando le braccia sconsolato, ma poi Scarinzi, un delegato, precisa che il progetto della vasca non c'entra con il danno poiché l'impianto danneggiato era presente dall'inizio del secolo che è in corso e solo questa volta la piena è arrivata a quella quota. Peccato che i dati statistici delle piene del lago sul Verbano, smentiscano, pienamente, il delegato. Anche il Revisore ha mosso un rilievo su quest' atto, ma non sembra il Borgomastro, più di tanto, essere informato. Si approva pertanto questa spesa fuor bilancio col voto della sola maggioranza e, notizia confortante, nessun canone risulta mai pagato dal noto gestore di sto impianto che neppure ancor il contratto ha mai firmato. Le premesse ci son tutte per capir che la storia andrà un po', ancor, lunga. Ci legge i soliti pizzini la nota delegata, promossa, tempo fa, sul campo alla finanza; si varia qualcosa nel bilancio, di mezzo ci sta ancora la vasca per il bagno che prosciuga, come sempre, altri soldi che fanno un assegnino, tutto sommato buttato nel cestino, di circa 44 mila tutti in euro e poi si rinvia ad altro anno la riforma completa del bilancio. La posta di Carciano, ormai, sta salva, o almeno il Borgomastro, almen, ci prova incardinando, insieme ad altri Enti Comuni, un bel ricorso avanti il giudice degli atti. Non lascia, però, grande speranza alla "speranza" lo stesso delegato che già sopra citammo e, quindi, non speriamo. Si va verso la fine, varando le regole di approdo nei porti delle isole sperdute e così, non prima che la Lega, fuori sacco, ritorni ancora un'altra volta sulla questione della chiesa al cimitero del noto S. Albino, si spegne già la luce che manco è stata accesa su questo Consiglio assai scarsino.

martedì 27 ottobre 2015

RINOTIFICA


 
 




Va lento, dunque, sin'ora il Borgomastro; notifica un consiglio proprio corto, poi ricorda di aver dimenticato un punto e così ri-notifica il consiglio. Dimenticato era, guarda un poco il caso, il punto che riguarda il contratto con cui viene affidata la tenuta dei soldi del Palazzo; poco male, è rimediato. Invece non dimentica la spesa da sanare per la vasca da bagno al lido di Carciano. La cifra che è costata la piena del lago l'autunno dell'anno ormai trascorso, è di circa 23 mila 500 euro. Risultato di un disguido o di un conflitto tutto interno, trascinatosi per mesi e mesi e mesi, alla fine vi provvide un ordine, senza soldi, siglato dall'Alcade. In assenza di bilancio, per tappare un po' le falle dell'impianto sfortunato, si formò però quest'altro buco cui il Consiglio lo si chiama ad approvare ed a sanare. Nel mistero ormai più fitto sulla sorte della vasca, affidata una perizia per conoscerne le pecche, buio assoluto sulla sorte del contratto e dei canoni dovuti, spunta fuori questo danno cha causato dall'evento della piena prevedibile e prevista, l'imperizia di qualcuno ha provocato e, come sempre pantalone ora provvede. Oltre questo non c'è molto nel Consiglio che sta volta, ed era ora, è convocato nella sala tutta nuova allestita al Palacongressi, dedicata al dott.Jacono; non c'è traccia delle norme licenziate dalla giunta per affidi di progetti ai cittadini, non c'è traccia di nient'altro, c'è la norma sui posteggi dei natanti sulle isole del lago e poco più. Né approfitta, visto il tempo che sta largo, minoranza per calare qualche carta e interpellanza. Tutto tace, la stagione ormai è alle spalle, c'è anche il tempo per pensare e " litigare", ma il silenzio, per adesso, è il prediletto.

lunedì 26 ottobre 2015

CONSIGLIO LAMPO

 

 

 



IL BORGOMASTRO

Visti l'art. 50 del D.Lgs. 18.8.2000, n.267;
Visto l'articolo 13 dello Statuto Comunale;

DISPONE di convocare il consiglio comunale
In sessione straordinaria - seduta di 1° convocazione per il giorno

28 ottobre 2015 - ore 18,30
presso Palazzo dei Congressi, Sala Iacono
e, qualora non si raggiunga il numero legale in 1° convocazione,
in sessione straordinaria seduta di 2° convocazione, per il giorno
28 ottobre 2015 - ore 19,30
presso Palazzo dei Congressi, Sala Iacono
Per deliberare il seguente
ORDINE DEL GIORNO
Seduta pubblica
1. Lettura ed approvazione verbali sedute precedenti.
2. Comunicazione deliberazione G.C. N. 127 del 07.10.2015 "Prelievo dal fondo di riserva".
3. Riconoscimento debito fuori bilancio.
4. Esame ed approvazione 5° variazione a bilancio di previsione, esercizio finanziario 2015.
5. Rinvio all' esercizio finanziario 2016 dell' avvio adozione della contabilità economico- patrimoniale e del bilancio consolidato ex-D. Lgs. 118/2011.
6. Convenzione il Comune di Verbania e i Comuni di Stresa, Antrona Schieranco, Bee, Cossogno, Miazzina, Premeno, Macugnaga per lo svolgimento in modo coordinato del Servizio Avvocatura.
7. Esame ed approvazione Regolamento per la ripartizione e l'assegnazione dei posti di ormeggio dei porti turistici di interesse comunale siti presso l'Isola Bella e l'Isola Superiore nel Comune di Stresa.


IL BORGOMASTRO
(Giuseppe Bottini)

venerdì 23 ottobre 2015

GABBIOLA NEL MIRINO







Va dunque all'attacco il Comandante. Obiettivo dichiarato è quell'impianto che, come noto, unisce o meglio dire univa, la costa alla sua vetta. Non piace affatto il bando che, cancella la clausola sociale e riempie di pubblico denaro il solito gestore al quale, però, promette niente buone, cioè di riesumare una vicenda che nata nel secolo passato, non sembra ancor finita. La cosa è un po' intricata e dirla in quattro righe non ci sta, comunque essa risale ai tempi in cui il trenino è stato smantellato e, al suo posto, ci venne la benedetta funivia. I beni del trenino, alla scadenza, sarebbero tornati, di norma, al nostro Stato, ma nel caso si fece un accordo un po' diverso; ti tieni la Gabbiola, la pensilina alla Stazione, il ricovero su in vetta e tutto quanto insomma era l'impianto e i soldi che esso vale li metti nell'impianto funiviario. La stima di quel tempo fu una somma di un 100 e solo dieci di lire di milioni, mentre la Gabbiola ne valeva, di questi, sol 18. Or dunque dice il Comandante, la stima era, per vero, provvisoria, ma quella poi finale non venne mai più fatta. Se dunque l'impianto ora è dell'Ente Comunale che getta nella gara una somma molto ingente, si devono riaprire quelle carte, rifare quei conti benedetti e mettere sul tavolo la somma di un possibile conguaglio. Se dunque i conti tornano, o meglio quei conti più non tornano, si stima la Gabbiola e se la somma del conguaglio lì ci torna, mi dai, appunto,la Gabbiola. Vedremo il Borgomastro sta volta cosa dice, non può certo tacere, mi vedo già Pafundi dare il suo parere. Comunque la cosa ha un interesse che riaccende tutti i fari sul monumento più illustre del degrado cittadino. Insiste, peraltro, il Comandante che chiede che sull'area di tutta la Gabbiola si faccia una variante per metterci il parcheggio cittadino. Sarà più fortunato ? Ai tempi dell'Alcade le proposte ci vennero bocciate a porte in faccia, sta volta gli tocca al Borgomastro, vedremo dal Palazzo quale sarà dunque la risposta.

mercoledì 21 ottobre 2015

CONTI A POSTO












 
L'impressione è che non ci sia ancora dentro proprio tutto, comunque prendiamo per buoni i dati ormai ufficiali e commentiamoli. Ordunque sarebbe, ad oggi, di circa euro 4.995.000,00 il costo, ora previsto, per l'opera del porto. A tale cifra va aggiunta quella che venne già spesa per tentare di farlo già una volta che è pari in euro a circa 1.519.291,00; totale fa una somma di €. 6.514.291,00. La prima osservazione che ci viene a noi da dire è che questa cifra è esattamente di €. 3.415.550,00 superiore a quella che fu la previsione di spesa per fare lo stesso porto già una volta; più o meno, tolta la debole inflazione degli ultimi quindicianni 15, ci verrebbe a noi da dire che sarebbe del 100% l'errore di quel primo progetto andato poi a finire anche nel cesso; 3.874.000,00 era la cifra che venne invece poi prevista nel secondo di progetto che, come noto, è stato anche lui poi tutto rifatto, ma qui occorre dire che le cose andarono un po' meglio, l'errore si ridusse e la differenza tra l'uno e l'altro è stata soltanto di €. 1.121.000,00. Insomma, pian piano, ci sarebbero, prima o poi, forse arrivati. Dette così le cifre il quadro delle professionalità che dire incompetenti è fare un complimento e che hanno messo le loro belle e lunghe mani su un'opera che è stata per anni un bancomat mi pare assai già chiaro. Se poi entriamo un po' dentro le cifre; 327.000,00 euro fu la somma spesa per progettare, poi variare, poi ancora esaminare e infine governare quelle specie di lavori di quella prima opera che non fu quasi mai fatta. Se poi vogliamo andare ancor più dentro queste cifre, noi pure non smentiti, ma anzi confermati, scoprimmo che era una somma di circa 83.000 di euro quella che venne a qualcuno regalata. Osservazioni analoghe sarebbero da fare per il secondo progetto e per l'ultimo, frutto degli errori del secondo, errori tutti normalmente pagati e, bisogna dire, chiamati sempre imprevisti grazie a una perizia la cui lettura è uno spasso. Comunque, questo è importante, tutti sino a qui hanno preso soldi, quelli che hanno lavorato seriamente e quelli che hanno preso i soldi, punto. Non è male, è normale, ci sarebbe da stupirsi del contrario; diversamente non saremmo mica passati da quella cifra iniziale di €. 3.874.000,00 e €. 6.514.291 che, per ora, è la cifra che costerà alla fine, spiccioli a parte, l'ultimo porto.

martedì 20 ottobre 2015

NON FARE O LASCIAR FARE ?





Prende fiato il Borgomastro; per l'anno di mandato che sarebbe il primo intero anno, già le voci della stampa ci dicono che i termini per fare previsioni, programmi e preventivi slitteranno, ben oltre l'inizio del prossimo anno. Questioni un po' complesse, legate alle novità legislative e normative, comunque già si parla di andare sino a maggio per fare i preventivi. La storia, peraltro, non è nuova, la regola che slitta è una costante e al tempo dell'Alcade la prassi di prendersi più tempo del dovuto era la regola. Se dunque il Borgomastro non la cambia, si rischia nell'anno in cui si allenta il vincolo del patto, di perdere del tempo e fare poco o quasi niente. Questione controversa comunque se sia meglio il non fare o il lasciar fare; questione controversa sapendo che il programma di mandato è scritto in bianco, cioè a dir scatola vuota e quindi ci può stare sempre una spiacevole sorpresa. Di cose, peraltro, da aggiustare prima ancora che da fare ce n'è un mare; il problema è però saperle fare, cioè senza sprecare, ma le riserve su questo sono ampie, motivate ed anche tante. Quanto invece al resto, alle novità su cosa mai vorranno fare, qui sovviene, per l'appunto, di aiuto al Borgomastro il differire previsioni, programmi e preventivi. Il debole governo di Bottini sul punto è insufficiente, decisamente scarso. E' fatto di uomini che sono logorati dall'aver occupato, troppi anni, le sedie del Palazzo, peraltro senza aver combinato di bene più di tanto, comunque nessuno di loro è un coraggioso; il capo del governo è pure un veterano, più scaltro degli altri, non c'è dubbio, ma il suo limite è un ostacolo, è un fatto conosciuto, non va mica nascosto; di donne, infine ce n'è una che, sin qui, legge pizzini. In questa condizione rimane insoluta la questione controversa, cioè se sia meglio il non fare o il lasciar fare.

lunedì 19 ottobre 2015

GARA IN TRASPARENZA






Ancora niente, la burocrazia va lenta; se prima andare lenta era stata la solita politica del fare poco, male e quasi niente, ora che son trascorsi ormai tre mesi dalla data in cui i termini di gara sono già belle scaduti, l'esito ufficiale non c'è ancora. Insomma, anche se l'esito è scontato, se il bando di gara, quello poi rifatto, pareva fatto apposta per evitare che andasse buco un'altra volta, e qui mi freno…, se…, se…,insomma anche se sti se c'erano tutti, l'esito di gara non c'è ancora. Eppure il concorrente è uno soltanto, che già chiamarlo concorrente suona storto e la questione, quindi, non sembra, a questo punto, chi mai sarà quello che vince, ma quando è che vince. Insomma, sto impianto, appeso a un filo, che unisce la costa alla sua vetta ci tiene ancora un po' in " sospeso". Eppure, nel bando ritoccato, non ho scritto taroccato, i soldi ad adeguarlo eran diventati tutti pubblici, un poco in capitale e un poco in annualità, scusatemi ma i termini son questi, salvo che non eran affatto pochi e il concorrente, fortunato, ci metterà proprio pochino, quel tanto, il birichino che, eventualmente, fosse servito a bai passar la concorrenza se mai ci fosse stata, ma coi tempi, quelli sì, assai veloci che vennero assegnati per presentar le/la busta fortunata, manco quella poi c'è stata. Scontata poi quella manfrina che venne messa in scena da parte del governo, non appena fu insediato, sulla clausola sociale che, invece, venne nel bando ritoccato, scientemente, cancellata; garantendo così il neo/vecchio padrone che riassumerà soltanto quelli che lui vuole, incasserà peraltro l'incentivo per nuovi assunti, avendo licenziato tutti quanti; fantastico. Dulcis in fundo, rimane poi il mistero di circa 200.000 euro, ogni anno, previsti, sempre soltanto nel bando ritoccato, per remunerar qualcuno che, verosimilmente, sarà lo stesso vincitore. Dimenticavo: ci manca, forse, un'altra ultima cosa, la possibilità di usar dei soldi pubblici per finanziar ciò che saranno le migliorie ulteriori previste coi soldi del privato, ma penso che anche per questo, ormai ci siamo.



venerdì 16 ottobre 2015

INTERROGATIVI







La notizia compare solo oggi, ma l'atto è ormai di fine agosto scorso e con tal atto la Giunta e il Borgomastro chiedon lumi al solito Pafundi circa la validità dell'atto che, sin'ora, ha consentito di costruire una villa con vista diretta sul cimitero della frazione di Carciano. Per vero, nell'atto che qui noi ricordiamo, si dice che le carte son state sequestrate e dunque è in corso un'indagine penale per appurar, si crede, se mai, sempre le carte, potevano consentir quanto vediamo o, invece, son giusto carta straccia e dunque sia stata consumato, probabilmente, anche uno o più reati. La cosa, per vero, a noi non giunge nuova che lo dicemmo questo fatto a chi lo aveva combinato, ma senza risultato. Non solo poi non ci fermammo, ma lo scrivemmo pure a chi dentro nell'Ente deve o dovrebbe vigilar sugli atti "corruttivi." Ci fu risposto comunicandoci l'archivio della pratica e accompagnando sta notizia con una relazione di chi aveva commesso il fatto che era un insulto alla nostra intelligenza. Ora si scopre che, forse, sarebbe stato meglio che la cosa non fosse subito archiviata, ma un poco approfondita ed ecco che il nostro bel Palazzo ricorre al solito Pafundi perché precisi lui se mai le carte, a suo giudizio, avessero un valore e che poi dica se mai sarebbe anche possibile concedere altri titoli richiesti per farci una variante all'edificio o se, infine, occorra metter mano a quelle carte, buttarle nel cestino e quindi, in qualche modo, sanzionare. Non so se poi Pafundi ha già risposto e se, avendo dato la risposta, cosa mai abbia lui scritto, comunque poco conta il suo giudizio essendo la vicenda al vaglio del giudice penale. La storia comunque la racconto perché vi si scopre quanta sia l'ipocrisia che, a volte regna, in questa piccola città. Che la villa con vista al cimitero, così com'è in corso la sua avanzata costruzione, col fischio che si potesse fare, era talmente tanto evidente che, scomodar Pafundi, a cose fatte, serve niente. Eppur ce l'hanno fatta, ed è qui che occorre che ci facciamo noi qualche domanda, mica a Pafundi, ma è al governator Bottini che occorre fare le domande: com' è che sia stato possibile concedersi a terzi un beneficio tale, contro una norma chiara che anche soltanto ad essere un bambino non c'era da sbagliare ? C'é stata un'indebita pressione ? C'é na qualche relazione tra il fatto denunciato e il successivo trasloco ad altra sede di chi firmò quell'atto ? Perché si lasciò passare il tempo e far così la costruzione quando già il fatto ormai era noto ? Perché tutto venne archiviato in troppa fretta ? Tanti perché e percome cui, difficilmente, avremo mai soddisfazione.
 

giovedì 15 ottobre 2015

20 20







Se dunque il Borgomastro chiede aiuto ai cittadini per far manutenzione e un po' di pulizia, cogliamo al volo l'occasione e rilanciamo. Non solo però occorre pulizia e un molta più manutenzione, ma mancano le idee e manca la forza delle idee. Per questo ci apprestiamo a dargli, magari, anche una mano, non certo interessata, perché si aggiunga nella testa del nostro Borgomastro qualche idea. Si fonda dunque, da qui a breve, la Stresa 20 20 che, sconfitta nelle urne, cambiato un po' il formato e la missione vorrebbe rinascere di nuovo per dare alla città un qualche contributo. Formalizzata che sarà l'associazione volontaria, mirante nello scopo principale alla tutela e alla valorizzazione dei beni di paesaggio e di cultura della Perla, comunque di diritto potrà dire la sua sugli atti che pianificano ste cose; di più essa diventa, per legge, interlocutore necessario, non solo eventuale. Si mette dunque questa spina nel fianco al Borgomastro, o meglio a chi, eventualmente" consiglia", magari un po' stando nascosto, il Borgomastro. Una spina che punge, ma che pure anche consiglia, che pure anche propone, che vede tante cose, che rompe anche le balle, ma che, in fondo, dà sempre anche una mano. Da qui a non molto dunque vedrete lo statuto, o meglio, la bozza finale di statuto che fonda sto gruppo volontario che mira al bene cittadino. Vedrete, noi speriamo, che non starà poi con le mani tanto in mano, ma cercherà di tenere un po' desta l'attenzione, sfornando proposte e soluzioni. Per ora sono aperte le adesioni.


mercoledì 14 ottobre 2015

AFFIDI






Ci prova il Borgomastro; deluso da se stesso e da tutta la struttura, lui pensa di affidare la cura dei pubblici beni ai cittadini. In rete, all'albo comunale, sta infatti una bozza di regole d' ingaggio; si vogliono invitare, sulla scorta di una norma di legge nazionale, i singoli o associati a prendersi in carico le sorti dei demani, che siano le strade cittadine, le rive anche del lago, gli spazi aperti al pubblico utilizzo, persino i fabbricati, questi ultimi saranno però dall'Ente da indicare, potranno essere oggetto di proposte di intervento. Insomma, si arrende all'evidenza il Borgomastro, davanti a sto disastro, lui tira i remi in barca e vorrebbe affidare ai cittadini la città. Le regole d'ingaggio non son poche, la norma è anche sin troppo un po' corposa, mi riservo di dargli una lettura un'altra volta; comunque lui ci prova, offrendo il beneficio fiscale e parafiscale a quanti accoglieranno sta proposta. Funziona questa cosa ? Non so se funziona questa cosa; tra il criticare, meglio il mugugnare, e poi invece il fare, ci stanno di mezzo tante cose, comunque è giusto anche provare. E' giusto mettere alla prova i cittadini, i tanti pensionati che hanno un po' di tempo da occupare, i giovani che, magari di tempo ne hanno meno, ma voglia un po' di fare magari anche di più. Vedremo; per ora gli tocca ancora un passaggio consiliare, ma credo sia scontato poi, definite per benino le regole di ingaggio, la parola passa ai cittadini. Speriamo che non nascano idee troppo bizzarre, di cose da fare intelligenti ce n'è un mare, non serve sbizzarrirsi sul da fare, sta volta occorre saper fare.



lunedì 12 ottobre 2015

TAPPA BUCHI







Ordunque ed era ora, per vero era passata da un pezzo anche quell'ora, comunque sembra che il porto vada avanti, per ora, senza scosse; di più, da oggi iniziano i lavori in piazza del mercato. In quest'ultimo caso diverso era stato il pensiero di chi rimase per anni nel governo; inserito più volte nei programmi un parcheggio sotto il piano, alla fine ne esce una cosa assai diversa; speriamo bene. Di più, da qui a non molto tempo ancora, dovremmo vedere, finalmente, l'area al ponte Roddo meno indecente, speriamo bene. Archiviato così per sempre, lo speriamo, il doppio mandato dell' Alcade, sembrerebbero andare le cose anche un po' meglio, almeno anche qui noi lo registriamo. Dopo anni d'inerzie e di sventure, di liti e contenziosi, di progetti fatti male e andati peggio, di gestioni sfortunate e di disastri, arrivato che è sto Borgomastro, il vento sembra abbia cambiato un po' la direzione e la fortuna assista anche il governo. Sin qui, però, nessun merito va ascritto né al Borgomastro, né tanto meno agli uomini e alla donna che compongono il quadro di governo, sia ben chiaro. Se dunque qualcosa ora si muove sul fronte delle cose che nuove erano da fare, vi è però anche un altro fronte dove le cose che pur che son da fare, nessuno le vuol fare. Se solo prendiamo il lungo lago, lo storico gioiello di famiglia, son più le luci spente che quelle che si accendono; vi stanno, ormai da sempre, bocce rotte e lampade cadenti su trespoli pendenti; dir che sono buche è usare un eufemismo, sono voragini. Se l'esempio è il lungo lago, cioè ciò che dovrebbe essere già il meglio, pensiamo un poco al resto e immaginiamo, ma certo non sbagliamo. Per anni, per decenni chi è stato al governo ha finto assai di amministrare e non stava di certo neppure mai a guardare. Ne nasce un risultato di cui il degrado ha ora le due facce; ci sta quello eclatante, quello che ha i nomi che nel post su sto degrado ne abbiamo l'altrieri già parlato e ci sta quello strisciante che è il risultato di inerzia e di assenza di rigore e di indolenza e che, giorno per giorno, si è preso il sopravvento, ha guadagnato sul terreno, si è esteso un poco ovunque, sino a diventare, in qualche caso, persino dominante. A volte basta poco, ma nessuno fa quel poco, a volte si paga anche per farlo, ma poi qualcuno si "dimentica" di farlo, a volte è cresciuto troppo tanto e, allora, non si hanno neppur più i soldi anche per farlo. Se Roma dunque ora non ride, la Perla pure deve tacere e il suo governo che a pensar in grande forse non è che poi sia il caso, si dedichi di più ad aggiustare le cose; non farà danni.…, almeno lo speriamo.

giovedì 8 ottobre 2015

IL BORGOMASTRO IN-FORMA
















Il nostro Borgomastro ora ci informa, mettendo sue notizie giusto in rete che i local social network riprendon di buon grado. A leggere un po' meglio questa cosa tuttavia, non pare che sia una grande novità, soltanto un po' di sua pubblicità. Delibere già note, notizie già diffuse, non è che sfogliando per benino si trovi chissà cosa. Lo sforzo di tenere un contatto più diretto col suo popolo elettore però è già una buona cosa, lo sforzo di informare tutti quanti, usando un format sintetico e diretto, è pure un'altra buona cosa. Dimentico ormai è il tempo quando Canio, sbucando all'improvviso giusto in rete, entrava dentro casa col suo solito sermone con cui si auto elogiava e auto si assolveva. Si torna al testo scritto ed essenziale; Bottini mica regge se va dentro lo schermo, se qualcuno glielo scrive, lui lo legge e lo conferma e subito va in rete. Insomma, è un passo indietro rispetto ai mezzi che Canio utilizzava, ma il nostro Borgomastro è presto detto, è uomo del secolo passato, non è grande oratore e non è, di certo, informatico nativo, comunque lui ci informa o almeno ci prova e magari pur lo crede, ma è qui che ci sta il punto. Scoprire l'acqua calda a noi mica ci serve, legger da una parte ciò che pur sta scritto già da un'altra, va bene,ma non serve, o meglio aggiunge poco o niente. Insomma le regole già impongono una certa, formale, trasparenza e fare copia incolla non è quello che proprio noi intendiamo. Insomma, nostro caro Borgomastro, vuoi farci fare un salto informativo o vuoi prenderci soltanto ancora per il naso ? Da te non vogliamo più le solite "notizie", da te vogliamo conoscere soltanto le notizie, cioè quelle che, di norma, non trapelano; le verità nascoste, quelle seminascoste, le "trattative" in corso, le pressioni se e che mai ricevi,le richieste impronunciabili, le tentazioni avute, i peccati commessi, i litigi di corte, le idee bizzarre e le idee serie se e quando mai queste ultime vi frulleranno nella testa a te e al tuo, sin qui, silenziosissmo governo. In fondo te lo potresti permettere, sia per ragioni anagrafiche sia per ragioni di carriera; entrambi vanno verso la fine e finire facendo un po' di fuochi artificiali non è poi tanto male, anzi divertente, sempre meglio di come è finito Marino.


 

mercoledì 7 ottobre 2015

AGGREDIRE IL DEGRADO


 
 


Col titolo di oggi apriamo la missione che dovrebbe trovare un po' d'accordo tutti quanti i cittadini. Sto degrado urbano che è in giro dappertutto e che sono decenni che noi lo sopportiamo e che ci turba, è arrivata l'ora che finisca. Aggredire dunque il degrado cittadino su questo punto tutti, magari, sarebbero d'accordo, ma poi sul cosa e come fare divergono i pareri ed anche, si sa, ci sono, a mettersi al traverso, gli interessi. Però questo non vuole dire che a noi ci tocchi in eterno sopportare sto stato delle cose che ha più di un nome e di un cognome, che ha le sue cause e le sue ragioni e che chi tocca governarci spetta trovar le soluzioni. Che sia la pensilina alla stazione dei treni o dei battelli, che sia la solita Gabbiola, che sia Villa Castelli, che sia la Palazzola, che sian le tante ville in mano agli Alberghieri, che siano i crolli in vetta al Mottarone, che sian le stazioni dell'impianto bistrattato che unisce la costa alla sua vetta, che sian gli impianti di luce arrugginiti, che siano i beni disastrati del lago demaniali, che siano i vicoli di tante frazioni collinari, la lista è lunga, ed è ormai così assai lunga che metterci le mani non è facile, ma vale la regola per cui per poter finire occorre da una qualche parte pure cominciare. Ormai sono passati decenni di governi che sui temi che abbiam sopra indicato han dimostrato un pieno, assoluto, totale e senza scuse fallimento. Non sarà dunque il Borgomastro colui che, da solo, muterà la serie storica dei disastri qui già indicati; occorre che sul tema del degrado e sui rimedi la "Perla" ormai si dia una sveglia, che indichi al governo che è ora di metterci le mani, pretenda insomma di veder qualcosa e che questo governo dall'alto del Palazzo dica lui che cosa vuole fare, lo dica subito perché non sono giunti lì ieri, ma più decenni ormai già fa. Ci vuole che pure quella che suole chiamarsi opposizione faccia la sua parte, almeno un pressing serio e senza sosta, non certo che stia soltanto ad aspettar qualcosa. Ci vogliono risorse, pubbliche e private, ci vanno buone, serie e sane idee, validi progetti che abbian a far della città un salto in qualità senza guardar in faccia quasi a nessuno. Ci vuol ciò che mai c'è stato, la volontà di raddrizzar la schiena, il buon governo; ci vuol tanto coraggio, ci vuol mettere pure in gioco il cadreghino.



martedì 6 ottobre 2015

L' ALTRO ALBERGO








Non sempre fa rumore come, invece, ha fatto il caso " La Zanetta"; ma a volte un albergone viene aperto senza che manco si sposti un sol mattone, di più, manco che nessuno se ne accorga, eppure è quello che, pian piano, nel giro di sti anni, mica tanti, è già accaduto. E' dunque già successo e ora è sul mercato che offre di ospitare in case e appartamenti turisti di passaggio; i siti sono pieni e fatti quattro conti si stima che l'offerta abbia raggiunto la soglia di alcune centinaia di "nuovi" posti letto. Ordunque, residenti proprietari o comunque proprietari ancorché non residenti, prima un poco piano, poi sempre poco in fretta, anche complice la crisi del mercato immobiliare, hanno deciso di mettere l'eccesso di mattone, in altro modo, sul mercato. L'effetto è ancora un po' sommerso, l'imposta di soggiorno, per ora, non si versa, ma sto effetto è pari a quello che sarebbe se domani si aprisse un albergone, o meglio l' "albergone". Si vedono sti ospiti lasciare di mattina le dimore e andare verso il lago, in genere si portan lo zainetto, poi sul tardi si vedon ritornare e da lì a qualche giorno si vedono cambiare. Nessuno che disturbi, son tutti molto urbani, la pigione si paga anticipata, si versa una cauzione per danni o cose simili, in genere ci pensa un'agenzia che cura l'accoglienza e quando vanno via, fa far le pulizie. Insomma, piano piano sto albergo assai diffuso, non tanto reclamato, comunque ricercato dal nuovo modello di mercato è andato avanti; il prezzo è concorrente con quello dell'albergo non diffuso, la taglia degli alloggi è la più varia, la scelta esposta sulla rete è pure molto varia e i luoghi son centrali, periferici, molti collinari, qualcuno anche isolano. Nel giro di sti ultimi anni è nato dunque questo fatto che muta e non di poco, tutto il quadro. Si usano un po' meglio le case, un poco troppe, che cresciute negli anni della bolla, andrebbero in malora molto in fretta; si tengono comunque questi beni che il mercato degli acquisti non ricerca; si aumenta l'offerta per turisti che vogliono, comunque, questo modo alternativo di soggiorno e poi non si spreca dell'altro territorio. Non mancano i problemi, ho citato l'imposta di soggiorno, mi auguro che un po' tutti si paghino l'imposta sul reddito e che raccolgano favorevoli recensioni sulla rete. Quanto al resto; nessuno che ha richiesto una variante, perché qua proprio non serve, nessuna battaglia si è vista condotta sul campo come fu per "La Zanetta", eppure è nato, ugualmente, un grande albergo, forse anche il più bello.


 


lunedì 5 ottobre 2015

MAUSOLEO








L'evento è stato raro, direi più unico che raro, difficile ripetersi e presto rivederlo, quest'unico convegno è stata un'occasione e nulla più; così che muore o che è già morto sto Pala dei congressi neppure è una notizia; ci sta lo scatolone col vetro e con gli specchi, ma cosa ci sta a fare nessuno lo sa dire. Nasceva nel tempo ormai lontano degli anni fortunati seguiti alla tragedia; nasceva in poco tempo, nell'arco di un sol anno vi venne realizzato, voluto un po' da tutti, in primis, guarda il caso, gli alberghieri. Piaceva la sua forma e il suo disegno, di un noto progettista un poco compromesso; comunque andava bene, di eventi e iniziative divenne protagonista e luogo prediletto e diede il suo sostegno allo sviluppo; per almeno un tre decenni averlo fu per tutti una fortuna. Negli anni più recenti poi dissero che il mondo era cambiato, congressi sempre attesi, la Strada o l'Idea Biella, avevano cambiato direzione, occorreva perciò farci pur la sua ristrutturazione. Ci spesero dei soldi, una valanga; i soldi erano ancora le lire ormai sparite e la somma, se sbaglio qualcuno mi corregga, mi pare che fosse di 14 miliardi. Ne nacque una scatola di vetro, la vediamo, del vecchio rimase assai pochino, peccato era assai pure bellino. Finito il suo restauro iniziò però subito il declino. I fautori, nei tempi ormai passati, di quell'opera che tanto era servita, quei noti albergatori avevano nel mentre cambiato anche indirizzo. Pensarono che era meglio tenersi tutto in casa, scavarono nel suolo, vi misero le sale, gli impianti e tutto quanto e si presero gli eventi. Seguì anche la crisi, peraltro mai passata, che diede un altro bel colpetto al nostro caro palazzetto. Da lì non ci fu più nessuna mai ripresa; cambiato anche il gestore gli effetti non è che siano noti, ma per quanto ora si vede, le cose sono ferme, cioè sembrano ormai morte. Nessuno, peraltro, si lamenta; ritengo gli alberghieri ormai molto contenti del fatto combinato, e quanto a quelli che governano il Palazzo, lì regna il silenzio, seppure interrogati son muti come pesci. Orbene, rimangono sporadici gli eventi, ma sono estranei alla missione che gli venne data ai tempi della sua originaria e lontana fondazione, ben altra cosa insomma e poca, poca cosa. I padri fondatori, o meglio, i loro figli e i loro nipoti,  benemeriti e coerenti come sempre, han dunque nel tempo lavorato per farci di sto Palazzo soltanto un bel sepolcro, a spese ben si intende di tutti i cittadini.