Visualizzazioni di pagine: ultimo mese

venerdì 29 gennaio 2016

SEPOLCRI IMBIANCATI






Provocato con l'ultimo mio post su un tema che gli scotta, io penso che Bottini si scordi la domanda e non risponda. Poco male; presto o tardi, la risposta alla domanda ugualmente ve la daremo avendo tra le mani le carte che ad altri son state invece e ingiustamente segretate. D'altronde la storia del Palazzo è piena di segreti che non vengono mostrati in quanto, se svelati, rivelano i divieti che hanno infranto e i regali che hanno fatto. Di solito, al fondo di molte queste storie, ma non sempre, ci stanno anche dei soldi, nel senso di euro andati persi o di euro regalati, comunque e sempre pubblici denari ben s'intende. Dietro poi le stesse storie ci stanno i nostri governanti, la corte che li serve e quei " pochi" fortunati che, in fondo alla catena, incassano, ma non scuciono di solito moneta. Le storie sono tante e sono anche diverse: un giorno, presto o tardi, vi faremo una lista e un almanacco. Comunque di tutte queste storie qualcuna è più palese, qualcun'altra è più nascosta, ma tutte sono unite da un numero comune, che serve a tenere sempre in piedi, per quasi mezzo secolo per volta, la nostra locale bene amata " classe dirigente". Quel numero un po' magico ci dice che se nel tempo vuoi durare, non devi poi neppur più di tanto manco fare. Ti basti lasciar fare, non devi disturbare; governare diventa dunque un'arte soltanto e solo per durare. Il tempo poi fa il resto; a furia di durare ne hai fatti di favori e a furia di favori e di occhi sempre chiusi, alimenti quel consenso, diffuso o ben mirato che quando arriva l'elezione garantisce il risultato. Bottini, l'immortale, è dunque il gran maestro di tale strategia che da tempo immemorabile gli porta sol consenso; giù il cappello. Di pecche, grandi e piccole, ne ha tante che tiene celate nel cassetto; scassinar questo cassetto prendendo un grimaldello sarebbe, forse, bello, ma quand'anche pur scoperte crediamo che non cambi di molto il suo consenso. Che poi la strategia del nostro Borgomastro non solo sia pagante, ma pure contagiosa, lo dice chiaramente la linea tenuta dal gruppo più robusto che siede nel Consiglio a " contrastarlo". Mirando nel tempo a prendergli anche il posto, ne assimila il modello, non prende posizione, sui temi più robusti è ammutolita, se gioca di rimessa è già forse di troppo. In questa condizione si lascia campo libero al nostro giocoliere che dell'esistenza di quelli del carroccio non par se ne sia neppure accorto. In questa situazione c'è dunque soltanto un vincitore; nessuno, un tempo fa, avrebbe mai giocato neppure un dollaro bucato che un giorno sarebbe diventato il Borgomastro, ma in questo paese che a dir poco è un poco strano, con tanti segreti nel cassetto, con tanti lasciar fare, con occhi tutti chiusi e con troppi non devi disturbare, invece poi è successo e ora tenetevelo ben stretto Signori che avete sempre fatto, che mai nessuno di voi qualcuno ha disturbato e che nessuno di voi, per vero, neppur fu mai votato, ma pur sempre avete ugualmente e da sempre comandato.
        

martedì 26 gennaio 2016

TRASPARENZE



Continua l'offensiva informativa di Bottini; il nostro Borgomastro non si stanca di darci notizie a tutto spiano sullo stato dell'arte del Palazzo. Con il numero secondo di quest'anno, comunica che cosa ha in mente ora di fare o ha, comunque, anche già fatto. V'invito a visitarlo sull' Home page del sito ufficiale di Palazzo. Con queste iniziative mas mediali, l'astuto Borgomastro ci trasmette un'immagine operosa dell'ultimo governo eletto dalla piazza, offrendo ai suoi sostenitori motivi e argomenti in suo sostegno e, al contrario, togliendo ai suoi oppositori ragioni per critiche e lagnanze. Però per vero, dall'analisi accurata dei suoi comunicati non è che l'informazione sia accurata, ma assai semplificata. Qualcuno dirà che sta roba è assai efficace; con poche parole e qualche riga da tutti ben intese, Lui così comunque sì che informa, o meglio, da a tutti un bel servito. Infatti questa roba a noi ci par che sia proprio un po' pochina, o meglio, un po' troppo anche furbina. Nell'ultima, recentissima, riforma dello Stato, targata Renzi/Madia, si è fatto un salto avanti, aprendo gli archivi ai cittadini. Non solo le carte che vanno già ora in albo, ma fra breve avremo il diritto di chiedere e ottenere, pressoché, tutte le carte. Neppure saran chiesti i motivi e le ragioni per cui vorremmo noi sapere, ci basta la qualifica di esser cittadini. Di fronte a tali nuove, ci suonano patetici i tanti tentativi che i vari detentori di poteri, da sempre, hanno provato a negare e a nascondere le carte con le loro malefatte. Se questa è dunque l'ultima notizia, tornando al nostro Borgomastro che ci informa sull'accordo siglato tra il Palazzo e il Grand Hotel, che male dunque c'è a metter sulla rete anche le cifre. Ci informi il nostro Borgomastro sul numero degli anni per i quali non vennero mai pagati canoni dei siti demaniali ancor oggi occupati; ci illustri per benino di cosa fu risposto quando dal Palazzo si chiesero quei canoni; ci dica se poi quei canoni furono tutti quanti calcolati e quanti, alla fine, furono i pagati e, già che siamo in tema, ci spieghi, per benino, le ragioni, di norma e di diritto, per la quale si esenta sol qualcuno di riparare a cura e spese sue un bene demaniale da questi sempre usato. Lo faccia con le cifre dettagliate, anno per anno, canone per canone; si metta già sull'onda dell'ultima riforma ricordata. Non essendoci nulla cui nascondere, il nostro Borgomastro sarà felicissimo di farlo e a noi di raccontarlo.   

lunedì 25 gennaio 2016

OPERAZIONE "FESSO"







Ancora dei ritardi riguardo funivia. Sembrava tutto fatto; per anni si discusse, da anni si sapeva, di proroghe si visse un po' di anni, la data di ultima scadenza poi venne superata senza che un nulla era già fatto; si chiuse anche l'impianto, si fece quella gara andata, per forza, anche deserta; si fece, nel cuore delle ferie dell'estate, un'altra gara; sta volta sembrava ritoccata che tanto era ben fatta; comunque uno " concorse", ci fece persino un qualche sconticino, quel tanto per cento 0,10 che, di solito, si mette per far quasi uno scherzo. Quanto poi, invece, a tutto il resto che avrebbe dovuto esser dentro quell'offerta, neppure il Borgomastro, interrogato, ne sa nulla. Comunque il tempo passa; sul "sito" di Palazzo non c'è traccia, ma or si aggiunge che avendo sto Comune dato sua adesione all'Unione Montana dei Comuni, si è aggiunto un nuovo Ente a dover dire la sua in questa vicenda senza capo e senza fine; poco male, sta volta se vi sarà qualche ritardo il colpevole si trova: la solita, vecchia e nota burocrazia. Comunque il tempo passa, ma intanto quel che è un dato certo è che alla fine del percorso l'obiettivo qualcuno lo avrà pure raggiunto: lo dico molto in breve e chiaramente: 1) far fuori i dipendenti che gli stavan sulle palle. 2) far pagare il conto del rinnovo dell'impianto, interamente, dal pubblico denaro 3) spazzar via la concorrenza dalla gara. 4) rinnovare l'impianto a costo zero 5) assumere i nuovi dipendenti con lo sconto. 6) restituire poi l'impianto, a fine corsa, al prezzo del rottame.



venerdì 22 gennaio 2016

PROSSIME DISTRAZIONI

 


L A  M A N I C A  N O B I L E

 




Presentazione:
Un ambiente riservato, esclusivo; l'appuntamento consueto che segna la fine del soggiorno estivo di una famiglia blasonata nella sua residenza sul lago. Un evento irrompe e modifica la scena; sarà l'occasione per conoscere profili di personaggi, descrizioni di ambienti, modalità consuete, ma anche innovative di un'indagine serrata che occuperà una notte e un giorno. La trama diventa solo un pretesto per addentrare il lettore in questo labirinto dove alla fine la follia, paradossalmente protetta .........
Informazione del libro


Edizione : 1a
Pubblicazione: prossimamente
Formato : 15x23
Foliazione : 276 pagine
Copertina : morbida
Stampa : bn
Genere: giallo
Autore: Piervalle


giovedì 21 gennaio 2016

AVVISO






Se dunque sto Bottini i buchi, prima o poi li chiuderà, diverso ritenere che abbia, non dico l'intenzione, ma dico la "visione" su cosa mai poi fare per ridare alla Perla uno splendore. Non basta sto Bottini promosso Borgomastro, non basta la sua squadra; son tutti un po' spompati e già sperimentati. D'altronde se è illusorio attendersi qualcosa che attenga un obiettivo che in genere si indica " strategico", la forza del governo che noi abbiamo ci induce a sol sperare che manco si mettano alla prova, temiamo seri guai, di più veri sfracelli. Di Canio ci basta uno soltanto e ce ne avanza. Questi che sono i suoi figliastri e che son quelli che la piazza ha poi promosso al rango superiore, non reggono la prova. Ci tentano dapprima con quella Villa Aminta e portano in Consiglio una proposta che è svendere un accordo, venduto già da Canio come un suo capolavoro, e ora che lui è sparito senza averlo realizzato, da questi suoi figliastri verrebbe già  belle disfatto. Ci provano poi ancora; sta volta il soggetto dell'accordo è il Grand Hotel, e qui si genuflettano, non solo rinunciando ai crediti da quello pur dovuti, ma pure gli regalano quattrini per fare tutto quanto a nostre spese, in barba alle norme che ci sono e dicono il contrario. Di più; in queste settimane si muovono le voci intorno all'Albergone che meglio sarebbe chiamar condominione. Ebbene, le voci ci parlano di un esito che non è proprio sicuro; ma intorno a queste voci, si muove il Borgomastro, toccando le pedine che possano influire sull'esito finale. Tre esempi illuminanti di come la sede del governo non stia dentro il Palazzo, ma un poco più all'esterno, col dubbio, pur fondato, di esserci sbagliati nel voto della scheda col nome di Bottini che invece sia andato, di fatto, a qualcun altro. Arrivato che sono a questo punto non serve che aggiunga anche dell'altro. Torniamo dunque a capo; che il nostro Borgomastro si impegni a chiuder buchi che tanto sono tanti, non faccia lo stratega che tanto fa poi danni e, da amico glielo dico, che tenga le distanze dai suoi grandi elettori.




 

martedì 19 gennaio 2016

ATTIVISMO






E bravo sto Bottini, il Borgomastro che ci informa sullo stato dell'arte di tutto quel disastro che Canio gli ha lasciato e che anche lui ha, non poco, combinato. Pressato da più fronti, serrato dai nemici e strigliato dagli amici, ci dice di sperare che presto lo vedremo all'opera sul fronte anche del lago. Nessuno lo rimprovera se presto qualcosa noi vedremo, per ora e non solo da ora sopportiamo quella sorta di disastro che vi abbiamo già mostrato. Comunque su coraggio, che faccia questo sforzo sovrumano; che chiuda un po' di buchi, che pitturi sti lampioni, che metta il ponticello al Lido di Carciano e che tolga anche i detriti; saremmo già contenti del nostro Borgomastro che farebbe, soltanto, il suo mestiere. Orbene che faccia il suo mestiere, lo faccia pure bene e che curi che anche gli altri lo facciano anche bene, se no, presto o tardi non lo so, saremo ancor da capo. Però, se questo suo mestiere lo vuole fare bene ci deve due risposte che mai, sin'ora, lui ci ha dato. La prima sua risposta riguarda un assegnino di circa 90 mila euro che, da Canio delegato, il nostro Borgomastro lo spese tutto quanto sull'Isola che abbiamo visto in stato disastrato. Orbene, l'assegnino fu staccato per porre un po' un rimedio allo stato già indicato. Morale; quell'opera così mal progettata e poi così mal fatta, da quando inaugurata non una volta è stata usata. Per quanto noi sappiamo, neppure qualcuno si è sognato di dare una risposta che Regione, più volte e per scritto, ha domandato. Or dunque la cosa è un poco strana e lascia un'ombra di sospetto sull'azione del nostro Borgomastro. Se invece non sono più aggiornato, che pubblichi sul sito di Palazzo la nota di risposta che ha dato alla Regione e poi vediamo. La seconda sua risposta che ancora non ha dato riguarda una cosa più attuale, sbandierata l'altro giorno come fosse una trovata, o meglio, una furbata. Per chiudere un bel buco nel muro fronte lago davanti al Grand Hotel, vi è stato un po' spiegato che è stata approvata sta trovata: l'Albergo fa i lavori, il Palazzo glieli sconta nei canoni futuri. Il problema in questo caso stanno i canoni passati e neppure in questo caso, mi passi sto bisticcio, il nostro Borgomastro non solo ha mai spiegato, ma ancora si tiene le carte pur nascoste. Non serve, Borgomastro; le carte le vidi di nascosto e i conti lì non tornano.



lunedì 18 gennaio 2016

COLASSO II




Se ieri era un' Isola che faceva un poco anche di pena, oggi è la Perla che non ride e mostra le vergogne. La magra è assai impietosa, nasconder le magagne poco serve, essa le svela; l'incuria dell'uomo che governa e non provvede, i guasti dei rabberci fatti male e ben pagati, quel po' di sol manutenzione che già sarebbe molto e forse è troppo e che non c'è, il moto ondoso o il fortunale; quel che vedete è il risultato. La linea del demanio è uno sfacelo di cose tralasciate, trascurate e abbandonate. Non è soltanto mal governo,è proprio un non governo. Per ora il Borgomastro non è che si veda che cosa abbia mai fatto, si vede che di certo non ha fatto. L'accordo col Des Iles per chiudere un sol buco non svela, per nulla, la storia segretata di debiti per canoni passati che si sospetta non vennero pagati e, tanto per cambiare, gli sconta anche i canoni futuri. Comunque la si giri, lo stato dell'arte è questo qui; dal Lido di Carciano sino alla Villa del Principe Domenico la Perla va giù a pezzi.

 















sabato 16 gennaio 2016

COLASSO

La magra di sto lago scopre le magagne che, in qualche modo e malamente, da sempre son celate. La prima a far le spese è, forse, la terra in mezzo al lago, lontana dal Palazzo che guarda indifferente sto disastro. Bottini, il Borgomastro sarà pure impegnato, ma forse è un po' distratto e questo sarebbe anche il momento per far, non dico chissà cosa, ma un po' manutenzione. La magra presto o tardi ha da finire, il tempo adesso è giusto, se passa questo tempo si perde l'occasione. Comunque la cosa è desolante, le foto parlan chiaro, c'è poco da scusare, il sito è andato all' abbandono, Bottini ne porta una parte della colpa.








          

giovedì 14 gennaio 2016

CHIUSO






Gli esempi ora non mancano, anzi si sprecano; in ordine di tempo, la mostra di Monet, aperta a Torino il 2 di ottobre scorso presso il gam, fa il pieno con già 205.000 visite e non chiude i suoi battenti il prossimo 31, ma prosegue sino al 14 del mese che poi segue. L'investimento par dunque che si paghi e i numeri di visite nei luoghi prediletti alla cultura, nell'anno che si è chiuso, dimostrano che la crisi lì non c'é. L'inverno è ancora in corso, nessuno se n'è accorto, è stato un lungo autunno senza pioggia e tanta luce, eppure la Perla si addormenta, le basta il suo passato e fare copia e incolla di ciò che è sempre stato. Non basta l'evidenza, non basta guardarsi un poco in giro e prendere uno spunto e fare come gli altri, o meglio più degli altri. Ci sono i delegati; all'uno la cultura, all'altro anche il turismo, eppure ciò non basta o meglio ciò non serve; si sono addormentati e aspettano che venga la stagione, son come gli animali che cadono in letargo e fanno buona notte. Più volte quel modello di turismo anche d'inverno lo abbiamo disegnato, eppure non c'è ascolto, neppure un'attenzione. La coppia delegata si annoia, magari anche si sveglia ogni tanto dal solito torpore, si guarda un po' attorno, e dopo uno sbadiglio ritorna nel suo sonno e buona notte. Mancassero gli spazi…, la scusa non è buona, di spazio ce n'è forse anche troppo, si pensi al grande scatolone chiuso e vuoto e quanto invece a tutto il resto, ci manca soltanto di dargli un po' solo la sveglia. Ne bastan 100 mila che passino d'inverno, sarebbe già un successo, cos'è fare una prova; va male, poco male, si chiude e morta lì, va bene si riprova e si migliora; intanto ora si dorme.

 

martedì 12 gennaio 2016

FATTI E PROMESSE







Prendiamo pure atto di tutte quante le intenzioni del nostro Borgomastro, l'elenco conosciamo, ci ha fatto anche il messaggio di fine dell'altranno; comunque se quelle le intenzioni, ci vogliono, anche i fatti. E quanto a questi fatti, sin'ora, non c'è molto, o meglio, quasi niente. Seppur più volte interrogato, più volte ha pur risposto, ma a oggi il mucchio di detriti, dal Roddo prelevato, rimane ancor sul posto, sin tanto che c'è posto. E quanto al ponticello, la causa della lite tra Canio e l'Architetto, rimane provvisorio, ancor per quanto tempo ? dipende da quel patto ? dipende da che cosa? Del ponte "Calatrava" si parla ormai da anni, del costo e del progetto; a proposito di questo, sarebbe forse pronto, lo metta sulla rete, intanto lo vediamo sto oggetto misterioso. Il lago ormai è in asciutta, più basso non si può, le mura lungo lago rivelano i disastri, i buchi e le caverne, le crepe e tutti i crolli, i lavori fatti male, l'assenza programmata di far manutenzione, eppure non c'è traccia che presto si rimedia, rimangono le transenne e se si aspetta ancora non bastan ste transenne. Comunque si provvede; coi soldi dei soggetti che versan tutti i canoni si aggiusta un solo buco perché rompe al Grand Hotel, mistero poi sul resto, cioè se è in regola coi canoni, ma visto che l'accordo è stato fatto, è meglio non parlar di ciò che è ormai tutto passato. Dei soliti lampioni è meglio non parlare, un poco di transenne accanto a quelli un poco instabili e tutto lo si aggiusta. Non mancano tre mesi al taglio del nastro di stagione, la linea di partenza l'ho descritta; è il minimo richiedere che venga messa a posto, starebbe nel contratto come si è soliti anche dire; Bottini il Borgomastro l'ha promesso.

lunedì 11 gennaio 2016

PROBLEMI E SOLUZIONI









Archiviato ormai che è stato il messaggio, un po' rifatto e camuffato, d'inizio di quest'anno, riprendono i soliti problemi che angustiano noi, in qualche modo, da sempre mal governati. Le attese pure loro da sempre sono tante; le soluzioni sono, invece, sempre lente e anche se qualcuna di esse arriva in porto, c'è sempre qualcosa che va storto. Prendiamo la piscina; è inutile negare che fosse una richiesta di parte della gente, e quindi ci fu Canio che dietro la richiesta ci fece una vittoria elettorale. L'ebbrezza di quel voto gli tolse, pertanto, la ragione e un'opera inutile e costosa, seppur con mille anche fatiche, sembrò che fosse andata in porto. Inutile poi dire che ora tutto torna ancor a capo; la gestione della vasca è stato un fallimento, la vasca ora fa acqua, ci vuole un quarto di milione di euro per chiudere le falle; morale, non solo la piscina non ha risolto neanche un sol problema, ma è lei che adesso è un bel problema. Prendiamo ora quel porto; C'è chi dice che non serve, c'é chi dice che, invece, serve; non prendo posizione, dico soltanto che un qualche sistema per connettere la Perla con il lago ci voleva. Comunque, sia che serva o che non serva, è stato un bagno di pubblico denaro, una roba che, da sola, meriterebbe interdire per sempre dal pubblico governo i responsabili. Purtroppo, a distanza di tre lustri, nessuno è responsabile, più d'uno ha preso soldi, più soldi del dovuto, è stato un banchetto con tanti commensali di cui nessuno, sin'ora, paga il conto. Finirà ora quest'opera ? C' è solo da sperarlo, così come si spera che qualcuno paghi il conto. E' quindi un altro esempio di come la soluzione di un problema è stata per quindici anni soltanto un gran problema. Tocchiamo la variante, " la Zanetta"; che fosse soluzione del problema ci stava nella testa di Canio, ma non solo. Avessimo fatto un referendum, in massa il popolo elettore avrebbe sostenuto quel progetto. Eppur non è la soluzione del problema. Interrogato sulle sorti del progetto, G.C. , giorni fa, rispondeva che le vie del Signore sono infinite. La fede di quell'uomo, pensando che nostro Signore si occupi di affari e non della miseria, è un poco strana, comunque, traducendo la risposta, vuol dire che l' ok sul suo progetto non c'è ancora. Mi limito, per ora, a dir che non c'è ancora, ossia che la "soluzione" del problema non è certa, più in là, come promesso, vi dirò qualcosa anche di più. Possiamo andare avanti, declinar tutte le cose, le questioni più grandi e più minute e a tutto si trova poi la spiegazione che non è che sia il destino o la sventura che ci fa cader addosso sto degrado. Prendiamo una roba piccolina; le lampade lungo il lago che cadono giù a pezzi. E' un problema, son tutti da smontare e restaurare, c'è il vincolo di spesa da osservare, c'è il porto da pagare, sta roba passa in coda, non c'è storia. Eppur sono così per un' incuria, non certo per l'età, nessuno si è curato di dare un po' di bianco ed ora la ruggine si mangia tutto quanto. Non era mai stato un problema, ma adesso è diventato. Da ultimo vi cito l'impianto funiviario. Adesso qualcuno vi dirà che è stato risolto un bel problema; tirategli un calcio nel sedere. Il bando programmato, il testo che fu fatto e poi rifatto, la gara senza storia è stata l'occasione perfetta che è mancata per tentar la vera soluzione. Il problema è, pertanto, come sempre soltanto rimandato; auguri al Borgomastro.
   

giovedì 7 gennaio 2016

SEMISERIO








Carissime Concittadine e Concittadini,




sono, purtroppo, trascorsi già sei mesi dalle elezioni amministrative con le quali, una parte di voi, per vero una minoranza, mi ha eletto Sindaco, o se preferite Borgomastro, e Vi devo dire che sono stati sei mesi di impegnativo e proficuo lavoro. Anche se magari può non essere facile per tutti, me compreso, capire gli articolati e spesso incomprensibili meccanismi della macchina amministrativa, Vi assicuro che adesso io e i miei Assessori abbiamo raggiunto significativi traguardi a riguardo e possiamo già annoverare considerevoli risultati che Vi elenco: Il contenimento della spesa pubblica e il rispetto del patto ci viene, aihnoi, vigilato dalla nostra ragioniera di ferro; facciamo del nostro meglio, che non è molto, lo sapete, ma sempre comunque con l’obiettivo della tutela e salvaguardia dei servizi essenziali per la Città e con una tassazione locale tra le più basse del Vco, il che ci vien facile farlo credere perché la statistica è sempre quella per cui se uno muore di fame e un altro mangia troppo, tutte due stanno bene. Si è proceduto con operosità ai lavori del nuovo porto, per verità dovrei dire vecchio porto, lo so scusatemi, io c'ero già nel lontano 1999 o nel 2000, non ricordo molto bene, quando una notte, a mezzanotte, insieme a altri validi amministratori, incaricammo delle bestie di progettisti per la redazione del progetto del porto. Non mi sono mai pentito pubblicamente per quanti disastri seguirono quella sventurata scelta, ma che volete, ho sempre pensato che il tempo avrebbe cancellato il ricordo di quelle malefatte, così infatti è stato e adesso sono qui, dopo 15 anni passati inutilmente se non per la spesa che è raddoppiata e se tutto andrà bene sarò io a inaugurare l'opera che solo la Salerno- Reggio Calabria è riuscita a superare in ritardi e aumenti di costi. Come vedete, non ho avuto tutti i torti a confidare nella vostra assenza di memoria, Vi ringrazio di cuore. Intanto leggo che Verbania ha trovato, senza usare un euro di soldi pubblici, la soluzione per rifare il porto collassato. Devo ammetterlo, se così sarà vorrà dire che è più brava di noi, ma in fondo non ci vuole molto, quindi andiamo piano ad attribuirle grandi meriti. Si è proceduto a sistemare l’assetto strutturale e viabilistico della via degli Alpini e della via Madonna della neve dove io ho la mia sede montana , ma che volete che facessi, che andassi a stare da un'altra parte per fare le merende con gli amici, per favore, non dite stupidate. E' stato sistemato il Cimitero di Brisino. La cosa era diventata imbarazzante, la Consigliera Severino rischiava di farmi morire prima del tempo con quelle interpellanze chilometriche sul cimitero di S. Albino, la Chiesa, gli uccellini che fanno i nidi nei muri, le caprette che fanno la popò tutt'attorno. Ho deciso che non era ancora venuta la mia ora e ho sistemato tutto; se non ci credete, chiedetelo alla Severino, ma basta con questa storia. Intanto, sistemando il cimitero, ho sistemato anche la Severino; chiamatemi stupido..Sono iniziati i lavori di riqualificazione dell’area mercatale di p.zza Capucci (per adeguarla alla normativa vigente). I lavori termineranno nei primi mesi dell’anno; sì non ho indicato quale, ma credo che questa volta centreremo il bersaglio. E' stato trovato l’accordo con la Provincia, i Comuni confinanti e gli operatori commerciali per il piano neve al Mottarone (con l’auspicio che i tanto attesi fiocchi non si facciano aspettare oltre!) garantendo l’accesso alle auto. Non fate gli spiritosi un'altra volta con quella storia della casetta per le merende, altrimenti vi mando a stendere. Comunque la neve non c'é. E' stata chiusa la vertenza aree sciabili al Mottarone. Lo sapete, sono sempre stato contrario a imporre coattivamente le servitù, ma Canio era troppo forte, mi imponeva il silenzio, non potevo fare nulla o addio delega e tra quella e il silenzio ho preferito il silenzio. Poi, avete visto, Canio e i suoi hanno sempre sbagliato tutto sulla vicenda, un gran pasticcio e adesso io sono pulito; chiamatemi stupido …e due. E' stata assegnata la gestione della Funivia del Mottarone ed a breve verrà siglato l’accordo di programma con la Regione Piemonte. Qui io non so niente; la storia dei bandi, delle clausole che prima c'erano e poi sparivano, del personale licenziato, di quello da assumere , dei soldi dati, di quelli aggiunti. Sono tutte cose che faceva Canio e la Scral; sì avevo la delega al patrimonio, avrei dovuto occuparmene direttamente, ma poi una volta la funivia era del Comune, un'altra volta della Regione, un'altra volta ancora non si sapeva di chi fosse , per cui hanno fatto tutto loro; cosa volete che vi dica, è andata così, probabilmente poteva o doveva andare diversamente, molto diversamente, come qualcuno dice, probilmente è stata persa un'occasione , ma lo ripeto, io c'ero, ma dormivo. Sono in corso le trattative per la definitiva soluzione dell’affidamento della gestione della piscina del Lido di Carciano. Devo confessarvelo, chi mi conosce lo sa, io sono stato sempre contrario alla costruzione di quella piscina. Qualcuno mi potrà chiedere perché mai abbia però sempre votato sì; questo non ve lo so spiegare, mi sarò distratto un momento, anch'io posso sbagliarmi, posso aver avuto un momento di…debolezza, di… stanchezza, provate voi a rimanere 30 anni e più chiusi dentro un Palazzo, c'è da diventare matti, credetemi. Come finirà comunque questa storia ? Questo adesso non ve lo dico ancora, ci stiamo lavorando, vi basti. Intanto non c'è fretta, la vasca fa acqua da tutte parti e per un paio d'anni non se ne parlerà più, poi vedremo.. Sono in fase di studio interessanti progetti di riqualificazione di aree e spazi pubblici. La cosa è assolutamente urgente e necessaria; dopo che da , circa, 30 o 40 anni, più o meno le stesse persone hanno governato la cittadina, è inevitabile che essa si sia deteriorata e che molte situazioni non siano più sostenibili. Ora provvederemo; il proverbio chi sbaglia paga noi lo applichiamo alla lettera; se prima abbiamo sbagliato, ora paghiamo. Scherzo naturalmente; vedrete delle cose che nemmeno l'immaginazione più fervida è in grado di rappresentarsi, di più una qualche prova già l'abbiamo tentata. Stavamo per chiudere con Villa Aminta un altro accordo storico, la rivolta delle minoranze e di un qualche elemento che mi rompe in maggioranza, l'ha impedito all'ultimo minuto; poco male, ci riproveremo, ma intanto ne abbiamo combinata subito un'altra, chiudendo un accordo con gli amici del Grand Hotel che, con i Vostri soldi, rifarà il muro crollato nel lago. Sfido chiunque a dimostrare che sarebbe riuscito a fare qualche cosa di meglio..sì, ho capito, mi volete ricordare ancora i 14 milioni di euro che Verbania ha trovato da parte di privati disposti a spenderli, piantatela, Vi ho già risposto, non ci vuole molto a essere meglio di noi, ma ci vuole modestia e anche questa è una qualità di cui posso andare fiero. Comunque Vi abbraccio tutti e ci risentiremo presto, vedrete che cosa combineremo, ma per ora andate tutti in vacanza e lasciateci lavorare in santa pace.




IL SINDACO BORGOMASTRO




Cavalier Giuseppe Bottini

 

 

martedì 5 gennaio 2016

TUTTI A BORDO







Notizia di Gemelli sulla Stampa messa in rete; la tassa sullo sbarco ora si cambia. Infatti la tassa che ha innescato la lite tra il Palazzo e il capo della flotta che naviga sul lago, ora la legge l'ha cambiata. Non più solo i vettori di linea, ma anche tutti gli altri che portano turisti diventano i soggetti che devono riscuotere la tassa dello sbarco, se applicata, e poi versarla. Di più, la legge cancella una parola che, forse, generava molti seri dubbi se mai sta tassa valesse anche da noi. Un gettito cospicuo, pertanto, si preannuncia; stentato alla partenza, non certo molto alto anche nell'anno che si è chiuso, ma se da ora in poi tutti riscuotono e la versano, il gettito dovrà, di certo, almeno raddoppiare se non anche triplicare. Per ora reazioni da Palazzo non vi sono; non certo ci aspettiamo la lettura del solito pizzino di chi alla materia è delegata, che annunci le intenzioni; se ancor s'intenda sia applicata e, cosa interessante, com' è che sia applicata. Se infatti col capo della flotta l'intesa sarà presto raggiunta, più ardua ci pare raggiungere un'intesa con tutto l'equipaggio che staziona, giorno e notte, di fronte al Palazzo dove ora siede il Borgomastro. Trasformati, di botto, in esattori a qualcuno di loro verrà anche da piangere, mentre a qualcuno non di loro verrà forse da ridere. Insomma, questa tassa, se poi sarà applicata, rischia di innescare la rivolta della piazza. Esenti, sino ad ora, da obblighi fiscali puntuali, se costretti a emettere un titolo di viaggio con la prova della tassa prelevata, va da sé che il pensiero corre ad altro; non tanto alla tassa dello sbarco, quanto all'imposta da lor sempre versata. Al tempo di Canio, l' Alcade alquanto furbettino, la cosa sarebbe piaciuta un po' pochino e la tassa da sbarco rinviata, ma Bottini è un'altra cosa, se vuole mantenere il suo profilo, se vuole che sia poi ricordato come un bravo Borgomastro, deve dimostrar che lo sa fare e questa è l'occasione che, forse, ci voleva. Comunque ora aspettiamo, poi vediamo.

 

 

lunedì 4 gennaio 2016

INIZIO D'ANNO




Ok, col nuovo anno il Borgomastro ci aggiusta un po' tutte le cose. Nemico di quei video sermoni con cui l'Alcade amava entrare nelle case a disturbare, il nostro buon Bottini ci scrive anche gli auguri per l'anno che è iniziato e, intanto, ci promette di fare un po' di cose; insomma quelle cose che da quando è entrato nel Palazzo, ancor giovane e un poco scapestrato, per vero, non ha mai fatto. Ripara le magagne, rimette in sesto i guasti e le rotture, ricorda le cose che ha già in corso e definite, preannuncia qualcosa anche di nuovo, persino si sbilancia un po' più in la, indicando, se non come vicine, comunque le intenzioni di mettere le mani, insieme ai proprietari, lo precisa, ai soliti degradi cittadini super noti; ci aggiunge peraltro la questione che fu un altro cavallo di battaglia del suo e ben più noto, predecessore; l'accordo col Principe Domenico. Insomma, è un ricco inizio d'anno, promesse impegnative, impegni assai concreti, son scritti di suo pugno, son scritti ner sul bianco e poi vergati. Ne siamo soddisfatti; ci pare un altro mondo, i tempi dell' Alcade ci sembrano scomparsi; quel fare levantino che dieci anni è pur durato per dire solo balle e fare quasi niente o anche di peggio, ormai sembra archiviato. Subentra il Borgomastro, lo spirito del nord, la tempra più concreta; è quasi un cancelliere, un uomo che sembra venuto giù dalla Baviera per prendere le redini del carro e guidarlo al suo comando. Che bravo sto Bottini; se avessimo saputo che tanto era nascosto nell'uomo che, per anni, è stato all'ombra che Canio gli faceva, avremmo, volentieri, assalito anche il Palazzo, Canio ribaltato e Bottini incoronato. E' andata un po' diversa; la Perla era incantata da un giovane sovrano che, pian piano, poi dimenticava le cose che promise e che mai fece. Or tutto sta scordato; si parte un'altra volta, di nuovo si riparte, da sempre si riparte a promettere di fare le cose che mai son state fatte. E' questo un po' il problema; che dire che si fa è facile, che fare è più difficile, che far bene è ancora più difficile, direi che è l'impossibile. Comunque lo vedremo, sta volta al Borgomastro nessuno gli perdona l'errore di dire e poi non fare.