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venerdì 30 marzo 2018

OPERE DI PUBBLICA INUTILITA'



Ed ecco che compare un colle dentro il bosco. Nel posto più impensato per farci un qualche cosa e dove hanno pensato di fare il campo calcio, ci arriva per intanto il tutto che è dragato dal porto in costruzione.Ci arriva per intanto, ma quanto al campo calcio nessuno che, per ora, ci scommetta un dollaro bucato. Che arrivi poi anche il campo o neanche pure quello, rimane questo fatto che andare dentro un bosco per mettere sta roba, lontano e un po' sperduto, è come se da nascondere ci fosse qualche cosa. Non è che già pensare di farci lì un campo calcio fosse un'idea così geniale, ma poi che il campo ancora non si sa, per ora lì rimane sto mucchio, una cosa tutta inerte, na specie di rifiuto lasciato alla memoria dell'opera che, trascorsi 18 anni dal suo inizio, neppure avevano previsto che c'era sto problema. Tralascio la polemica su quanto era previsto e su quanto invece è stato poi trovato, pagato e ripagato, in quell'eterno buco in acqua del porto mai finito. Vedremo se alla fine sto mucchio servirà e quindi sparirà o invece, per sempre, rimarrà.

mercoledì 28 marzo 2018

PALAZZOLA: SI RIPROVA





Il protrarsi, senza esito apparente, di una qualche decisione riguardo le sorti del sito di Villa Palazzola di Stresa, ci ha indotti a rivolgerci nuovamente all'Ente Regione, nella persona dell'Assessore alla cultura e Turismo,manifestando il nostro scetticismo riguardo le reali volontà degli Enti partecipanti e rappresentando altresì come un segno di possibile disimpegno Regionale la ipotizzata modifica degli equilibri all'interno della Fondazione. E' dunque questo un rinnovato appello che all'indomani del più fortunato esito che pare ora abbia il recupero di Villa S. Remigio a Verbania, ci siamo sentiti in dovere di manifestare. Vedremo quale sarà la risposta.


ITALIA NOSTRA 
Sezione Verbano Cusio Ossola 

26/03/2018 

Prot.1418 

All'Assessore alla cultura e turismo 
della Giunta Regionale del Piemonte 
Antonella Parigi 
Via Bertola 34 
10122 TORINO 

culturaturismo@cert.regione.piemonte.it 

OGG: Stresa - Villa La Palazzola - . 

Cortese Assessore, abbiamo avuto tempo fa modo di leggere il Suo auspicio, unitamente al proprio affermato personale impegno, a che la questione del recupero di Villa Palazzola potesse trovare soluzione. 
E’ passato quasi un anno dal 12 e 13 maggio da quando l’Associazione che rappresento aveva dedicato la giornata dei beni comuni a che la questione di quel sito potesse tornare ad essere iscritta nell’agenda delle Istituzioni a cui il suo destino è affidato. 
Ad oggi tuttavia ci tocca registrare che passi in avanti non ne sono stati compiuti. 
Siamo a conoscenza di interlocuzioni in corso tra gli Enti partecipanti alla Fondazione, ma non Le nascondiamo che le questioni che sono oggetto di confronto non ci appassionano per nulla. Non crediamo che gli equilibri tra le parti partecipanti all’interno di un consiglio di amministrazione siano così fondamentali per la sorte del bene che a noi invece sta a cuore. 
Questo nostro scetticismo lo abbiamo espresso direttamente anche al Comune di Stresa e lo rappresentiamo anche a Lei. Non vorremmo che una minor partecipazione dell’Ente Regione sia da leggersi come un tentativo di disimpegno rispetto la soluzione della questione, al contrario vorremmo che il consolidarsi degli attuali equilibri possa essere intesa come un riconfermato impegno della Regione. 
Leggiamo in questi giorni che importanti risorse sono state acquisite per il recupero di un altro sito di proprietà pubblica e non lontano da quello di cui scriviamo. Ci è difficile capire perché mai tentativi analoghi non siano stati esperiti anche per il sito di Villa Palazzola. Eppure, in questi anni, bandi dotati di risorse Europee per progetti finalizzati a recuperi siffatti ne sono pure passati. 
Ci consenta di esprimere il nostro scetticismo circa l’esistenza di una reale volontà e interesse al recupero del bene. Diffidiamo della capacità dell’Ente più prossimo, il Comune di Stresa, a risolvere, una volta divenuto maggioranza all’intero di un cda, la questione. L’impegno dell’Ente Regione dovrebbe invece essere confermato e riaffermato, dotando però i propri rappresentanti nel cda di forti e precisi indirizzi che pare oggi manchino. 
Non è agevole per un’ Associazione come quella che mi tocca rappresentare, constatare la difficoltà con cui gli obiettivi che si perseguono possono essere raggiunti. Nel caso alcuni decenni segnano ormai il tempo da cui una volontà privata ha voluto che un bene così singolare e prezioso potesse divenire patrimonio comune. Constatare un fallimento sarebbe un risultato molto amaro per noi, ma ben di più per gli attori pubblici cui spetta l’onere di perseguire il risultato e, sotto questo profilo, vogliamo continuare a credere e confidare nel Suo personale impegno. 

Distintamente 
Il Presidente 
Piero Vallenzasca

giovedì 22 marzo 2018

LA BEFFA



Con questa notizia la Stampa ci consola. Da lustri, lustri e lustri noi attendiamo che Villa Palazzola ed il suo parco ritorni ai fasti e agli splendori e mentre noi attendiamo, ora leggiamo che gli altri non aspettano ma fanno. L'autore di sta roba, per colmo di sventura, poi vediamo che sarebbe poi lo stesso che di soldi e di milioni ne ha tolti ben già cinque a Palazzola. Orbene e mentre nella Perla si discute se sia meglio aver dentro l'ente Fondazione più voti o meno voti, ci sembra che, invece, sia per ora smarrito l'obiettivo; i voti poco contano se i soldi non ci sono. Ma mentre qui non solo non ci sono, ma manco li si cercano e al più li portan via, altrove se li cercano ed anche pur li trovano. Che chi da qui se li è già presi, sia quello che là li fa trovare, è un fatto interessante; al più dimostra poi che basta saper fare e questo ci sa fare. Orbene io non conosco se a questi ultimi bandi, avrebbe ben potuto accedere la Perla; di quello che conosco lo dico apertamente, ossia che nel passato ci furono dei bandi che, scritti quasi ad hoc, non furono guardati. Comunque discutete se è giusto avere un voto o se è meglio averne due, se basta il presidente; insomma discutete di queste gran menate che non sono una questione e che sono indifferenti a noi che siam la gente, e intanto, miei cari Professore e Borgomastro, quell'altro un'altra volta vi ha fregato. 


domenica 18 marzo 2018

IL CENSORE


Risultati immagini per CENSOREInedito sinora, appare sulla Perla la figura del Censore. La carica è ad honorem, la prende chi per primo difende a spada tratta le cariche elettive, curando le notizie, filtrando ben le cose, passando qualche cosa, bloccando qualcos'altro. Lavora con la penna, la gomma e il cancellino; cestina ciò che pare sia troppo imbarazzante, corregge poi le bozze, le legge e le rilegge e quando ormai gli pare che siano al più del tutto innocue gli mette sopra il timbro con visto ed approvato. La carica è gratuita occorre precisare, e se qualcuno pensi che lo faccia per i soldi si sbaglia proprio in tutto, lo fa soltanto per  passione. Lavora per la Stampa, ma è quasi un passatempo, il grande suo piacere è essere la voce del padrone e in questo è proprio bravo o meglio ben ci riesce. Ha quasi il monopolio; conosce tutto quanto, possiede ormai un archivio che, disordine un po' a parte, è ricco come pochi. Di tutti sa di tutto; è come un'agenzia, non certo quella che sta sotto di viaggi e di soggiorni, ma quella che è di sopra, di fogli e di veline, di dispacci e informative, di segreti e confidenze, na roba che, via via, nel tempo si è ingrandita, sinanco un po' anche troppo da essere temuta e pure riverita. Per ora se la prende, di solito e con gusto, o meglio con un certo qual cattivo gusto, con quelli che disturbano i sovrani ed i potenti. Tra questi guastafeste, ma guarda poi che caso, ci mette in prima fila e non perde mai occasione per dire poi la sua e quando lo ribatti, ribatte e controbatte. Convince per davvero ? Ci sembra non sia vero. Convince certamente i più che son smarriti, i tanti che non sanno, che seguono la moda di usar poco il senno e ridono o sghignazzano ad ogni sua battuta, ma nessuno che conosca e che usi anche il cervello gli darebbe solo un ghello. Comunque lui va avanti, fedele alla sua carica censura tutto quanto gli pare, anche a lontano, che sappia di lesione al potere ed al padrone. Va avanti come un rullo, la stazza non gli manca, e schiaccia tutto quanto si para a lui davanti. C'è poco ormai da fare, ci tocca sopportarlo.                                                      

sabato 17 marzo 2018

SUSSURRI SOSPESI




C'é dunque qualche cosa che muove l'attenzione. L'oggetto attenzionato parrebbe sia l'impianto, quello che unisce con la fune la costa alla sua vetta. Le voci, per ora, sono fievoli, ma potrebbe un bel vento scatenarsi. Non posso dire molto sapendo solo poco, ma avendo visto allora com s'era consumata la gara intorno a quell'oggetto, se poi qualcuno è stato incuriosito e ci ha guardato, qualcosa potrebbe averci pur trovato. Sta volta il centro di un'indagine, seppure per ora virtuale, sarebbe più lontano, non su ste rive che sono un po' stagnanti, ma per norma starebbe un poco altrove e questo non è un male. Comunque poi vedremo se quello che mi immagino è reale; per ora ve lo accenno e poi mi aspetto una conferma o una smentita. Se fosse una conferma, non dico sarei lieto, ma dico che la lettura delle carte che a suo tempo avevo fatto sarebbe fondata e non solo inventata. Una brutta vicenda del recente passato di sta Perla verrebbe scoperchiata e dipanata non certo come ce l'hanno sempre raccontata. Una storia di pubblici soldi elargiti molto a spanne, di bandi fatti e poi rifatti, di gare bandite e ribandite, di accordi societari e di acquisti societari, di persone licenziate e di persone invece assunte, di ritardi consumati e di urgenze dichiarate. Na storia che a me è parsa da sempre una schifezza e quindi se, ed è ora, qualcuno gli desse una guardata non sarebbe sprecare né il tempo, né il denaro.

martedì 13 marzo 2018

LAVORI IN CORSO




Il corso dei lavori è quello Italia che dopo che da anni mi par sia ormai per aria, di botto e all'improvviso al Borgomastro gli viene da rifare. Avendo atteso tanto e avendo avuto tutto il tempo, qualcuno dotato di giudizio avrebbe pur pensato che fare sti lavori fuor stagione sarebbe stato il minimo pensabile. A qualcuno dotato di giudizio abbiam premesso e quindi non stupisce che all'inizio di stagione si butti per aria tutto quanto. Eppur si può capire con quanto baldo ardire gli venga al Borgomastro di mettersi in cantiere. Son anni che si attende, son anni che le strade son per aria, son anni che le buche son per terra e dunque va di fretta sto nostro Borgomastro/capomastro. Ha dunque una gran fretta e come ben sappiamo non è che la gran fretta sia sempre una buona consigliera, in genere è il contrario e dunque sta volta il caso è capitato e statene pur certi che tra il porto mai finito e i nuovi cantieri sotto sopra, l'inizio di stagione di quest'anno è già tutto uno spettacolo. Poteva fare meglio e chiunque lo capisce; poteva rimandare, poteva anche aspettare, poteva fare prima, poteva far di tutto,e forse non doveva fare questo, ma preso dall'ardore e da un sacro suo furore, non volendo finir come la Raggi, ora rischia di finirci anche di peggio. Nel prossimo capitolo, intorno a inizio estate, comunque vedremo il risultato, ma per quanto già si sappia a noi non piace.

domenica 11 marzo 2018

PREMIO NOBEL



Stremati dallo sforzo, i nostri Governanti, Borgomastro ed i suoi soci, han dunque generato il massimo possibile che, come ampiamente qui è stato dimostrato, era invece il minimo impossibile. Capace di girare una disfatta in quella che si dice una vittoria, la mente raffinata e preparata del noto Professore ha illuso ampiamente la platea con solida oratoria argomentata e con logica infallibile e poco discutibile. In tali circostanze lui spiazza l'avversario che si sente talmente inadeguato che rinuncia anche alla replica e persino gli da il voto. Se dunque questo è stato è un fatto ormai passato; comunque ora c'é un filo che unisce più argomenti e come già ho accennato vorrei dedicare quest'altro sol momento. Se ieri ho dimostrato, coi conti della serva, che sto nostro malgoverno si appresta a regalare un gruzzolo importante a qual mai Enel Sole rifarà tutti gli impianti, qualcuno allor mi spieghi perché sta stessa cosa non venga invece mai pensata a mo' per la Gabbiola ? Mi spiego un poco meglio: nel caso degli impianti, per spendere a carico di altri na somma che poi a stento arriva a un milioncino, si danno a chi li mette, nell'arco di 20 anni, due milioni. Per dirla molto in breve, si brucia nell'arco di quel tempo, la somma tutta intera che risparmia l'impianto rinnovato. Se tanto mi da tanto serviva chieder soldi, che tanto ce ne sono ? Serviva proprio a nulla. Ma dunque se in sto caso si brucia poi il risparmio, cacciandolo a pagare un debito occultato, si pone la domanda perché mai per il caso la Gabbiola, non avessero pensato di usar la stessa cosa. I soldi ce li mette qualcun'altro, il tiket delle soste per 30 anni ripaga ampiamente il capitale, non esce dal bilancio manco un euro e il caso era risolto o comunque ci provavano. La cosa qui dimostra che il problema dei soldi poi non c'entra se i soldi li mette qualcun'altro e i conti li paga chi parcheggia. Il problema sta in altrove; alligna nelle menti raffinate, nei sottili distinguo un po' accademici del soggetto alla guida degli eletti sui banchi del consesso, nella pratica un po' rozza, ma efficacie, del nostro Borgomastro. Tradotto molto in sintesi toccare chi possiede qualche cosa è un peccato assai mortale; i governi sono eletti un po' da tutti, ma obbediscono poi a pochi; l'interesse collettivo non importa, quel che importa è sapere distillare, mantenere gli equilibri, argomentare come dotte prolusioni inutili e fasulle. E intanto il futuro è questo qua; un perder occasioni or l'una dopo l'altra, far credere di fare l'impossibile, scaldare la poltrona all'infinito, piegarsi come pochi ai soliti padroni che sappiamo. In questo disastro collettivo rimane una notizia e una speranza: con queste operazioni assai creative, la nostra Ministra alle Finanze, la nota lettrice di pizzini, è candidata. Un Nobel sta volta è assicurato.                                                  
                        

martedì 6 marzo 2018

I CONTI DELLA SERVA






Nel recente consesso consumatosi l'ultimo giorno del febbraio scorso, il Borgomastro, ha tra le altre cose, snumerato la imponente cifra di €. 4.270.000,00 con la quale, mediante un progetto di finanza, cioè quelli in cui investitori privati mettono,o meglio, anticipano i soldi, verranno rinnovati totalmente gli impianti di pubblica illuminazione. Più o meno nessuno ha fiatato, forse temendo di compromettere l'esito di una operazione, iniziata già da alcuni anni, e che dovrebbe concludersi con una gara pubblica, attualmente in preparazione presso la nuova committenza unica di Verbania. L'imponente cifra la ritroviamo, peraltro, anche nel documento degli investimenti sotto la voce, impropria: importi per opere finanziate da risorse private. A questo punto, vista l'entità della cosa, verrebbe da chiedersi perché mai tutti i Comuni d'Italia non si buttino in tali operazioni, remunerandole poi, per una serie di anni, nel caso 20, con un canone non tanto diverso da quello che già gli impianti arrugginiti costano oggi. Verrebbe inoltre da chiedersi perché se fosse mai così facile ricorrere ai progetti finanza, il solido governo del Borgomastro, ma prima di lui anche quell'altro del vecchio Alcade non ne abbiano fatto ricorso, seppur sollecitati, per porre fine alla questione parcheggi. Su quest'ultimo punto però gradirei dedicare un altro post. Per ora è meglio che quell'imponente cifra di €. 4.270.000, 00 venga snumerata diversamente e si vedrà che il titolo di oggi non è messo a caso. La verità è che i soldi che mettono o meglio anticipano gli investitori, che poi sarà la solita Enel Sole, non sono certo quelli lì, ma molti meno. Per precisione ci metteranno qualcosa come € 1.076.199,53, IVA inclusa. Insomma molti meno e questa cifra non è inventa, ma è presa dal quadro economico approvato dal Governo del Borgomastro con una sua apposita delibera. Oltre a quei soldi il Comune ci mette di suo per rifare impianti, un'altra sommetta cioè: €. 320.000,00 IVA inclusa pure questa. Sin qui l'investimento vero e proprio, altro che 4.270.000,00. Una volta rifatti gli impianti debbono però funzionare. Funzioneranno per 20 anni in mano a chi li ha costruiti, ENEL Sole per esempio, e per ognuno dei 20 anni che passeranno il Comune verserà € 213.000,00 IVA inclusa, cioè in complesso €. 4.260.000,00, ecco che torna la vecchia cifra. Poiché Enel Sole o chi per essa stima di spendere € 96.000,00 ogni anno per farli funzionare e mantenerli, moltiplicando per 20 anche questa cifra si ottengono €. 1.920.000,00 che dedotti da quanto incasserà, gli rimarranno in mano €. 2.340.000,00 che gli serviranno per remunerare e recuperare in 20 anni i circa €. 1.076.199,53 che ci metterà inizialmente, cioé €. 117.000,00 ogni anno, un po' più del 9 % all'anno. In altre parole in poco più di dieci anni li avrà tutti recuperati e il resto sarà tutto guadagno. Anche a cercare la peggiore banca sul mercato attuale non credo che si troverebbero condizioni tanto svantaggiose oggi dove la cosa che costa di meno sono i soldi. Di sotto vi posto l'esempio per restituire lo stesso capitale in 20 anni al tasso del 2.5%. C'è qualche cosa che non torna o sbaglio ? 


Totale capitale € 1.076.000


Totale interessi € 294.614



       

sabato 3 marzo 2018

AUTO ASSOLUZIONI




Ci tocca ritornare e meglio precisare. L'esito che ha avuto la nota ormai Gabbiola, come già vi abbiamo anticipato, è stato oggetto in aula d'intervento del noto Professore che, come a tutti è pure noto, è dal tempo di una vita che occupa in Consiglio una poltrona. Nella sua dotta orazione ha fatto dunque l'elenco dei meriti che con questa operazione l'amministrazione ha conseguito, togliendo dalla vista quel rudere che ormai sono decenni che ci turba. Lui dunque vanta un credito indiscusso che taglia di brutto ogni altra discussione. Prima obiezione vostro onore: come può vantare un credito chi da più di 4 decenni attraversa almeno due volte al giorno il portone del Palazzo, rivestendo i più diversi incarichi, e solo dopo questo lunghissimo periodo di governo, difficilmente eguagliabile nella storia ( il re Sole regnò 72 anni- Vittorio Emanuele III più di 40) , racconta di essere riuscito in una difficile e complessa operazione negoziale ? Tra parentesi; non rida il Borgomastro leggendo queste righe perché anche il tempo della sua permanenza nel Palazzo si avvicina, pericolosamente, a quella dell'Archiatra. Chiusa parentesi. Seconda obiezione vostro onore: come è possibile definire l'operazione appena conclusa come un'operazione complessa e difficile. Qui apro un'altra parentesi, ricordando che questa stessa definizione di complessa e difficile l'ha usata in aula anche il Borgomastro. Chiusa parentesi. Quindi dicevo, o meglio scrivevo, com'è possibile dare questa definizione all'operazione quando, e chi scrive non manifesta opinioni, ma conoscenze, nessun esito inferiore a quello avuto avrebbe potuto avere ? E' stata utilizzata una legge di deroga; difficilmente si sarebbe potuta respingere la richiesta, salvo prevenirla in tempo utile. Chiunque deve sapere che l'apertura di un' attività commerciale è soggetta a regole minime, tutte dettate da norme sovraordinate; in particolare in termini di standard per parcheggi o per altro. Nessuno avrebbe potuto quindi ottenere un'autorizzazione senza il rispetto di quelle regole minime che qualunque geometra istruttore di un Comune è in grado di verificare e far rispettare, altro che un Governo, seppur locale. Tutto il resto, quello che in questo caso manca ( tralascio la manciata di posti auto in più del minimo e la rotondina) sarebbe stato compito del Governo ottenere, vuoi mettendoci in tempo utile quegli standard aggiuntivi che la legge consente o esprimendo una capacità negoziale adeguata. Niente di tutto ciò è stato fatto caro Professore che ci vendi un pugno di mosche per oro; niente, niente, niente un'altra volta; hai contribuito con la tua raffinata arte dell'eterno governo a svendere anche questa occasione; non sarà l'ultima, come non è stata la prima, La prossima è già dietro l'angolo e anche lì tutto è pronto; il Borgomastro sa a cosa mi riferisco.

giovedì 1 marzo 2018

INTERPELLI


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Finito che è stato l'ordine del giorno di esami e di proposte, rimangono nel sacco due questioni. E' un po' che ballano in Consiglio, ma assente chi interpella, arrivano soltanto ieri sera. Il primo interpello riguarda la vasca per il bagno, o meglio la gestione. E' noto che il gestore che aveva offerto in gara un canone di circa 26.000 euro per anno, poi non li aveva mai pagati. Tira e poi bis stira ed ecco che il Palazzo sembrava ormai deciso a dargli anche lo sfratto. Interroga, pertanto, Severino per sapere che cosa poi è successo. Risponde il Borgomastro dicendo che dei soldi del debito pregresso ne ha dati 10.000, ma degli 16.000 che dovevano arrivare proprio ieri, si è persa anche la traccia.  Lui spiega che il gestore ha preso un altro tempo per cedere ad altri anche l' azienda. Ritiene il Borgomastro che sia meglio ancora dargli tempo, evitando così il rischio di non prender più una lira qualora si andasse in contenzioso. Insiste Severino; ricorda che su tripadvisor ci sono giudizi lusinghieri su come son trattati gli avventori e ciò sarebbe basta per dargli il ben servito. Diverso il Borgomastro che, fedele alla sua impronta, non vuole andare in lite, disposto ad aspettare e forse ancor trattare piuttosto che a farsi rispettare. Non c'è dunque l'accordo tra quanto sostiene chi interpella e quanto risponde il Borgomastro. Rimane confermato che il gestore inadempiente è stato comunque messo in mora e quindi, se non paga, dovrebbe essere sfrattato. Il condizionale è sempre però d'obbligo. Archiviato l'interpello c'è ora il successivo. Riguarda la somma di spese per incarichi che, senza criterio, son dati sempre all'esterno, quand'anche si tratti di cose assai normali che ben dovrebbe risolvere l'Ufficio. L'Ufficio innominato, da tutti conosciuto, è dunque nel mirino del gruppo che guida Severino. Risponde poi a suo modo il nostro Borgomastro che, maestro nel non dire, nel dire e poi disdire, scontenta è naturale chi interpella. Morale: paghiamo un certo ufficio, ma quando poi ci occorre, si cerca sempre fuori e dunque che poi faccia nessuno che lo sappia.

TEPORE CONSILIARE


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Inizia sto Consiglio quatto, quatto. Il freddo sta di fuori, la sala è quasi vuota, il gruppo in minoranza arriva un po' in ritardo. La lista è molto lunga, ma sono tante cose anche obbligate e reiterate; il nodo sta più sotto, ma come vedremo andando avanti la sera non è per niente da battaglia. Comincia con l'appello, puoi viene la lettura, o meglio si sconta la lettura di quelli che sono i verbali precedenti. Si inizia dai rifiuti, la solita delibera che ne affida al pubblico Consorzio la gestione; si passa al piano dei conti del Consorzio; ci sono pure cifre interessanti, fors'anche preoccupanti, ma non pare che nessuno faccia caso e si chiude la partita che sfiora anche quest'anno il paio di milioni per la cosa. In tema di tasse, imposte e tutto il resto, si vanta sto Governo di non averle manco mosse; per vero lui tassa e sopratassa ormai i turisti. La cosa è assai più comoda; non votano, non rompono, le versano e poi vanno. Ancora un paio di solite delibere; è forse sulla prima che qualcosa c'è da dire, il bar la Verbanella, ma abile è Bottini che finge di manco più di tanto lui capire ed evita il confronto o meglio lo rimanda. Si passa alla sostanza; c'é il piano triennale dei lavori. Sta volta la lista è pur corposa e il nostro Borgomastro ne va matto. C'é pure la "speranza" che non sian solo di carta perché il vincolo di patto è un po' allentato e di spazio per spender qualche soldo pure c'é. Il clima è ora da favola; il freddo ora sta fuori mentre un tiepido tepore avvolge ora le parti che elogiano il lavoro del nostro Borgomastro che incassa il risultato ed è commosso. Si passa ora a quel DUP che elenca al suo interno le cose più diverse e disparate che potete immaginare. Una sorta di libro che descrive le cose che si fanno, i soldi che si mettono, il tempo che ci vuole, le risorse che si impiegano. Non credo che qualcuno del Governo l'abbia letto, avrann dato delle drizze, parlar di direttive è già un po' troppo, comunque alla fine viene fuori e se avete pazienza e un po' di voglia andatevelo a leggere che sta all'albo. Su questo Severino fa le pulci, o meglio ne spulcia qualche cosa un po' qua e un po' di la; chiedendo, interrogando, commentando. Qualche errore lo fa pure anche Lei, ma è pronto il Professore ad usare la matita rossa e blu. Comunque non le piace che si spenda troppo poco per i giovani e cultura, si sofferma come sempre sull'anagrafe e sui campi dei defunti, alla fine il suo voto sarà un no. Archiviata anche sta cosa, c'è il solito gettone di presenza da votare. Alla fine c'è il bilancio, lo trovate pure questo pubblicato, sono numeri infiniti che la solita Ministra alle finanze legge in aula, scadendo le virgole e i centesimi, il che ci lascia anche sospesi. Sarà però l'Archiatra, il noto Professore, a stendere alla fine un bel sermone, incensando le virtù della sua Corte, promuovendone e lodandone la sua arte di governo. Fra un anno poi vedremo.