Finisce l’estate astronomica, una stagione che non ha visto molti precedenti nelle statistiche dell’economia turistica della Perla e d’intorni e che ha archiviato i due anni di restrizioni causa Covid. Questa volta, tolte le restrizioni e invasi dalle masse turistiche, il Covid, attutito nella sua versione 5, ce lo siamo presi tutti o quasi, pur senza conseguenze molto gravi e, complice gli affari d’oro, pure tutti o quasi, hanno distolto l’attenzione da quelli del governo della cittadella. Per vero non si è perso molto, anzi quasi niente, perché se ripercorriamo la cronaca amministrativa del Palazzo, è difficile imbattersi in un qualche provvedimento di rilievo, tanto meno di quelli che da tempo attendiamo, ma non vediamo. Sembra quasi che, a due anni dal voto (quello passato), il tempo sia trascorso in una ricreazione continua da cui è difficile vederne la fine. Per vero la campanella avrebbe dovuto squillare più volte, segnando la fine ricreazione, ma nessuno sembra che se ne sia accorto e così le uniche cose che hanno funzionato sono stati il calendario e l’orologio che, inesorabilmente, hanno continuato a scorrere, nella apparente indifferenza degli attori saliti sul palco della scena amministrativa e, forse, ancora impegnati a ripassarsi le parti, prima di iniziare la recita. Per vero c’era stata pure qualche lieve scossa che avrebbe dovuto costituire un campanello, questa volta di allarme: un delegato esterno, di un qualche peso, che se ne era andato per ragioni “personali” (termine diplomatico usato per nascondere le divergenze); un altro componente la maggioranza che aveva preferito dichiarare di uscire dal gruppo e starsene da solo ( il meglio soli che male accompagnati funziona sempre). Tutto qui, passato, bisogna dirlo, senza alcuna polemica, mostrando, da quel momento in poi, il gruppo di governo una buona capacità di assorbire i momenti di potenziale crisi e di trasformare il silenzio comunicativo nella cifra del proprio profilo “social”. Poco importa; per quanto abbiamo anticipato, non c’era e non c’é molto da comunicare. Però, se ora la ricreazione non finisce, i risultati finali rischiano di essere quelli di una bocciatura completa di tutta la classe che, a differenza di quello che succede nella realtà scolastica, non è che ripete l’anno, ma se ne torna a casa. Voci di corridoio davano questo mese di settembre quello in cui tutto sarebbe “partito” . Ignoriamo che cosa ci sarebbe o ci sarebbe stato dentro quel “tutto” e quale è o sarebbe stata la sua destinazione. Scusate, ma molte volte il linguaggio di chi governa semplifica un po’ troppo, comunque il mese sta passando e l’attesa rimane.
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