
Quest'anno, per la seconda volta, l'evento delle festività di fine anno che pare animerà quei giorni, o meglio quelle notti, sarà l'illuminazione, in veste insolita, delle isole: Pescatori e Bella. Dicono che la prima edizione abbia avuto un ottimo successo, misurato dalla lunghezza delle code d'auto che si erano formate lungo la statale 33 per "ammirare" gratuitamente lo spettacolo. Quest'anno sono previste anche crocere notturne a pagamento. Capisco che sarebbe un po' come prendersela con i mulini a vento, ma vedere quelle due Isole ( di una delle quali io sono uno dei pochi nati viventi) vestite come la maschera di un arlecchino, mi fa un po' ridere, ma mi lascia anche un non poco sconsolato. Se questi sono i gusti contemporanei io non metto lingua, in fondo mi ritengo già un po' fuori dal mondo, ma ugualmente non mi sottraggo a un commento. Mi vengono a mente alcune parole che ho letto ( mi pare) visitando, o altrove, la casa museo di Andrea Ruffoni. Ebbene, descriveva le notti su quella sua isola, il gioco delle luci ( tenue) e del buio che accompagava quelle ore immerse nel silenzio e ne evocava la suggestione. Come non dargli ragione, come non aver condiviso quelle stesse sensazioni provate. Ecco, invece queste luci colorate, accostate l'un l'altra, non so con quale criterio cromatico, sembrano una violenza, una profanazione dei luoghi, ma so che i più non condivideranno e non approveranno queste parole. Lo vuole un turismo che è solo economia, business come meglio dire e in nome di quello tutto passa. Speriamo soltanto che finite le feste si spengano le luci e che a qualche mente illuminata non venga in mente di trasformare l'esperimento in qualche cosa di permanente.