
Sta sera inizia al gran completo. Gli artefici d'accordi dissennati son dunque tutti in aula, ma quand'anche da una vita presenti nel Palazzo, s'azzardono anche a dire che in quelle occasioni erano a casa. Comunque scordiamoci anche questo, non serve a risolver le questioni. La stanza è quella grande e dunque il Borgomastro, come lo mostra anche la foto, ci accoglie molto larghi e al comodo restiamo tentando di ascoltare ciò che dicono. Per farla dunque breve è sempre il Borgomastro che subito lui chiede che il tema l'Alberghiera diventi la questione al primo punto. Senz'altro viene accolta la proposta e dunque il Cavaliere si accinge, lui da solo, a raccontare la storia tutta intera. In queste poche righe vi cerco di evitare ciò che è noto. La storia del passato, più o meno, da tutti è conosciuta. Ricordo soltanto, a chi non fosse per caso ancora nato, che furono tre volte cambiati quegli accordi: mettendo la scuola ora ai campetti, spostandola un'altr'ora al campo del Forlano, mettendo poi il Forlano su ai campetti e infine spostando sempre il campo in capo al monte. Insomma l'han messa dappertutto, ma ora che è da fare non sanno dove farla. In questa breve sintesi c'è tutta la storia di quasi tre quinquenni che il nostro Borgomastro ripete questa sera. Si toglie qualche sasso; le accuse venute da più parti e sempre indirizzate soltanto a sto Palazzo, non piacciono per niente. Lo dice apertamente ed anche chiaramente. Lui dice che le accuse son tutte ingenerose, ignorano il problema, assolvono il solo responsabile e accusano soltanto un innocente. Lui dice che sta volta l'accusa non tocca soltanto questo o quello, ma è proprio la città, è tutta la Perla che viene impallinata. Non lesina sul nome:è dunque sto Fava il gran sicario e dietro questo nome sta forse la politica a fare da mandante. C'è dunque quasi un giallo intorno a questi fatti e dunque va indagato se c'è questo complotto; di fatto è un gran casotto. Sin qui sta questo passato, ma ora si accinge il Borgomastro a farci un po' la cronaca del tempo a noi presente e da ultimo racconta le cifre ballerine di qualche milioncino, le somme anche sbagliate, i soldi che ancora gli sembra non ci siano, i costi poi gonfiati del campo sopra il monte. Ci sono poi gli incontri tra gli Enti già coinvolti e l'ultimo dei quali è quello giù in Regione, dove peraltro le cifre, di nuovo, son mutate e gli chiedono dei soldi se vuole proprio il campo. Sul punto sembra chiaro, di metterci dei soldi per fare un altro campo gli sembra una cosa assai bizzarra. Un conto è se a spendere son altri, un conto è se a spendere è la Perla. Peccato che la Perla di Canio l'aveva anche firmato.Comunque ha dunque rilanciato di fargli l'alberghiera su in collina e per questo è disposto a metterci dei soldi. E' noto che alla strada lui ci tiene, da sempre, molto molto. Con questo lui finisce di svolgere il suo tema ed ora, udite udite, è dunque il capo gruppo che si accinge a tenerci un gran sermone. E' dunque il Veterano, è il reduce dai campi di battaglie combattute dietro un banco, è un grande guerrigliero, perdon solo guerriero. Comunque, ancora presente al pezzo, severo e rigoroso si accinge, alla bisogna, a usar la sua perizia nel campo del sapere per dare un bel sostegno a un gruppo che sembra chiamato a una prova più grande di sè stesso. Lo dice apertamente; confessa che il momento è un po' di smarrimento; c'è quasi uno sgomento, un certo turbamento; ne ha viste lui di cose da quando, ancora fanciullo, solcava già le aule, non sole delle scuole, ma anche dei Consigli. E' dunque un gran momento; c'è il rischio di uno scontro tra Enti di governo; c'é un attacco in corso in rete; ognuno s'impossessa di un pezzo di menzogna, lo sbatte sulla rete per fare un mezzo gol. Siam tutti sotto attacco; il Sindaco è mirato, la Giunta è sotto scacco, l'intero Consiglio sta ammaccato, la Perla è sotto assedio; si salvi ora chi può. Ma dopo tutto questo, preludio al terzo o quarto conflitto esteso al mondo intero, emerge uno statista. Attento e puntiglioso, preciso e rigoroso, mettendoci le cifre con anco i decimali, smentisce le accuse una per una. Ripete, da capo, la storia tutta quanta; d'accordo era forse il suo mestiere, ma sta volta il Borgomastro, mettendocela tutta, era già arrivato al fondo. Comunque lui è preciso; racconta le somme tutte spese, l'attenzione sempre avuta all'Alberghiera, le intese e le fraintense, ma alla fine la morale che lui trae è sempre quella: la Perla, stavolta, come sempre, è un innocente e ricorda le assenze da lui fatte ogni volta che si ebbe a votare quegli accordi. In questo candore d'altri tempi, conclude proponendo una proposta; il bisticcio qui ci sta. Lui stende un gran decalogo per cui si chieda alla Provincia di portare i conti del progetto. Su quei conti si faranno le verifiche, si faranno altre verifiche, si farann controverifiche e alla fine l'Assemblea deciderà. Non ha detto se sarà pure presente. Ora tocca agli altri capi gruppo. La prima è Severino che ringrazia il Borgomastro per quanto ha informato sto Consiglio; ricorda e precisa i motivi che han visto il suo gruppo avere iniziative riguardo le tesi alternative, conviene che occorre informarsi per decidere e importante è ora non perdere altrio tempo. E pure il Comandante associa il suo intervento al sostegno del Consiglio, sin'anco della Perla e legge il suo commento, attento e interessante, riguardo la vicenda tutta quanta. Comunque son tutti ormai d'accorso: occorre fare in fretta; assumere quegli atti, conoscere più a fondo e l'impegno sarà di 30 giorni e poi si rivedranno.
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