La Stampa di ieri, con un articolo sul caso dell'urbanistica allegra che a Milano avrebbe trovato la sua città più accogliente, riporta il contenuto delle conclusioni delle indagini preliminari della Procura penale, quelle che stanno togliendo il sonno al Sindaco e al gruppo Dirigente dedicato all'edilizia e anche a noti professionisti del settore. Lo riportiamo qui sotto, invitando, specie i locali addetti ai lavori, ad una sua attenta lettura al fine di trovare analogie o assonanze con la gestione urbanistico/edilizia che in questi ultimi anni pare contraddistinguere la nostra cittadella, con monetizzazioni a gogo di cui hanno beneficiato i maggiori interventi Alberghieri realizzati e in corso. Conoscendo i fatti, a noi pare che analogie ci stiano, pur al momento passato tutto in cavalleria, ma non è detto. Vero è che la Procura di Milano non è quella di Verbania e non sappiamo quale sia l'attuale "politica" della locale Procura, specie in materia di contrasto alla criminalità urbanistica, ma non si sa mai. Vedremo, specie se vi sarà una qualche segnalazione a riguardo. D'altra parte i casi sono diversi e non riguardano soltanto la cittadella, quindi materia ci sarebbe. Vedremo dunque. Per ora ci fermiamo qui, ma dopo l'avviso ai naviganti mandiamo questo secondo segnale di attenzione per testare eventuali reazioni da parte del nostro Palazzo ai cui abitanti ricordiamo che qualcuno li guarda e li osserva sempre con grande interesse. Buon lavoro.
Da: La Stampa- copia e incolla.
"Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari appena notificato dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano e dai pm Mauro Clerici e Paolo Filippini, viene contestato un “illegittimo” sconto del “25 per cento del valore venale” degli oneri di urbanizzazione pagati dalla società costruttrice per “la monetizzazione” delle aree “a standard”, ovvero quelle “da destinare ad attrezzature pubbliche e di interesse pubblico”. Lo Sportello unico edilizia, infatti, in base alle indagini condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, avrebbe “consentito alla società operatrice la totale monetizzazione delle aree a standard” per oltre 5.500 metri quadrati per un “importo della monetizzazione” di soli 434,91 euro al metro quadrato, “in assenza della inderogabile valutazione di opportunità e convenienza per l’amministrazione comunale di accettare la monetizzazione in luogo della cessione gratuita”.