Visualizzazioni di pagine: ultimo mese

venerdì 5 febbraio 2021

500/700 MILA EURO DA BUTTARE

Risultato immagini per villa palazzola stresa 

 Oggi la Stampa, ci regala, sulla sua pagina locale, un pezzetto che ci racconta le ultime avventure di Villa Palazzola,  la soap opera nostrana o se preferite l'emblema del decadimento della capacità di governo che sembra essere la cifra, costante e dominante da qualche decennio, della cittadella sulle sponde del lago prealpino, ma non solo, anche subalpino. Ebbene, a parte tante cose già conosciute e qualcuna meno, nel pezzetto si torna sulla questione dela proprietà della villa che una volta ottenuta in punto di morte, per gentil concessione, dal Professore Pini, Comune e Regione non hanno pensato meglio che mettersi insieme per pasticciare un po' le cose e adesso, come tutte le coppie sposate da un po' di anni e ancora in età di matrimonio, penserebbero bene di dividersi, anzi di divorziare. La questione è che come tutte le separazioni e poi i divorzi, essi hanno un prezzo, cioè costano e la futura supposta felicità deve essere pagata a caro prezzo, liquidando con tanto di assegno il patner da cui ci si vorrebbe liberare. Ma un conto è il diritto di famiglia dove un giudice decide quanto dare all'uno o all'altro, un altro è il governo pubblico o meglio il diritto che, in qualche modo, dovrebbe guidare le scelte dei pubblici governi. Dunque se fare e disfare famiglie è sì un'operazione complessa e costosa, ma nella piena disponibilità dei coniugi che, alla fine, volenti o nolenti, ci arrivano, e se non ci arrivano troveranno un modo diverso per sistemare le cose, diverso è invece il caso nostro. Sarà anche che alla cittadella è venuto il mal di pancia nell'infinita attesa dell'esito della soap opera, come se non avesse alcuna responsabilità, ma ecco che l'idea, che non esito a definire balzana, di rimettere in discussione l'assetto proprietario di Villa Palazzola, costerebbe un assegno, regalato al fisco, il cui importo varia  tra i 500 e i 700 mila euro. Chiunque dotato di buon senso, cioè quello del padre di famiglia, lascerebbe perdere, anzi non ne parlerebbe proprio più e chiuderebbe diversamente la partita, mandando a monte, in questo caso, non il matromonio, ma il divorzio. Il fatto invece che se ne parli è il segno di quella cifra  di cui ho parlato a rigo tre di questo post e allora qui sorgono tutti gli infiniti interrogativi su quale sia il vero bene comune che i governini locali dovrebbero perseguire. C'é da sperare che la promessa riflessione di Madame Severino arrivi alle conclusioni del buon padre di famiglia, mandando a monte il divorzio, diversamente saremo costretti a staccare un altro assegno in bianco e la cosa non è che sia delle più gradite anche al popolo elettore, considerate le  precedenti puntate della soap opera nostrana.        

Nessun commento:

Posta un commento