Mezzo Consiglio è andato in scena l'altra sera, l'altra metà è rinviata al mese che verrà. Non c'é fretta nella cittadella che il dispettoso autunno di quest'anno tarda a mandare a riposo. Non c'è fretta, tanto che la discussione più accesa e variopinta che la serata ha offerto, ha riguardato il "diritto" alla pubblicità mediatica delle serate consiliari. Diritto tra virgole, perché lo stupore non mancherebbe solo se si pensasse che l'oggetto conteso è il pubblico Consiglio, luogo dove tutti avrebbero diritto di vederlo e sentirlo ( ci vorrebbe uno stadio), ma dove invece si litiga se si possa o non si possa registrare un audio, riprendere un video o assistervi in remoto. E' vero che la giurisprudenza nostrana e un poco levantina , molte volte, anziché semplificare complica e ha chiesto che, nel caso, sia esercitato il potere di regolare, ma quanto al contenuto non sembra abbia messo paletti più di tanto. Comunque si litiga su una questione surreale e paradossale, ossia se chi ha diritto ha diritto o se chi ha diritto non ha diritto. Altro paradosso era che il regolamento sarebbe entrato in vigore la mezza notte della sera stessa e quindi, la data della seduta sembrava messa apposta per non applicarlo e anche su questo c'è stata discussione. Non siamo autorizzati a pensare che la data fosse stata indicata in mala fede, ma c'è solo da registrare il fatto. Dunque l'effervescenza della serata invece che andare al nodo delle questioni che sintetizzo essere lo stato di paralisi progressiva del Governo, si è un po' persa dietro questo nodo, come se fossimo ai primordi di una democrazia immatura e ancora ci fosse da discutere sui suoi fondamenti. La verità che stava dietro la questione oggetto di disputa era però anche un'altra, ossia quella paralisi progressiva che ho appena indicato. Se il Governo avesse messo le ali, potremmo essere certi che avrebbe avuto tutto l'interesse a pubblicizzare la sua azione e quindi aprire le porte ai cittadini elettori. In tal caso sarebbe stata invece l'opposizione in difficoltà che avrebbe lamentato l'eccesso di esposizione governativa. E' insomma il gioco delle parti che va in onda , a dispetto dei diritti del popolo sovrano ed elettore, naturalmente gabbato, naturalmente scontento, naturalmente, nella cittadella, diligentemente silenzioso, tranne nella serata l'exploit del nostro Cronista locale.
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