Quindi si riparte, o meglio così pare e minoranza produce due interpelli che toccano il degrado cittadino. La stampa gli ha fatto un titolo che non tanto è parso a lor tanto gradito, parlando di guerra sulle tombe e le misure; è vero l’interpello è anche più ampio, riguarda lo stato indecoroso in cui da tempo e non solo da oggi, i santi campi versano in stato che sa dell’abbandono; è una costante, la scusa del Palazzo era sempre quella solita dei soldi che non c’erano; se andavi poi a vedere scoprivi che, a volte, i soldi invece, magari, li spendevano, ma dove manco si vedeva. Le tombe private in abbandono diventavano poi motivo di conflitto, dentro il Palazzo, tra chi doveva fare e chi non voleva, invece, fare; le tombe rassegnate, un nuovo esempio, diventavano, invece, motivo di conflitto tra il Palazzo e il nuovo assegnatario e così tutto crollava e niente si aggiustava. In questo contesto edificante che par di un paese di banane, non è che qualcuno non abbia un poco approfittato ed ecco che alcuni mesi or sono, una villa spuntava con vista diretta sulle tombe a pochi soli passi dagli ignari e poveri defunti che quasi spaventati hanno rischiato di essere cacciati. E’stata una porcata, bisogna aver il coraggio anche di dirlo; è stata una porcata realizzata alla luce del sol dell’ultimo periodo del mandato consumato. Non sto qui a farla molto lunga, conosco la questione, ho fatto le mie mosse, non so siano servite a qualche cosa, comunque la villa è andata avanti, ma l’interpello di questa porcata non ne parla; eppur ci stava. Degli altri degradi, ormai anche quelli un segno distintivo del centro cittadino, si vorrebbe nasconder la vergogna, magari dietro un drappo colorato. La soluzione ci par un po’ pochino, anzi mi par che nasconder ste vergogne, sia come rinviare sine die la soluzione. E’vero, si chiede pure che cosa abbia mai in testa il governo cittadino, ma fare sta domanda a chi governa da decenni ed è, in parte, causa del degrado e non già la soluzione, è come dare l' auto a chi manco ha la patente. Vecchie questioni dunque, vecchissime questioni che sono la prova, seppur manco è servita a rispedirli a casa, che sti governanti “nuovi” le lasceranno lì come esse sono o, peggio poi del peggio, confezioneranno ciò che verrà loro domandato, senza badar per nulla all’interesse nostro e a quello generale cittadino.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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lunedì 31 agosto 2015
venerdì 28 agosto 2015
CORSA A OSTACOLI
Più informata di noi, sicuramente, la Stampa dà il via libera a che si faccia l'albergone. Come se fosse una gara a ostacoli e di corsa, essa ci annuncia esser caduto l'ostacolo più alto, quello cioè frapposto dai giudici di un TAR, chiamati a sentenziare su istanza della Associazione Italia Nostra. Il titolo è ad effetto e par esso stesso una sentenza; purtroppo una sentenza di merito è mancata a causa, pare, di una "svista"; l'errore, se errore sembra esservi stato, di non fare una semplice notifica. Ordunque, per questo error poco spiegabile,la legge non lascia alcuno scampo; l'esame del ricorso non è ammesso. Finisce così senza rimedio e più che conta senza alcun giudizio, la corsa raccontata dalla Stampa; da qui però a dir che il via liberà è deciso, mi par un tantino anche affrettato, meglio direi anche azzardato. L'esame col legale di questo risultato, per ora complici le ferie, è ancor mancato, ma se sembra sia scartata l'ipotesi di adire il giudice d'appello, par che sia più realistico e possibile attendere quel via libero effettivo di cui ne anticipa l'evento sempre quella Stampa e impugnar allora quei titoli avanti, di nuovo, il giudice degli atti. La gara a ostacoli, per non abbandonar la metafora sportiva, riprenderebbe allor, di nuovo, la sua corsa, sta volta peraltro accelerata dall'urgenza che consentirebbe di chiedere un esame accelerato. D'altronde se mai qualcuno può pensare che la memoria scritta dal solito Pafundi per conto del Palazzo e a difesa della variante contestata, avesse mai qualche argomento di merito pregnante, si tranquillizzi pure; non ne aveva, solo gran balle per nasconder il nulla con cui poter argomentare. E' vero, nel frattempo, e lo ricorda anche la Stampa, il tempo ha lavorato e le relazioni umane hanno un poco attenuato ostacoli e divieti, lo sappiamo; po' come barare al gioco o cambiare in corsa le regole di gara. Ne parleremo ancora e questo lo vedremo; per ora, ripresa dopo la sosta la scrittura di questo giornalino, limitiamoci a rettificar un po' la Stampa; la corsa ancor non par che sia decisa.
lunedì 17 agosto 2015
STRESA "FELIX"
Il titolo di oggi, lunedì post ferragosto, la contrassegna un po' col marchio che manifesta bene, almeno credo, il doppio volto e il paradosso. I numeri del PIL, complice un'estate che è stata senza un se e senza un ma, chiuderanno anche quest'anno senz'altro in positivo e la fine di stagione sarà poi sempre una gran liberazione. Evviva dunque questa Stresa che, grazie alla fama di essere una perla, finite che sono le stagioni, non chiude, quasi mai, i saldi dei conti col segno in color rosso. Poco influisce il fatto che il lungo lago frana, poco influisce il fatto che le luminarie storiche collassano, poco influisce il fatto che trovare un posto auto è un'avventura, poco influisce il fatto che il Palacongressi è sempre vuoto, poco influisce il fatto che non c'è un approdo, poco influisce il fatto che le ville in mano agli Alberghieri debbono crollare, poco influisce il fatto che chi vi arriva in treno si spaventa, poco influisce il fatto che la funivia sta chiusa, poco influisce il fatto che la vasca per il bagno freddo adesso è aperta. L'elenco è lungo, mica finisce qui, ma è già qualcosa. Il nuovo governo intanto ormai insediato è quanto di più vecchio si potesse noi aspettare; sono più lustri che il Borgomastro e qualche suo ministro solcano la soglia del Palazzo. Attraversato indenni, molti di loro, il secol breve, eccoli qui vegliardi e arzilli e intenti, noi non si sa bene, a far cosa. Credere che facciano quello che per decenni scorsi han tralasciato, sembra fuori di senno solo a me pensarlo, al più vivacchieranno; han da passar solo cinqu'anni che rispetto al tempo che han trascorso è proprio un niente. Dimenticavo; forse qualcosa poi pure faranno, dipenderà dagli ordini che perverranno loro da quelli che a noi sono ben noti. Comunque che l'aria sia felice pure la s' intuisce leggendo l'articolo che, giusto l'altr ieri, la Stampa ha dedicato ad un problema. Raccontava l'articolo le osservazioni che son state mosse al Piano Regionale del Paesaggio da un' autorevol fonte. Ebbene, chi ci segue sa che su questo tema le osservazioni al Piano che toccan da vicino anche la Perla hanno mirato dritto, dritto senza tanti poi rigiri, ma per non turbar la pace e il Pil non è che chi l'abbia, invece, letta poi la Stampa lo ha capito. Intanto è ancor silenzio sull'esito di gara per l'impianto funiviario. Che ci sia una sola offerta questo è noto; che l'unica offerta pervenuta era già nota, anche questo è pure noto, ma più interessante, a questo punto, è veder dentro sta unica offerta cos'è che ora ci sta. Noi dubitiamo molto, nel senso che ci pare sia stata sprecata un'occasione dove una gara aperta e combattuta avrebbe fatto salire il risultato. Ora però aspettiamo, poi lo commentiamo. Quindi, tirando un po' le somme hanno ragione, eccome, gli elettori che hanno rimesso in carica chi garantisce loro che mantenendo il tutto così com'è, il Pil mica decresce, anzi poi cresce. Importante è nascondere le pecche, di calce per sepolcri farne gran uso e finita la stagione a tasche piene, mica la gente poi più lo ricorda di quando, a inizio d'anno, magari criticava. Dietro le quinte, è vero, qualcuno invece anche subisce; c'è chi chiude il lavoro e si sommerge, c'è chi chiude e basta e c'è chi pure sto lavoro anche lo cerca, ma a lui non glielo danno. C'è sto disagio insomma, pure nascosto bene dietro la Perla Felix, dove il suo Pil non flette e il suo governo, sempre uguale, impera.
Comunque, passato che è stata ferragosto scrivendo di storie e contro storie, mi fermo un po' di giorni e verso la fine di sto mese poi riprendo.
giovedì 13 agosto 2015
VERRA' LA FINE DI AGOSTO
Periodo di ferie per i più o di fatica per più d’uno, quel che certo è che per ora il Palazzo è mezzo chiuso e l’attività dei nostri governanti e contro governanti parrebbe assai ridotta o anche cessata se mai fosse iniziata. Che sia il nostro Borgomastro, che siano gli uomini che reggono la Giunta di governo, che siano i lor fedeli eletti dentro il neo Consiglio o i quattro rappresentanti dei quasi mille e oltre cittadini dissidenti, non sembra che sto caldo li induca a far più che di tanto. Occorre passerà sto ferragosto, occorre che si abbassi un po’di gradi la calura, occorre che si svuoti un po’ la cittadella, occorre che ritorni un po’ il sapor di fine estate per, forse, vedere un qualche moto nel Palazzo. Sin’ora lo diciamo, a parte un poco il clima migliorato, non ci pare che il mandato sia partito assai molto deciso, né che si senta la presenza dissidente. Quanto a quelli che hanno preso sto mandato, vivranno d’abbrivio un po’ di tempo e poi ? e poi ti voglio. Quanto a quelli cui il mandato venne, invece, lor mancato; non sappiamo, per ora li attendiamo. In questa stagione dunque un poco anche deserta, rimane questa voce che, ci par, essere sempre un po’ fuori dal coro e che, con qualche intermezzo di sosta per assenze, si sforza di seguire le vicende. Ha dietro un piccolo drappello di lettori, già elettori, cui non gli par giusto di togliere la voce e la fiducia; d’autunno poi, è quasi certo, verrà formalizzata l’associazione Stresa 20 20 che avrà così non solo una sua voce, ma pure anche dei diritti da far valere sin dentro le mura del Palazzo e, statene pur certi, li useremo. Per ora dunque ha da passar sto ferragosto, ha da passar tutta l’estate, ha da venir l’autunno così che ci sia per tutti un tempo senz’alibi o scusanti, perché non basta saper vincere, occorre poi sapere governare; perchè non basta saper perdere, occorre poi volere dissentire.
martedì 11 agosto 2015
CONTROFFENSIVA
Se l'offensiva Alberghiera è per ora andata in porto, riparte adesso la controffensiva ambientalista. Chi scende in campo è ora Italia Nostra che, sezione provinciale per sezione, confeziona le osservazioni al PPR che inoltra al Governo regionale subalpino. Riguardano un po' tutto e i tanti ambiti in cui dal PPR viene diviso l'intero territorio. Noi qui, come promesso, vi anticipiamo quelle che sono state formulate e che riguardano il territorio a noi vicino. Come vedete ritornano le questioni a noi più note e più sentite. Il punto messo a segno dai soliti Alberghieri non è purtroppo che si possa, or ora cancellare, ma va detto, va detto, ripetuto e reso noto e che ognuno dica vino al vino e pane e al pane e che si sappia. La costa e i suoi versanti, le ville ed i suoi parchi, il parco del noto Grand Hotel, le terre di uso civico, le cave e le miniere, i caravan serragli, gli eccessi di quanto costruito e poco utilizzato; sono questi tutti i temi che, per quanto ci riguarda, noi mettiamo sul tavolo del Governo Chiamparino.
Domodossola, 14 agosto 2015 ITALIA NOSTRA
SEZIONE VCO
RACCOMANDATA A.R. REGIONE PIEMONTE
. Ns. Prot. n. 415
OGGETTO: Piano Paesaggistico Regionale. Osservazioni preliminari.
Vogliate accogliere la presente nota di Italia Nostra, Sezione Verbano Cusio Ossola, introduttiva alle allegate osservazioni al PPR, riguardanti le principali criticità che assillano il territorio da troppo tempo, mai risolte e in via di ulteriore aggravamento se Codesto Governo regionale non adotterà misure adeguate ad arrestare il degrado.
OMISSIS
Con osservanza.
Il Presidente
Dr. Italo Orsi
OSSERVAZIONE 12
Ambito 12 “Fascia costiera Nord del Lago Maggiore” (pagina 62)
La rilevanza paesaggistica di tale ambito giustifica pienamente una politica di salvaguardia, di indirizzo e di direttiva che lo preservi e persegua, per quanto possibile, il recupero d'identità compromesse.
La candidatura, da anni giacente, del golfo Borromeo, tra i siti dell'Unesco giustifica altresì la richiesta di questa politica.
Le pendici che si affacciano sul Lago Maggiore e sull'ultimo tratto del corso inferiore del Fiume Toce nei territori di Baveno e Mergozzo, sono esempi di una massiva attività di sfruttamento estrattivo che compromette la stessa possibilità di conseguire, nel tempo, il risultato di vedere riconosciuto al tratto sotteso del bacino lacuale, lo status di territorio riconosciuto dall'Unesco.
Nel caso del territorio del Comune di Baveno la sostituzione delle attività storiche di estrazione di pietre ornamentali con quella di riuso massivo delle discariche di cave a fini minerari ha assunto una dimensione prevalente con conseguenze sul paesaggio devastanti.
Di tale mutata situazione economica manca nel Piano l'esatta percezione continuando a descrivere tali attività come quelle tradizionali estrattive di materiali lapidei, cosa che invece, in molte situazioni più non è e dovrebbe, quindi, determinare anche una diversa loro valutazione.
In un'ottica di tutela, promozione e valorizzazione territoriale si chiede quindi che i crinali interessati nei Comuni di Baveno e Mergozzo e comunque tutti quelli che si affacciano sul lago Maggiore siano, con prescrizioni, preclusi a estensioni areali dei sedimi di cave ove non compensate da intervenuti accertati recuperi di ugual superfici, mentre si precluda la possibilità di nuove aperture di ambiti per estrazioni minerarie e quelle in atto siano da sottoporre a nuovi piani/progetti che ne prevedano, entro un arco temporale certo, il graduale completo recupero ambientale insieme alla conclusione delle attività in corso.
In relazione alla valenza paesaggistica dei parchi delle ville storiche, riconosciuta dal Piano, si chiede che le prescrizioni dettate dall'articolo 26 delle Norme di Attuazione, non subiscano deroghe o affievolimenti, semmai il contrario, ma abbiano una loro coerente e generalizzata applicazione, indipendentemente dalla esistenza delle dichiarazioni di cui all’articolo 136 lett. b) del Codice, limitando gli interventi edilizi al solo restauro e risanamento conservativo. La presente richiesta trova giustificazione laddove si osserva che risultano introdotte deroghe anche in presenza di provvedimenti di dichiarazioni e quindi in totale contrasto con esse.
Considerato il surplus immobiliare esistente in ambito, si chiede che a livello di direttiva sia dettata norma che introduca nei piani regolatori di nuova formazione o sottoposti a varianti strutturali, il principio della decostruzione selettiva a fronte di nuove richieste di volumi edilizi, avviando un processo di bonifica paesaggistica del territorio che consenta di intervenire sull'esistente che compromette il valore paesaggistico, ammettendo la realizzazione di nuovi volumi solo a fronte della riduzione di pari o superiori volumi impropri esistenti.
Nell'ambito delle emergenze ferroviarie dismesse da segnalare per la loro tutela, si chiede l'inserimento del sedime storico della stazione di partenza della linea ferroviaria dismessa a cremagliera Stresa/Mottarone, posto in adiacenza la stazione ferroviaria di Stresa, introducendo prescrizione atta a mantenere, nella ricostruzione del sito una destinazione d'uso che consenta la permanenza della percezione della sua originaria funzione.
Gli strumenti di pianificazione sino a ora attuati, non hanno impedito che l'area occupata dalla riserva naturale di Fondo Toce non subisse gli effetti massivi di un utilizzo turistico ricettivo molto poco conforme ai dettami della Riserva medesima.
Le norme nazionali e regionali sugli insediamenti dei campeggi hanno, ulteriormente, eroso i limiti di tutela esistenti in quest'area. In tale quadro il semplice rinvio agli strumenti di pianificazione locali non sembra adeguato o semplicemente sufficiente a invertire o meglio anche soltanto interrompere un processo di trasformazione e urbanizzazione del territorio incontrollata, anche dal punto di vista paesaggistico e al di fuori da ogni forma di pianificazione. Processo che stante la sua estensione e la natura delle aree interessate, richiederebbe ben altre norme prescrittive atte a invertire il fenomeno o rendendolo maggiormente compatibile con le finalità di tutela e di fruizione naturalistica di quei luoghi.
In tal senso sembrerebbe opportuno dettare prescrizioni che intervengano anche sul costruito negli ambiti di campeggio o comunque direttive atte a determinare una svolta negli strumenti di pianificazione sin qui approvati dagli Enti locali interessati, stante anche il pronunciamento della sentenza del 22 luglio 2010 n. 278 della Corte Costituzionale che dichiara illegittimo l’articolo 3, comma 9, della legge 23 luglio 2009 n. 99 (Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia), che stabiliva per i mezzi mobili di pernottamento all’interno di strutture turistico ricettive all’aria aperta la non necessità del permesso di costruire.
Le aree prative e agricole da tutelare mediante prescrizioni che ne riducano o azzerino la possibilità edificatoria, devono essere ampliate, comprendendovi l'intero ambito incluso tra il lago di Mergozzo ed il lago Maggiore su entrambe le sponde del basso corso del Toce sino ai confini della sponda sinistra del corso del rio Stronetta.
Inoltre si propongono le seguenti modifiche:
- A pag. 69 nella voce “regolamentare … le antenne per telefonia” aggiungere “ le antenne per telefonia mobile ed i tralicci dell’alta tensione sono vietati nelle aree di particolare interesse paesaggistico, nei nuclei storici e nei siti monumentali, così come nelle aree prossime ai luoghi suddetti, da questi percepibili visivamente”.
- Aggiungere a pag.69 nella voce ”regolamentare con specifici piani il numero e le caratteristiche delle nuove strade carrabili” la dicitura “Le strade di tale tipo ora esistenti vanno assoggettate a piani di manutenzione obbligatori, la cui attuazione va verificata annualmente dagli enti competenti. L’uso di dette strade deve essere regolamentato, e l’osservanza dei regolamenti va sottoposta a verifica periodica. Le strade suddette non possono essere attrezzate con guardrail metallici; barriere, manti stradali, opere di sostegno e ponti devono essere realizzati con materiali adatti al luogo e non devono ostruire le visuali. I manufatti storici vanno rigorosamente conservati”
- Aggiungere a pag. 70 “Le case rurali storiche (cascine) sono da considerarsi componenti rilevanti del paesaggio, al pari dei nuclei storici; se ne deve prevedere la tutela e la valorizzazione. I piani regolatori devono comprendere specifici approfondimenti e previsioni cartografiche e normative”.
- Aggiungere a pag. 70 “al fine di favorire la mobilità sostenibile e la riduzione della pressione sul paesaggio della mobilità automobilistica, ed una migliore fruizione della fascia costiera, si deve favorire la creazione di piste e corsie ciclabili e pedonali, in particolare nelle aree di interesse paesaggistico e sulle strade litoranee, nei collegamenti fra i nuclei abitati e sugli itinerari di accesso ai siti monumentali e di interesse turistico. Nei centri storici la mobilità automobilistica deve essere sostituita dalla mobilità pedonale e ciclabile. I piani regolatori devono comprendere specifici approfondimenti e previsioni cartografiche e normative”.
- Aggiungere pag.70 la voce “Le cave dismesse devono sempre essere sottoposte ai ripristini e non possono essere trasformate in discariche di alcun tipo. Le cave storiche vanno preservate e valorizzate ad uso pubblico. Le cave storiche devono essere individuate dagli strumenti urbanistici e sottoposte a specifica normativa di tutela e d’uso”
- Aggiungere a pag. 70 “i guardrail metallici e i cartelloni per la pubblicità stradale sono vietati nelle aree di particolare interesse paesaggistico e sulle strade litoranee, nei nuclei storici e nei siti monumentali, così come nelle aree prossime ai luoghi suddetti, da questi percepibili visivamente”.
- Aggiungere a pag. 70 “le aree agricole e le aree libere in zone di interesse paesaggistico devono essere preservate dalla nuova edificazione residenziale; anche al fine di limitare il consumo del suolo, ai sensi dell’art.31 del Piano Territoriale Regionale, va invece favorita la densificazione delle aree residenziali esistenti prive di interesse storico. I piani regolatori devono comprendere specifici approfondimenti e previsioni cartografiche e normative”.
- Aggiungere a pag. 70 “I manufatti storici della rete ferroviaria (stazioni ferroviarie, caselli, scali merci, ponti, ecc.) sono da considerarsi componenti rilevanti del paesaggio; se ne deve prevedere la tutela e la valorizzazione, in particolar modo dei manufatti dismessi o in dismissione. I piani regolatori devono comprendere specifici approfondimenti e previsioni cartografiche e normative”.
- Aggiungere a pag. 70 “Le mulattiere e le strade rurali storiche sono da considerarsi componenti rilevanti del paesaggio; se ne deve prevedere la tutela e la valorizzazione. I piani regolatori devono comprendere specifici approfondimenti e previsioni cartografiche e normative. L’uso dei mezzi a motore fuoristrada: moto da cross, quad, ecc. va regolamentato, introducendo anche divieti nelle aree di particolare interesse paesaggistico ”.
- Aggiungere a pag. 70 “Le sponde dei fiumi e dei torrenti, ed il loro letto, laddove presentano ancora carattere di naturalità sono da considerarsi componenti essenziali del paesaggio; se ne deve prevedere la tutela e la valorizzazione. Si preveda una sostanziale limitazione a nuove opere di difesa spondale, il ripristino delle preesistenti aree di esondazione, la progressiva rinaturalizzazione dei tratti cementificati. I piani regolatori devono comprendere specifici approfondimenti e previsioni cartografiche e normative, limitando il consumo del suolo in prossimità dei corsi d’acqua”.
OSSERVAZIONE 13
Catalogo dei beni paesaggistici. N. 171-Decreto di vincolo del 04/09/1924 Parco del Grand Hotel Borromee (Ambito 12)
Con riferimento al Catalogo dei beni paesaggistici del Piemonte, prima parte, numero di riferimento Regionale 171, corrispondente al codice Ministeriale 10171, oggetto di imposizione di vincolo con Decreto Ministeriale del 04/09/1924, si osserva che le prescrizioni, dettate con il nuovo documento di programmazione paesaggistica, attenuano in maniera accentuata il grado di tutela che era stato posto con il precedente strumento adottato nel corso del 2009, sino a vanificare il tentativo di porre un argine ai mutamenti che già nel tempo hanno interessato l’area e che nuovi progetti insidiano.
La stessa descrizione, pur sintetica, dello stato di conservazione del bene tutelato, sembra giustificare il sensibile mutamento prescrittivo che si introduce e che passa da una forma di tutela assai rafforzata che precludeva ogni nuovo intervento edilizio, ma che per inciso osserviamo ugualmente c’è stato anche in pendenza di norma di salvaguardia, ad una regolazione adottata, ma già quindi operativa, assai generica e incerta nei suoi stessi contenuti che lascerà poi spazio, ne siamo certi, ad ogni forma di intervento edilizio che sarà progettato o che, meglio dire, è già stato presentato ed è in attesa di consenso. Tale consenso, grazie alla finestra normativa che è stata aperta, sarà ora di facile acquisizione.
L’esistenza d'importanti progetti che interessano l’area medesima e quella a essa limitrofa, è infatti nota. La possibilità della loro attuazione diventa, alla luce della normazione prescrittiva dettata, molto più realistica e fattibile, anzi possibile senza più alcun argine, compromettendo così tutta l’area già oggetto del vincolo posto nel 1924 e che vedrà, paradossalmente, nello strumento di pianificazione paesaggistica la legittimazione di tale compromissione.
Il discutibilissimo portale licenziato pur in presenza di precedente norma di salvaguardia e realizzato con titolo edilizio pure ampiamente decaduto, come provato da esposto della Sezione del VCO di questa Organizzazione indirizzato alla Procura della Repubblica di Verbania, (vedi allegato) potrà così, facilmente, ricondursi ad un intervento di “valorizzazione del complesso costituito dall’Albergo Storico”, secondo la nuova dizione prescrittiva e trovare modi e forme per una sua possibile sanatoria, ove mai risultasse necessaria.
Anche l’area già facente parte dell’originario perimetro del parco vincolato, oggi a essa esterna e interessata da variante urbanistica sub iudice del TAR, cessa di essere oggetto di vincolo d'inedificabilità assoluta e potrà essere oggetto di intervento edilizio secondo i progetti in cantiere, dimostrando così lo strumento di pianificazione aver recepito in maniera puntale i desiderata proprietari che, su più tavoli e da anni, vengono portati all’attenzione dei soggetti decisori.
Nulla rileva poi, se non un astratto rimando a esso, l’esistenza del provvedimento di vincolo indiretto ex art. 45 del Codice, vincolo che riguarda proprio anche quest'ultima citata porzione d’area e i cui contenuti prescrittivi sono stati, una prima volta, disattesi dal Comune in sede di redazione della variante urbanistica, pur essendo obbligatoria la loro ricezione e ora, vengono sostanzialmente e ancor più gravemente disattesi anche dallo strumento di Pianificazione Paesaggistica, mentre viene persa l'occasione per far calare una normazione paesaggistica adeguata e coerente a quel provvedimento di vincolo.
Si chiede, pur dovendo biasimare l'impropria finestra normativa che è stata scriteriatamente aperta, e per le ragioni esposte, la riproposizione della prescrizione contenuta in sede di adozione del precedente documento di pianificazione, in subordine la scrittura di una normativa assolutamente coerente con le finalità dei vincoli posti, in particolare con quelli dettati dal Decreto emesso ai sensi dell'arti. 45 del Codice, utilizzando univoche terminologie coerenti con quelle edilizie, che non consentano una facile elusione in sede attuativa da parte degli strumenti di pianificazione locale e da parte dei titoli edilizi conseguenti .
OSSERVAZIONE 14
Catalogo dei beni paesaggistici. N. 173-Decreto di vincolo del 08/09/1951. Fascia costiera di Stresa (Ambito 12)
Con riferimento al Catalogo dei beni paesaggistici del Piemonte, prima parte, numero di riferimento Regionale A173, corrispondente al codice Ministeriale 10173, oggetto di imposizione di vincolo con Decreto Ministeriale del 08/09/1951, si osserva che, giustamente, il Piano definisce “a rischio di trasformazione” alcuni immobili storici che risultano versare in stato di abbandono e specificatamente : Villa Palazzola, Villa Castelli, Villa Basile e Villa Marina.
Paradossalmente però Villa Marina e villa Basile si trovano inserite nel contesto di parco che costituisce la parte orientale del vincolo gravante sul Grand Hotel Borromee, numero di riferimento A 171, laddove la norma prescrittiva, già prima contestata, prevede la possibilità di interventi di “rigenerazione e ridisegno dell’assetto del costruito”, mentre invece ben avrebbe dovuto dettare norme più coerenti con il vincolo di tutela culturale gravante sulle stesse ville e l'intero loro ambito e non, semplicemente, farne un generico rinvio, aprendo la possibilità all' attuazione dei progetti che su quell’ambito insistono.
Il parallelo confronto con quanto prescritto dall'articolo 26 delle NTA, genera ulteriori perplessità, non risultando coerenti tra loro le disposizioni prescrittive laddove la prescrizione specifica e giuridicamente prevalente dell'area A173, riferita al riutilizzo di aree dismesse consente l'inserimento di "volumetrie, altezze e cromie coerenti con il contesto circostante", ma ciò ignorando il fatto che ambiti di ville storiche e loro parchi sono ora limitrofi a contesti alberghieri ben diversamente utilizzati in termini appunto di volumetrie e altezze e non ci si riferisce tanto agli insediamenti alberghieri storici, ma a quelli realizzati nella seconda metà del 900, non certo coerenti con il sistema delle ville e parchi storici.
Complessivamente il complessivo quadro prescrittivo che viene delineato non sembra affrontare in maniera adeguata la complessità e la ricchezza dei beni fatti oggetto di tutela che, in particolare, si affacciano lungo la linea di costa che attraversa l’intero ambito del territorio comunale in esso compresa, anzi apre la strada ad una pericolosa sovversione del sistema delle ville e dei parchi che proprio qui trova alcuni degli esempi più significativi.
Con l’eccezione puntuale dell’area prativa posta tra Via del Lupo e la strada costiera sulla quale si detta una prescrizione precisa e ben definita non presente nel precedente piano, le altre e diverse prescrizioni, proprio per la loro genericità e, a volte, anche la loro ovvietà, rischiano di tradursi poi in norme urbanistiche ed edilizie assolutamente non adeguate a garantire un’effettiva tutela.
Non è pensabile che il Piano ignori non solo quale sia l’attuale assetto pianificatorio urbanistico comunale che si riversa sulla linea di costa, ma quali sono i disegni pianificatori e i progetti edilizi in itinere che nulla hanno a che vedere con la conservazione del sistema delle ville e dei parchi storici, ma semmai con il loro sovvertimento e la loro trasformazione non solo funzionale.
Italia Nostra, sezione p/le del VCO, si è fatta promotrice presso il Ministero di una proposta (vedi allegato) di istituzione di un vincolo indiretto ex art. 45 del Codice che facendo centro sul vincolo culturale esistente di Villa La Palazzola, peraltro di proprietà pubblica, individui un’ampia e coerente cornice di tutela che vada così ad interessare un intero segmento di costa ( Villa Pozzani- Villa Castelli) e il suo entroterra che risulta uno dei più tipici esempi, ancorché a rischio e in parte in abbandono, del sistema dei parchi e ville storiche.
In assenza di una risposta Ministeriale, nulla vieterebbe che proprio lo strumento di pianificazione paesaggistico regionale intervenga, facendola propria e assumendola come valido contributo a fine di dettare prescrizioni in tal ambito che siano coerenti ed efficaci con lo scopo di tutela e valorizzazione dei beni.
Norme incerte, deboli, contraddittorie e instabili, alla fine, si traducono, inevitabilmente, in strumenti urbanistici accondiscendenti e in un incentivo al degrado, finalizzato da parte delle proprietà ad attese ed aspettative sempre più favorevoli alla trasformazione ed sovvertimento delle aree e della ville storiche. Norme certe, stabili e di chiaro impianto di tutela possono, invece, togliere aspettative erronee, indirizzare verso altri fini e scopi gli intenti proprietari e, alla fine, tradursi in un incentivo al recupero ed alla valorizzazione di quei beni.
Si chiede pertanto che la normativa prescrittiva riferita all'ambito A173 venga resa coerente e adeguata a fronteggiare in maniera effettiva la salvaguardia e la valorizzazione del tratto costiero in argomento, riconducendola comunque ai disposti dell'articolo 26 della NTA .
OSSERVAZIONE 17
Terre gravate da diritti di uso civico
Il Piano presenta una vistosa e dichiarata carenza; i beni pubblici costituenti le terre gravate dai diritti di uso civico sui quali sussistono, ex lege, i vincoli paesaggistici non sono stati fatti oggetto di un loro specifico esame e conseguente normazione. Motivo dichiarato di tale carenza è l'assenza di un completo e organizzato sistema cognitivo di tali beni, per cui non sarebbe stata possibile la loro esatta individuazione. Questo fatto avrebbe così determinato la decisione di escluderli dall'esame e di sottrarli, in quanto tali, dalla disciplina del Piano.
L'entità di tali beni, pur non conosciuta nella sua esatta e complessiva dimensione, è noto costituire una non marginale consistenza, ma riguarda e contempla in molte realtà territoriali, peraltro conosciute, vaste estensioni di terre pubbliche interamente sottoposte ai vincoli del Codice.
E' pur noto che, per vero, non è del tutto assente un sistema cognitivo di tali realtà; diversi Comuni hanno provveduto in questi anni a una ricognizione dei loro beni e dispongono, pertanto, di dati aggiornati. In altre situazioni esistono amministrazioni separate degli usi civici cui, a ragione, si ritiene abbiano dati attuali circa l'entità e consistenza dei beni da esse gestiti.
E' noto altresì che ambiti territoriali gravati per certo da diritti di uso civico, sono oggetto di molteplici concessioni rilasciate da diversi Comuni, specie in territori montani e sono sedi di attività economiche per lo sfruttamento di cave di pietre ornamentali o, più recentemente, per attività estrattive minerarie con non poche ricadute a livello di impatto ambientale.
In alcuni ambiti tale impatto ha raggiunto soglie di non tollerabilità senza che si delinei, nei fatti, un recupero effettivo delle aree sfruttate, di più, in alcune situazioni si assiste ad una richiesta di riapertura estrattiva, ma per finalità minerarie, di siti ormai da decenni abbandonati e in corso di progressiva lenta rinaturalizzazione. (vedi crinale del monte Zughero (VB) fatto oggetto di recente autorizzazione per la ricerca mineraria)
I percorsi delle valli Antigorio e Formazza, le pendici che si affacciano sul Lago Maggiore e sull'ultimo tratto del corso inferiore del Fiume Toce nei territori di Baveno e Megozzo, sono esempi di una massiva attività di sfruttamento.
La presenza di diffusi diritti di uso civico su questi territori è comunque nota e una pianificazione di livello adeguato e superiore si porrebbe, stante diversamente la prevalenza delle discipline di settore, quale unico argine a modalità di uso del territorio che nulla hanno a che vedere con i valori di salvaguardia paesaggistica che, invece, attraverso lo strumento del PPR, la Regione deve porsi quale obiettivo.
L'assenza di una pianificazione paesaggistica su quei beni non può dunque passare inosservata o trovare la sua giustificazione nel solo fatto della carenza di un sistema ricognitivo organizzato.
Il buco normativo risulta di tale ampia e diffusa dimensione da compromettere e non poco il contenuto del Piano stesso, lo priva di un suo capitolo essenziale e fondamentale, persino inficia l'esistenza stessa del Piano.
Sarebbe stata l'occasione per coordinare, a livello regionale, una ricognizione ultima e definitiva dello stato dei diritti di uso civico, ma non avendolo fatto, con quale legittimazione si è omesso di pianificare su quei territori dove, almeno, lo stato dei diritti, invece, era ed è conosciuto ?
La domanda pare ovvia e la rinuncia a normare ambiti conosciuti con la motivazione che altri ambiti non risultano noti, non pare reggere. Da qui la richiesta che su questo non marginale aspetto lo strumento adottato venga, sostanzialmente, rivisto attraverso una procedura d'integrazione al medesimo che ne colmi questa vistosa e inaccettabile carenza.
Allegati:
1 – Esposto alla Procura della Repubblica di Verbania dell'11 novembre 2014.
2 – Comune di Stresa. Proposta d'imposizione di vincolo indiretto. Ns Prot. n. 314 del 14 febbraio 2014
Il Presidente
Dr. Italo Orsi
lunedì 10 agosto 2015
PROGRAMMI ALLA PROVA
Non sembra che la questione fosse all'ordine del giorno del programma di governo. Lo era, invece, in tutti i programmi di quelli che furono i battuti; eppure il tema esiste, esiste e forse in questi mesi è diventato anche più visibile e credibile. Insomma, ciò che noi parliamo è la questione di come è organizzata la sanità di base, di cui si parla molto e si fa poco. Comunque, notizia recente è una missiva annunciata, mittente quel Saitta, Ministro regional di sanità, con cui chiederà sul tema ai Sindaci pareri e, forse, impegni circa modalità con cui mettere mani a sto problema. Tornando a noi comunque, ciò di cui si parla è l'ambulatorio unico di base, quello dove dovrebbero concentrare i servizi, allargati nel tempo e contenuti, i medici impegnati nel Distretto. Contraria tuttavia sarebbe tutta la squadra di Governo; in testa ad essi sarebbe l'addetta alla Finanze e all'assistenza, nell'ordine contrari sarebbero Scarinzi, poi viene il Professore ed infine l'Avvocato. S'ignora sin qui quale che sia il parere del nostro Borgomastro, ma visto il suo programma elettorale, non pare per ora si discosti da quello dei Ministri. Sostiene sto progetto dell'ambulatorio unico di base, invece, la sezione locale dell'Avis che si batte e vorrebbe candidare sto progetto nell'ambito del bando che la Fondazione VCO di Cariplo ha ora indetto, ma c'è un però e che cioè per ottenere i fondi di cui il bando ora dispone, occorre dimostrare di averne in dotazione almen 60 mila d'euro. Chi c'è li mette ? Se la Perla, candidata a ospitare anche la sede, già si smarca, che cosa mai faranno gli altri 4 Comuni interessati ? Comunque non son note le ragioni per cui il Governo ritenga esser contrario; contrario a quel progetto o contrario comunque a qualunche sia progetto ? Un po' contrari, un po' a favore, un po' oggi contrari e un po' oggi a favore sarebbero, invece, i Sanitari, ma questo è un po' scontato e quindi si vedrà. Comunque la questione ora si pone; Saitta la lettera ai Sindaci l'ha inviata, ma il 30 del mese prossimo venturo scadrà anche il termine del Bando della Cariplo e quindi che si fa? Se questo era anche il programma dei Gruppi Consiliari ora battuti, occorre che gli stessi gli diano una mossa al Borgomastro e poi la si vedrà.
venerdì 7 agosto 2015
ALTI E BASSI
Proteste sino a ieri per un lago tenuto, a detta di taluni, sopra soglia; protesta già da oggi per un lago tenuto, davanti a nostri occhi, sotto soglia. Insomma non sembra che una soglia giusta la si trovi e intanto si assiste un po' a una piena e poi a una magra. Per verità niente di nuovo, chiunque abbia una qualche memoria di sto lago, la magra nell'estate era la prassi, così come la piena d'autunno o in primavera. Sto sali e scendi era salute per il lago negli anni ormai passati un po' in affanno, garantiva il ricambio dell'acqua più veloce, una sorte di respirazione bocca a bocca che immetteva ossigeno nell'acqua e ridava la vita che soffriva. Dimentichi di ciò ora la questione si sposta sulle spiagge, ridotte troppo corte se la soglia del lago è tenuta un po' più alta e, se invece è troppo bassa ne soffre il navigare o meglio l'approdare. Al centro del discorso non c'è più dunque la salute di sto lago, ma tutt'altro. Comunque sta anche vero che, disponendo di sistemi un poco più sofisticati che misurano l'afflusso ed il deflusso, sarebbe quanto meno più opportuno che la soglia di sto lago, ormai poco inquinato, trovasse un suo equilibrio meno precario; da un lato le terre di pianura riducessero la sete di acqua senza fine, facendogli pagare un prezzo anche salato e d'altro lato non fosse la misura di una spiaggia la regola che detta la soglia, ma ben altro. Ciò detto e precisato che anche la variabilità del clima avrà pure un suo bel peso, occorre ricordare una proposta che, al tempo dell'Alcade, le minoranze insieme proposero al Consiglio. In quel documento, assai bene descritto, si formulava il voto che una parte dei canoni pagati per l'acqua prelevata a scopi irrigui, ritornasse nelle casse dei Comuni rivieraschi perché ne usassero i proventi a mantenere e migliorare le coste demaniali che sono anche disastrate. Votò il Consiglio pure la proposta, ma si guardò bene l'Alcade di darne diffusione tra tutti i Comuni rivieraschi interessati. Geloso come mai, non tollerava che altri potessero proporre cose che a lui fossero gradite e così ignorò il mandato del Consiglio. Ora però governa un nuovo Borgomastro e a lui ci rivolgiamo, al tempo del lago che sta in magra, perché riprenda quel testo già approvato e che ci provi.
giovedì 6 agosto 2015
P.P.R.: PRESA PER il RETRO
Ancora pochi giorni e scade il tempo entro cui presentar le osservazioni al PPR. E' noto che i soliti Signori, gli Alberghieri han provveduto, da subito, a produrre altre richieste, in primis che venga cassato il vincolo più antico, quello che dal 1924 tutela o meglio cerca di tutelare l'ambito del parco del più noto Grand Hotel. La richiesta non sembra che abbia un qualche pregio e, forse non vedrà l'accoglimento, in fondo ciò che chiedevano e volevano, per ora, han già ottenuto. Vi ha provveduto all'uopo una mano pietosa e premurosa che ha riscritto la norma fastidiosa che venne posta al tempo in cui governava il regno subalpino la Zarina ed ora il Renziano Chiamparino ha già levato. Si apre, per ora, una finestra assai gaudiosa; nel tempo che intercorre tra la data di adozione di questo PPR e la finale, comunque sia, sua approvazione, ci passa nel varco che hanno aperto, un po' di tutto. Intanto ritorna in campo un bel progetto che vede un ampliamento del noto Grand Hotel, progetto che a noi venne sempre segretato, raccontandoci di balle una valanga. Può darsi che sia bello, può darsi che sia sullo stile dei noti Telamoni, noi questo per certo non sappiamo; di fatto vedremo che sarà ora riesumato e, complice il governo che regna sta città, regalando via Omarini dal pubblico al privato, verrà presto sdoganato. Di più anche i noti Telamoni, dovessero, ma è difficile, finire entro le maglie del giudice penale cui pende un esposto dettagliato, potrebbero trovare poi una via più rapida di uscita e di salvezza. Il terzo effetto, un po' perverso, di questa manovra sin'ora ben riuscita, riguarda quell'area ad esso attigua, quella acquista per farci la " Zanetta". Anche questa ora risulta in parte sdoganata, tanto che già il nuovo progetto aveva anticipato la norma ora dettata. Dunque sin qui vi abbiamo dimostrato che, col fischio, la legge sta per tutti uguale, ma taluno persino se la scrive e poi certo che obbedisce. Di fronte a questo quadro desolante stanno redatte e scritte le tante osservazioni che provano a contrastar questo disegno. Di loro presto a voi racconteremo, ma l'esame nel merito avverrà comunque un po' di là nel tempo e intanto ? Intanto loro fanno.
mercoledì 5 agosto 2015
MEMORIE LABILI
Adesso che sembra che va in porto, vien facile parlarne solo bene, illustrarne alla stampa i risultati e fare previsioni sulla data del futuro taglio del nastro di traguardo. Inutile da dire, ma maestro di sto cerimoniale è l'uomo più indiziato del disastro che iniziò all'alba del secolo che è in corso e che, se tutto come dicono andrà bene, vedrà la sua fine nell'anno che prossimo verrà o, al più tardi, in quello successivo. Noi presi per stanchezza e sfinitezza, per carità, pensiamo che, arrivati a questo punto, c'è solo la strada di finirla quest'opera infinita; però non ci uniamo ai tanti dimentichi dei fatti già accaduti e che si affollano al coro dei plaudenti, già pronti a indicar nell'unico superstite indiziato, il salvatore. Tre lustri e anche di più, passati inutilmente a fare, disfare, rifare e poi ancora a fare, non passano in silenzio e senza danno. C'è un tempo ragionato, c'è un tempo ragionevole direi, c'è pure la giusta durata di un processo, ma qui di tempo ne è passato ben oltre il consentito e ha fatto danno. Comunque andiamo avanti, i pali da innalzare dal fondo di quel buco dentro l'acqua sono tanti, c'è solo da sperare, qualcuno dirà che c'è anche da pregare che altre, chiamiamole, sorprese non si trovino e quando l'ultimo dei pali sarà in piedi, allora potremo dire, con certezza, che ormai è fatta. Il conto è assai salato, o meglio nel tempo che è passato è assai salito. Qui il buco nell'acqua si è allargato, ampliato, ingigantito; difficile trovar chi di ciò non si sia pure servito. Errori rilevanti, errori madornali sottaciuti, compiacenze, errori ripetuti, progetti pagati fior di soldi buttati nel cestino, varianti e variantine pagate e non servite, consulenze, perizie su perizie, errori di progetto un'altra volta, errori di nuovo camuffati e sottaciuti, contenziosi per gare poi perdute, affidamenti poi risolti pagando le penali, c'è pure la storia di soldi pagati " sottobanco", insomma la conta dei soldi buttati in cose non servite o meglio dir pure inservibili, è lunga come gli anni che hanno accompagnato la creazione dell'opera ambiziosa e mai riuscita. Faremo un elenco preciso e minuzioso e a voi ve lo daremo. Intanto, per ora, gustiamoci la scena con il Capo che, dimentico dei guai da lui stesso combinati, già convoca la stampa e inizia a brindar alla sua prossima vittoria.
martedì 4 agosto 2015
TASSA DA SBARCO
Continua la guerra sullo sbarco tra il Palazzo e Navigazione Laghi e tra i due non è stata, sin'ora, siglata alcuna pace. Imposta da Canio questa tassa sulla scorta di un parere del Ministero Economia, peraltro singolare; superato lo scoglio dell'esame incidentale presso il Tar cui si rivolse per chiederne il rigetto la stessa NL, il Palazzo ora pretende, in attesa del responso di merito del giudice invocato, che vengano versati i soldi non riscossi nell'anno ormai trascorso. La storia qui è anche nota; non tutti i viaggiatori comprano biglietti diretti per le isole, i più li comprano per muoversi in battello dentro golfo, poi sbarcano di qua, poi sbarcano di là, poi tornano, infine, alla stazione di partenza. Insomma cosa fanno e dove vanno non si sa, per cui pretendere da tutti il versamento del dazio per lo sbarco alle tre isole non sembra sia corretto. La pensa diversamente invece sto Palazzo che, fa accordi verbali con NL, poi smentisce gli accordi così fatti e vuole tutti i soldi senza sconti. Riparte ordunque un altro contenzioso che NL ora muove davanti la Commissione Tributaria in primo grado avverso l'accertamento notificato di evasione. Intanto riprende pure quota il primo giudizio ancor sospeso e sempre NL presenta un atto aggiunto a sua tutela, risponde il Palazzo con Pafundi cui assegna la difesa dell'atto contestato. Vedremo sta storia mai finire ? Certo che vedremo questa storia poi finire; come e quando come sempre risulta, per ora, difficile sapere. Intanto il Palazzo combina un'altra sua cazzata; sostiene che il peso delle Isole incida assai troppo sui costi del servizio dei rifiuti, per cui inventandosi una deroga a un principio del pareggio tra la tassa sui rifiuti e sui suoi costi, preleva una somma dall'imposta dello sbarco che destina a pagare sti rifiuti. La somma non è molta, è un 30 mila d'euro, ma proprio perché è poca non incide, se non quasi per nulla sulle singole bollette degli utenti, ma sottrae questi euro dalle spese che sarebbero, queste sì, super urgenti e necessarie a rabberciare i beni pubblici isolani ormai cadenti e che venne promesso la tassa sullo sbarco avrebbe risolto ogni problema.
lunedì 3 agosto 2015
SENZA GARA
Sarebbe dunque, sta volta, andata in porto la gara per l'impianto che unisce la costa con la vetta. Sarebbe, poiché una gara che pareva interessata e quindi finalmente in concorrenza, alla fine ha visto soltanto un'offerta pervenire; non è molto, anzi è poco. La cosa a qualcuno piacerà, stiamone certi, ma insomma non sembra che lo sforzo profuso in questi mesi si sia tradotto poi in un grande successo di mercato. Si tratta ora di veder cosa c'è dentro nell'unica offerta pervenuta; la parte che riguarda il prezzo da ridurre sarà probabilmente, in questo caso, ridotta a più non posso, ma è il resto è ciò che più interessa. Nella parte di gara che ci misero all'ultimo minuto, ci stava forse la chiave di un rilancio e di una svolta. Speriamo, ma purtroppo se c'è stato un qualche sentore anticipato che in gara non c'erano concorrenti, quell'unico che poi si né presentato non avrà poi ritenuto, più di tanto, offrire i propri soldi da metter dentro quell'impianto che, infarcito com'è stato alla fine di pubblici denari, basta e avanza per non rischiare, ma comunque guadagnare. Si dirà che colpa è del mercato che poi non ha apprezzato; si dirà che per fortuna che ci hanno messo dei pubblici denari, si diranno tante belle cose ed anche ovvie, ma comunque per ora anche aspettiamo e poi vediamo che cosa di vero e anche di buono o poco buono ci sta dentro nell'unico pacco dell'offerta pervenuto. L'esame sarà rapido e veloce non essendoci confronti anche da fare e 99 ormai su 100 sarà un prendere e certo non lasciare. A quanti sembrerà non molto chiaro ciò che ho scritto, ricordo che il bando prevedeva, da un lato, l'offerta, cioè il ribasso, sui soldi che il pubblico ci ha poi messo per la parte che riguarda il rinnovo tecnico d'impianto e fatti bene i conti, questi soldi sono quelli che bastano e forse anche avanzano. Quanto al resto, il bando era un po' aperto, cioè a dire che chiedeva un'offerta senza un prezzo messo a base, ma chiedeva di migliorare altri aspetti dell'impianto, che andavano dalle stazioni alle cabine sino al rilancio e alla promozione. Va da sé che se una gara ci fosse stata, cioè una concorrenza vera, era su questo che si sarebbe, di certo, essa ingaggiata, ma se questa non c'è stata…………………………
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