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lunedì 10 dicembre 2018

PREGO: PASSI AVANTI











Ci eravamo fermati dietro quei tanti passi che avevamo sentito essere stati percorsi, eccome, dalla cittadella negli ultimi 40 anni della sua lunga vita. Avevo promesso che li avremmo ripercorsi, uno ad uno, nella speranza di ritrovare un sentiero che si sembra essere andato perduto, ma probabilmente è solo una nostra impressione o una nostra falsa rappresentazione. Capita, a volte, e nel mio caso è quasi la regola. Ebbene, in quel lontano 1976, ma a me pare l'altro ieri, il governo del Palazzo era già nelle mani del nostro Professore che era salito sul seggio esattamente l'anno prima e vi sarebbe stato un primo quinquennio. Occorre però premettere che le regole erano un tantino diverse; il primo cittadino non era eletto dal popolo in maniera diretta, ma doveva trovare nel Consiglio il luogo dove cercarsi i voti che lo avrebbero messo su quel seggio. Insomma, aveva un poco le mani legate, non dico un ostaggio del Consiglio, ma insomma quasi. La cittadella comunque, tra un lite e l'altra tirava avanti, e il fatto che il nostro Professore sarebbe durato ben 5 anni significa che un qualche compromesso l'avrà pur fatto o subito, altrimenti personaggi ben diversamente attrezzati e navigati non ci avrebbero messo molto a levarlo di torno. Quanto al resto non è che la cittadella fosse molto diversa da oggi. Se uno, con un paio di foto dell'epoca, percorre oggi il centro, dico il centro non il lungo lago, non coglierebbe grandi differenze; qualche degrado in più causa l'età, questo sì, segno che di passi in avanti non ne sono stati fatti, forse qualcuno di lato. Il discorso cambia se dall'interno si passa al fronte lago. All'ora non c'era il porto, questo è vero, ma neanche adesso dopo 19 anni di tribulazioni c'é e se nella prossima primavera, come sembra, verrà inaugurato ( il termine inaugurazione non si addice proprio) bisognerà turarsi occhi, naso e bocca per applaudire l'opera pubblica più lunga d'Italia. Che fatica dunque quel passo che arriva con almeno tre lustri di ritardo. Ma se allora non c'era il porto, c'era almeno il fronte lago con ancora attivi i suoi illustri locali pubblici. Dopo pochi anni sarebbe iniziato il declino e lo sfacelo di una passeggiata sotto pensiline cui la mano pubblica ( si dice così?) non ha mai pensato di dare una regolata e quando lo ha pensato, qualcun'altro ha subito pensato il contrario così che il degrado ha occupato gli ultimi decenni. Qui dunque più di passi avanti o indietro, parlerei di passi perduti. Il resto del fronte lago è un capitolo dolente. Quel lontano 1976 indicato come anno di inizio di una fulgida era, vedeva, ancora per poco tempo, le ville storiche nelle loro condizioni pressochè originarie. Nelle prime c'era pure una scuola secondaria di lingue straniere che, naturalmente, chiuse poi i suoi battenti quasi un' anticipazione, forse, della fine attuale dell'alberghiera. Per le altre, defunto il Prof. Pini che lasciava La Palazzola al Comune e venduta villa Castelli all'imprendoria locale alberghiera, iniziava la fine, che bisogna dire prosegue ancor oggi, senza che nessuno ci sappia indicare quando questo sfacelo avrà, se avrà, fine. Un bel passo dunque, un passo da gigante, ma purtroppo indietro, mentre il nostro Professore ci racconta un'altra storia che, forse, solo lui ha visto. Comunque non tutto e non sempre peggiora se pochi anni dopo, sotto il governo di un Senatore, ( ah lui finito maluccio) si metteva mano al rifacimento della passeggiata a lago, prolungamdola sino al lido. Molto bene, se non fosse che in questo modo lo spettacolo dello sfacelo delle ville è garantito ai basiti turisti. Andiamo avanti; la pensilina ferroviaria del trenino del Mottarone, a quell'epoca non era ancora crollata, insomma stava ancora su da sola e forse, se in quel tempo, si fosse pensato a una soluzione, oggi ci sarebbe ancora. La soluzione bisogna dire che però, durante il secondo quinquennio del Sindaco Professore ( 1988-1993) era stata pensata. Ma eravamo in un'epoca un po' particolare. Il Professore aveva delegato ad altri, finiti poi davanti ai giudici della Repubblica a patteggiare pene su pene, il compito ingrato, ma remunerativo, di allestire il nuovo piano regolatore cittadino. Occasione così ghiotta non capita spesso, ma purtroppo toccò proprio a lui, timorato di Dio, stringere questo piatto con il Diavolo senza neppure forse essersi accorto sotto quali veste si nascondesse, il Demonio naturalmente. Comunque, per tornare a noi, la pensilina fu oggetto di una così perversa norma che difficilmente avrebbe potuto fare un a fine diversa da quella che poi ha fatto. Un passo avanti anche in questo caso, peccato che a furia di fare passi avanti, qualche volta non si guarda dove si mettono i piedi e si va a sbattere. Capita. Non stata la prima volta. Qui un passo indietro lo faccio io e torno a quel primo quinquennio quando, il Professore aveva ricevuto in dono, è proprio il caso di dirlo, un terreno di 6.000 mq, da parte della famiglia Pallavicino. Un regalino tutto sommato che magari non subito, ma più in la nel tempo sarebbe servito, ad esempio per metterci un pezzo di Alberghiera, visto dove sto terreno èa collocato, ma aihnoi, la sua memoria già all'epoca vacillava e così, quando, per i ricorsi della storia, il nostro Propessore torna sul trono nel quinquennio 1988-1993, si dimentica di quel regalo che aveva ricevuto e riesce a farlo cadere in prescrizione. Uno dei passi avanti sicuramente più lunghi che abbia fatto nella sua lunga carriera politica locale, così lungo che non vede neppure dove va a parare e fa un tonfo clamoroso di cui nessuno gli chederà il conto. Ma andiamo avanti; dopo la fine degli anni 70 e l'inizio degli ottanta quando qualche buona opera avevamo visto, vedi le scuole medie, la cittadella viene smontata, pezzo pezzo. Della pensilina ferroviaria abbiamo già fatto cenno, ma la Gabbiola non è di meno: un degrado che andrà avanti sino all'altro ieri e che un "provvidenziale" supermercato salva all'ultimo minuto secondo, spacciando una fallimentare e scriteriata operazione urbanistio/edilizia come un'unica soluzione possibile. Niente di più falso, ma qui riescono a farlo credere anche ad una delle minoranze che ci casca in pieno e concede il suo, inutile, consenso. Mi accorgo che vado lungo, ma 40 anni sono tanti. Prometto però di non scrivere più per qualche giorno. Torniamo allora a quei primi anni gloriosi quando il Palacongressi, se anche non si chiamava ancora così, c'era e funzionava. Passa il tempo e qui dove stanno i passi avanti. Certo gli rifanno, molto male, la faccia e non solo, spendendo 14 miliardi di lire, ma qui inzia il declino grazie alla concorrenziale politica alberghiera favorita in tutto e per tutto dalle previsioni espansive di quel piano regolatore cui non può dirsi estraneo il nostro Professore e, notizie di questi giorni, il gestore ha spedito la lettera di disdetta del contratto. Tempo sei mesi e poi taglierà la corda. Un grande passo avanti, non saprei diversamente chiamare questo capitolo della storia cittadina. Dell' Alberghiera non parlo, ma se alla fine andrà altrove sarà anche questo un altro passo in avanti compiuto dalla cittadella, non c'è dubbio. Vi devo parlare della piscina, pardon della vasca da bagno al lido ? Suvvia siamo seri, lì a fare anche solo due passi si finisce dentro con il rischio di annegare.

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