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mercoledì 15 gennaio 2020

PASSEGGIARE SULL'ACQUA









A leggere la Stampa sembra che un evento quasi miracoloso, anzi proprio miracoloso, stia in questi giorni graziando la nostra Perla. Camminare sull'acqua è infatti diventato un fatto a cui ora tutti i mortali possono accedere, basta che si rechino nei pressi di quello che dovrebbe o meglio avrebbe dovuto essere il nuovo porto turistico e provarci. Se proprio uno non è uno sfigato riuscirà infatti nel cimento, rimanendo estasiato della bellezza che il creato gli regala. Sì gli regala... insomma forse non è proprio un regalo visto quanto è costato preparare questo cimento e consentire a tutti di provarci senza che ad oggi si debbano registrare casi di mancati miracolati. Ecco allora che l'inaugurazione di fatto, se non proprio il formale taglio del nastro a cui qualcuno senza dubbio ci avrebbe tenuto assai, è stato l'evento che ha sicuramente colpito i tanti inaspettati ospiti che il periodo delle festività di fine/inizio anno, la cittadella ha accolto, o meglio avrebbe dovuto accogliere, facendosi invece cogliere, scusatemi il bisticcio, impreparata come pochi. Ma tornando all'evento miracoloso e che giustamente La Stampa ci segnala quale meritevole di primato, come non dimenticare la lunghezza di questa passeggiata, solo che per un refuso del cronista, non si tratta forse di quella lineare, che non è proprio da record, ma quella della durata del tempo della sua, sino ad ora, costruzione. Vent'anni ben contati e portati benissimo sono il tempo, quello durante il quale uno nasce e diventa un uomo o una donna, a seconda dei casi naturalmente, ed è quello, per chi non lo ricordi, che è stato necessario a preparere il miracolo e anche questo va ricordato, i miracoli non sono finiti, presto infatti ne conosceremo di nuovi. Per ora, visto che la materia tocca la religiosità del popolo, consiglierei al Borgomastro di istituire un obolo obbligatorio per tutti coloro che accedono alla passeggiata miracolosa. Non si sa mai, dovessero servire per qualche ritocchino prima della fine dell'eterna opera d'arte.

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