Si archivia, in fretta, anche quest'ultimo Consiglio di Palazzo, confermandosi che, ormai, l'andazzo del locale Governo è questo qui: senza scosse, senza sorprese, insomma: senza niente. Se qualcuno si aspettava una svolta se la scordi: questo, signori, è il ritmo, questo, signori, è la cifra che segnerà 5 anni di mandato. Entrati allegri e speranzosi, usciranno mogi e delusi. Per verità, l'ultima seduta avrebbe potuto essere l'occasione di una svolta. C'era in ballo la previsione di un bilancio che va da qui sino alla fine, l'occasione migliore per calare qualche carta pesante, capace di convincere, ma, se per fare un esempio, 150 mila euro nel 2023 e 300 e rotti mila euro nel 2024, sono i soldi che prevedono per terminare l'eterno porto, forse significa due cose: o che non gliene frega niente di lasciare 7 milioni di euro a marcire in acqua, o che neppure loro credono che riusciranno a finire l'opera e già pensano di lasciare il passivo ereditario ai loro eredi. Qualcuno, come avevo già raccontato, pure ci ha provato a fare qualche affondo, anche fondato, anche abbastanza pesante, per carità finirà tutto lì, ma quello che lascia perplessi è la reazione di Governo. Non c'è reazione: c'é imbarazzo ? forse; c'é incredulità ? forse. E' sembrato comunque assistere ad una scena un po' assurda, quasi che Bottini e gli altri raccontassero una narrazione che alle orecchie del Governo manco giungesse. Due mondi separati: uno reale, forse, e l'altro surreale, senza il forse. Come nelle partite di calcio, ma anche nelle guerre, la carica psicologica delle parti avverse conta e come. Ebbene il Governo in carica ha perso la carica e in queste condizioni psicologiche, non solo non reagisce, ma manco agisce. Forse crede di agire, ma in realtà gira a vuoto perché non ha la bussola e non perché l'abbia persa, ma perché non l'ha mai avuta sin dal suo esordio, credendo che le competenze siano una requisito accessorio e non indispensabile, fidandosi di strutture burocratiche arrugginite che anziché girare a mille, se va bene, girano al contrario, e se va male stanno ferme; facendo leva su un credito elettorale che le aveva dato fiducia, ma che tradito, ha scelto, per pietà, il silenzio anziché manifestare il proprio costruttivo disagio, il che è ancora peggio perché intorno si avverte solo il vuoto, ossia lo smarrimento, quasi la rotta di una truppa in ritirata. Beh, insomma, essere riusciti a fare tutto questo in poco più di un biennio, se non è un record, poco ci manca. Comunque l'occasione ci sarebbe stata, naturalmente persa anche questa. Ma se invece di portare in Consiglio un documento quasi inutile, una presa d'atto ci stava scritto nell' odg, con la quale nel ringraziare chi lo ha redatto, si fosse avuta anche la capacità di avviare, insieme a questo documento non pianificatorio, il primo atto di una nuova pianificazione urbanistica, indicando le proprie, non quelle degli altri, intenzioni programmatrici, ecco, forse, lo dico con mille cautele, forse, si sarebbe fatto un passino avanti. Sì è vero, si vuole formare una commissione ad hoc, ma tutti sanno a che cosa servono le commissioni, mi pare lo dicesse Craxi: " Se non vuoi risolvere un problema, inventati una commissione". Se invece di pasticciare sempre con questo PRGC, tirato da tutte le parti pur di obbligarlo a non andare dove dovrebbe andare, si fosse evitato di andare dietro le elite edilzio/alberghiere, cambiando, tardivamente, classi di rischio idrogeologico e si fosse, invece, ricondotta a verità la questione Villa Ostini, ecco, si sarebbe restituita credibilità ad una vicenda che, oggi, definirei penosa, sinonimo eufemistico di vergognosa. E poi se, per rimanere in tema, si fosse, anche qui, evitato, di confermare la folle urbanistica inventata dal già Sindaco Alcade e messa a prova giuridica, fallita con la firma del Presidente del Repubblica, riguardo la super nota Variante: " Zanetta", cancellando, ad esempio, l'ossimoro delle monetizzazioni delle compensazioni, anziché confermarle e si fosse, non da oggi, riscritto la regola... anche qui un'occasione persa. Alla fine che cosa rimane? Un bilancio pieno di risorse finanziarie che farebbero la gioia di molti sindaci, seminate qui e là, senza un disegno, spostate sempre in avanti di anno in anno, senza un master plan della cittadella che basterebbe buon senso e intelligenza scrivere in un paio di giorni; le occasioni perse di un PNRR che, sembra, da qui passerà invano; una Palazzola di cui manco più si parla; un Pala Congressi che, al più, si sarà riusciti a cambiargli il nome. Non è molto, quasi nulla.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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