Visualizzazioni di pagine: ultimo mese

martedì 6 settembre 2016

GUERRIGLIA URBANA


Risultati immagini per GUERRIGLIA URBANA

Argomento delicato; la guerra di Palazzo non é certo finita con tanto di sentenza in cassazione, anzi per un verso par che solo ora sia iniziata o comunque sta guerra é continuata. Ci avverte il Comandante che deposita interpello in cui non solo chiede che sia tregua, ma che pur si faccia pace. Motiva l'interpello il ricorso del Palazzo ad un legale perché chiarisca i dubbi, i torti e le ragioni avanti la richiesta di ripristinar nel posto di comando l'architetto. Materia delicata, l'ho detto poco sopra, investe il diritto del lavoro e le persone e non vivendo dentro quel Palazzo mi astengo da un giudizio da strapazzo. Mi limito a osservare che un posto di comando non é tutta la vita e senza fine, ma dura tanto quanto il tempo di un mandato e quando cambia il sindaco, decade. Sarà sto nuovo sindaco che, se crede ed ha fiducia, lo nomina al comando o invece no. Sin qui stanno le cose, almen sin al decreto della Madia, in tutti i municipi dell'Italia ed anche sto Palazzo non sfugge da una regola sì fatta. Poi si guardi ai precedenti, dottrina e giurisprudenza di certo qua non mancano. C'è un fatto, é vero, che forse distingue un po' le cose; che seppur dalla giustizia reintegrato, l'Alcade mica volle ripristinar nel pieno del comando l'architetto, ma preferì mettere altri al posto del suddetto. Che l'abbia fatto bene o che l'abbia fatto male é sol l'interessato che deve preoccuparsi e, se il caso, tutelarsi. E questo è un altro punto, perché l'interessato, chiunque che esso sia, ha un obbligo preciso che sta pur anche scritto nel codice civile; ha il dover di fedeltà verso il suo ente e qui sta il punto delicato, perché se mette nell'agone del confronto il suo caso personale, in effetti egli si schiera. Se sono stato chiaro, per me questo è un passo falso; il caso é delicato e capisco che qualcuno sia tentato, ma il consiglio è quello di lasciare stare. E quanto al Borgomastro, noi tutti ricordiamo il giorno che mise sul suo piatto la carica e gli onori perché quell'altro non fosse licenziato seppur un giudice avesse il giorno prima confermato che era, appunto, licenziato; ma poi le cose son cambiate, qualcuno ci ha giocato, la corda si è tirata, i rapporti son guastati... Lo ripeto, non vivendo nel Palazzo, io mi astengo da giudizi da strapazzo, ma per quanto poco pur ne sappia mi son fatto un mio giudizio e a suo tempo resi pubbliche le carte delicate. Spetta solo al Borgomastro decidere... e allora a lui buona fortuna.

Nessun commento:

Posta un commento