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giovedì 29 giugno 2017

LETARGIA

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Liquidato che è stato molto in fretta il consesso nella sera di lunedì ultimo scorso, rimangono insoluti come prima i soliti problemi della Perla. Si assiste un po' storditi, ma per nulla assai stupiti, al solito silenzio che copre come un telo lo stato delle cose che, seppur e per lo più di genere privato, coinvolgono il pubblico e non poco. L'abbiamo già accennato che lo stato dell'accordo che sblocca la chiusura del parco principesco e che sembrava cosa fatta si è, invece, ora fermato. In questo tal contesto non sembra che il governo della Perla conti molto, anzi direi che conta proprio niente. Si assiste così inermi a che chiunque fa quello che vuole; decidere di chiudere o di aprire diventa una questione assai privata, quasi fosse come un chiudere o un aprire la casa di vacanza. Coerente a tutto ciò il nostro bel governo non mostra un interesse, non suscita un dibattito, non scrive un documento, non convoca le parti, ma tace. Occorre anche pur dire che in questo nulla fare lo aiuta il gran da fare con cui seguon la cosa i gruppi consiliari. Assente al turismo il delegato, dormiente qualcun altro, pure assente qualcuno d'altro, nessuno che lo interroga, nessuno che lo sprona, nessuno che lo smuova. In questo tal contesto è facil governare che è uguale a nulla fare. Se dunque a sto consesso che unisce i delegati del popolo elettore, non sembra che interessi la sorte cittadina, rimane da mai chiedersi che cosa fanno lì riuniti per un nulla. Si spiega allora il sonno che prende i delegati, la siesta ormai va lunga, è un sonno senza fine, la noia li prende tutti, e l'unica attenzione è dunque all'orologio che giri molto in fretta per togliersi da lì più presto che si possa. Sappiamo che vedendo tal contesto già freme il vecchio Alcade, non regge dalla voglia, si rode come un ratto, ma diec anni son passati, doveva sistemare, ha fatto solo guai, speriamo che non torni, sarebbe un bel disastro.

lunedì 26 giugno 2017

CONSIGLIO LAMPO

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Seduta sprint o quasi dunque ed a dispetto dei tempi di governo si assiste a una seduta che inizia puntuale e nel tempo di mezz'ora o poco più esaurisce gli argomenti in discussione. Assente il Comandante, assente il Professore, pure assente qualcuno dei presenti che dorme tutto il tempo, inizia il Borgomastro che illustra la proposta che adegua lo statuto di Stresa dei Servizi. Nessuno fa obiezione, si passa ad altro tema. Sta volta sono i cani l'oggetto in discussione; sarebbe senza storia la nuova convezione con quelli di Verbania per mettere in comune i cani abbandonati. Non piace alla Marcella sta storia del canile e chiede chiarimenti sui costi sostenuti e perché l'ipotesi di Omegna non venga presa in conto. Non piace proprio niente, insiste e insiste ancora, ma seppur un po' aiutata dal solito transfuga, non cede il Borgomastro che ferma la proposta e ottiene dunque il voto alzando poi le zampe. Si arriva all'ultimo dei temi; riguarda la questione che se è sciolta ora Equitalia occorre che qualcuno provveda ad incassare le imposte e le altre entrate che rimangono impagate e sarà, d'ora in avanti, l' Agenzia di quelle entrate. Finisce dunque in un lampo il consesso qui riunito, ma rimane poi rinchiuso nel conclave il Borgomastro ed il suo gruppo a dibattere chi sa cosa e decidere che cosa ?

NE' COL GOVERNO, NE' CON GLI ALTRI


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Sta sera vanno in aula; argomenti quasi nulla; interpelli manco quelli. Il caldo picchia forte, non lascia manco tregua, eppure all'ora del consesso si prevedon tuoni e fulmini, non certo dentro l'aula, ma solo quelli meteo. Se tale ormai è il contesto, c'è poco da sperare, il gruppo di Bottini conduce tutto quanto nel più grande silenzio e i gruppi a lui contrari non sembrano ormai in grado, né forse manco vogliono, sguainare qualche spada e manco sol proporre qualche cosa. Non è che é forse il meglio che alcuni si aspettavano, ma questo è ciò che passa in questa calda estate e che tocca registrare; l'ignavia è la virtù che domina ormai ovunque e non si venga a dire che manchino argomenti o che sia sempre meglio tener basso il profilo. Non pare che argomenti ne manchino poi pochi se è vero come è vero che langue ora l'accordo col Principe Domenico che chiusi che ha i cancelli nessuno che nessuno informi i cittadini. Sappiamo che nessuno dei pubblici poteri ha in mano la chiave dei cancelli, ma ci sembra alquanto strano che non uno degli eletti pretenda che un Comune si esprima con un voto, chiedendo che la cosa diventi una questione non solo tra privati, ma di pubblico dominio. Purtroppo pare niente, il caldo assai pesante annebbia anche le menti e la sera di un Consiglio con tanto spazio vuoto, non vede ancora niente. Applausi al Borgomastro, lo dico seriamente, è l'unico che sebbene limitato, almeno ci sembra un po' animato, ma quanto a tutto il resto, che sia del gruppo in testa che gli altri lì in attesa, non pare che nessuno ormai si salvi.

mercoledì 21 giugno 2017

TRANQUILLI


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Ritorno, piano piano sulla rete, dopo una pausa causata da eventi non previsti. Tranquilli; non è che nel frattempo nella Perla sia successo chissà cosa; per vero quasi niente. Dimenticavo, c'è stato l'evento di quest'anno, il taglio del nastro al ponticello, con tanto di filmato del noto cronista qui del luogo che immortala il suo primo passaggio sul rio Roddo e stante la sua stazza, del cronista, è stato un collaudo ben riuscito. E' giusto che l'evento rimanga immortalato; difficile che sto evento si ripeta tanto presto e dunque la notizia è quella che fa storia. Se fosse una ditta od un'impresa sarebbe un fallimento, avendoci impegnato il tempo di un triennio, ma trattandosi dell'opera che è uscita dal Palazzo, è un successo che ancor l'abbiano fatta. Tranquilli; neppure sul fronte poi del porto, si muove qualche cosa. Gli annunci di imminente ripresa di chissà cosa rimangono annunci senza seguito, ma manco son smentiti dal solito cronista che li scrive. Tranquilli; del porto se ne parla poi l'autunno, ma intanto, avendoci impiegato, per ora, già tre lustri e quasi mezzo, se fosse una ditta od un'impresa sarebbe, anche in sto caso, un fallimento, ma trattandosi di un'opera che è uscita più volte dal Palazzo è già quasi un successo se arriva circa in fondo. Peccato che sta volta il rischio di un vero fallimento lo rischia l'impresa che lavora, ma non sembra che al Palazzo più di tanto poi gli importi. Tranquilli; l'appello straordinario che vede lunedì gli eletti riunirsi dietro il tavolo, non sembra che interessi più di tanto. La cosa passerà super veloce ed anche questa volta nessuno che approfitti per mettere sul tavolo argomenti. L'estate e la calura fanno il resto.

martedì 20 giugno 2017

APPELLO ESTIVO


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CONVOCAZIONE CONSIGLIO COMUNALE

IL BORGOMASTRO
Visti l'art. 50 del D.Lgs. 18.8.2000, n.267;

Visto l'articolo 13 dello Statuto Comunale; DISPONE
di convocare il consiglio comunale
· In sessione straordinaria - seduta di 1° convocazione per il giornolunedì 26 giugno 2017 - ore 18.30 presso Palazzo dei Congressi, Sala Iacono

e, qualora non si raggiunga il numero legale in 1° convocazione, in sessione straordinaria seduta di 2° convocazione, per il giorno

lunedì 26 giugno 2017 - ore 19.30 presso Palazzo dei Congressi, Sala Iacono

Per deliberare il seguente

ORDINE DEL GIORNO

Seduta pubblica

1. Lettura ed approvazione verbali sedute precedenti.

2. Adeguamento dello statuto di Stresa Servizi S.r.l. al D.Lgs. 175/2016 recante il testo unico sulle società partecipate. Atto di indirizzo.

3. Esame ed approvazione convenzione con il Comune di Verbania per la gestione del canile - triennio 2017/2019.

4. Affidamento della riscossione coattiva delle entrate comunali all' Agenzia delle Entrate-Riscossione.


IL BORGOMASTRO
Bottini

lunedì 12 giugno 2017

PROGETTANDO L'INVERNO


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Ci prova dunque ancora 20 20, stilando un progettino per l'inverno. Un modo un poco alternativo per ribaltare i luoghi comuni di una Perla che più che di copia e incolla non sembra che ora viva. Ci prova e lo diffonde un poco ovunque, sperando che qualcuno lo raccolga, ma sapendo di quanto scetticismo e poca voglia sia piena la riva di sto lago. Il primo a commentare o meglio a criticare sarà forse il Cronista, lo dico e lo anticipo sperando che stia zitto e quanto al Professore inutile e anche illudersi, li tratta come affari che praticano i burocrati, li chiude in un fascicolo, ci mette anche il suo visto, ma presto si dimentica, lasciando che si impolveri. Rimane però sempre la speranza che presto si ravvedi, che pensi che il giorno del giudizio è sempre più vicino e che se suole conquistarsi un posticino, anche fosse un angolino, di qualche paradiso, occorre che ci pensi e che si affretti.


via posta elettronica certificata
Comune e Associazioni Pro Loco di Stresa
protocollo@cert.comunestresa.it
info@stresaturismo.it
info@procarciano.com
prolevo2015@gmail.com
isolapescatori@gmail.com
amicidelbandito@gmail.com
degiovanninisrl@hotmail.com
Amministrazione Isole Borromeo
info@borromeoturismo.it
Distretto Turistico dei Laghi
infoturismo@distrettolaghi.it
Associazione Albergatori VCO
info@federhotels.it
Consorzi servizio pubblico non di linea
lido2000@stresa.net
Navigazione Laghi
infomaggiore@navigazionelaghi.it
e, per conoscenza:
Provincia Verbano-Cusio-Ossola
protocollo@cert.provincia.verbania.it
Assessorato al Turismo Regione Piemonte
culturaturismo@cert.regione.piemonte.it
Comune di Baveno
baveno@pec.it
Comune di Belgirate
belgirate@pec.it
Comune di Verbania
istituzionale.verbania@legalmail.it
Italia Nostra VCO
verbanocusioossola@italianostra.org
Associazione Guide Lago Maggiore
info@guidelagomaggiore.com
Confartigianato di Stresa
stresa@artigiani.it
Fiera Milano Congressi Convention Center
infostresa@fieramilanocongressi.it

Stresa, 11 giugno 2017

Oggetto: una proposta per un nuovo turismo: il Turismo Culturale nella stagione invernale.

Scrivo a nome dell'Associazione che rappresento per sondare la possibilità che alcuni nodi
critici, da tempo presenti nel panorama economico locale - della città di Stresa in particolare, ma
non solo - possano essere superati prospettando un modello e un progetto di azione per certi aspetti
innovativo e per altri accattivante.
Il tema che proponiamo è quello del turismo invernale, non semplicemente un prolungamento
o un'anticipazione della tradizionale stagione turistica, ma quello che vorremmo fosse inteso
come modello alternativo e possibile che vada a occupare il tempo vuoto della lunga stagione
invernale riempiendolo di un contenuto che coniughi turismo, cioè economia, e cultura.
Un turismo lento, sottratto all'urgenza e al ritmo accelerato che quello di massa impone, ben
si associa tanto con una stagionalità diversa, più lenta appunto, quanto con un approccio diverso,
talora inedito e a volte sorprendente, ai giacimenti di beni comuni che la cittadina e il lago racchiudono.
Un modello turistico diverso è quello cui dunque dovrebbe tendersi, trasformando l'inverno
in un'opportunità, anziché subirlo come fosse un'inevitabile calamità stagionale.
Non un turismo di massa dunque, semmai un turismo selezionato, stimolato da eventi calendarizzati
durante l'arco della stagione, dovrebbe essere il target verso il quale dirigere l'azione
promozionale, quello di un turismo intelligente che pur privato dalla luce estiva, possa apprezzare
nel tempo breve, quella invernale che nelle giornate fortunate, se non scalda la cittadina, pure
illumina le Isole e il lago.
Un'offerta turistica rivolta a una clientela nazionale, solitamente poco avvezza a riconoscere
tra le sue mete quelle dei laghi subalpini e proprio per questo potenzialmente più interessata; e
altrettanto rivolta alla clientela straniera, privilegiando quella dei paesi del Nord e dell'Est Europa,
penalizzati da una stagionalità invernale molto più severa di quella della nostra regione che,
non a caso, è classificata subtropicale alpina.
Se questo è il target, il calendario di riferimento sarebbero i tanti fine settimana e le altre festività
che riempiono i quattro mesi di attuale stasi turistica.
In tale prospettiva non sono estranei gli elementi nuovi e diversi, rispetto a un panorama tradizionale,
che oggi caratterizzano la possibilità di mobilità a medio raggio sfruttando vettori aerei
a basso costo, così come non è possibile ignorare la nuova e diversa offerta ricettiva che si
avvale di strutture alberghiere minori, paralberghiere e residenziali che, nell'arco degli ultimi anni,
hanno modificato, e non poco, il quadro della ricettività locale con le opportunità offerte dalle
piattaforme delle diverse community che popolano la rete. Mobilità veloce a basso costo significa
poter raggiungere con la propria offerta una platea di alcuni milioni di potenziali clienti; nuova
disponibilità ricettiva significa, nel periodo di bassa stagionalità, una capacità di accoglienza che
prescinde dall'esercizio delle grandi strutture alberghiere.
Le stesse condizioni stagionali sono cambiate; un susseguirsi di inverni miti e siccitosi consente
di rendere gradevoli brevi soggiorni lacustri, non più e non sempre penalizzati da condizioni
climatiche avverse.
Ignorare quindi che il quadro di riferimento rispetto al passato è cambiato, ricalcando invece
sempre e solo vecchi modelli di offerta turistica è nella migliore delle ipotesi la perdita di un'opportunità, nella peggiore un danno che si arreca al sistema economico turistico di riferimento.
Le considerazioni svolte sgomberano il campo dalle riserve che fanno leva sulla difficoltà di
offrire ricettività in maniera economicamente sostenibile e quantitativamente adeguata, riserve
che molte volte sono state poste per negare la possibilità di progettare un modello di turismo invernale; quanto poi alla mobilità, la vicinanza logistica a quattro scali nazionali e internazionali
non necessita di commento.
Ciò accennato, in coerenza con le premesse, al centro dell'offerta e del progetto turistico /
culturale dovrebbe essere posto un evento di rilievo, capace di coprire l'intero periodo temporale
tracciato e ciò secondo modelli e schemi già ampiamente collaudati con successo, specie ma non
esclusivamente, nell'ambito di grandi e medi centri urbani. L'evento, ove adeguatamente promosso,
dovrebbe, da solo, essere capace di costituire un sufficiente elemento di richiamo.
La questione del contenitore dell'evento parrebbe essere l'ultimo dei problemi. L'esistenza di
un Palacongressi, poco o addirittura nulla utilizzato, diventa un'opportunità, trasformando la criticità
di una gestione apparentemente fallimentare in un'occasione di rivitalizzazione attraverso
l'indicazione di una nuova missione: contenitore di grandi eventi culturali.
Fiera Milano Congressi, che peraltro ha già espresso la propria disponibilità di massima a
ospitare la manifestazione, dovrebbe essere chiamata a partecipare, direttamente o indirettamente,
a questa nuova mission, rilanciando il ruolo e la capacità della struttura di essere, in assenza e
in attesa di una collocazione diversa - quale dovrebbe essere Villa Palazzola - una sede adeguata.
Quanto invece al merito, cioè al contenuto dell'evento, l'orientamento verso la scelta di
grandi mostre sembra il più idoneo a rispondere all'esigenza di coprire un arco di tempo stagio4
nalmente lungo e costituire un elemento di richiamo forte che interessi un'ampia platea di pubblico
entro un bacino di utenza vasto, sia nazionale che internazionale.
L'evento attrattivo dovrà però arricchirsi di un'altra serie di proposte di non minore valenza,
tali da accrescere l'offerta complessiva che la città invernale sarà in grado di presentare.
L'apertura dei giardini invernati, in particolare quelli delle Isole, nella loro singolare veste
stagionale, dovrà costituire il secondo, ma solo per ordine di trattazione, elemento di forte impatto,
capace di arricchire l'offerta in misura adeguata a giustificare una permanenza del turista che
si protragga per l'intero periodo dei fine settimana.
Considerata l'eccezionalità, l'elemento della novità avrà, in prima battuta, una forte valenza
sinergica, saggiamente utilizzato sul piano della promozione e del lancio dell'iniziativa turistica.
E' anche implicito che l'assenza di questo elemento metterebbe in forse non solo la riuscita,
ma la stessa possibilità di avviare il progetto nel suo complesso.
Il richiamo ai giardini invernati non é né un caso né un refuso. L'offerta e l'opportunità di
avere accesso alla visita invernale dei giardini, assistita da servizi collaterali di ristoro e caffetteria,
non dovrà comportare la necessità che essi siano presentati in una tenuta analoga a quella estiva,
ma al contrario nella veste che la stagionalità impone, nel pieno delle lavorazioni manutentive
in atto che la stessa stagione richiede. Anche questa vuole essere una singolarità da offrire e
uno stimolo per una visita successiva nella stagione estiva che il confronto potrà indurre.
Esistono in Italia e in Europa una miriade vastissima di associazioni accomunate dalla passione
dei loro associati per i giardini; è un target cui rivolgere una promozione mirata e di sicuro
effetto.
Indubbia è poi la minimizzazione delle spese che la gestione dell'apertura straordinaria, secondo
questo modello, dovrà richiedere, considerata peraltro la possibilità di attivare sistemi automatici
di controllo degli accessi e di riscossione dei ticket.
Quanto poi a un possibile effetto domino dell'iniziativa, esso non è da escludersi, stimolando
altre realtà a imitarne l'esempio.
Volutamente si esclude da questa proposta l'apertura invernale dei palazzi, considerandola di
troppo difficile e complessa realizzazione; tuttavia ove la sperimentazione invernale avesse successo,
non dovrebbe escludersi un'apertura ridotta, limitata cioè a una singola ala, più facilmente
gestibile, facendone contenitore di un'esposizione a tema, ogni anno rinnovata, del meglio che la
ricca quadreria della collezione Borromeo possiede. Ma è solo uno spunto ulteriore che offriamo
alla riflessione.
Quanto alla questione dell'accesso alle Isole, all'attenzione della Navigazione Laghi offriamo
la valutazione circa la necessità di ripristinare, nelle giornate di visita, la fermata del servizio ordinario
di linea allo scalo dell'Isola Madre. Riteniamo inoltre che meriti considerare con attenzione
la possibilità di integrare l'ordinario servizio di linea con uno dedicato che, sfruttando le
migliori ore della giornata, consenta una coppia di collegamenti triangolari: Stresa - Santa Caterina
del Sasso - Isola Madre - Stresa e viceversa, con relative soste per consentire la visita delle
singole località, inaugurando così un percorso croceristico inedito e di particolare suggestione.
Ricordiamo che Navigazione Laghi non è stata nel passato estranea ad un'iniziativa in qualche
modo analoga, anche se diversa.
I collegamenti alle altre Isole sarebbero invece garantiti, in maniera più che adeguata, dai
servizi pubblici non di linea e dal servizio ordinario invernale di linea, pure questo più che adeguato.
Per quanto riguarda le altre località di accesso verso le Isole, cioè Baveno e Pallanza, valgono
le stesse considerazioni.
Relativamente alle altre offerte che la visita alle Isole potrà proporre, dovrà valutarsi l'apertura
della casa museo Ruffoni all'Isola Pescatori e quella vicina della pesca che potranno così diventare
tasselli minori, ma non per questo non importanti, dell'insieme dell'offerta.
La permanenza in loco dei turisti per una o due serate dei fine settimana dovrà trovare adeguata
accoglienza da parte delle strutture della ristorazione, impegnandole non solo a mantenere
aperto un numero adeguato di esercizi, ma anche a presentare una proposta gastronomica che
possa ricondursi a quella dei territori, locali e regionali, di riferimento. La necessità che tale requisito
debba richiedersi ed estendersi anche agli esercizi isolani, é implicita.
Pari esigenza di mantenere l'apertura di un numero adeguato di locali deve valere per quelli
della somministrazione con la possibilità di offrire, ove vi siano le condizioni, anche intrattenimenti
serali di genere musicale, secondo un programma che preveda la rotazione tra i diversi esercizi.
Così come non si deve escludere che le associazioni che di quest'ultimo tema fanno la loro
ragione di esistere, possano organizzare alcune serate dedicate.
La stagione teatrale che, di norma, il Comune organizza durante il periodo invernale dovrà
conciliarsi con il calendario turistico dei fine settimana e dei periodi di festività, integrando così
la normale programmazione con l'esigenza del progetto di turismo invernale.
Delineato così per sommi capi il contenuto del progetto, l'azione degli Enti pubblici, in primis
il Comune di Stresa, dovrebbe mirare ad un'attività di coordinamento e di concertazione tra
tutti i soggetti economici che il progetto stesso coinvolge, verificandone innanzitutto la disponibilità
di massima e - se positiva - definendo in dettaglio il contenuto del progetto, siglando protocolli
di intesa con le componenti interessate alle singole azioni e chiudendo infine l'accordo generale
che impegni tutti i soggetti a darne compiuta attuazione.
Va da sé che condizione per una buona riuscita del progetto, che potrà anche avere carattere
solo sperimentale, è una sua accurata promozione al fine di raggiungere il maggior numero di
soggetti potenzialmente interessati. A tal fine dovrà, sempre il Comune di Stresa, attivarsi per la
formazione di un budget, vuoi con una qualche forma di 'equa tassazione' dei soggetti coinvolti,
vuoi contribuendo con le proprie risorse di bilancio, vuoi attingendo a contributi previsti da legislazioni di settore.
Nel chiudere il contributo che questa Associazione ha voluto portare all'attenzione dei tanti
soggetti in indirizzo, giova ricordare che esiste una condizione a priori senza la quale l'iniziativa
non può avere alcun risultato; tale condizione è rappresentata dalla convinzione che essa possa
aver successo, ossia dalla volontà e dall'impegno che deve essere posto innanzitutto dai soggetti
istituzionali chiamati al paziente e appassionato compito di unire gli attori di un progetto che -
proprio perché inedito - dovrebbe coinvolgere tutti.
Senza quest'ultima condizione il progetto non avrebbe alcuna speranza di vedere la luce, ma
sarebbe destinato a naufragare come una delle tante, molte o troppe illusioni che, di tanto in tanto,
sembrano animare la cittadina, per poi sfumare.
La riuscita è quindi nelle mani degli attori che debbono muoversi sulla scena, dove ognuno
deve fare la propria parte secondo una regia che sappia valorizzare il meglio di ciascuno, manifestando
innanzitutto la convinzione di credere nel progetto, farlo proprio e condurlo a risultato,
evitando di considerarlo alla stregua di una pratica burocratica da archiviare al più presto.
Sarebbe un'altra occasione persa.

Grazie dell'attenzione.
Il Presidente dell’Associazione Stresa 20 20
Ing. Alberto Vallenzasca

giovedì 8 giugno 2017

PRO MEMORIA


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L' interesse, ma è forse meglio chiamar disinteresse, che sembra sui social sia comparso intorno alla vicenda che occupa due secoli della storia cittadina, ci induce a usare l'Italiano per fare di sta storia un po' il riassunto, insomma un pro memoria che possa servire come traccia se mai dovesse, prima o poi, essere il caso di tenere un sermone per la sua inaugurazione. Si inizia dunque verso la fine del secolo passato quando, complice una notte, e proprio a mezza notte, all'ultimo minuto ancora utile, la Giunta di Palazzo decise, in modo temerario, di conferir l'incarico a quel tal Ingegner Ferri per fare quel progetto finito poi nel cesso. Tra i vari componenti della Giunta vi spicca l'attuale Borgomastro e pure un Consigliere ancora in piena carica. La cosa la dice molto lunga su come per fare poi carriera non servono gli onori, ma è meglio fare errori. Comunque tutti sanno la fine del progetto firmato Ing. Ferri; un buco nell'acqua colossale che pure una perizia redatta da ben due docenti dell'Ateneo di Genova aveva certificato essere errato. Un errore non da poco, una svista elementare, che solo il nostro Cronista Locale si ostinava, ancora ieri, a chiamare "imprevisto geologico". Tutti sanno come era finito questo primo progetto, nel cesso appunto, ma non tutti ricordano che, qui con decisione della Giunta Canio, non solo venne pagato sino all'ultimo euro, qualcuno in più per verità, ma dopo averlo pagato si libero l'ingegnere, che intanto pareva dar fuori da matto, da ogni ulteriore incombenza. Cosa diceva la legge in questi casi ? La legge diceva esattamente il rovescio; ossia quando vi è un errore di progetto ( c'era una perizia che affermava esserci l'errore), il progetto non è da pagare, ma prima si obbliga il progettista a riprogettare, a sue spese, e poi quando lo si potrà pagare lo si farà deducendo il maggior onere che la realizzazione dell'opera comporta per effetto dell'errore. Vi sembra sia stato fatto così? Ma figuriamoci, la somma versata a questo Ingegnere arrivò a sfiorare i 300 mila euro, altro che dedurre il maggior onere che per effetto ... Comunque nella corposa somma finirono anche un mucchio di Euro che non avrebbero dovuto andarci proprio per niente; più o meno un 70 mila euro, che l'Ufficio Tecnico, ignorando i contratti e le leggi, liquidò all'ormai noto Ingegnere prelevandoli dal mucchio di quattrini che non sembravano avere mai fine. Un prelievo forzoso, illegittimo, una distrazione di somme alcune delle quali avrebbe potuto rischiare di pagare, di tasca propria lo stesso Ufficio Tecnico, ossia le persone che lo governavano. Proprio un' edificante vicenda sulla quale dovrebbero essere pendenti almeno due esposti davanti alla Corte dei Conti, ma quanto all'Ingegnere, pare ormai sia defunto. Finito così il primo capitolo del porto iniziò il secondo, con il progetto anno 2007 confezionato a più mani, da una parte l'Ufficio Tecnico, quello che avrebbe dovuto farlo riprogettare gratis dal Ferri, e altri tecnici in veste di consulenti. A costi aumentati si andò ad una nuova gara, ma ne nacque un contenzioso tra imprese partecipanti e solo dopo un paio d'anni si risolse la questione giudiziaria. Sembrava fatta; se il primo progetto era sbagliato, il secondo avrebbe dovuto essere perfetto. Infatti dopo aver firmato il contratto, l'impresa aggiudicatrice fece notare che quel progetto, se fosse stato eseguito, avrebbe messo in forse la stabilità dell'opera; insomma, o si cambiava l'impostazione strutturale o si rischiava il crollo. Ormai Canio era alla strette, aveva sottratto a Bottini la delega alle grandi opere e rischiava, pure lui, di finire in un pantano. Non gli rimaneva che mettersi nelle mani dell'impresa, invocando che i costi non salissero; invocazione puntualmente poi disattesa. Ma oltre alla questione strutturale, cioè all'opera che avrebbe rischiato il collasso e che quindi, sotto tale profilo, andava riprogettata ex novo, c'erano altre sorprese. Una di queste era quella che compare ancora in questi giorni e che pare sia diventata una delle ultime cause degli infiniti ritardi e dei costi sempre in salita, cioè il dragaggio. Tra le varie cose che non andavano per nulla bene nel progetto firmato 2007 ci stavano pure i calcoli delle quantità da dragare, un errorino di circa il 100% che facevano lievitare di circa 250 mila euro i costi di dragaggio. Un errorino abbiamo scritto, forse anche peggio, ma non lo si poteva chiamare con il suo vero nome perché la perizia avrebbe sfondato, ancora una volta, i limiti di legge. Si fece allora ricorso ad un perito che, benevolmente, scrisse cosa che mai a nessuno dotato di senno sarebbe venuta in mente. Costui, peraltro persona mite, forse troppo, scrisse infatti che la causa delle maggior quantità di materiali da dover poi dragare non era da addebitare ad errore di progetto, o peggio diciamo noi, ma a fatti imprevisti imprevedibili. Quali ? Il rio Rosmini, un torrentello dalla portata esigua e che sfocia ad oltre 500 metri di distanza dal cantiere del porto e il rio Creè, che tutti conoscono, resi tanto irruenti da eventi alluvionali succedutisi dopo il 2007, avevano provocato un tale trasporto di materiali solidi che, guarda caso, si erano poi tutti, dopo una lunga nuotata, adagiati sui tranquilli fondali del nuovo porto. C'é da ridere o c'è da piangere ? Da un lato c'è da ridere, in fondo il buon Perito aveva operato per il bene comune, se avesse scritto il contrario le cose si sarebbero complicate assai, non sapeva infatti che poi si sarebbero complicate ugualmente, dall'altro lato c'è da piangere guardando le foto che vi postiamo. Esse furono riprese durante i lavori del primo appalto, quello del progetto fallito e mostrano una grande movimentazione di materiali, in parte eseguita per opere provvisionali, opere di cantiere ecc. . Ora da dove venisse tale materiale non lo posso affermare con sicurezza, ma lo immagino, comunque a cantiere chiuso e smontato venne lasciato in loco e poi ci pensò il lago, piano piano, a nasconderlo sui tranquilli fondali del nuovo porto. Venne ritrovato poi dal Perito che attributi ai Rii Rosmini e Creè la colpa del trasporto, imputando alla natura matrigna ciò che invece era causato da uomini di scarsa fede. La cosa meriterebbe comunque un approfondimento un po' più serio da parte di chi dovrebbe, giusto per evitare che le stesse cose venissero pagate due o anche tre volte. Il resto è la cronaca odierna; del progetto 2007, già smontato sul piano strutturale, a breve vedremo un altro smontaggio, quello definitivo con il quale tutte le parti da realizzare in opera in pietra e cemento, verranno sostituire con allestimenti in metallo e legno, con costi, anche questa volta, miracolosamente, alle stelle. 





            

lunedì 5 giugno 2017

ULTIME NOTIZIE

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Si accorge dunque anche la Stampa che l'opera già lunga ora si allunga ancor di più e che nell'anno in cui doveva terminar "prima del tempo", col cavolo finisce, semmai e al più soltanto ricomincia. La lunga tel novela non ha fine, macina il tempo e macina quattrini; raggiunge traguardi mai sperati in termini di tempo consumato e di soldi già buttati. E' proprio ora la Stampa che aggiorna pure il dato sul denaro; tra quello che è già speso e quello che ancora rimane da versare, la Perla tutta intera con tutti quei quattrini era rifatta. Purtroppo non serve ora dannarsi, il tempo per alzar le barricate ormai è passato e quel che è peggio è che il tempo si porta via con sé i colpevoli che assolve e che prescrive, il denaro già buttato e mai recuperato, gli errori sopra errori che vennero spacciati per imprevedibili imprevisti, le carenze di uomini e di imprese, la pochezza di persone chiamate a governare, le furbizie italiche, le negligenze dolose o assai colpose, insomma una rassegna di tutti le colpe ed i difetti, un concentrato unico di tutta questa roba che ci possiam trovare dentro quest'opera così lunga e costosa da meritarsi pure su sto caso lo studio di una tesi in laurea magistrale. Naturalmente accanto alle notizie meno liete, la Stampa, ci pure rassicura, per bocca del nostro Borgomastro, che nel tempo di giusto qualche giorno le cose andranno tutte a posto; il mucchio di cubi da scavare finirà alla Motta detta Vinea in attesa del campo da calcio se mai quello verrà e l'impresa, in stato pre fallimentare, resusciterà per qualche miracolo improvviso. Migliori notizie dal nostro Cronista non ponevano venire.

giovedì 1 giugno 2017

PERSEVERARE E' DIABOLICO





Segnaliamo un intervento che la Sezione provinciale di Italia Nostra ha promosso nei confronti dell'Ente Regione, del Comune e della Fondazione perché operino concretamente alla soluzione del problema del recupero di Villa Palazzola. Un intervento deciso che non manda a dire le cose, ma lo fa direttamente e senza perifrasi. Vedremo dunque ...