Le via del Signore sono infinite e oggi abbiamo potuto aver accesso alla visione del nuovo progetto presentato lo scorso febbraio per il parere preventivo della Soprintendenza . Un file corposo, formato da 87 pagine illustra la nuova opera, senza dimenticare di mettere a confronto il nuovo con i vecchi tentativi progettuali, tanto per far rimarcare come facevano schifo quelli degli altri e come sarebbe invece bello il nuovo. Per amore del vero noi lo avevamo detto, che facevano schifo, ma non ci avevano creduto; ora lo dicono anche loro per accreditare il nuovo al cospetto del vecchio. Mah ! Comunque in quelle 87 pagine che certamente non vi mostreremo, almeno per ora, c'è un po' di tutto: il vecchio, e questo lo abbiamo già detto e poi viene il nuovo declinato in tutte le sue possibili rappresentazioni. Una cosa l'abbiamo capita che, alla fine le quantità non si prevede di ridurle, questo perchè, ad un certo punto, sta scritto che i volumi saranno meno percepiti di quelli prima previsti. Ormai la percezioe supera la realtà e infatti la realtà di questa nuova creazione di qualche fantasioso archistar, il nostro credo non sia più in gioco, è un coacervo di architetture riunite insieme nella affannosa, ormai, ricerca di quella soluzione che dovrebbe essere capace di far convivere il diavolo con l'acqua santa, cosa realisticamente difficile. Il fulcro di tutto è comunque il belvedere, un' architettura più o meno alta come gli alberghi vicini che nei vari redering che vengono forniti sembra più un palazzo indiano in costruzione, circondato da ponteggi di bambù che un edificio in muratura, una sorta, forse, di bosco verticale, un tentativo di mimetizzare piuttosto che di mostrare. Poi edifici alberghieri ne infilano dappertutto, simil condominietti messi ovunque possono, in quello che resta di quello che era un parco, oggi un parcheggio, più o meno abusivo, e domani non si capisce cosa. Sì, non si capisce cosa sarà perché una città sotterranea sembra occupare tutto ciò che si può occupare e sbuca da ogni parte. Rifugi antiaerei, antivirus, antiatomici; di questi tempi è bene prevedere ogni infausta evenienza e la possibilità che gli ospiti debbano rimanere confinati in quarantena per un attacco improvviso di virus, non si può escludere. Da qui al villaggio antivirus, il passo è breve. In tutto questo e finisco, eccelle l'assenza, almeno formale del governo della cittadella che silurata la variante " Zanetta " dalla firma, non mia , ma del Capo dello Stato, ben si guarda di mettere mano, come la legge gli impone, alle norme che dovrebbero regolare il costruibile in quell'area, un eterno gioco a lasciare che i padroni della città continuino a fare i padroni, virus permettendo.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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martedì 21 aprile 2020
PALMA 2
Le via del Signore sono infinite e oggi abbiamo potuto aver accesso alla visione del nuovo progetto presentato lo scorso febbraio per il parere preventivo della Soprintendenza . Un file corposo, formato da 87 pagine illustra la nuova opera, senza dimenticare di mettere a confronto il nuovo con i vecchi tentativi progettuali, tanto per far rimarcare come facevano schifo quelli degli altri e come sarebbe invece bello il nuovo. Per amore del vero noi lo avevamo detto, che facevano schifo, ma non ci avevano creduto; ora lo dicono anche loro per accreditare il nuovo al cospetto del vecchio. Mah ! Comunque in quelle 87 pagine che certamente non vi mostreremo, almeno per ora, c'è un po' di tutto: il vecchio, e questo lo abbiamo già detto e poi viene il nuovo declinato in tutte le sue possibili rappresentazioni. Una cosa l'abbiamo capita che, alla fine le quantità non si prevede di ridurle, questo perchè, ad un certo punto, sta scritto che i volumi saranno meno percepiti di quelli prima previsti. Ormai la percezioe supera la realtà e infatti la realtà di questa nuova creazione di qualche fantasioso archistar, il nostro credo non sia più in gioco, è un coacervo di architetture riunite insieme nella affannosa, ormai, ricerca di quella soluzione che dovrebbe essere capace di far convivere il diavolo con l'acqua santa, cosa realisticamente difficile. Il fulcro di tutto è comunque il belvedere, un' architettura più o meno alta come gli alberghi vicini che nei vari redering che vengono forniti sembra più un palazzo indiano in costruzione, circondato da ponteggi di bambù che un edificio in muratura, una sorta, forse, di bosco verticale, un tentativo di mimetizzare piuttosto che di mostrare. Poi edifici alberghieri ne infilano dappertutto, simil condominietti messi ovunque possono, in quello che resta di quello che era un parco, oggi un parcheggio, più o meno abusivo, e domani non si capisce cosa. Sì, non si capisce cosa sarà perché una città sotterranea sembra occupare tutto ciò che si può occupare e sbuca da ogni parte. Rifugi antiaerei, antivirus, antiatomici; di questi tempi è bene prevedere ogni infausta evenienza e la possibilità che gli ospiti debbano rimanere confinati in quarantena per un attacco improvviso di virus, non si può escludere. Da qui al villaggio antivirus, il passo è breve. In tutto questo e finisco, eccelle l'assenza, almeno formale del governo della cittadella che silurata la variante " Zanetta " dalla firma, non mia , ma del Capo dello Stato, ben si guarda di mettere mano, come la legge gli impone, alle norme che dovrebbero regolare il costruibile in quell'area, un eterno gioco a lasciare che i padroni della città continuino a fare i padroni, virus permettendo.
venerdì 17 aprile 2020
ANESTESIA
Il virus 19, oltre che essere un pericoloso e, in alcune situazione, letale agente infettivo, pare che sia anche un perfetto e potente anestetico. Di questa sua proprietà ne stanno fruendo molti. Quello più vicino a noi che ne sta beneficiando è il nostro locale governo che, guidato dal suo indomito Borgomastro, posto in regime di prorogatio legale, ma mi viene da dire letale, sino ad almeno il prossimo inoltrato autunno, godrà di un premio di durata di cui non ne sentivamo certo il bisogno. Insieme al beneficio di durata, esso beneficia di un tempo nel quale tutte le questioni ancora in sospeso della bella addormentata, sembrano sopite, soverchiate dall'allarme epidemico che anche se non pare colpisca più di tanto la salute fisica dei suoi abitanti, sembra abbia preso di mira la loro salute economica. Se questo è il quadro letargico che ci spetta per i prossimi lunghi mesi possiamo stare freschi, ma speriamo che la prossima annunciata liberalizzazione, ancorchè parziale, a partire dal 4 di maggio, riesca a risvegliare i troppi addormentati che ci attorniano. Qui possiano dettare un pro memoria, al fine anche di evitare che, passato l'effetto anestesia, qualcuno non si ricordi più delle cose precedenti l'infezione e speriamo che, tra un sonno e l'altro, qualcuno se le annoti. C'é solo l'imbarazzo della scelta da dove mai iniziare, ma tanto per non sbagliare partiamo da quelle più eclatanti. Il porto innazitutto. Immagino che non ci sarà stato tempo per il Borgomastro, impegnato a diffondere i suoi bollettini giornalieri sullo stato di salute dei sudditi, per completare lo studio del dossier che, da alcuni mesi, staziona sul suo tavolo. Uno studio che certamente lo impegnerà per altri lunghi mesi, però sarà difficile che riesca a nascondere ciò che racchiude sino ad altre il tempo delle prossime elezioni. Ci aveva fatto un certo affidamento, ma poi è venuta la prorogatio; non si può avere sempre tutto quello che si desidera. Vedremo. Anche il dossier Alberghiera sembra sprofondato nella più profonda letargia. Qui l'anestetico ha colpito due volte: Comune e Provincia, entrambe impegnate nella lotta senza quartiere al virus, stanno beneficiando di una tregua su quell'altro fronte che non se la sarebbero mai aspettata. Ma andiamo avanti. La sentenza Palazzola non potenva arrivare in un periodo migliore. Sostanzialmente non avendo cambiato di molto il quadro della situazione, anche economica, che già prima conoscevano, avrebbe dovuto rompere la stasi che regnava, ma il provvidenziale virus consentirà di seppellire ancora per tanto tempo il problema. Il Governatore Cirio sta riprendendosi solo ora dall'influenza che lo aveva tempestivamente colpito e potrà beneficiare a lungo di una qualche certificazione medica che lo esenterà dal prendere contatti diretti con il Governatore locale, che essendo, per ora, risultato immune, potrebbe trasformarsi in un pericoloso veicolo di trasmissione e Cirio, giustamente, teme ricadute. Anche qui dunque vedremo. Vi sono poi diverse qustioni "minori" che richiederebbero venissero tolte dal letargo in cui giacciono, ma che la situazione attuale sprofonderà nell'abisso più completo dell'obblio. La vecchia stazione della Ferrovia Mottarone, tanto per ricordane una. Ebbene, il Borgomastro era andato raccontando che tutto era pronto, che doveva solo firmare non si sa bene cosa e poi tutto era ok. Ebbene, sono passati mesi e mesi; c'è da chiedersi quanto tempo avrebbe dovuto passare se le cose non fossero state pronte. Anche qui, questo virus benefico, che colpisce le cose e non attacca le persone, sembra un regalo del cielo. Che dire poi della stazione della Navigazione Laghi. Storia vecchia di oltre dieci anni, un sacco di soldi già versati, ma che il Borgomastro aveva raccontato di aver messo a posto e che i soldi pagati sarebbe stati restituiti. Non ne abbiamo più saputo niente. Probabilmente anche qui ci deve essere stato un qualche virus che è entrato nel sistema informatico e ha bloccato le entrate del Comune. Lo sapremo soltanto a pandemia conclusa. C'é pure il sempre attale mistero che avvolge la concessione funiviaria, di cui nessuno ha mai saputo quali fossero gli oneri che il concessionario aveva offerto in gara di attuare, mentre invece si conosce quali siano gli oneri che, impropriamente, gli vengono versati ogni anno dal Palazzo per impinguare gli utili. Sarà intersassante vedere come finirà quest'anno; magari con la scusa del virus, il concessionario prenderà soldi a destra e manca senza neanche fare un 'ora di servizio: un po' dal Salva Italia e un po' dal Palazzo. Da ultimo, direi che la situazione economica locale imponga una nuova prorogatio per la concessione Verbanella, Mi pare sia il minimo che si debba concedere.
lunedì 13 aprile 2020
LA BELLA ADDORMENTATA
Che altro intitolare il post odierno del giorno lunedì dopo la Pasqua ? Si è messo pure il meteo che di norma non perdona ed ora ci regala giornate che paion di un'eterna e per noi rara primavera. Al netto del disastro, umano e materiale, che ancora sta colpendo le zone che sono le più prospere e più ricche di tutto lo stivale, occorre pure dire che, almeno sul fronte sanitario, non pare che la Perla sia colpita più di tanto. A leggere gli annunci dei decessi si ha quasi l'impressione che il numero di essi non solo non superi la media, ma sia pure un po' inferiore. La causa potrebbe essere che il virus ha preso questo luogo nell'attimo più alto di stasi del suo business, con tutto quasi fermo e poche relazioni in corso in quei momenti; insomma è andata bene, almeno su quel fronte; non so cosa sarebbe accaduto se fosse arrivato il mese dopo. Comunque al momento la scelta tra la borsa e la vita ha optato per la vita e non è poco; per la borsa, per ora, lo sappiamo non c'è storia. Torniamo un momento però a questi giorni, all'attimo fuggente della Perla che, al netto di disastri e di disgrazie, una volta che forse è la sola nella vita, ognuno sta vivendo. Il silenzio è padrone indiscusso sulla costa, nei viali, dentro le vie e sul versante collinare. Si ascoltano i rumori da anni ormai spariti: un refolo di vento, il battello che attraversa solitario, il volo di un insetto, il concerto del suono di campane a mezzogiorno, e non è poco. Si cammina, quel tanto che è permesso, nel mezzo della strada trasformata in un viale deserto di traffico e rumore e il lago è un grande specchio che si increspa appena appena nel primo pomeriggio con l'aria da levante, mentre la nuova primavera, come un bravo giardiniere, infiora un po' dovunque e il verde tutt'attorno ormai ritorna. La scena è questa qui e occorre fissarla ben ben alla memoria perché probabile che sia l'unica volta che ci tocca. Se questo è ciò che appare, c'è poi l'altra questione: la borsa che difficile quest'anno la si riempia, ma anzi più facile stia vuota. Rimedi ce ne sono ? No, rimedi al momento non ci sono, il comparto turistico e connessi sarà l'ultimo a uscire dalla crisi, la ragione è anche evidente, essendo più di altri esposto al richio del contagio. Misure a sostegno dal Governo ne verranno, certamente, ma togliamoci l'idea che quest'anno, pur bisesto, non sia pure funesto. Se dunque rimedi radicali al momento non ci sono, deleterio sarebbe pensar di non far nulla e aspettare che passata la tempesta, si riparta come prima e più di prima. Se fossimo un po' saggi, lo dubito, dovremo esser capaci di prendere dal bene che ho descritto, quel tanto che serva per cambiare, ossia per migliorare e quando sarà ora, offrire a quel poco o a quel tanto di turismo che ancora ci sarà, una bella addormentata al nuovo ridestata per non perdere del tutto quel tanto anche di buono che ora stiano vivendo. Suggerisco qualche pratica che andrebbe perseguita e che possa anche servire per rendere la Perla un po' meno vulnerabile a crisi come questa che l'ammazza.
Altrove ho già scritto alcune linee guida per provare ad aprire, quel tanto necessario, un'offerta turistica invernale, basta rileggerle,
Ridurrei in maniera permanente i livelli sonori e l'inquinamento da traffico, abbassando di brutto il limite di velocità nel transito infraurbano, ne gioverebbe anche la sicurezza.
Negozierei a destra e manca per ottenere di togliere il prezzo autostradale dal casello di Arona a Gravellona e viceversa per togliere il maggior traffico possibile dalla litoranea.
Chiederei di regolare con norme speciali e restrittive il traffico sull'acqua sul fronte delle Isole.
Incentiverei le gestione associate del trasporto pubblico non di linea sul lago per ridurre i mezzi a parità di capacità di trasporto .
Risolverei la questione dei parcheggi togliendo dalle strade più auto possibile.
Incentiverei altre forme meno invasive di accesso con auto, quale l'utilizzo funiviario nella tratta Alpinia /Lido.
Negozierei con Navigazione laghi l'apertura di nuove linee dirette di accesso a Stresa, vedi ad esempio via Laveno.
Guarderei con favore la ricettività non alberghiera, ma residenziale turistica, B e B e simili, anche perchè meno vulnerabile alle crisi e più flessibile rispetto alla curva delal domanda ricettiva.
Insomma non vorrei perdere proprio del tutto quel poco di buono che nella sventura stiamo ammirando in questi giorni. Comunque se qualcuno lo vuole perdere alzi pure la mano così che possiamo sapere chi è e mantenere le distanze di sicurezza.
martedì 7 aprile 2020
FEDE BANCARIA
Alcuni post fa avevamo pubblicato la vicenda di un correntista a cui due volte gli era stato svuotato il conto corrente: una prima volta da criminali informatici e la seconda volta dalla stessa banca che, senza giustificato motivo, si era ripresa i soldi che prima aveva rimborsato al suo cliente derubato. Per amor di patria avevamo taciuto il nome dell'istituto bancario, chissà che nel frattempo fosse tornata sulle sue decisioni, ma il silenzio prolungato della banca rischia di far cadere un ingiusto sospetto su altri istituti estranei alla vicenda. L'intesa con il derubato era quella che in caso di persistente silenzio si dovesse dunque render pubblico quel nome. Lo faccio postando qui il documento originale con il quale il correntista venica informato delle intenzioni della banca riguardo quei soldi, così che nessuno potrà mai dire che la storia raccontata non è vera. Quanto all'istituto, a dispetto del suo nome, i comportamenti sono stati ben altri. Vero che San Paolo sosteneva che la salvezza si ottiene per fede e non per opere e dunque di fede quell'istituto deve averne comunque moltissima.
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