Che altro intitolare il post odierno del giorno lunedì dopo la Pasqua ? Si è messo pure il meteo che di norma non perdona ed ora ci regala giornate che paion di un'eterna e per noi rara primavera. Al netto del disastro, umano e materiale, che ancora sta colpendo le zone che sono le più prospere e più ricche di tutto lo stivale, occorre pure dire che, almeno sul fronte sanitario, non pare che la Perla sia colpita più di tanto. A leggere gli annunci dei decessi si ha quasi l'impressione che il numero di essi non solo non superi la media, ma sia pure un po' inferiore. La causa potrebbe essere che il virus ha preso questo luogo nell'attimo più alto di stasi del suo business, con tutto quasi fermo e poche relazioni in corso in quei momenti; insomma è andata bene, almeno su quel fronte; non so cosa sarebbe accaduto se fosse arrivato il mese dopo. Comunque al momento la scelta tra la borsa e la vita ha optato per la vita e non è poco; per la borsa, per ora, lo sappiamo non c'è storia. Torniamo un momento però a questi giorni, all'attimo fuggente della Perla che, al netto di disastri e di disgrazie, una volta che forse è la sola nella vita, ognuno sta vivendo. Il silenzio è padrone indiscusso sulla costa, nei viali, dentro le vie e sul versante collinare. Si ascoltano i rumori da anni ormai spariti: un refolo di vento, il battello che attraversa solitario, il volo di un insetto, il concerto del suono di campane a mezzogiorno, e non è poco. Si cammina, quel tanto che è permesso, nel mezzo della strada trasformata in un viale deserto di traffico e rumore e il lago è un grande specchio che si increspa appena appena nel primo pomeriggio con l'aria da levante, mentre la nuova primavera, come un bravo giardiniere, infiora un po' dovunque e il verde tutt'attorno ormai ritorna. La scena è questa qui e occorre fissarla ben ben alla memoria perché probabile che sia l'unica volta che ci tocca. Se questo è ciò che appare, c'è poi l'altra questione: la borsa che difficile quest'anno la si riempia, ma anzi più facile stia vuota. Rimedi ce ne sono ? No, rimedi al momento non ci sono, il comparto turistico e connessi sarà l'ultimo a uscire dalla crisi, la ragione è anche evidente, essendo più di altri esposto al richio del contagio. Misure a sostegno dal Governo ne verranno, certamente, ma togliamoci l'idea che quest'anno, pur bisesto, non sia pure funesto. Se dunque rimedi radicali al momento non ci sono, deleterio sarebbe pensar di non far nulla e aspettare che passata la tempesta, si riparta come prima e più di prima. Se fossimo un po' saggi, lo dubito, dovremo esser capaci di prendere dal bene che ho descritto, quel tanto che serva per cambiare, ossia per migliorare e quando sarà ora, offrire a quel poco o a quel tanto di turismo che ancora ci sarà, una bella addormentata al nuovo ridestata per non perdere del tutto quel tanto anche di buono che ora stiano vivendo. Suggerisco qualche pratica che andrebbe perseguita e che possa anche servire per rendere la Perla un po' meno vulnerabile a crisi come questa che l'ammazza.
Altrove ho già scritto alcune linee guida per provare ad aprire, quel tanto necessario, un'offerta turistica invernale, basta rileggerle,
Ridurrei in maniera permanente i livelli sonori e l'inquinamento da traffico, abbassando di brutto il limite di velocità nel transito infraurbano, ne gioverebbe anche la sicurezza.
Negozierei a destra e manca per ottenere di togliere il prezzo autostradale dal casello di Arona a Gravellona e viceversa per togliere il maggior traffico possibile dalla litoranea.
Chiederei di regolare con norme speciali e restrittive il traffico sull'acqua sul fronte delle Isole.
Incentiverei le gestione associate del trasporto pubblico non di linea sul lago per ridurre i mezzi a parità di capacità di trasporto .
Risolverei la questione dei parcheggi togliendo dalle strade più auto possibile.
Incentiverei altre forme meno invasive di accesso con auto, quale l'utilizzo funiviario nella tratta Alpinia /Lido.
Negozierei con Navigazione laghi l'apertura di nuove linee dirette di accesso a Stresa, vedi ad esempio via Laveno.
Guarderei con favore la ricettività non alberghiera, ma residenziale turistica, B e B e simili, anche perchè meno vulnerabile alle crisi e più flessibile rispetto alla curva delal domanda ricettiva.
Insomma non vorrei perdere proprio del tutto quel poco di buono che nella sventura stiamo ammirando in questi giorni. Comunque se qualcuno lo vuole perdere alzi pure la mano così che possiamo sapere chi è e mantenere le distanze di sicurezza.
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