Alcuni post fa avevamo pubblicato la vicenda di un correntista a cui due volte gli era stato svuotato il conto corrente: una prima volta da criminali informatici e la seconda volta dalla stessa banca che, senza giustificato motivo, si era ripresa i soldi che prima aveva rimborsato al suo cliente derubato. Per amor di patria avevamo taciuto il nome dell'istituto bancario, chissà che nel frattempo fosse tornata sulle sue decisioni, ma il silenzio prolungato della banca rischia di far cadere un ingiusto sospetto su altri istituti estranei alla vicenda. L'intesa con il derubato era quella che in caso di persistente silenzio si dovesse dunque render pubblico quel nome. Lo faccio postando qui il documento originale con il quale il correntista venica informato delle intenzioni della banca riguardo quei soldi, così che nessuno potrà mai dire che la storia raccontata non è vera. Quanto all'istituto, a dispetto del suo nome, i comportamenti sono stati ben altri. Vero che San Paolo sosteneva che la salvezza si ottiene per fede e non per opere e dunque di fede quell'istituto deve averne comunque moltissima.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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martedì 7 aprile 2020
FEDE BANCARIA
Alcuni post fa avevamo pubblicato la vicenda di un correntista a cui due volte gli era stato svuotato il conto corrente: una prima volta da criminali informatici e la seconda volta dalla stessa banca che, senza giustificato motivo, si era ripresa i soldi che prima aveva rimborsato al suo cliente derubato. Per amor di patria avevamo taciuto il nome dell'istituto bancario, chissà che nel frattempo fosse tornata sulle sue decisioni, ma il silenzio prolungato della banca rischia di far cadere un ingiusto sospetto su altri istituti estranei alla vicenda. L'intesa con il derubato era quella che in caso di persistente silenzio si dovesse dunque render pubblico quel nome. Lo faccio postando qui il documento originale con il quale il correntista venica informato delle intenzioni della banca riguardo quei soldi, così che nessuno potrà mai dire che la storia raccontata non è vera. Quanto all'istituto, a dispetto del suo nome, i comportamenti sono stati ben altri. Vero che San Paolo sosteneva che la salvezza si ottiene per fede e non per opere e dunque di fede quell'istituto deve averne comunque moltissima.
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