Tutti sanno che cosa è la fabbrica del Duomo, cioé quell'ente che presiede alle opere di conservazione e di continuo restauro del Duomo di Milano, tanto conosciuta da diventare un modo di dire diffuso quando si voglia indicare qualche cosa che non finisce mai. Ancor oggi la fabbrica del Duomo è la titolare, in esclusiva, della cava di marmo in galleria di Candoglia, da dove era stato prelevato il materiale lapideo utilizzato per la costruzione della basilica e che oggi utilizzata per estrarre il materiale necessario per il restauro. Bene; questa premessa ci suggerisce l'idea che anche la Perla potrebbe aprire un ente destinato alla eterna costruzione del porto. Si chiamerebbe la fabbrica del porto e avrebbe lavoro assicurato per l'intero secolo, ma riflettendo un poco ci viene meglio proporre di aprire un ente che si potrebbe chiamare: "La fabbrica dei soldi." Sarebbe un ente a cui il lavoro non mancherebbe e che conteggerebbe utili su utili. Perchè dunque non approfittarne. Per verita in questi primi venti anni di lavoro intorno al porto molti ne hanno approfittato e il flusso di denaro che il cantiere ha assicurato, passando dalle lire agli euro, è stato veramente notevole: un moltiplicatore di moneta, quasi come il corona virus, che si diffondeva in maniera esponenziale, perché anche il porto era diventato una roba infettiva e a tutti quelli che lo toccavano rimanevano attaccati un po' di soldi. L'unica differenza rispetto al virus stava che quelli toccati non morivano, ma si sentivano subito meglio. Se prendessimo la curva dei soldi, dal suo inizio ad oggi, essa mostrerebbe una tendenziale propensione alla crescita ed anche quando, per effetto di una qualche gara al ribasso, si registrava una momentanea flessione, questa era destinata, da lì a non molto, a riprendere la sua salita, quasi sempre per effetto di una delle tanti varianti in corso d'opera che, per rimediare ad un' infinità di errori, mai chiamati con il loro nome, si metteva mano all'ultimo dei progetti per farne un altro che, una volta finanziato e avviato, doveva lasciare il passo ad un altro ancora, naturalmente più costoso del precedente. Una storia infinita che si ripeteva uguale tutte le volte e con le stesse modalità. Vi ricordate il primo progetto ? Progettista Ing. Ferri, pare ora passato a miglior vita insieme a tutti i soldi che aveva non giustamente preso; ebbene un clamoroso errore strutturale chiamato imprevisto geologico, smascherato dalla perizia di due ingegnere dell'Univesità di Genova, archiviate quali pericolose comuniste per essere sostituite dalla più condiscendente perizia del Prof. Magna (badate il nome), sempre dell' Università di Genova e ideatore della seconda soluzione strutturale, quella che sta alla base del secondo progetto. Ebbene, che fine ha fatto quel secondo progetto ? Più o meno quello che aveva fatto il primo: cioé nel cesso, o più elegantemente nel cestino. Cosa era successo ? Semplicemente l' impresa vincitrice del secondo appalto, dopo un paio d'anni di contenzioso intorno alla gara, una volta firmato il contratto aveva eccepito che quel progetto potesse farsi. O meglio, si poteva fare, ma il richio era che crollase tutto. Nessun problema; si cambia la soluzione strutturale e si usa la tecnologia delle palafitte . Ci voleva tanto ? Sarebbe bastato dare un'occhiata ai libri sulle civiltà passate e si sarebbe trovata la soluzione, ma si può sempre rimediare, basta cacciare un po' di soldi. E i nostri amministratori aprono ancora una volta il porto/foglio; tanto non è il loro. Poi già che ci sono ci sarebbe da aggiustare anche qualche altra cosa; ad esempio non tornano più i volumi da dragare perché le quantità, nel frattempo, si sono raddoppiate, un po' come i soldi. Per fare questo si chiama una persona buonissima, un ingegnere pubblico in pensione che scriverà nelle carte ciò che in via sua non avrebbe mai pensato di dover sottoscrivere e cioé che il rio Rosmini e il rio Cree sono i responsabili del maggor dragaggio; costo 250 mila euro in più rispetto a quanto prevedeva il progetto. La verità sta altrove, è molto brutta, non la scrivo qui per amor di patria, ma altrove l'ho già scritta. Intanto l'opera cresce, l'impresa passa il lavoro ad un'altra impresa e si va avanti. Le ultime battute sono storia recente: le varianti nn. 3 e 4. Sarebbero tutte da indagare: la prima giustificata da una motivazione persino ridicola, meglio dire priva di alcuna ragione logiga, cambia le quote di imposta della banchina e smonta il muro della diga foranea. Spesa invariata per il Comune sta scritto, ma anche per l'impresa ? E' la domanda che poniamo con insistenza? La risposta sta forse nella variante 4 che , finalmemente, fa risalire la curva della spesa oltre i sette milioni di euro. Era partita ai tempi della lira e di strada ne ha fatta molta. L'ultimo colpo di fortuna per la fabbrica dei soldi è però il 25 marzo del 2019, quando un tempestivo e propizio vento da nord non collauda affatto il porto, ma lo rende inutilizzabile. Adesso c'é l'ultima perizia che indica gli ultimi errori fatti. Anche questi clamorosi. Prepariamoci a fabbricare ancora un po' di soldi. La fabbrica va avanti, non chiude mai.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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giovedì 28 maggio 2020
LA FABBRICA DEI SOLDI
Tutti sanno che cosa è la fabbrica del Duomo, cioé quell'ente che presiede alle opere di conservazione e di continuo restauro del Duomo di Milano, tanto conosciuta da diventare un modo di dire diffuso quando si voglia indicare qualche cosa che non finisce mai. Ancor oggi la fabbrica del Duomo è la titolare, in esclusiva, della cava di marmo in galleria di Candoglia, da dove era stato prelevato il materiale lapideo utilizzato per la costruzione della basilica e che oggi utilizzata per estrarre il materiale necessario per il restauro. Bene; questa premessa ci suggerisce l'idea che anche la Perla potrebbe aprire un ente destinato alla eterna costruzione del porto. Si chiamerebbe la fabbrica del porto e avrebbe lavoro assicurato per l'intero secolo, ma riflettendo un poco ci viene meglio proporre di aprire un ente che si potrebbe chiamare: "La fabbrica dei soldi." Sarebbe un ente a cui il lavoro non mancherebbe e che conteggerebbe utili su utili. Perchè dunque non approfittarne. Per verita in questi primi venti anni di lavoro intorno al porto molti ne hanno approfittato e il flusso di denaro che il cantiere ha assicurato, passando dalle lire agli euro, è stato veramente notevole: un moltiplicatore di moneta, quasi come il corona virus, che si diffondeva in maniera esponenziale, perché anche il porto era diventato una roba infettiva e a tutti quelli che lo toccavano rimanevano attaccati un po' di soldi. L'unica differenza rispetto al virus stava che quelli toccati non morivano, ma si sentivano subito meglio. Se prendessimo la curva dei soldi, dal suo inizio ad oggi, essa mostrerebbe una tendenziale propensione alla crescita ed anche quando, per effetto di una qualche gara al ribasso, si registrava una momentanea flessione, questa era destinata, da lì a non molto, a riprendere la sua salita, quasi sempre per effetto di una delle tanti varianti in corso d'opera che, per rimediare ad un' infinità di errori, mai chiamati con il loro nome, si metteva mano all'ultimo dei progetti per farne un altro che, una volta finanziato e avviato, doveva lasciare il passo ad un altro ancora, naturalmente più costoso del precedente. Una storia infinita che si ripeteva uguale tutte le volte e con le stesse modalità. Vi ricordate il primo progetto ? Progettista Ing. Ferri, pare ora passato a miglior vita insieme a tutti i soldi che aveva non giustamente preso; ebbene un clamoroso errore strutturale chiamato imprevisto geologico, smascherato dalla perizia di due ingegnere dell'Univesità di Genova, archiviate quali pericolose comuniste per essere sostituite dalla più condiscendente perizia del Prof. Magna (badate il nome), sempre dell' Università di Genova e ideatore della seconda soluzione strutturale, quella che sta alla base del secondo progetto. Ebbene, che fine ha fatto quel secondo progetto ? Più o meno quello che aveva fatto il primo: cioé nel cesso, o più elegantemente nel cestino. Cosa era successo ? Semplicemente l' impresa vincitrice del secondo appalto, dopo un paio d'anni di contenzioso intorno alla gara, una volta firmato il contratto aveva eccepito che quel progetto potesse farsi. O meglio, si poteva fare, ma il richio era che crollase tutto. Nessun problema; si cambia la soluzione strutturale e si usa la tecnologia delle palafitte . Ci voleva tanto ? Sarebbe bastato dare un'occhiata ai libri sulle civiltà passate e si sarebbe trovata la soluzione, ma si può sempre rimediare, basta cacciare un po' di soldi. E i nostri amministratori aprono ancora una volta il porto/foglio; tanto non è il loro. Poi già che ci sono ci sarebbe da aggiustare anche qualche altra cosa; ad esempio non tornano più i volumi da dragare perché le quantità, nel frattempo, si sono raddoppiate, un po' come i soldi. Per fare questo si chiama una persona buonissima, un ingegnere pubblico in pensione che scriverà nelle carte ciò che in via sua non avrebbe mai pensato di dover sottoscrivere e cioé che il rio Rosmini e il rio Cree sono i responsabili del maggor dragaggio; costo 250 mila euro in più rispetto a quanto prevedeva il progetto. La verità sta altrove, è molto brutta, non la scrivo qui per amor di patria, ma altrove l'ho già scritta. Intanto l'opera cresce, l'impresa passa il lavoro ad un'altra impresa e si va avanti. Le ultime battute sono storia recente: le varianti nn. 3 e 4. Sarebbero tutte da indagare: la prima giustificata da una motivazione persino ridicola, meglio dire priva di alcuna ragione logiga, cambia le quote di imposta della banchina e smonta il muro della diga foranea. Spesa invariata per il Comune sta scritto, ma anche per l'impresa ? E' la domanda che poniamo con insistenza? La risposta sta forse nella variante 4 che , finalmemente, fa risalire la curva della spesa oltre i sette milioni di euro. Era partita ai tempi della lira e di strada ne ha fatta molta. L'ultimo colpo di fortuna per la fabbrica dei soldi è però il 25 marzo del 2019, quando un tempestivo e propizio vento da nord non collauda affatto il porto, ma lo rende inutilizzabile. Adesso c'é l'ultima perizia che indica gli ultimi errori fatti. Anche questi clamorosi. Prepariamoci a fabbricare ancora un po' di soldi. La fabbrica va avanti, non chiude mai.
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