Ormai la vigilia è arrivata e quello che si doveva dire è stato detto, anche se non molto e specialmente non tutto. Adesso bisogna, obtorto collo, tirare le somme e le conclusioni, il che vista l'offerta che si presenta, non è che sia proprio una cosa tra le più piacevoli. Come i lettori di questo blog, avranno ampiamente capito, qui non si tifa per nessuno, ma si è fatto e si fa una campagna contro qualcuno, ossia il candidato re Milia. Nulla di personale o di ossessivo, come qualcuno si ostina a pensare e dire, tanto per capire da che parte sta l'ossessione, ma una valutazione ponderata della qualità di governo a cui il soggetto si è dedicato per due lustri della sua vita, dopo peraltro non pochi anni passati a imparare il mestiere di amministratore in ruoli meno di primo piano. Purtroppo non aveva imparato molto e i risultati stanno lì a dimostralo. Ma a parte gli insuccessi amministrativi, non sempre e non tutti imputabili al soggetto, anche se buona parte sì, la ragione prima per la quale penso che quel soggetto non debba andare nuovamente a fare il capo del governo è di altro ordine. Se vogliamo è una ragione ancora più importante che sta nella qualità democratica che al capo di una cittadella, come a qualsiasi altro vertice istituzionale si chiede. Ebbene, quanto a questo profilo, Canio re Milia, ha gestito il potere con un'arroganza e una presunzione che, forse, la cittadella non aveva conosciuto prima di lui. Le minoranze consiliari sono state sistematicamente calpestate nei loro diritti, negando o ritardando, in tutti i modi non possibili, il loro diritto alla conoscenza degli atti. Il diritto a conoscere attraverso interpelli o interrogazioni è stato ostacolato tutte le volte che le domande lo turbavano, confinandole alla fine di ordini del giorno Consiliari che venivano, più volte, rinviati ad altra seduta, dove molte volte facevano la stessa fine, sino, in alcuni imbarazzanti casi, a mai rispondere . La Giustizia, quella penale, è stata maldestramente usata per colpire le persone ree di opporsi ai suoi smisurati disegni di grandezza. Un uso dittatoriale della giustizia, vorrei dire un uso fascista, ma va bene anche stalinista, con la quale più volte ha tentato, senza riuscirvi, direttamente o attraverso terzi, di colpire le persone, sulla base del falso presupposto di lesioni alla sua reputazione, lesioni mai riconosciute come tali da alcun giudice. Per non parlare delle modalità autoritarie con le quali ha sempre gestito le sedute Consiliari, attraverso un uso arbitrario dei regolamenti solo allo scopo di zittire le voci a lui non consone. Questo è l'agnellino che vorrebbe ritornare a comandare il Palazzo, un lupo a cui gli elettori non devono riaprire le porte dell'ovile dove la sua vera natura si dispiegherebbe nuovamente con effetti letali rispetto alla esistenza di questa piccola democrazia cittadina che di tutto ha bisogno, men che meno di essere indebolita e poi se quello è stato re Milia nei confronti della minoranze, ossia delle voci deboli, ben altro è stato nei rapporti con il potere economico della cittadella e la vicenda " Zanetta", terminata con la bocciatura senza appello da parte del Capo dello Stato è la sberla peggiore che il nostro dittatorello poteva prendersi e così è stato. Adesso, al più, si sieda su un banco dell'opposione e impari a soffrire quanto lui ha fatto soffrire gli altri, ma non credo che nessuno potrà mai eguagliarlo. Non votate quell'uomo.
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