Non è come quella delle due rose, qui si ha a che fare con alberi un po' più cresciuti, anzi, in un caso forse troppo, mentre nell'altro forse troppo poco. Nel primo caso ci ha pensato il tempo, quasi due secoli, il luogo, sicuramente adatto, insomma la natura ha fatto il suo libero corso e ora vedremo se l'annuncio di abbattare un po' dei faggi di Levo farà seguito. Nell'altro caso invece, questi, ottantenti circa, tigli che in fila indiana disegnano i viali e una parte del lungo lago della cittadella, sono cresciuti un po' troppo poco, continuamente e periodicamente esposti al taglio di giardinieri che sembrano boscaioli. In qualche caso avrebbero potuto essere lasciati crescere molto più spontaneamente, c'era e c'è lo spazio e avrebbero arricchito con le loro belle chiome, ad esempio, il viale lido. Ahime è andata diverso. Per tutti infatti si assiste al rito annuale della potatura, che non è proprio come quella della vendemmia, ma un po' più radicale, insistendo a tagliare nello stesso modo dell'anno precedente, cercando, invano, di contenere, la forma delle povere piante che invece poi si ribellano e buttano foglie e rami un po' dappertutto, mancando di rami dove farli crescere. Ci si dice che sono tagli da manuale, ma noi contestiamo il manuale e per provare che diversamente si può postiamo questa foto presa da qualche parte della Francia. La pianta non era forse migliori, gli anni forse incominciavano a pesare anche per lei che sembra avesse perso una parte delle sue branche, ma per il resto mi pare che il taglio sia proprio da manuale, questo sì, non ne avrei dubbi a seguirlo.
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