Ieri si è tenuta la cerimonia religiosa cristiana-cattolica, in memoria e commemorazione delle vittime, di ogni confessione, della tragedia del Mottarone. Non è stato un atto formale, è stato un atto sostanziale al quale il nostro Don ha voluto dare un'impronta e un segno che rimanesse non solo nei cuori, ma anche nelle menti . Non è stato mansueto, non ha assolto peccati, non ha perdonato peccatori, non ha indicato il destino quale responsabile , ultimo e ignoto di ciò che succede su questa terra. Ha ricordato che buona parte del dolore inflitto all'uomo è provocato da altro uomo, non, per chi crede, da un Dio. Parole "sante", anche senza il ricorso all'assoluzione o al perdono che, se spettano a Dio, non spettano all'uomo. Quel dito accusatorio mosso dal pulpito ci colpisca, lasci il segno, la traccia indelibile e quelli tra noi che si conoscono in profondo, che conoscono le proprie azioni e tutto ciò che ha avuto una qualche parte , anche piccola, anche indiretta, in ciò che poi è successo e che ha estinto la vita e lasciato in vita il dolore, rifletta.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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