Sembrava un’indagine destinata ad andare alle conclusioni molto in fretta. La rassicurante Procuratore non aveva avuto esitazioni a fermare quelli che, in un primo momento, apparivano i responsabili degli omicidi; poi, nella tarda serata di ieri la svolta. Le ragioni delle garanzie per gli indagati hanno prevalso, e sin qui andrebbe anche bene, ma quello che non lo si comprende è la mossa difensiva della proprietà e del direttore tecnico che hanno scaricato tutto sull’anello più debole, quel Gabriele Tadini che aveva raccontato ciò che non era apparsa la sua verità, ma la verità, almeno quella parte di verità che, sin qui, era stata svelata e cioè che gli altri due sapevano e avallavano. Quindi non è che non capiamo la strategia difensiva, in realtà la comprendiamo benissimo; quello che non capiamo è come siano riusciti a far credere al Gip ciò che la Procura non crede e a cui non crediamo neppure noi. Tutti sanno che il Proprietario era costantemente e giornalmente presente di persona, che non doveva muovere una macchina complessa di 1000 addetti, ma in fondo soltanto un piccolo impianto e allora non solo è difficile credergli quando dice che non decideva lui: è impossibile. Se è vero che la riparazione sarebbe costata, tempo e denaro, chi altro aveva il potere di decidere ? Il povero Tadini ? Ma figuriamoci, lui ha commesso l’errore fatale della sua vita di lavoro: ubbidire al padrone quando avrebbe dovuto rifiutarsi e se anche il padrone non glielo avesse imposto di mettere quei ceppi, quel padrone che in cella non stava in piedi e ieri sera è uscito, ben fermo sulle sue gambe, dal carcere, avrebbe dovuto impedirglielo non appena ne fosse stato informato. Non comprendiamo come questo impianto a cui la Procura credeva non possa aver retto. Ma il diritto è anche questo: ha un diritto appunto e anche un suo rovescio. Non finisce qui, questo è certo, ma intanto il tempo si allunga, con tutte le incognite che porta con sè. L’attenzione si sposta ora un poco sul fronte cittadino dove, dopo questo momento di sospensione e sgomento, la ragione dovrebbe riprendere il sopravvento e dove ci si aspetta che il Palazzo dia un segnale concreto verso il futuro e ciò avvii la procedura di risoluzione della concessione funiviaria per colpa, gravissima negligenza, violazione di regole e danni gravissimi causati alle persone prima ancora che alle cose. E’ il minimo che si possa iniziare a fare. Ma intanto, la stampa di questa mattina ci informa che sembra stia per aprirsi anche un fronte fiscale. Una testata nazionale titola in prima pagina di migliaia di passaggi in nero su quella funivia della morte. Sarebbe un altro schiaffo agli onesti, un altro spregio alla cosa pubblica usata per lucrare, ad ogni costo. Non ci stupirebbe, era una di quei diffusi: "si dice", ma che ora potrebbero essere svelati e trasformarsi in verità: evasi due volte.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
Nessun commento:
Posta un commento