Non è la prima volta che immagini molto crude di incidenti, di atti di guerra o di violenza, passano sugli schermi, filtrate o meglio senza alcun filtro. Non ce ne siamo mai scandalizzati e potremmo farne un elenco, ma ecco che le sequenze delle ultime decine di secondi della vita delle vittime della caduta della funivia, non sembrano essere da noi accettate. Che ci colpiscano più di altre , questo è fuori dubbio, ma dobbiamo pensare che negli altri casi, altre persone saranno pur state direttamente e emotivamente coinvolte quanto ora lo siamo noi, eppure a noi non era parso mettere in discussione il diritto alle immagini, scambiato per diritto all'informazione, o meglio ad informare. Per vero, il diritto in quanto caso non ci sarebbe, stando a quanto ha dichiarato il Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Verbania, ma la sanzione è talmente lieve che nessun direttore di testata verrebbe indotto ad evitarne la diffusione. Tutto si rimette quindi alla sensibilità dei media che, però, per mestiere fanno tutto l'opposto di quello che taluni di noi, in questo caso, avrebbero voluto facessero. Anche il Sindaco della cittadella si è fatto portavoce di questo disagio, ma penso senza risultato concreto, stante la posizione che la stessa Stampa, ha pubblicamente espresso. Certo che quelle immagini non hanno aggiunto nulla a quanto già ampiamente noto e dettagliato. Le simulazioni virtuali dell'incidente, la sua ricostruzione puntuale e la sua dinamica erano già state ampiamente raccontate e farcele vedere in " diretta" è sembrata più una esigenza di mercato che di informazione. Eppure quanti di noi hanno spento il video ? Ma che la notizia sia una merce lo si era visto, se mai non lo si sapesse, nei giorni successivi l'evento, quando la cittadella era stata presa d'assedio da tutte le principali testate italiane, e non solo. La caccia alla notizia era stata una gara tra tutte quelle testate e anche l'autore di questo post ne era stato una vittima: virgolettato in frasi mai pronunciate e da corrispondenti mai incontrati. Tutto è merce; l'informazione è un mercato dove le merci si mettono in vendita e in questa gara ci stanno anche le contraffazioni, persino le frodi, figuriamoci se poi qualcuno in possesso di una esclusiva, non chiedetemi chi gliela abbia passata, se la lasci andare. Non funziona così e il nostro disagio non sposta le cose. Però c'é anche un dopo che vorremmo, invece, non si spegnesse. Che questa vicenda, man mano che il tempo passa e la verità si allontana insieme alla giustizia, ecco, che almeno qualcuno di quei corrispondenti di guerra che hanno assediato per giorni la cittadella, non dimentichi.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
Nessun commento:
Posta un commento