Le performance del Palazzo non sono solo di oggi, ma anche di ieri. Una di cui vi vogliamo raccontare la storia è quella che l’immagine del post di oggi immortala nella sua attuale configurazione. La configurazione di ieri, o meglio dell’altro ieri, è un poco più modesta: la mettiamo in coda al post, così sfigura meno. Comunque, seguendo le istruzioni che questa sera vi diamo, potreste imparare a farvi una villa con piscina, partendo da un capanno abusivo in mezzo al bosco sul versante collinare, al confine con il Comune vicino e con vista sul golfo. Dunque: atto primo si ottiene un condono edilizio con la legge del 2003, poi si incomincia a far crescere la creatura, sia sfruttando l’ampliamento che la norma del Piano regolare concede, sia l’incremento volumetrico che una legge regionale del 2009, pure ammette. Morale: di variante in variante, si arriva a circa dichiarati 200 mc, il che non sarebbe molto, anche se sembrano di più; in effetti l’autorimessa non la si conteggia, ma forse manco si poteva fare, e la piscina è un optional che ormai non si nega a nessuno, così come il disboscamento completo di circa 3000 mq. di terreno. Andrebbe tutto benissimo, in fondo di questi edifici è pieno il versante, ma quello che non si comprende è come ciò possa farsi in un’area comunque urbanisticamente a bosco e quindi agricola. In effetti le norme del Piano regolatore non parrebbero tanto permissive; in questo caso avrebbero ammesso un modesto ampliamento per sole esigenze igienico/funzionali e, salvo ritenere che la piscina svolga funzioni igieniche, dell’edificio originario non c’é proprio più alcuna traccia, anzi ciò che è venuto fuori è un edificio assolutamente quasi inedito, mentre, e qui è il Consiglio di Stato che ci da una mano, perché ci dice che il concetto di ristrutturazione, anche nell’eccezione più permissiva, non consente di perdere le traccie dell’originario edificio: di quello che non c’è più neppure l’ombra. Tanto valeva classificare l’area edificabile, perché non capiamo più dove stia la differenza tra un terreno edificabile e il non edificabile, ma dobbiamo realizzare che stiamo parlando di un Palazzo che aveva generato la variante “Zanetta”, censurata dal Capo dello Stato e che ha consentito di fare edilizia residenziale in area di rispetto cimiteriale e che, non contento, si appresta a concedere un altro “ modesto” ampliamento, sempre in area cimiteriale, e non certo per una cappella funeraria.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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mercoledì 6 ottobre 2021
VILLA IN COLLINA
Le performance del Palazzo non sono solo di oggi, ma anche di ieri. Una di cui vi vogliamo raccontare la storia è quella che l’immagine del post di oggi immortala nella sua attuale configurazione. La configurazione di ieri, o meglio dell’altro ieri, è un poco più modesta: la mettiamo in coda al post, così sfigura meno. Comunque, seguendo le istruzioni che questa sera vi diamo, potreste imparare a farvi una villa con piscina, partendo da un capanno abusivo in mezzo al bosco sul versante collinare, al confine con il Comune vicino e con vista sul golfo. Dunque: atto primo si ottiene un condono edilizio con la legge del 2003, poi si incomincia a far crescere la creatura, sia sfruttando l’ampliamento che la norma del Piano regolare concede, sia l’incremento volumetrico che una legge regionale del 2009, pure ammette. Morale: di variante in variante, si arriva a circa dichiarati 200 mc, il che non sarebbe molto, anche se sembrano di più; in effetti l’autorimessa non la si conteggia, ma forse manco si poteva fare, e la piscina è un optional che ormai non si nega a nessuno, così come il disboscamento completo di circa 3000 mq. di terreno. Andrebbe tutto benissimo, in fondo di questi edifici è pieno il versante, ma quello che non si comprende è come ciò possa farsi in un’area comunque urbanisticamente a bosco e quindi agricola. In effetti le norme del Piano regolatore non parrebbero tanto permissive; in questo caso avrebbero ammesso un modesto ampliamento per sole esigenze igienico/funzionali e, salvo ritenere che la piscina svolga funzioni igieniche, dell’edificio originario non c’é proprio più alcuna traccia, anzi ciò che è venuto fuori è un edificio assolutamente quasi inedito, mentre, e qui è il Consiglio di Stato che ci da una mano, perché ci dice che il concetto di ristrutturazione, anche nell’eccezione più permissiva, non consente di perdere le traccie dell’originario edificio: di quello che non c’è più neppure l’ombra. Tanto valeva classificare l’area edificabile, perché non capiamo più dove stia la differenza tra un terreno edificabile e il non edificabile, ma dobbiamo realizzare che stiamo parlando di un Palazzo che aveva generato la variante “Zanetta”, censurata dal Capo dello Stato e che ha consentito di fare edilizia residenziale in area di rispetto cimiteriale e che, non contento, si appresta a concedere un altro “ modesto” ampliamento, sempre in area cimiteriale, e non certo per una cappella funeraria.
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