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mercoledì 6 ottobre 2021

VILLA IN COLLINA


 


Le performance del Palazzo non sono solo di oggi, ma anche di ieri. Una di cui vi vogliamo raccontare la storia è quella che l’immagine del post di oggi immortala nella sua attuale configurazione. La configurazione di ieri, o meglio dell’altro ieri, è un poco più modesta: la mettiamo in coda al post, così sfigura meno. Comunque, seguendo le istruzioni che questa sera vi diamo, potreste imparare a farvi una villa con piscina, partendo da un capanno abusivo in mezzo al bosco sul versante collinare, al confine con il Comune vicino e con vista sul golfo. Dunque: atto primo si ottiene un condono edilizio con la legge del 2003, poi si incomincia a far crescere la creatura, sia sfruttando l’ampliamento che la norma del Piano regolare concede, sia l’incremento volumetrico che una legge regionale del 2009, pure ammette. Morale: di variante in variante, si arriva a circa dichiarati 200 mc, il che non sarebbe molto, anche se sembrano di più; in effetti l’autorimessa non la si conteggia, ma forse manco si poteva fare, e la piscina è un optional che ormai non si nega a nessuno, così come il disboscamento completo di circa 3000 mq. di terreno. Andrebbe tutto benissimo, in fondo di questi edifici è pieno il versante, ma quello che non si comprende  è come ciò possa farsi in un’area comunque urbanisticamente a bosco e quindi agricola. In effetti le norme del Piano regolatore non parrebbero tanto permissive; in questo caso avrebbero ammesso  un modesto ampliamento per sole esigenze igienico/funzionali e, salvo ritenere che la piscina svolga funzioni igieniche, dell’edificio originario non c’é proprio più alcuna traccia, anzi ciò che è venuto fuori è un edificio assolutamente quasi inedito, mentre, e qui è il Consiglio di Stato che ci da una mano, perché ci dice che il concetto di ristrutturazione, anche nell’eccezione più permissiva, non consente di perdere le traccie dell’originario edificio: di quello che non c’è più neppure l’ombra. Tanto valeva classificare l’area edificabile, perché non capiamo più dove stia la differenza tra un terreno edificabile e il non edificabile, ma dobbiamo realizzare che stiamo parlando di un Palazzo che aveva generato la variante “Zanetta”, censurata dal Capo dello Stato e che ha consentito di fare edilizia residenziale in area di rispetto cimiteriale e che, non contento, si appresta a concedere un altro “ modesto” ampliamento, sempre in area cimiteriale, e non certo per una cappella funeraria.
 

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