Credo sia passato ormai ben oltre un anno e mezzo e, rapidamente si va verso la boa del secondo, da quando il nuovo governo cittadino si è insediato. Mandato questo forse anche breve, per effetto della proroga che quello precedente aveva avuto causa Covid, e che, se così fosse, si avvicinerebbe ormai, a grandi passi, alla data di medio termine. Fatta questa premessa temporale, comunque utile per capire che il tempo, variabile indipendente, scandisce le cose molto più di quanto si possa pensare, guardando da fuori i lavori del Palazzo, l’impressione che se ne ricava è che forse il mandato debba ancora iniziare. Non me ne voglia nessuno ma, generalmente, la curva dei governi, o meglio delle loro capacità, si impenna abbastanza velocemente già al tempo del loro primo insediarsi, poi prosegue regolarmente in salita e, una volta assestatasi procede senza troppi sbalzi sino al termine. In caso di mandati prolungati, in genere, la curva negli ultimi periodi della loro vita si abbassa, anche rapidamente, per naturale esaurirsi della loro capacità propulsiva. Se però adesso si torna al caso in esame, il rischio che si profila è che la curva non salga. Almeno, per ora, non sta salendo, mentre la fase di avvio propulsivo dovrebbe già essere finita. Può darsi che si assista ad una partenza tardiva, non è ancora da escludersi, ma in questo caso gli effetti positivi, ossia i risultati, sempre che possano essere valutati positivamente, rischiano di arrivare tardi, fuori tempo massimo. Ecco che il fattore tempo ritorna ad essere elemento da cui non si può prescindere e, inutile ricordarlo, nella amministrazione pubblica non c’è possibilità di accelerare, più d tanto, per guadagnare il tempo perso: quello che non è stato fatto oggi, difficilmente potrà essere fatto domani. A chi imputare dunque quello che, onestamente e oggettivamente, sembra sia lo stallo entro il quale l’attuale governo locale si trova impantanato ? Come in tutte le cose non c’é una risposta sola e non c’é un unico responsabile a cui imputare le cause che sono invece molteplici: alcune recenti e altre da sempre presenti. Che l’attuale Governo non avesse un programma forte e dettagliato, è un fatto, e questo ora si ripercuote in una debolezza pianificatoria, necessariamente di medio periodo, che stenta fortemente ad essere colmata attraverso i documenti programmatici triennali (vedi Dup), di cui non ne cogliamo una qualche significativa valenza. Sembrerà poco rilevante, ma l’assenza di una pianificazione forte, chiara nei contenuti e nei tempi di attuazione, si ripercuote anche sulla struttura (debolissima) organizzativa del Palazzo che, già fa fatica di suo, ma che non può essere sollecitata in maniera estemporanea a soddisfare le più diverse e “estemporanee” appunto richieste. Il risultato si potrebbe, come probabilmente sta avvenendo, tradurre nello stallo, non solo del Governo, ma anche della struttura che avrà buon gioco a giustificarsi con la impossibilità di stare dietro a tutto, quindi meglio non stare dietro a nulla o solo a quello che viene considerato, in maniera autoreferenziale: “prioritario”. Sto sbagliando in qualche cosa in questo tentativo di analisi ? Ditemelo subito, ma non fate l’esiziale errore di rispondere in maniera emotiva e non razionale, come probabilmente sareste tentati di fare.
E’ tutto qui ? No, non è tutto qui. L’assenza di Governo non significa che nulla succeda; non succedono le cose positive che ci aspetteremmo: quando vedremo l’inaugurazione, quella vera, del porto? Quando vedremo che si riescono a trovare le risorse per il recupero della Palazzola ? Dove invece, il perseguito, senza ancora il voto consiliare, cambio di proprietà, diventa un’operazione d’immagine e non di sostanza. Quando troviamo un destino per il Palacongressi ? Quando programmiamo un serio piano parcheggi e non soluzioni spot, risolvendo la questione alla radice e per sempre ? Quando mettiamo mano, seriamente, alla gestione del verde pubblico e alla sua miglioria, ora affidato a “determine” stagionali ? Quando mai ci sarà un piano programmato di recupero delle frazioni prima che qualche isola sprofondi sott’acqua ? Quando si metterà mano a uno stabile programma di turismo destagionalizzato che non sia l’esperienza, pur apprezzabile, ma culturalmente insufficiente, che abbiamo recentemente visto ? Quanto, invece, alla questione dell’“Alberghiera”, abbiamo visto come, alla fine, sia stata risolta da altri e dobbiamo prendere atto di tutte le insufficienze mostrate dai governi andati, presenti e, probabilmente, futuri. I temi ci sono dunque, o meglio ci sarebbero e non sono manco tutti: manca sempre la vasca per il bagno, in agenda anche lei da tempo e che dovrebbe andare, si dice, a posto per la prossima stagione. Non tratto della questione funivia, capitata tra capo e collo, ma non vorrei che questa disgraziatissima faccenda, alla fine assorbisse tutta l’energia ancora disponibile. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole, ma sempre le stesse cose da troppo tempo in sospeso. Quanto poi alle piccole cose, fiore all’occhiello, non c’è che da guardarsi intorno dove non c’è ombra di una manutenzione in corso, mentre si polemizza con i livelli futuri del lago e non si utilizza manco la magra eccezionale in corso per rammendare le falle aperte lungo il corso di tutto il demanio a lago, eppure le risorse non mancano affatto, cioé i soldi ci sono, o meglio ci sarebbero. In questo vuoto abbastanza imbarazzante, però qualche cosa si muove. Purtroppo sono le cose che non dovrebbero accadere e così c’è il rischio concreto che qualcuno ne approfitti. L’edilizia (privata), ma non solo, anche in questo caso rischia di sfuggire di mano e tra palazzi cresciuti nelle aree di rispetto cimiteriale e ora ancor di più ingrossati, ville abusive o quasi, costruite nei boschi e l’ Archistar che conduce le danze in Villa Ostini, l’Ufficio sembra in procinto di uscire dai binari. Consoliamoci, c’è magari di peggio: ormai la Verbanella rischia di festeggiare il suo, indisturbato, secolo di storia. Non posso finire senza un riferimento a quei quattro consiglieri che dovrebbe vigilare dai banchi della minoranza. Non hanno nulla da ridere o da ridire leggendo queste note, devono soltanto continuare a stare quasi zitti su tutta la linea essendo i loro capi i fautori di tante irrisolte disgrazie che sono il debito ereditario, ora da smaltire. Opportunisticamente gli va anche bene lo stallo, li predispone al rientro alla grande, sperando che la gente non abbia memoria. Quanto invece agli altri, e chiudo, cioé al popolo elettore del Governo: un po’ mogugna, ma i più tacciono, forse imbarazzati o forse no; è uno zoccolo duro che non si frantuma dall’oggi al domani. Ci crede ancora, ma sino a quando ? Non lo so.
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