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domenica 15 maggio 2022

UN ANNO DOPO

 



Era rimasta alta nei media e per diverse settimane la curva di quella tragedia, poi, naturalmente, è scesa. Tra pochi giorni sarà passato un anno. Di tanto in tanto, quella curva aveva una qualche nuova scossa. Per verità, al netto del clamore che più o meno potevano suscitare le nuove notizie, non ce ne sono state molte. L'inchiesta che sembrava essere partita a gran velocità, è parsa presto frenare, più per le diatribe tra i giudici che per questioni di sostanza. Ancor oggi si dibatte sulle misure cautelari, quasi servissero ancora. Un non senso. Ben presto le certezze, o meglio quelle che sembravano essere certezze assolute non discutibili, sono diventate altro: materia infinita per periti e perizie che, come è noto vengono giurate da tutti come vere e diranno tutte cose diverse l'una rispetto all'altra . Il processo ? Quando inizierà pochi se ne accorgeranno: così sta andando per il ponte Morandi, così sta ancora andando per la valanga di Rigo Piano. La riforma dell'ingiustizia d'Italia è ancora lontana. Qualche fiammata ogni tanto, di pochi giorni fà: una specie di conferenza per decidere nulla , ma per offrire qualche cosa ai media. Li ricorderemo quei morti: troppi, ma anche uno soltanto sarebbe stato troppo e non avrebbe dovuto essere. Sarebbe bastata l'attenzione umana ad evitarla; meno trascuratezza, più rigore anche tecnico, meno sicurezza che tanto nulla avrebbe potuto succedere anche senza i freni. Sarebbe bastato, avrebbe dovuto bastare questo, l'avere tolto i freni, la prova di chi lo avesse ordinato e di chi lo avesse tollerato, per aprire e chiudere il capitolo della giustizia. Invece si è ancora lì con le perizie e contro perizie e non sappiamo come andrà. Per una volta che c'era la pistola fumante, si passa oltre, quasi non ci fosse. Intanto la montagna, o meglio la vetta della montagna, sta sempre lì, un po' depressa: d'estatesono crollati gli arrivi, d'inverno non cade la neve e qualcuno, a malincuore, molto, se ne va. Non vedremo domani mattina risorgere l'impianto, dovremo ancora elaborare i 14 lutti, ricordarli e commemorali ogni anno per tanti anni, non dimenticarli come la città del turismo aveva fatto, al netto dei suoi eroi salvatori, per gli annegati del giugno del 48. A breve girerà una ruota di festa nel luogo dell'ultima volta in vita delle 14 vittime. Non so se sia stata una scelta felice o una scelta non ragionata,ma almeno quando guarderemo quella ruota girare pensiamo a loro, ai 14 innocenti non morti per una guerra che ora c'è, ma in un giorno di festa che ancora c'era.

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