E' forse il locale pubblico della cittadella che più di ogni altro ha raggiunto un record nella continuità di gestione. Con ammirevole tenacia e capacità professionale, più generazioni si sono succedute dietro il banco di comando, varcando senza problemi e da ben già tempo, il traguardo dei 50 anni. Niente da dire dunque sulla qualità manageriale che ha permesso di raggiungere l'impensabile e invidiabile obiettivo. Ai suoi tavoli sono ormai milioni i turisti che si sono seduti e hanno beneficiato dei buoni servizi offerti. Bisognerà pensare di istituire un premio alla fedeltà. Ne hanno gran merito. Fatta questa dovuta premessa, occorre dire che il locale gode anche di un altro privilegio, ossia di essere di proprietà pubblica, cioè del Palazzo civico e, in quanto tale ci si sarebbe aspettati che ogni tanto, come sta scritto in legge ed è successo per gli altri locali di proprietà del Palazzo, la sua gestione fosse messa all'asta. Stranamente questo però non è avvenuto, o almeno non avviene dai diversi ultimi decenni, non sappiamo cosa era avvenuto per i primi, ma tra un rinnovo, una proroga, una gestione tacita e una successiva sanatoria, un'altra proroga e via così, la gestione non è mai più stata messa a pubblica gara. Stranamente abbiamo scritto, ma non per questo non è possibile capire come il Palazzo abbia potuto e possa ancora oggi tenere un comportamento così anomalo. L'ultimo provvedimento, recentemente assunto, sposta la data ultima della attuale gestione al 2023, dopo che un altro precedente provvedimento, del quale però si è persa traccia all'interno dell'albo pretorio, lo aveva collocato al 2032. Per semplificare molto, questi ultimi provvedimenti legano le sorti della durata della gestione in corso a quella dei provvedimenti governativi che riguardano la durata delle concessioni dei demani marittimi, cosa di cui da anni i governi nazionali litigano al loro interno. Qui dunque sta il punto e qui sta, si direbbe, l'inganno. La verità, almeno per quanto in scienza e coscienza posso affermare, è che il rinvio alla questione delle concessioni demaniali marittime non c'entra niente con la gestione del locale pubblico: La Verbanella. Il gestore del locale era infatti e dovrebbe esserlo ancora, se non fosse invece ampiamente scaduto, legato da un contratto di affitto commerciale con il soggetto proprietario, il Palazzo civico, uno di quei contratti che hanno la durata di anni 6 + 6, ma che nulla, proprio nulla, hanno a che vedere con il rapporto concessorio con il Demanio. Semmai è il Palazzo civico, insistendo la costruzione su ben due demani: quello idraulico e quello lacuale, che dovrebbe lui possedere un titolo concessorio per mantenere il bene, che per una parte peraltro insiste anche sul terreno di proprietà del Palazzo , e poi ne disponesse, ove non fosse precluso, come in effetti ha sempre fatto, ad altri, o meglio sempre agli stessi, la conduzione attraverso un contratto di diritto privato; quello appunto di affitto commerciale. Con questo equivoco tutte le amministrazioni ci hanno marciato e hanno tirato a campare, chiamando concessione quello che è un affitto e mischiando le carte sino a far capire poco o nulla. In questo modo si era arrivati al 2032 e poi una marcia indietro al 2023, ma pur sempre con contratto, quello vero, ampiamente scaduto, tanto che il Borgomastro, prima di lasciare il Palazzo, aveva deliberato perché si bandisse una gara, ma poi, via lui, non ne hanno fatto nulla. Per la verità una soluzione finale ci potrebbe anche essere, ossia quella di decidere di abbattere la Verbanella e spostare l'edificio sull'area totalmente di proprietà comunale. Una buona gara di concessione di costruzione e gestione, questa sì per un tempo congruo, non farebbe spendere neanche un euro al Palazzo e la love story avrebbe finalmente fine.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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