Comunque va ben forte il nostro Borgomastro; l'eredità che ha avuto, da un tal detto Di Canio, di buche grandi come fosse e ponti tibetani ormai cadenti, in un che non si dica ha provveduto. L'urgenza dei lavori era ben vera; apriva la stagione dell' Expò, per cui ci prese gusto e spinto dallo slancio, rimediò firmando degli ordini bislacchi, ma efficaci. Da lì a veramente pochi di si chiusero le buche in un momento e manco parve fosse vero. Ma tanto parve poco vero che appena fu finito l'intervento una buca si riaprì come era prima, anzi un poco più di quanto era già prima. Sta volta il Borgomastro rimase un poco anche fregato; quell'ordine di far le cose in fretta che con tanta decisione aveva dato, con troppa velocità parve eseguito. L'effetto fu un disastro e quando sto rimedio si rilevò peggio del male, non parve il Borgomastro esser capace di correre ai ripari. Il risultato peraltro è presto detto; la nota passeggiata fronte lago, agli occhi del milione e su di lì che, nell'anno dell'Expò l'hanno solcata, ha mostrato al mondo intero di quanto il genio italico è capace. Lo stesso G.C., detto Zanetta, che la solca ogni mattina col fido a lui devoto bel cagnone, non pare che fosse soddisfatto dei ruderi che mai furon già visti e che gli facessero quest'anno a lui la concorrenza. Comunque ciò non toglie che, ugualmente, mi imprechi ogni qualvolta mi veda passar in bicicletta violando il codice stradale, ma se qui io sì l'ho confesso, commetto un peccatuccio da strapazzo, mi aspetto anche da lui la confessione, che quanto a assoluzione…………… .Comunque andiamo avanti e quindi arriviamo al ponte "tibetano". Il ponte è provvisorio, ma qui è un po' tutto provvisorio e pure lui è frutto dell'ordine imperioso uscito dalle stanze di Palazzo in un momento di assai grave imbarazzo. Non è venuto bene, lo vediamo; qualcuno avrà pensato che sia stato fatto soltanto giusto il tempo della grande esposizione. Di questo anche noi ce ne auguriamo e siamo tutti assai molto curiosi di conoscere il nuovo oggetto misterioso che, ormai ci siamo, una mano avrà pure disegnato. E mentre confidiamo, per ora noi ammiriamo quel mucchio di detriti che ha fatto da cornice tutto l'anno traguardando verso le Isole e le stelle. Insomma c'è lavoro, stia sveglio il Borgomastro, si guardi da cazzate e robe varie, ascolti un po' i "nemici" che son sempre, in fondo, assai meglio degli " amici" .
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
Visualizzazioni di pagine: ultimo mese
martedì 29 settembre 2015
CAPOMASTRO II
Comunque va ben forte il nostro Borgomastro; l'eredità che ha avuto, da un tal detto Di Canio, di buche grandi come fosse e ponti tibetani ormai cadenti, in un che non si dica ha provveduto. L'urgenza dei lavori era ben vera; apriva la stagione dell' Expò, per cui ci prese gusto e spinto dallo slancio, rimediò firmando degli ordini bislacchi, ma efficaci. Da lì a veramente pochi di si chiusero le buche in un momento e manco parve fosse vero. Ma tanto parve poco vero che appena fu finito l'intervento una buca si riaprì come era prima, anzi un poco più di quanto era già prima. Sta volta il Borgomastro rimase un poco anche fregato; quell'ordine di far le cose in fretta che con tanta decisione aveva dato, con troppa velocità parve eseguito. L'effetto fu un disastro e quando sto rimedio si rilevò peggio del male, non parve il Borgomastro esser capace di correre ai ripari. Il risultato peraltro è presto detto; la nota passeggiata fronte lago, agli occhi del milione e su di lì che, nell'anno dell'Expò l'hanno solcata, ha mostrato al mondo intero di quanto il genio italico è capace. Lo stesso G.C., detto Zanetta, che la solca ogni mattina col fido a lui devoto bel cagnone, non pare che fosse soddisfatto dei ruderi che mai furon già visti e che gli facessero quest'anno a lui la concorrenza. Comunque ciò non toglie che, ugualmente, mi imprechi ogni qualvolta mi veda passar in bicicletta violando il codice stradale, ma se qui io sì l'ho confesso, commetto un peccatuccio da strapazzo, mi aspetto anche da lui la confessione, che quanto a assoluzione…………… .Comunque andiamo avanti e quindi arriviamo al ponte "tibetano". Il ponte è provvisorio, ma qui è un po' tutto provvisorio e pure lui è frutto dell'ordine imperioso uscito dalle stanze di Palazzo in un momento di assai grave imbarazzo. Non è venuto bene, lo vediamo; qualcuno avrà pensato che sia stato fatto soltanto giusto il tempo della grande esposizione. Di questo anche noi ce ne auguriamo e siamo tutti assai molto curiosi di conoscere il nuovo oggetto misterioso che, ormai ci siamo, una mano avrà pure disegnato. E mentre confidiamo, per ora noi ammiriamo quel mucchio di detriti che ha fatto da cornice tutto l'anno traguardando verso le Isole e le stelle. Insomma c'è lavoro, stia sveglio il Borgomastro, si guardi da cazzate e robe varie, ascolti un po' i "nemici" che son sempre, in fondo, assai meglio degli " amici" .
lunedì 28 settembre 2015
CAPOMASTRO
Ci in
Ci informa il Borgomastro, dal sito del Comune, di quanto lavoro sta per fare. Inizia ricordando, l'ha detto anche in Consiglio, che è in corso ora l'esame di quel che si può fare del rudere lasciato alla stazione Ci dice che sto rudere è solo un gran problema, che costa rimetterlo in funzione, che di mezzo c'è pur la ferrovia e che toglierlo dai piedi gli par la soluzione. Or dunque sarebbe ben contenta la nota proprietà di far qualcosa d'altro e adesso si vedrà. Tradotto in altra lingua la cosa vuole dire che col fischio c'è intenzione di rifar la pensilina. Peccato che negli atti, ne tengo pure copia in un cassetto, il giorno che fu dato l'ok per demolirla, fu imposto di tenere tutti i pezzi in quanto si diceva da parte della nota Sorprendete che sarebbe dovuta nel futuro esser rifatta e non disfatta. Di questa cosa qui non parla il Borgomastro; che strano è il Borgomastro che mentre quando parla dell'altra rovinosa situazione, la Gabbiola, Lui sempre ci ricorda che nulla si può fare in quanto vincolata. Lì, il vincolo è provato che non c'è, ma però lui dice che c'è, mentre non ricorda il vincolo che, dall'altra parte, invece quello c'è. Sta volta ci aggiunge però anche un'altra cosa e dice che è in corso la cessione di quella che si chiama la Gabbiola e che, in attesa di questa alienazione, non sa con chi lui può parlare. Peccato che sta storia è un mantra che va avanti all'infinito e il quadro normativo non sembra accelerare assai la cosa, semmai di molto rallentare. Non voglio qui stare a spiegare; credete a quello che vi dico; nessuno è tanto matto da comprare qualcosa di cui non sa poi che si può fare. Comunque la versione che il nostro Borgomastro ci illustra dal Palazzo, come vedete, è sempre un po' diversa da quella che verifiche più attente ci fanno poi male sperare. Aggiungo una notizia ancora non uscita; su un altro mezzo rudere ci pensa il Borgomastro di farci un intervento. Io spero, vivamente, che del progetto che già ha nella mente, non se ne faccia proprio niente e pure non aggiungo proprio niente, perché passi se lo chiamo Borgomastro, ma questo non vuol dire che sia anche un capomastro.
Ci informa il Borgomastro, dal sito del Comune, di quanto lavoro sta per fare. Inizia ricordando, l'ha detto anche in Consiglio, che è in corso ora l'esame di quel che si può fare del rudere lasciato alla stazione Ci dice che sto rudere è solo un gran problema, che costa rimetterlo in funzione, che di mezzo c'è pur la ferrovia e che toglierlo dai piedi gli par la soluzione. Or dunque sarebbe ben contenta la nota proprietà di far qualcosa d'altro e adesso si vedrà. Tradotto in altra lingua la cosa vuole dire che col fischio c'è intenzione di rifar la pensilina. Peccato che negli atti, ne tengo pure copia in un cassetto, il giorno che fu dato l'ok per demolirla, fu imposto di tenere tutti i pezzi in quanto si diceva da parte della nota Sorprendete che sarebbe dovuta nel futuro esser rifatta e non disfatta. Di questa cosa qui non parla il Borgomastro; che strano è il Borgomastro che mentre quando parla dell'altra rovinosa situazione, la Gabbiola, Lui sempre ci ricorda che nulla si può fare in quanto vincolata. Lì, il vincolo è provato che non c'è, ma però lui dice che c'è, mentre non ricorda il vincolo che, dall'altra parte, invece quello c'è. Sta volta ci aggiunge però anche un'altra cosa e dice che è in corso la cessione di quella che si chiama la Gabbiola e che, in attesa di questa alienazione, non sa con chi lui può parlare. Peccato che sta storia è un mantra che va avanti all'infinito e il quadro normativo non sembra accelerare assai la cosa, semmai di molto rallentare. Non voglio qui stare a spiegare; credete a quello che vi dico; nessuno è tanto matto da comprare qualcosa di cui non sa poi che si può fare. Comunque la versione che il nostro Borgomastro ci illustra dal Palazzo, come vedete, è sempre un po' diversa da quella che verifiche più attente ci fanno poi male sperare. Aggiungo una notizia ancora non uscita; su un altro mezzo rudere ci pensa il Borgomastro di farci un intervento. Io spero, vivamente, che del progetto che già ha nella mente, non se ne faccia proprio niente e pure non aggiungo proprio niente, perché passi se lo chiamo Borgomastro, ma questo non vuol dire che sia anche un capomastro.
venerdì 25 settembre 2015
ESEQUIE
Ebbene ci risiamo, ritorna un tormentone non appena c'è un cenno in vista di chiusura. Sta volta chi inizia sta al Governo, sì insomma l'Ufficio del Governo che occupa la Villa nei giardini. Si chiude presto o tardi è la notizia e che qualcosa fosse in vista la nomina mancata di un Prefetto lo avvisava. Se chiude quella sede si chiude anche dell'altro; questura e alti comandi faranno le valigie, con tanti bei risparmi conseguenti. Che nel mondo è in corso un cambiamento non certo stupirebbe, ma si sa che quando tocca qua si alzano difese e barricate credendo che il mondo sia soltanto e sempre tutto qua. L'Italia è stata fatta due secoli passati, pensare di tenerla con timbri e pergamene, con messi e ceralacche nell'era digitale ci sembra imbarazzante, tutto qua. Comunque la lotta par che ora sia ormai iniziata avverso sto decreto di chiudere, o meglio trasferire, i timbri, le carte, l'inchiostro e i calamai. Vedremo come andrà da qui a quando chiuderà, io penso inventeranno una qualche soluzione di ripiego. Comunque, lo si nota, che non tanto rileva la protesta di quando si chiude qualche cosa, ma che mai si alzò qualche protesta quando la decision fu quella opposta. Che mettere comandi e mandarini fosse soltanto una gran spesa non era poi difficile andare a indovinare e oggi che la borsa è un poco stretta, capire che qualcuno dovrà pure cominciare, non mi par poi tanto strano a decifrare. Comunque, se da un lato si annuncia questo taglio, dall'altro si annuncia un salvataggio. La solita Provincia derelitta, svantaggiata, di montagna, di confine e non so cosa, si salva, per ora, aggrappata all'Ente superiore che pure lui sta in grave affanno. Le vengono lanciati 3 milioni di euro in salvataggio; pareggia con sti soldi il bilancio di quest'anno, rinvia ad altra data il giorno del decesso e così spera. Il quadro complessivo è dunque assai gioioso, direi quasi gaudioso, nessuno che chieda a chi spetti la colpa, ma tutti rivendicano qualcosa, si attaccano al letto dei defunti, ne chiedono le spoglie, dimenticano che in vita si fecero mantener sino al collasso.
mercoledì 23 settembre 2015
GRANDI OPERE
Ordunque, per ora un po' in ritardo, si avvia, almeno sulla carta, l'Alberghiera. E' reduce di guerra, ne ha viste tante e belle, d' inciampi ne ha trovati ben oltre il consentito; una storia un po' infinita, una volta va in collina, poi il luogo non va bene, ritorna verso il piano, si cerca dove metterla, nessuno che lo trova, la terra nella Perla è un bene scarso, nessuno ha mai osato toccare mai qualcuno, alla fine si pensa di metterla nel campo del pallone. Ne nasce un'altra storia, dove mai mettere il campo. Alla fine, che piaccia o che non piaccia il campo va in collina. Di soldi ce n'è in ballo una caterva; un poco son monete e un poco sono cose con cui saldare il conto a chi si mette all'opera per fare tutto quanto. La cifra sarà 11 milioni o qualcosa su di lì, che nei tempi che viviamo sono tanti o meglio troppi . La storia è tutta qui, la storia di governi locali e un po' meno locali che decidere non sanno, che decidere non osano e quindi se li cercano i lor guai. Non tutti son contenti, o meglio non tutti son convinti non solo che quella poi inventata sia la soluzione migliore e conveniente, da alcuni, e non proprio i più disinformati, la stessa previsione di far una scuola che iscriva tutti quanti è parsa un po' sventata. Comunque adesso siamo qua; si dice che in due anni la cosa è belle e fatta; siamo cauti, la storia delle opere è sempre tormentata e reduci dal porto non credo che qualcuno sia disposto alla scommessa; le incognite ci sono, il patto che ritarda i pagamenti, quasi 1/3 del prezzo da pagare con un bene che sino a che il nuovo non è pronto non è che è disponibile; insomma gli imprevisti, il campo sulla Motta qualcosa insospettisce, qualcuno che dice che mancano gli arredi e allestimenti. Vedremo comunque se questo Borgomastro sarà più fortunato di quanto fu l'Alcade che è ormai da tutti quanti già dimenticato.
martedì 22 settembre 2015
CUI PRODEST ?
Mentre aspettiamo, ormai senza più grandi sorprese, l'esito del bando per l'impianto che unisce con la fune la costa alla sua vetta, abbiamo un po' di tempo per leggere e forse anche rileggere le carte della gara. La prima, ricordate, andò deserta; che questo fosse l'esito, non dico anche previsto, ma certo prevedibile non pare bisognasse essere un mago a indovinarlo. Le norme stavan scritte un po' leggere; la più bizzarra riguardava le funi portanti da cambiare, o non cambiare, questo manco persino si diceva, ma tutto rinviava due anni la scadenza dell'impianto. Or bene che spendere una somma di circa due milioni alla scadenza non fosse una certezza, ma fosse lasciato poi nell'incertezza, da solo bastava a chiedersi se mai quello fosse un contratto. Per questo e altro ancora, che fosse cercato o fosse un puro caso noi mica lo sappiamo, l'esito comunque era scontato. Finita che fu così la prima parte, la solita politica locale cercò di rimediare, o meglio si mise, di nuovo, a pasticciare. L'Alcade tornò in campo e, di rilevante, ci mise, o meglio, fece mettere risorse di soldi in abbondanza che, prelevati in 13 anni solo dal Palazzo, faranno la somma finale questa qua: €. 2.259.000,00, l'altra cifra, 1.570.000,00 la metteva, com'è noto Regione. Impinguata che fu la dotazione, ridotto, come è giusto, a 13 anni, il tempo di durata del contratto, tacendo su altre cose, lasciò il campo al Borgomastro. Non appena il Borgomastro fu insediato qualcuno gli ricordò che l'impianto non funziona poi da solo, che necessita di soldi, e questi ok, ma che ci sono anche persone che manovrano le funi e gli ingranaggi, che accompagnano nei viaggi i passeggeri e che curano e mantengono la macchina. Dopo un primo momento di stupore, garantì di cercar la soluzione. Troppo tardi fu la risposta; questo bando, il secondo della serie, non prevede l'obbligar la riassunzione degli addetti già impiegati e che ora sono tutti licenziati. Guarda il caso, l'altro bando, prevedeva proprio questo e andò deserto,l'altro bando prevedeva anche di più, prevedeva come costo personale, ogni anno, questa cifra: €. 336.000,00, mentre il nuovo ne prevede anche di più, molto di più: €. 518.805,00, mentre l'obbligo di riprender i licenziati è cancellato. Or si sa che di mezzo c'è il Jobs act, che prevede un minor costo di 8.000,00 per tre anni per assunto, ma com'è che nel bando questo manco c'è ? Una serie di domande interessanti: si poteva mantenere quella clausola sociale ? Si poteva, si poteva anche premiarla con punteggi nella gara se si voleva attenuare il suo rigore; sta di fatto che non c'è e tutto quanto ora racconta la politica ciarlona sono balle e niente d'altro. Sarà dunque riassunto o meglio un nuovo assunto chi il datore lui vorrà. Quanto al resto, ai soldi appunto, quelli andati al nuovo impianto, poco o nulla sarà l'onere che rimane al vincitore; dopo anni di racconti, di ritardi e di rimpalli, nulla o poco in meglio cambia, il gestore si fa il pieno di risorse e soldi pubblici, si riorganizza come vuole il personale, lo riduce, lascia a casa anche qualcuno, ne riprende solo alcuno, con il jobs act lui ci guadagna e gli esce una cifretta di un 200.000 euro da pagarsi il direttore.
lunedì 21 settembre 2015
AFFARI ESTERI
Nell'ultimo Consiglio, il primo dell'autunno c'è stata una notizia inosservata; la nomina di un uomo del gruppo in maggioranza non solo a curare le notizie che escon da Palazzo perché escano bene, ma anche a far l'ambasciatore. Volando di mestiere qualcuno avrà pensato che è bene sfruttare questa cosa, affidando a un uomo che gira per il mondo, il compito di fare anche una sorta di ministro degli affari stranieri della Perla. Ben venga dunque sto ministro che senza portafoglio si sposta per il mondo, capace di diffondere la fama cittadina. Per ora non si sa come poi funzionerà, per ora tutto è ancora un poco in alto e sopra il mare, si sta solo studiando come fare; comunque Lui già vola e questo è un risultato che presto darà frutti, ne siamo quasi certi, non dico siamo incerti. Vedremo, nel tempo che verrà, la sorte che farà. Ciò detto rimango del pensiero che questo serva a poco; di fama ce n'é forse di troppa, di gente non ne manca, la Perla è piccolina, se sale un po' di troppo anche la gente si rischia di affondare e dunque il problema non par che sia poi del tutto qua. Or dunque che decolli o che rimanga sulla pista, non credo che la cosa ci cambi poi la vita; il vero problema è, invece, sempre qua; occorre che il nuovo Borgomastro lo capisca, che è ora che finisca di avere questa Perla le pezze attaccate nel sedere, di andare a rimorchio, soltanto, di qualcuno e di non essere capace di offrire ai cittadini qualcosa che stia in piedi e che, senza tanti clamori o malumori, rilucidi sta Perla per benino. Se poi, volando intorno al mondo, qualcuno si riesca a rimorchiare e qui poi anche a riportare qualcosa interessante, ben venga ben s'intende, ma occorre ricordare che deludere le attese è forse la cosa meno allegra che ci sia. Se vista su dal cielo appare assai bellina, scendendo poi di quota incomincia a impensierire, se poi si vola basso un dubbio pure assale e se poi il volo atterra,c'è il rischio, assai concreto, che chiedano anche i danni .
giovedì 17 settembre 2015
CRONACA
Serata ormai d'autunno, riunito un Consiglio un po' ridotto, confinato peraltro, non si sa ancor per quanto, nella sala del Canonica, inizia più o meno all'ora prefissata. L'inizio è tutto assai ossequioso; per primo infatti è il Comandante a dire grazie al Borgomastro per l'invito formulato a presenziare a cerimonia di venerdì undici scorso. Ok ora s'inizia per d'avvero ed è proprio Bottini che rende noto di come e a chi dei Consiglieri ha già assegnato incarichi e lavori. C'è infatti la Cabrini che seguirà un poco l'assistenza, c'è anche un tale Bolla che curerà tutte le frazioni, c'è infine il nuovo Radaelli addetto a seguir l'informazione. Chiarimenti ne vuole il Comandante, in specie vuol sapere che mai farà sto Bolla e poi lo incuriosisce l'incarico a curar l'informazione. Bottini gli da la sua risposta riguardo ciò che da grande farà Bolla, mentre direttamente in aula è sto Radaelli che tratteggia la nuova figura delegata che dovrà curar l'informazione o meglio dir la diffusione. Di più non vi diciamo, perché molto di più inteso non abbiamo. Si passa poi a ratificar un atto della Giunta in tema di bilancio e, successivamente, ad approvar un atto del Consiglio sempre in tema di bilancio. Poiché vi sono un po' di soldi che vanno a finanziar le buche lungo il lago, è il Comandante che interroga la Sala perché gli dica a chi spetterà chiudere il buco del muro al Borromee. Spetta al Comune; è pronto il Borgomastro a dargli la risposta e visto lo stupore, s'innesca un po' sta cosa, non detta apertamente, dei soldi non versati per canoni pregressi. "In tema si discute", così riprende il Borgomastro col fare un po' bonario da cui chi lo conosce capisce cos'è che lui nasconde. "Vedremo un po' più in là, leggendo anche le carte"; per ora è tutto qua e chiude sta vicenda il Comandante. Si approva, in tutta fretta, la quota dei soldi da dar per le parrocchie; sta volta son Campino ed anche Someraro che ne prendono di euro 10.000,00 da metter nei restauri delle chiese. Si passa ad altro tema; si approva l'adesione all'Unione dei Comuni di Baveno, Gravellona, Omegna e anche Casale. Sta volta curiosa è Marcella Severino che chiede perché mai che si abbandona il progetto di Unione col Vergante per altra un po' diversa. Or tocca al Borgomastro trovarvi una ragione che non vede se non che quella del Vergante sarebbe ancora ferma, ribatte Severino che anche l'altra è pure ferma e quindi difficile capire questa scelta. Di mezzo ci stanno quattro soldi, sprecati da Regione per darli ai Comuni che fanno false Unioni. Così passa anche sta cosa come se fosse acqua di rosa, incapaci come sono di metter in campo un progetto che sia un po' serio e innovativo. Poi viene una sfilza di nomine per far da componenti, assai inutili, negli Enti degli asili finanziati. C'è poi l'annuncio del consenso che il Borgomastro comunica di mettere uno spazio pubblico e gratuito per le affissioni dei gruppi consiliari; ringrazia ma precisa il Comandante che li vorrebbe estesi alle frazioni. Per ora si accontenti, poi dopo si vedrà, così gli risponde il Borgomastro, comunque la decisione non è stata del tutto condivisa, col voto contrario del Fortis in maggioranza che non vorrebbe lo spazio esser gratuito e con la dichiarazione del Vice assai molto sofferta che teme che lo spazio si presti a diventar luogo di attacchi alle persone. Finiscono così i temi portati in discussione dal gruppo di comando insediato nel Palazzo; rimangono soltanto quattro interpelli. Il primo del Gruppo Severino riguarda il degrado cittadino: la nota pensilina alla stazione e la Gabbiola. Risponde il Borgomastro che dice di avere già chiamato il noto padrone di quei beni e che sul primo è in corso una certa discussione, mentre sul secondo è in corso una cessione; più o meno le cose che da anni vengon dette e poi ……. Come vedete un po' pochino e anche Bertolino che legge l'articolo tre tre del regolamento edilizio comunale non sembra sufficiente a smuovere qualcosa se la sola risposta che otterrà sarà che se si dovesse applicare quella norma ne sarebbero coinvolti un po' troppi. Finisce così quasi nel nulla un tema che da solo avrebbe meritato una seduta. Rimane, questa sì, la promessa del nostro Borgomastro di informar gli eletti sul futuro di questa, in corso, discussione. Secondo interpello riguarda S. Albino, il noto cimitero di Brisino. Specialista in materia Severino che intavola un colloquio tutto il tempo col nostro Borgomastro sui mali e sulle pecche di quel cimiterino. Rimane il rammarico che mentre si parla di misure e dimensioni di lapidi e di tombe, di uccelli che nidificano nei muri della chiesa al cimitero, di tegole che cadono dal tetto, di caprette che pascolano lì attorno e roba simile, nessuno che è nessuno sollevi la questione che a Stresa ci fanno le ville ai cimiteri. Or tocca al Comandante che legge l'interpello sui fatti accaduti su a Campino durante una festa sponsorizzata dal Comune. Si parla di uno scontro tra auto con ferito, poi colpito da un infarto e purtroppo ora pure deceduto, si parla di una lite, di soste assai selvagge, di carenze nel servizio di polizia urbana. Difende invece la questione il Borgomastro, difende l'operato del Servizio e della Capa, invita il Comandante a fare i nomi di quelli che raccontano una lite inesistente. Insomma si va avanti ormai sul tema e presto si capisce che al centro c'è la disputa sul Corpo e quando il Borgomastro fa un accenno di possibili restauri dentro il Corpo, si scatena il Comandante, in serata conciliante; punta il dito al Borgomastro e lo avverte di evitar le ritorsioni, poi infuriato chiude tutto e rinuncia al suo interpello.
martedì 15 settembre 2015
L'EREDITA'
L'eredità lasciata dall'Alcade richiede che si faccia un inventario. Una dopo l'altra le cose andate male od irrisolte emergono pian piano. C'è, per esempio, la nota eredità dello Zanetta; sta volta però non c'entra l'albergone, ma la più blasonata Villa Aminta. La storia è nota, la storia peraltro è molto vecchia, direi che nel tempo si è invecchiata; annunciata, con toni da trionfo e da conquista, che fu dal prode Canio neppure che era passato il primo decennio del secolo iniziato, si è poi man mano trascinata nel quinquennio successivo senza mai approdare a circa nulla. Più volte nel Consiglio la cosa fu discussa, ma sempre dall'Alcade non parve che ci venne dato ascolto; più ascolto sembrava infatti prestasse allo Zanetta che da un lato firmava degli impegni draconiani, poi implorava clemenza e tolleranza. Da tanta clemenza e tolleranza infatti fu colmato che di quel gruzzolo di soldi, quasi un quarto di un milione, non ne venne quasi niente consumato, ma rimase custodito nel caveau di Villa Aminta. Prorogatio non fu mai così demente che consentì a quei soldi che eran di noi tutti cittadini di non essere intaccati, ma di rimaner in dote a quella Villa. Al colmo di così mala avventura, lo Zanetta tentò l'ultimo colpo, implorando, negli ultimi giorni di regno dell'Alcade, che lo stesso usasse ancora la sua clemenza e che prima che il mandato gli scadesse, mostrasse di qual gesto un grande condottier fosse capace. Di tal gesto però il Condottier non fu capace, ma preferì tacer di quell'istanza. Insediato che fu il nuovo Borgomastro, la cosa celata dall'Alcade, comparve tra le carte poi lasciate, direi quasi abbandonate. Sta cosa ormai puzzava, il tempo era passato e nulla era mai fatto; ordunque andare davanti al suo Consiglio e dire: " Signori, di nuovo, mi inchino e riverisco....." a questo Borgomastro non deve esser sembrata la cosa andare a genio. Ebbene qui lo dico, lo prendo con un tanto di prudenza, ma sembra che l'ordine sia dato e quel quasi un quarto di milione deve arrivare, ormai non c'è più nulla da aspettare. Se questo sarà fatto non è che si debba più di tanto poi inneggiare, sarebbe soltanto la cosa più semplice e normale, dopo che per anni è stata un'altra cosa. Comunque ora aspettiamo e dietro il Borgomastro vigiliamo.
lunedì 14 settembre 2015
ALBERGONE
Incassate le modifiche di comodo al PPR, poi premiato da una sfiga superincredibile che ha colpito l'avversario e evitato il giudizio di una corte di giustizia, l'albergone ora riparte. Lo Zanetta, lancia in resta, lo presenta il progettone, lo presenta per l'esame dopo mesi di altalene,dopo mesi avanti e indietro e titubanze. La" finestra" normativa che qualcuno alla Regione gli ha, gentilmente, spalancato,non è detto che stia aperta poi per sempre e un domani si richiuda; importante è però passarvi dentro, fare in fretta; una volta la finestra alle sue spalle, che si chiuda o non si chiuda, lui è passato, questo è il punto. Quanto al resto, al giudizio che è mancato, l'avversario per intanto è sgominato; per intanto, per l'appunto, ma l'attesa non ha senso; perché la si ingaggi ancor la lite or ci vuole la materia che è contesa; la materia è quei permessi a edificare e fin tanto che non sono poi firmati, si sta in tregua e li si attende. Questo appunto è adesso il punto; lo Zanetta adesso basta, deve uscire allo scoperto col pacchetto del progetto e rischiare sino in fondo quel giudizio che, evitato per un soffio, colpirà non tanto il piano, ma il progetto vero e proprio. Il cerino dal Comune un po' si sposta e va in mano al medesimo Zanetta. Già c'è un dubbio sulla norma che lo assilla, quella norma agevolata non soddisfa il consulente, l'archistar Giacomo Prini; quel normare con dei nomi un poco strani, messi apposta ben si intende, lascian spazio a più letture, ma se poi si va in giudizio, lì si beccano i legali e, magari, sono guai. Quanto al resto, la Papotti è sempre lì, anzi, Sorprendente ancor più lì, la Regione lo ha aiutato, il Comune mai un problema, gli rimane Italia Nostra….Arrivati a questo punto uno si chiede: ma se l'opera da fare, l'Albergone o un condominio, come a voi pare, è assoluto tutto ok, perché mai tanta paura ? perché mai tanta incertezza? La risposta a sta domanda è proprio il punto; un percorso tanto storto non si salva solo in fondo con le regole del gioco un po' rifatte; c'è poi sempre più che attivo un decreto mai osservato che non lascia tanto spazio. Dunque ? Dunque avanti, venga avanti sto albergone, lo aspettiamo sino in fondo, poi vediamo.
sabato 12 settembre 2015
AVANTI ADAGIO
IL BORGOMASTRO
Visti l'art. 50 del D.Lgs. 18.8.2000, n.267;
Visto l'articolo 13 dello Statuto Comunale;
DISPONE di convocare il consiglio comunale
In sessione straordinaria - seduta di 1° convocazione per il giorno 16 settembre 2015 - ore 18.30
presso la Sede Municipale - Sala Canonica e, qualora non si raggiunga il numero legale in 1° convocazione, in sessione straordinaria seduta di 2° convocazione, per il giorno 16 settembre 2015 - ore 19.30 presso la Sede Municipale - Sala Canonica
Per deliberare il seguente ORDINE DEL GIORNO
Seduta pubblica.
1. Lettura ed approvazione verbali sedute precedenti.
2. Comunicazione decreti sindacali di attribuzione funzioni ai Consiglieri Comunali signori Bolla, Cabrini e Radaelli.
3. Ratifica deliberazioni G.C. N. 101 del 05.08.2015 e N. 107 del 19.08.2015 "Esame ed approvazione 1° e 2° variazione al bilancio di previsione, esercizio finanziario 2015".
4. Esame e approvazione 3° variazione di bilancio di previsione 2015.
5. L.R. 15/89 - Determinazione quota oneri di urbanizzazione per interventi su edifici di culto - esercizio finanziario 2015.
6. Adesione all'Unione Montana tra i Comuni di Baveno, Casale Corte Cerro, Gravellona Toce e Omegna ex-art. 32 T.U. EE.LL. - Approvazione atto costitutivo e statuto.
7. L.R. 28 del 28/12/2007 - Convenzione con l'Asilo Infantile M. Ostini di Stresa. Nomina rappresentanti Commissione Paritetica.
8. L.R. 28 del 28/12/2007 - Convenzione con l'Asilo Infantile C. Bassetti di Carciano di Stresa. Nomina rappresentanti Commissione Paritetica.
9. L.R. 28 del 28/12/2007 - Convenzione con l'Asilo Infantile di Magognino di Stresa. Nomina rappresentanti Commissione Paritetica.
10. Esame ed approvazione modifica al regolamento per l'applicazione dell'imposta comunale sulla pubblicità e per l'effettuazione del servizio sulle pubbliche affissioni.
11. Gruppo Consiliare Progetto Comune - Interpellanza relativa allo stato di degrado immobili Gabbiola e pensilina ex-trenino (prot. N. 11216 del 17.08.2015).
12. Gruppo Consiliare Progetto Comune - Interpellanza relativa allo stato attuale dei cimiteri del Capoluogo e Frazioni (prot. N. 11217 del 17.08.2015).
13. Gruppo Consiliare Progetto Comune - Interpellanza relativa soste selvagge e pericolose su strada provinciale - Ristorante "La Rampolina" (prot. N. 11919 del 03/09/2015).
14. Gruppo Consiliare Progetto Comune - Interpellanza relativa a indecenza servizio igienico per disabili in piazza Marconi (prot. n. 12010 del 05/09/2015).
IL BORGOMASTRO
(Giuseppe Bottini)
giovedì 10 settembre 2015
PROVE D'AUTUNNO
Sarà l'autunno, forse, il banco della prova di questo neo governo con in testa il Borgomastro. E' infatti tradizione che sia la stagione delle prove; archiviata che sarà la lunga estate calda, si riaccendono i motori. Sta volta sarà il "DUP" il nuovo documento impegnativo; una sorte di sintesi, una somma di programmi, annuali e pluriennali che entro il 31 del mese dell'ottobre che verrà, il Borgomastro e il suo nuovo governo dovranno portare in discussione, in esame ed al voto del loro sempre pur docile Consiglio. Avversi, da sempre, ai documenti impegnativi, sta volta son chiamati a metter sulla carta gli impegni del che fare. Non è facile per gente abituata che è, forse, meglio non dire che cosa si vuol fare; comunque la scadenza è quella lì e, bene o male, qualcosa sto Governo, obtorto collo, stilerà. Rivoluzioni in vista comunque non ce n'è; la scusa dei soldi che son scarsi è sempre pronta; di idee non ce n'è molte, di voglia, forse, anche un po' meno, almeno ci auguriamo, peraltro noi speriamo che non facciano dei guai e quindi tra le due: fare disastri o solo far poco di nulla, la seconda di gran lunga è quella preferita. Di certo sparirà la retorica ciarlona che, al tempo di Canio imperatore, colmava il vuoto di governo, gli errori e gli insuccessi, ma incantava i soldatini che obbedienti od incoscienti passavano, in silenzio, il loro tempo dietro i banchi di un Consiglio inesistente. Bottini, il Borgomastro, pur diamogli atto, non nasconderà gli errori dietro una valanga di parole, ma quando li farà pur li ammetterà. Non dunque è lì il problema; che Il Borgomastro sia, umanamente, assai meglio di quello che fu Canio, lì non ci piove; là dove piove è altrove, là dove piove è il limite della risorsa, umana pure quella, che questo governo ha, mentre stann fuori, sì dietro la porta, e bussano i padroni e chiedono di riscuoter l'intero incasso.
mercoledì 9 settembre 2015
CHANCE
L'incontro col Legale ora c'è stato; dopo la doccia fredda con cui è arrivata la sentenza che ha decretato l'inammissibilità, per il sol difetto di notifica, del ricorso avverso la " Zanetta", confessa l'Avvocato quanto sia grande l'amarezza per esser caduti, in modo plateale, su una question di tal pochezza. Non cerca di giustificar quanto accaduto; male, anzi malissimo lui giudica sta cosa che mai successe prima d'ora nel suo Studio, ma dice, invece, ora è accaduto; perché, percome, ricostruire la cosa non me lo chiedete, questo è accaduto punto, il fatto è grave, tanto più grave ancor perché il ricorso aveva più di una qualch chance. Sul piatto ci mette anche il ristoro di un danno che qualcuno ha ricevuto; Lui la denuncia del sinistro l'ha già fatta e se Italia Nostra è lesa, chieda e quanto alla parcella è pari a zero. Questa è la cronaca dunque dell'incontro che ha fatto anche il punto sul che poi fare per contrastare ancora quel disegno che tanto coltivò quel Canio avverso anche alla legge. Non tutto dunque è perso; occorre attendere gli eventi e quando e se usciranno poi tutti quegli atti che permetteranno di fare l'Albergone, occorrerà coglierne i vizi e ripartir, di nuovo, all'arrembaggio. Non deporrem dunque le armi solo perché non fu mandato un messo a consegnar le carte alla " Zanetta"; non lasceremo che tal semplice vizio privi di un giudice lo sfregio di norme consumato; riproveremo ancora per ottener davvero un giudicato. Questa è la promessa dunque e il giuramento che può esser riproposto per onorar sino alla fine l'impegno a che questa vicenda non sia dimenticata, ma venga sottratta alla portata della politica locale e regionale e messa sul tavolo terzo del giudice e, infine, giudicata.
lunedì 7 settembre 2015
NIENTE FRETTA
Non c'è fretta; così pare a leggere il calendario stilato dalla SCRAL che, complice le ferie, aveva fissato per il giorno 25 del mese ora trascorso, l'esame formale dell' unica offerta presentata per il rinnovo dell' impianto che unisce con la fune la costa e la sua vetta. Ordunque, se il giorno 17 del luglio, da tempo, già passato era fissata la data, perentoria, ultima e finale per produrre le buste con le offerte, ne sono poi passate ben cinque settimane per aprire quell'unica busta poi arrivata. Di più, ad oggi, non ne sappiamo, né ci è dato, al momento, di conoscere in quale giorno ed ora dell'anno che sta corso sarà poi completato l'esame finale dell'offerta. Non c'è fretta; la fretta c'era prima, ma ora che la data di consegna è, da tempo già passata, non c'è fretta e l'impianto, non proprio fortunato, può aspettare. Di offerte ce n'è una, così scrisse Gemelli sulla Stampa, ma di offerte preannunciate ce n'era più di una, poi complice la fretta e il tempo che non c'era, così pare, l'offerta si ridusse a quell'unica rimasta, sempre in fondo poi la stessa. Saperlo che di tempo, invece, ancor ce n'era, tanto valeva spostare la data che così tanto perentoria poi non era, ne avrebbe giovato il risultato. Invece si è chiusa quella "gara" in tutta fretta, ben ultima arrivata dopo un tempo sprecato all'infinito per sapere di chi fosse o di chi non fosse quell'onere di fare il banditore, mettendo alla fine sul mercato una domanda insufficiente e chiudendogli di fatto la porta sulla faccia. Vedremo cosa dirà l'unica offerta, vedremo cosa varrà quest'unica offerta; certo che, lo ripetiamo, si è persa un'occasione, un'altra buona occasione. Così non si compirà manco un passo, e anche l'arrivo del nuovo Borgomastro segna, appunto, ancora il passo.
venerdì 4 settembre 2015
IMMORTALI
Si svela pienamente la linea di tendenza del Governo sul tema dell'ambiente. Al tempo dell'Alcade pure ci provammo a stanarlo, tirando in ballo la richiesta di aprire una miniera sul monte Monte Zucchero, però Canio neanche si sognava di prender posizione assai chiara e trasparente, ma sfumava, passando la palla ad altri Enti. Così, fingendo di non sapere niente e un poco nascondendo, l'Alcade uscì di scena, mentre la miniera ebbe a conquistare il permesso di ricerca.Interviene però ora il nuovo PPR che, sul sito in discussione, sembra che abbia prescritto non consentir l'apertura di nuove cave. Sta volta, allora, è l'intero Neo/Governo che, raggiunto che è dalla notizia, fa un sobbalzo. Marchetti, l'uomo interessato, pare allarmato; sicuramente aggancia al centralino il Borgomastro e gli da le indicazioni sul che fare. Riunito che è dunque il Governo, si stila il documento di cui già ne parlammo due soli post già fa e all'ultimo rigo dell'ultima pagina ecco che si scrive, chiedendo all'Ente Regionale: " di mantenere attivo il sito di cava sopra richiamato". Nessuna espression fu mai più chiara, i tempi dell'Alcade, ormai, son finiti, ogni doppiezza è vinta e superata, or quell che si vuole lo si dice, nel caso, lo si scrive. Non c'è imbarazzo; Scarinzi Albino, il falso ambientalista è, come gli altri, in prima fila e il suo voto lo unisce a tutti quanti; in fondo pur lo si sapeva che lui la poltrona soltanto la voleva. Quanto all'Umanista, non ci sorprende affatto il suo nuovo consenso; è dalla natura umana che da anni, ormai, viene forgiato. Prese da sole son tutte due brave persone; ma mettetele al governo, si adattano sempre al peggio; in fondo lo scopo è di durare e come dargli torto, resistono da secoli, ormai sono immortali.
Iscriviti a:
Post (Atom)