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mercoledì 2 settembre 2015

AMBIENTALISTI








Sta volta si sveglia anche il Palazzo e scrive le sue di osservazioni intorno al P.P.R..Se ricordate, abbiamo pubblicato un po' di post già fa, le osservazioni mosse dall'Associazione Italia Nostra allo stesso P.P.R.. Diverso ne è il tenore, diverse le intenzioni e, per quanto si comprende, non tanto si preoccupa il Palazzo di aggiungere, con spirito anche critico e fattivo, un qualche elemento che serva a migliorare la tutela, quanto piuttosto l'intenzione è di cercare un chiarimento, una certezza che, prima fra tutte, consenta senza un ma e senza un se, di lasciar fare il grande albergo. Smentita par dunque la Stampa che aveva già dato il via libera ai lavori, smentita quanto meno la certezza che dietro le parole usate nel nuovo P.P.R. non si celasse ancora un qualche inghippo. Provvede dunque sto Governo, su ordin di qualcuno, a formular quesito in tema, chiedendo che mai significhi "rigenerare" il costruito. A chiarimento vostro, cari lettori, vi spieghiamo che la questione investe la sorte che sembra destinata avranno i noti portici dell'Hotel Des Iles. Non paga di utilizzare quell'area che sta dietro a loro per guadagnar in cubi circa metà dell'incremento dato con la variante che fu chiamata la " Zanetta ", la SIAV srl vuol saturar lì tutti quei cubi. Vigente il vecchio PPR, né poteva fare questo, né poteva far altro che ugualmente fece; vigente il nuovo P.P.R., sembra che possa far, forse, anche questo, ma il dubbio investe il loro consulente, Giacomo Prini, cui lo stesso quesito pur già lui mi pose. Ora però, nel dubbio che persiste, meglio andar cauti e porre la domanda a chi è di dovere. Prono e diligente il Borgomastro infatti vi provvede. Il resto riguarda di sapere se mai si possano o meno fare nuove attività produttive ed il pensiero corre veloce alla Gabbiola; poi c'è la questione delle barriere lungo le strade Anas che fa la Mercegaglia in tutta Italia; poi si implora e qui è il Signor Marchetti che li ringrazia, di lasciar fare la cava, o la miniera che essa sia, al Monte Zughero e poi leggo un pasticcio circa la strada che va da Vezzo a Levo dove sti cedri del Deodara, io per verità non li conosco e temo abbian confuso giusto coi faggi della panoramica di Levo. Eccolo qui il Governo ambientalista, col noto Scarinzi il trasformista e il più noto ancora Professor, grande umanista; quanto a quegli altri non par degni di nota, mentre l'amico Borgomastro almeno è onesto e da quale parte stia lo si capisce, eccome.



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