Incredibile ma è successo. Or l'amico Lazzarini presentava il suo lavoro; era giorno, il pomeriggio e nell'aula già affollata della nota palazzina. Nessuno lo aspettava, ma al tavolo d'onore a tener la prolusione c'era Canio imperatore. Il tema eran le ville, la storia ormai di un epoca felice, ma che ora va in macerie e la lectio magistralis è tenuta dall'Alcade lui in persona che per due lustri continuati come pochi ha comandato. Incredibile anche a dirsi e non solo a raccontarsi, col microfono giusto in mano lui, l'Alcade in carne ed ossa, lui che per anni ha dimostrato che, nei fatti e nei misfatti, il distruggere le ville era il fine perseguito con tenacia e volontà, or che lo scopo ha poi fallito, or si mette a raccontare come i beni culturali han da essere salvati, che è difficil convivenza tra i disegni degli alberghi e il restauro di quei beni, che ci vuole assai bravura negoziare coi padroni per raggiunger l'obiettivo di salvare sempre i beni consentendone un recupero rispettoso e dignitoso. Dove fosse in questi anni ? Chi mai fosse la persona deputata a negoziare ? Che proposte serie e giuste lui ne avesse negoziate ? Tutto quanto era sparito. A dispetto dell'età la memoria è belle andata; i diec anni ormai trascorsi sono un tempo troppo lungo, non ci stanno tutti in testa. Lui dimentica la notte che approvava la " Zanetta" ed al voto del Consiglio si buttava tra le sedie e abbracciava G. con C. . Lui dimentica lo sfregio del diritto, l'arroganza del potente da pensarsi onnipotente; lui dimentica il disegno di far crescere il cemento e riempire tutto quanto pur ci stava lungo l'asse lungo il lago; Lui dimentica un po'troppo e ricicla ora se stesso come fosse un verginello. Non sappiamo la reazione del gran pubblico presente; ma il cronista che qui scrive ebbe un moto di sgomento, un attacco al suo equilibrio, gli pareva fosse un sogno, un filmato del passato, ma montato alla rovescia. Quello scontro duro e forte che portammo in un Consiglio cieco e sordo ed obbediente e che trasse noi in catene per la lesa sua maestà, or diviene, l'altro ieri, un confronto culturale, un dibattito importante, una roba necessaria e sacro santa. Non c'è limite alla storia, la racconti come credi, ti ci credon pure molti; il tiranno è perdonato, ha già indosso l'altra toga, cambia parte, cambia scena, lui accattiva chi ci crede. Tanto è grande lo stupore che alla fine l'editore, il pur buono Lazzarini, va un momento in confusione e si chiude anticipata anche questa sceneggiata.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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