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martedì 21 febbraio 2017

DOCTOR JEKYLL MR. HYDE


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Incredibile ma è successo. Or l'amico Lazzarini presentava il suo lavoro; era giorno, il pomeriggio e nell'aula già affollata della nota palazzina. Nessuno lo aspettava, ma al tavolo d'onore a tener la prolusione c'era Canio imperatore. Il tema eran le ville, la storia ormai di un epoca felice, ma che ora va in macerie e la lectio magistralis è tenuta dall'Alcade lui in persona che per due lustri continuati come pochi ha comandato. Incredibile anche a dirsi e non solo a raccontarsi, col microfono giusto in mano lui, l'Alcade in carne ed ossa, lui che per anni ha dimostrato che, nei fatti e nei misfatti, il distruggere le ville era il fine perseguito con tenacia e volontà, or che lo scopo ha poi fallito, or si mette a raccontare come i beni culturali han da essere salvati, che è difficil convivenza tra i disegni degli alberghi e il restauro di quei beni, che ci vuole assai bravura negoziare coi padroni per raggiunger l'obiettivo di salvare sempre i beni consentendone un recupero rispettoso e dignitoso. Dove fosse in questi anni ? Chi mai fosse la persona deputata a negoziare ? Che proposte serie e giuste lui ne avesse negoziate ? Tutto quanto era sparito. A dispetto dell'età la memoria è belle andata; i diec anni ormai trascorsi sono un tempo troppo lungo, non ci stanno tutti in testa. Lui dimentica la notte che approvava la " Zanetta" ed al voto del Consiglio si buttava tra le sedie e abbracciava G. con C. . Lui dimentica lo sfregio del diritto, l'arroganza del potente da pensarsi onnipotente; lui dimentica il disegno di far crescere il cemento e riempire tutto quanto pur ci stava lungo l'asse lungo il lago; Lui dimentica un po'troppo e ricicla ora se stesso come fosse un verginello. Non sappiamo la reazione del gran pubblico presente; ma il cronista che qui scrive ebbe un moto di sgomento, un attacco al suo equilibrio, gli pareva fosse un sogno, un filmato del passato, ma montato alla rovescia. Quello scontro duro e forte che portammo in un Consiglio cieco e sordo ed obbediente e che trasse noi in catene per la lesa sua maestà, or diviene, l'altro ieri, un confronto culturale, un dibattito importante, una roba necessaria e sacro santa. Non c'è limite alla storia, la racconti come credi, ti ci credon pure molti; il tiranno è perdonato, ha già indosso l'altra toga, cambia parte, cambia scena, lui accattiva chi ci crede. Tanto è grande lo stupore che alla fine l'editore, il pur buono Lazzarini, va un momento in confusione e si chiude anticipata anche questa sceneggiata.                       

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