L'orario è quello solito, la sala è sempre uguale, diversi invece son gli assenti. Dai ranghi del governo ne mancano già un paio, ma a inizio di seduta la terna che si oppone, per bocca del suo capo la nota Severino, annuncia alla platea che, finita la lettura, si alzano e van via. Motiva la protesta il fatto che in Comune non c'è democrazia. Difficile o impossibile l'accesso a tutti gli atti, ritardi su ritardi impediscono agli eletti l'esercizio del mandato. Le scarse interpellanze faticano non poco ad esser messe in atto, seppur vi sia la regola che debbon essere iscritte all'ordine del giorno del primo consiglio che va scena. C'é dunque oltre un motivo per alzare la protesta e meglio lor non credono che lasciare dunque l'aula con tanti di saluti e arrivederci. Sgombrato dunque il campo del nemico per ben tre dei suoi quarti, la strada è sgombra e liberata e nel tenpo di un'oretta si liquida in serata sto Consiglio. Usciti che son dunque dall'aula, il nostro Borgomastro si dice dispiaciuto, gli vengono le lacrime, è quasi emozionato, giustifica e si scusa, ma intanto è ben contento di andare questa sera presto a casa. Inizia or dunque per davvero la serata, ma se devo dire il vero, a me sta volta sta difficile narrare quanto accade. Il fatto è che i nostri governanti non hanno mai imparato e manco par lo vogliano, che quando parli in pubblico ti devi far sentire. Se dunque hai un un microfono ci devi parlar dentro e devi parlar chiaro, usare i toni alti e non quelli più bassi, altrimenti lascia stare. Invece succede all'incontrario. Sarà che sento già un po' poco, sarà che nell'aula c'é una cassa che oltre a riscaldare, e forse anche un po' troppo, fa pure un gran rumore, ma il fatto più importante è che non parlan nel microfono, lo accendono e poi parlano altrove. In questa condizione raccontare quanto accade è dunque assai impossibile. C'é solo il vice Borgomastro che sfugge a questa regola e parla nel microfono. Sarà per suo mestiere un po' più avvezzo degli altri, non so cosa, ma dunque questa volta protesto pure io e l'unico commento che faccio in sto Consiglio è proprio l'intervento che ha fatto l'avvocato. L'argomento all'ordine del giorno era dunque un pagamento, imposto per sentenza, son circa in euro 5 mila, sul caso che riguarda l'eliporto nel bosco collinare. L'occasione è dunque colta dall'unico presente, il Comandante, sui banchi abbandonati per porre anche domande intorno a questo caso. Si vien dunque a sapere, a voce molto chiara del vice Borgomastro, che persiste e insiste sto governo a difender con le unghie ed anche i denti gli atti già cassati da sentenza in primo grado. Si aprono scenari di giudizi a tutto spiano. Ci sono persino due giudizi insieme in campo; con l'uno si contesta la sentenza in primo grado, con l'altro si chiede la sua pronta esecuzione. C'é poi la scena imbarazzante, ci sembra di vedere la Castelli dalla Gruber, che quando il Comandante gli chiede all'avvocato che cosa voglia dire il TAR nell'ordinanza in cui evoca che il Comune ha in atto di far provvedimenti e lui che non risponde, ma cade dalle nubi. Or dunque sta mattina aprendo la pagina dell'albo troviamo la risposta. Si spendono altri soldi, son circa in euro 3.700 per dare nuovi incarichi intorno a questo caso che rischia di diventare un vero e proprio caso.Ma la chicca, giusto al fine, la mette proprio lui, il nostro vice Borgomastro, l'avvocato, che, udite, udite, udite, ci viene a raccontare che in questa storia qui c'é sotto un interesse che il giudice non ha inteso; c'è il pubblico interesse a che questo soggetto che viene dalla Russia ci faccia l'eliporto e arrivi dunque in fretta. Nel caso di bisogno ci atterra pure lui.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
Visualizzazioni di pagine: ultimo mese
giovedì 29 novembre 2018
domenica 25 novembre 2018
SI PARLA D'ALTRO
CITTA’ DI STRESA (Provincia del Verbano – Cusio – Ossola)
Stresa, 22 Novembre 2018
Oggetto: Convocazione straordinaria del Consiglio Comunale.
IL BORGOMASTRO
Visti l’art. 50 del D.Lgs. 18.8.2000, n.267;
Visto l’articolo 13 dello Statuto Comunale;
D I S P ON E di convocare il CONSIGLIO COMUNALE in sessione straordinaria – seduta di 1° convocazione per il giorno mercoledì 28 Novembre 2018, ore 18.30 presso Palazzo dei Congressi, Sala Iacono e, qualora non si raggiunga il numero legale in 1° convocazione, in sessione straordinaria seduta di 2° convocazione, per il giorno mercoledì 28 Novembre 2018, ore 19.30 presso Palazzo dei Congressi, Sala Iacono Per deliberare il seguente
O R D I N E D E L G I O R N O
Seduta pubblica.
1. Lettura ed approvazione verbali seduta precedente.
2. Trasformazione del Consorzio Obbligatorio Unico di Bacino in Consorzio di Area Vasta ex-art. 7 comma 1 lettera b) e artt. 8,9 e 33 L.R. Piemonte n. 1/2018. Ratifica delibera Assemblea Consortile n°9 del 28.06.2018 ed approvazione convenzione e statuto ex-art. 33 comma 5 della L.R. n. 1/2018. 3. Nuovo Regolamento edilizio regionale. Recepimento.
4. Esame ed approvazione Documento Unico di Programmazione Semplificato 2019/2021.
5. Esame ed approvazione XI variazione al Bilancio di previsione 2018/2020. 2
6. Mancata ratifica nei termini della deliberazione G.C. N. 84 del 06.06.2018 ad oggetto “Esame ed approvazione 3° variazione al bilancio di previsione 2018/2020”. Provvedimenti ai sensi dell’articolo 175, comma 5 D. Lgs. 267/2000.
7. Riconoscimento debito fuori bilancio.
8. Programma Triennale Opere Pubbliche 2018/2020 ed Elenco Annuale 2018. Variazione N. 3.
9. Convenzione tra il Comune di Stresa e l’Asilo Infantile Marzio Ostini per il funzionamento della Sezione Primavera, triennio 2017/2019, rif.to D.C.C. N. 93 del 22.12.2016 – Rettifica.
IL BORGOMASTRO
firmato : Bottini
domenica 18 novembre 2018
MORTE ANNUNCIATA, LA CRONACA
Tanto per festeggiare il fine anno che velocemente ormai si avvicina, un'altra bellissima notizia esce dalle ovattate mura del Palazzo. La notizia, ma più propriamente si dovrebbe parlare di una morte annunciata da tempo è che " Fiera Milano" , la potente società a partecipazione pubblica che organizza ogni anno centinaia e centinaia di conventions e di eventi, ha dato forfait. Insomma il concessionario della gestione del Palacongressi, salutato al suo arrivo come il salvatore della patria, ha gettato la spugna. Anticipando la fine del contratto ha consegnato le chiavi nelle mani del Borgomstro. Evidentemente non c'é stato nulla da fare; il combinato disposto della concorrenza alberghiera, la stagnazione economica e, probabilmente, il non ritenere questo asset strategico per Fiera Milano, ha portato alla fine anticipata dell'esperienza che, per vero, non si può certo dire sia mani cominciata. Un'altra tegola dunque per il governo incolore che, come al solito, non saprà che pesci prendere. Aggiungo che tanto doveva essere un inutile peso questo Palacongressi che Fiera Milano, pur di levarselo di dosso è ben disposta a pagare ogni dovuta penale. Magra consolazione per un governo che da anni chiude gli occhi di fronte a questo fallimento differito e che ora vi ho annunciato, credo in anteprima. Da anni lo scriviamo, ma solo un cieco non poteva non vedere che per qualunque concessionario sarebbe stato molto difficile giustificare il versamento di un cospiquo canone annuale a fronte di nessuna entrata. Solo un cieco e infatti il nostro governo non ha una vista molto acuta, semmai il contario e questo è il risultato o meglio un altro dei risultati che vengono puntualmente infilati nelle gestioni dei beni pubblici, cioé nostri. Evviva.
sabato 17 novembre 2018
IL CONFLITTO CHE STA SOTTO
La trasparenza, qualità a sproposito evocata una volta sì e un'altra volta pure, nelle discussioni, più o meno teoriche, intorno alla bontà o cattiveria, vedete voi, della amministrazione pubblica in generale, molte volte, questa trasparenza appunto rischia di essere talmente elevata che manco si vede. Un caso, abbastanza ecclatante, è quello della composizione delle commissioni locali del paesaggio che, bontà loro, devono esprimere pareri professionalmente adeguati su buona parte dei progetti edilizi in ambiti soggetti ai vincoli di paesaggio. Va da sè che la questione è delicata vertendo su di una materia elettoralmente sensibile la cui sottrazione all'ambito discrezionale dei governanti eletti per, formalmente, essere attribuita al giudizio, anche questo molte volte discrezionale, di una commissione tecnica, non è cosa così pacifica e acquisita. La scelta della troica che generalmente compone le commissioni è dunque un atto delicato cui i governanti quando si accingono, compiono con estrema attenzione, ben sapendo quali potrebbero essere i negativi effetti elettorali di una scelta avventata. Dunque; dunque calma e gesso, la prima regola è quella di premiare la competenza certo, ma non troppo; il troppo guasta e dunque è sempre bene mitigare, o meglio annacquare la competenza, scegliere una via di mezzo, nel mezzo appunto, in quel punto medio di una curva statistica dove si annidano i più e dunque i meno peggio. Un 'altra regola importante è il localismo, cioé quella caratteristica che spaccia per qualità l'appartenza locale di un soggetto, quasi che un residente in Canton Ticino, per fare un esempio transfrontaliero, non fosse capace di valutare un progetto fatto in Italia. Dunque li prendono in casa, o quasi. Prendendoli in casa, questo non significa prenderli a caso o addirittura a sorte, sarebbe un errore grave, un passo falso con ricadute pericolose; anche qui deve essere usata la calma e il gesso. C'é sempre un'appartenza che conta, un'influenza da non sottovalutare e da magari utilizzare, una vicinanza da premiare. Insomma tutte robe che mica poi le scrivono quando vanno a nominare, ma tutte robe che pensono, eccome che le pensono. Prendendoli in casa c'è però un problema. Ho scritto c'é, ma avrei dovuto scrivere ci sarebbe. Il problema che c'è, ma che fanno finta di non vedere è che in casa quelli ci lavorano e se ci lavorano rischiano di impattare, spesso e volentieri, accentuerei l'attenzione sul volentieri, con l'attività o meglio il servizio pubblico a cui il locale governo li ha chiamati. Come vedete ci stiamo pericolosamente avvicinando al punto cui vogliamo arrivare in questo blog odierno: cioè a Giacomino l'archistar. Non abbiamo il dato, essendo credo un dato riservato, una volta non lo era,. ma sarebbe interessante seguire l'andamento avuto dalla curva dei suoi redditi fiscali da quando il nostro Archistar è stato insediato in Commissione. Ci auguriamo che tale curva abbia avuto un andamento positivo, superando brillantemente la crisi economica che invece ha colpito anche molti suoi colleghi in questi anni, addirittura ci aspetteremmo di vedere dei veri e propri picchi di crescita improvvisa, merito certo delle sue indiscusse qualità professionali. E' un fatto che l'ormai, anche lui, maturo professionista si è ben collocato nel solco della tradizione familiare che negli anni 60 e successivi ha messo il suo nome sulla, oggi inutillizzata, crescita edilizia condominiale della cittadella, disegnando con gli inconfondibili archi e archetti buona parte del paesaggio.Con indubbio intuito e fiuto da segugio di razza (il detto popolare con cui la famiglia è conosciuta è perfetto) ha saputo individuare la nuova pista da battare, il nuovo mercato in cui inserirsi, fare affari, tenere uffici, tutto nuovo business da affiancare a quello locale sempre attivo certo, ma un po' in stand by dopo la non brillante fine, per ora , del caso " Zanetta", anche se prontamente compensato dal caso supermercato. Sensibilità e spirito di pubblico servizio chiederebbe di fare un passo indietro, come si dice in queste ricorrenti occasioni, capire che forse tenere un piede in due scarpe non è proprio elegante anche se comodo. Difficile che dal Palazzo il Governo gli dica qualche cosa, lo hanno messo lì apposta, ma insomma la famiglia, la dinastia ha già dato, scusate ha già avuto, e forse oggi potrebbe ben vivere di rendita per l'eternità.
martedì 13 novembre 2018
COMUNE SFIORITO
Stresa è un comune sfiorito "top green"; lo annuncia il cronista della città che subito, per colpa di una s in più , si affretterà a dichiarare l'ennesima fake news. Comunque andiamo avanti nella lettura della notizia, apportandovi un qualche ulteriore e dovuto approfondimento di cui la nostra redazione si assume la piena paternità e , nel caso anche maternità, esonerando, sin da ora il cronista, da inutili precisazioni. Stresa ha comunque confermato che "Quattro Fiori", quelli che siamo soliti vedere, è il livello più alto, a livello nazionale, del riconoscimento del Concorso Comuni Sfioriti. Avessimo saputo che bastavano quattro fiori, ci saremmo iscritti pure noi che, per inciso, teniamo un parco giardino di tutto rispetto. Ma andiano avanti nella lettura: Il riconoscimento è stato consegnato al vice giardiniere Carlo Falciola e al Sovrintendente al verde turistico, Professore Alberto Galli. Hanno dovuto andare in missione sino a Bologna per riceverlo, domenica scorsa. Nessuno glielo avrebbe portato, salvo spedirlo con tassa a carico del destinatario. Comunque Stresa è anche "Comune Sfiorito Top Green" per l'investimento pro capite nella manutenzione del verde e nelle fioriture. Ciò significa che di soldi ne spende molti, ma che il risultato è poco e si vede. Nel club esclusivo dei comuni, questa volta veramenteTop Green anche Merano, Grado, Savigliano, Prè Saint Didier e Cervia. L' "anche" probabilmente è scappato per un errore del cronista perché , onestamente,il confronto con Merano ci indurrebbe una qualche perplessità, non conosciamo gli altri. Adesso la sfiga è in vista del 2019; fare peggio è difficile, ma si può provare, partendo, ci informa l'articolista, dall'impianto di irrigazione del lungolago, una roba sempre rotta, e senza dimenticare le panchine della nostra passeggiata, che hanno bisogno di un po' di attenzione e che pensiamo potranno degnamente ospitare i nostri governanti quando si saranno decisi a cambiare mestiere: a fare i girdinieri non ce li vedo molto: pollice verso. .
sabato 10 novembre 2018
ARCHISTAR- NUOVO ATTO
Ultima notizia: Villa Ostini diventerà un nuovo albergo di gran lusso. La mano che firma sto progetto è l'Archistar: Giacomino per gli amici, ormai assunto a tempo pieno dall'ultimo zar approdato qui sul lago. Attenzione;ci ha messo la sua firma, non sappiamo se anche il resto, dubitiamo. Comunque è il referente, ormai obbligato, cui in genere i più ricchi si avvalgono pensando di trovarvi un buon appoggio. Gentile e riservato fa proprio al loro caso e dunque or vive ormai di rendita. Ma tornando a Villa Ostini, l'acquirente fortunato, proveniente dalle terre dell'Eurasia o giù di lì, non è nuovo ad acquisti su sto lago: Villa Lasio qui da noi e l'ex Eden a Verbania sono quelli andati già a buon fine e Villa Ostini completa, per ora, la provvista. La domanda che si pone è come mai sarà il progetto, se sta Villa in qualche modo sarà salvata o invece del tutto soppiantata. Le notizie, a riguardo, non son molte; la sua stazza dovrebbe assestarsi su circa 7.000 cubi mal contati, tre volte l'attuale e le camere o suite: una trentina. Quanto al resto, le indiscrezioni ci dicono che il progetto è stato presentato, ma che non proprio fidandosi del tutto dell'Archistar, ad altri, nel caso più altolocati, sarebbe stato affidato il compito di seguirne le vicende autorizzatorie che devono svolgersi nella capitale subalpina. Il fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio, evidentemente, è un detto universale e il nostro Archistar, come noto, sembra che abbia più peso in patria che altrove. D'altronde , la vicenda "Zanetta" non può essere ascritta all'interno del curriculum professionale del nostro artista, ma non può, ahilui, neppure pensare che non sia conosciuta e diffusa. Meglio quindi tenere un profilo basso, riservato, garbato, persino ossequioso, meglio ancora persino quasi sottomesso. Con questo profilo si va ovunque; non ti valuterebbero neanche un euro, o un rublo se preferite, ma intanto... Vedremo.
giovedì 8 novembre 2018
PUNTO E A CAPO
A leggere qua e là ci viene da pensare che il tempo che è passato non è mica poi passato. Notizia di Gemelli: si torna, quasi certo, sui ai campetti. Ordunque ora si scopre, se la notizia è quella vera, che nel tempo che è passato ci hanno tutti un po' scherzato. Insomma si è speso tanto tempo, si son spesi pure soldi, mica pochi, anzi tanti; si sono divertiti a far e poi rifare progetti e antiprogetti e adesso che sembra siano arrivati alla canna del gas: punto e a capo, scusate, abbian scherzato. Ma vah ? Il dubbio dunque viene se sono o se ci fanno. Pazienza se tutte queste ipotesi che sono poi passate si fossero studiate al tempo e modo giusto. Sarebbe anche corretto: guardarsi bene in giro, guardare un po' le carte, stimare sempre i costi, insomma ponderare, fors'anche ragionare e poi, scusate: decidere e finirla. La storia è un po' diversa; la storia è andata storta ed oggi pur si legge che il Maggia su al Forlano avrebbe pure lì problemi coi vincoli di piano ! Non so se sia pur vero, non ho guardato ancora, ma se pure fosse vero, la cosa sarebbe fuor di testa e tanto per cambiare vi dico di guardare le carte dei campetti che qualche dubbio in più ci sorge pure lì. Insomma questo tempo più passa e più è un mistero. Io credo 4 volte sian cambiati i governi provinciali e ognuno poi a giocato ha metter qua e là la sede di sto Maggia. Na volta c'è un motivo, un'altra ce n'é un'altro, e avanti che si cambia, ma il giro poi finisce. la Perla è piccolina, la boa l'abbiamo fatta e adesso si riprende, avanti un altro giro; ci vien il mal di testa, ci sembran burattini.
Iscriviti a:
Post (Atom)