Allora ci siamo. Passata indenne o quasi dalla crisi iniziata nel 2008, la Perla aveva visto i numeri del suo Pil crescere quasi sempre, anno dopo anno. Era sembrato avere la certezza che niente e nessuno potesse fermarne l'avanzata. Le crisi finanziarie avevano certamente toccato i portafogli, più o meno consistenti, di una parte della sua popolazione stanziale, ma se questa aveva saputo resistere, la curva delle borse prima o poi avrebbe incominciato a risalire ed infatti ciò è poi avvenuto, forse anche troppo. Quanto alla crisi industriale, quella che aveva messo a terra un quarto della capacità produttiva della nazione, manco l'ombra. Insomma un bengodi. Certo il valore immobiliare era sceso, l'invenduto cresciuto ed il turismo congressuale in quegli anni era scomparso, d'altra parte per il povero Palacongressi già ci aveva pensato qualun altro ad azzerarne l'attività. Però intanto la globalizzazione faceva il suo corso e se entravano in crisi i turisti di una parte del mondo, venivano prontamente sostituiti da quelli provenienti da un'altra parte del mondo. Insomma, anche se il bicchiere si svuotava da una parte, si riempiva dall'altra. Tutto bene dunque ? Ma sì, se il Pil con il segno + e il bilancio aziendale pure sono valori assoluti, la risposta non può che essere quella. Ma adesso cambia. Non è scoppiata la terza guerra mondiale, quella è rimandata ancora di un po' di anni, ma improvvisamente, o quasi, si è cascati tutti in uno stato assolutamente paragonabile a quello bellico, almeno sul fronte interno. la prospettiva, niente affatto irrealistica, è la chiusura totale che si protrarrà sin quando nessuno ancora lo sa e anche quando si inizerà ad uscirne, non sarà certo un liberi tutti, ma con prudenza. Sta volta le crisi si sommeranno tutte assieme:quella finanziaria, già in corso, quella industriale, pure; quella economica che interesserà tutti i settori, salvi quelli essenziali; insomma se ci avessero tolto l'energia elettrica e lasciati al buio, oggi non sarebbe molto diverso. Quanto al turismo, gioco forza, questa volta è stato il primo a cadere e sarà l'ultimo a riprendersi. Con questa premessa le prospettive della Perla non sono affatto rosee e, in prima battuta dovrà dar fondo alle riserve, certamente abbondanti in alcuni settori, assolutamente no in altri. La stagione turistica, l'inizio e non solo, così come l'abbiamo conosciuta da sempre, per la prima volta nella nostra memoria, non ci sarà, e se ci sarà, non sappiamo quando. Ma questa realistica nera prospettiva impone pur delle riflessioni, forse anche oltre la contingenza. Prendiamo le cose buone che in questi giorni stanno accadendo. Improvvisamente è sparito il rumore di fondo, quello provocato dal traffico stradale che durante tutto l'anno ci disturba senza che noi manco ce ne facciamo più caso ed è pure sparito, anzi non nato, quello che in stagione turistica è provocato dalla navigazione eccessiva sul lago. Se apprezziamo questo cambiamento è bene che ne nasca una riflessione sul dopo. E' proprio impossibile non ritornare ai livelli precendenti del rumore da traffico ? Sarà difficile poter mantenere gli attuali livelli sonori, ma un qualche correttivo permanente è pur possibile, ad esempio imponenendo una bassa velocità nell'attraversamento urbano il livello di rumore scende e la sicurezza aumenta; ad esempio, introducendo una regolamentazione speciale della navigazione sul fronte delle Isole, il rumore pure può scendere; ad esempio, incentivando il rilascio delle licenze di trasporto lacuale non di linea, a favore di natanti a propulsione non convenzionale o con potenze più ridotte, i rumori possono scendere; ad esempio ancora e infine, incentivando il rilascio sempre di licenze di trasporto lacuale non di linea, a favore di soggetti associati in impresa, i numeri dell' attuale eccessiva flotta possono scendere, gli investimenti e i costi di produzione pure e i guadagni utili netti aumentare ed anche in questo caso i rumori si abbasserebbero di livello. Prospettive più o meno lunghe, certamente, ma almeno iniziare a parlarne e a sperimentare sarebbe bene e, guarda caso, sarebbero tutte misure apprezzate dal turismo in quanto aumenterebbero la qualità dell'ambiente. Insieme alla scomparsa del rumore, in questi giorni, compiamo un passo indietro nel tempo. Complici anche le belle giornate e il silenzio di cui ho fatto cenno, il paesaggio di lago, almeno per quegli aspetti che ho trattato, è ritornato ad essere quello che poteva essere addirittura prima della rivoluzione industriale, cioé ci viene restituita in un' immagine ottocentesca, aprendo una finestra nel tempo che a noi, vittime più che figli della rivoluzione informatica, mai sarebbe parsa possibile e che, salvo incredibili insensibilità, non può non stupirci. Questo momento reale di un passato diversamente virtuale o immaginario, ci deve aprire ad una riflessione profonda sul valore del paesaggio, sul dovere della sua conservazione, sull'attenzione da porre alle sue modifiche, troppo spesso decise e volute in funzione di quell'aumento forsennato del Pil che adesso vediamo dove è finito. Ne saremo capaci? Quando si esce da una guerra, si esce in modo diveso da come si era entrati; nulla mai è stato come prima ed anche questa volta, nulla poi dovrà esserlo. Quelli che però, più di ogni altra cosa sono spariti o meglio che oggi, giorno di S. Giuseppe, inizio canonico della stagione turistica, sono scomparsi sono proprio i turisti, i consumatori del servizio turistico che la Perla offre, o meglio offriva, quelli che con il loro consumo alimentavano il Pil locale. Il positivo di questo disastro è sempre la nuova, per verità bisognerebbe dire antica, immagine della Perla, restituita alla sua integrità originaria: scomparsa o quasi delle auto, sia in circolazione che in sosta, pochi temerari pedoni e ancora il silenzio e la luce padroni quasi assoluti. Al netto delle tragiche circostanze, ai nostri occhi si apre una cittadella che, per certi aspetti, vorremmo prendere come modello. Il problema parcheggi è risolto; ci voleva tanto ? Probabilmente sì. Ci vorrebbe tanto ? Probabilmente no, ma nessuno dei suoi ormai obsoleti anche se prorogati governanti ha avuto mai la capacità di farlo. Quanto invece all'aspetto più delicato, l'assenza forzata dei suoi principali clienti pagatori, questo è un avviso, forse anche qualche cosa di più. Cambiare il passo è il segnale che deve venire. La cittadella non si deve aprire soltanto quando la massa turistica comunque arriva e i numeri del Pil segnano i valori più alti. Ci vuole un freno da un lato e una continuità dall'altro. Se salta quest' anno, come salterà, la stagione tradizionale, occorre lo sforzo creativo, "aiutati e favoriti" da una metereologia mutata, per aprire il prossimo inverno con un modello turistico soft, assolutamente possibile e assolutamente necessario. Non lo descrivo qui perchè tante volte l'ho già descritto, andatevelo a rileggere. Intanto la prorogatio, quella che farà sopravvivere ormai tutto l'anno i non più degni e obsoleti governanti della Perla, incapaci non tanto di essere creativi, ma persino di garantire la legittimità amministrativa degli loro atti di governo, questa prorogatio c'è da augurarsi che faccia sì che qualche novità si affacci sulla scena delle possibili elezioni autunnali. Solo così e se ci sarà un vero cambio di generazioni e di intelligenze, lo scenario post bellico potrà essere gestito con una qualche speranza in più.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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giovedì 19 marzo 2020
ANTI VIRUS
Allora ci siamo. Passata indenne o quasi dalla crisi iniziata nel 2008, la Perla aveva visto i numeri del suo Pil crescere quasi sempre, anno dopo anno. Era sembrato avere la certezza che niente e nessuno potesse fermarne l'avanzata. Le crisi finanziarie avevano certamente toccato i portafogli, più o meno consistenti, di una parte della sua popolazione stanziale, ma se questa aveva saputo resistere, la curva delle borse prima o poi avrebbe incominciato a risalire ed infatti ciò è poi avvenuto, forse anche troppo. Quanto alla crisi industriale, quella che aveva messo a terra un quarto della capacità produttiva della nazione, manco l'ombra. Insomma un bengodi. Certo il valore immobiliare era sceso, l'invenduto cresciuto ed il turismo congressuale in quegli anni era scomparso, d'altra parte per il povero Palacongressi già ci aveva pensato qualun altro ad azzerarne l'attività. Però intanto la globalizzazione faceva il suo corso e se entravano in crisi i turisti di una parte del mondo, venivano prontamente sostituiti da quelli provenienti da un'altra parte del mondo. Insomma, anche se il bicchiere si svuotava da una parte, si riempiva dall'altra. Tutto bene dunque ? Ma sì, se il Pil con il segno + e il bilancio aziendale pure sono valori assoluti, la risposta non può che essere quella. Ma adesso cambia. Non è scoppiata la terza guerra mondiale, quella è rimandata ancora di un po' di anni, ma improvvisamente, o quasi, si è cascati tutti in uno stato assolutamente paragonabile a quello bellico, almeno sul fronte interno. la prospettiva, niente affatto irrealistica, è la chiusura totale che si protrarrà sin quando nessuno ancora lo sa e anche quando si inizerà ad uscirne, non sarà certo un liberi tutti, ma con prudenza. Sta volta le crisi si sommeranno tutte assieme:quella finanziaria, già in corso, quella industriale, pure; quella economica che interesserà tutti i settori, salvi quelli essenziali; insomma se ci avessero tolto l'energia elettrica e lasciati al buio, oggi non sarebbe molto diverso. Quanto al turismo, gioco forza, questa volta è stato il primo a cadere e sarà l'ultimo a riprendersi. Con questa premessa le prospettive della Perla non sono affatto rosee e, in prima battuta dovrà dar fondo alle riserve, certamente abbondanti in alcuni settori, assolutamente no in altri. La stagione turistica, l'inizio e non solo, così come l'abbiamo conosciuta da sempre, per la prima volta nella nostra memoria, non ci sarà, e se ci sarà, non sappiamo quando. Ma questa realistica nera prospettiva impone pur delle riflessioni, forse anche oltre la contingenza. Prendiamo le cose buone che in questi giorni stanno accadendo. Improvvisamente è sparito il rumore di fondo, quello provocato dal traffico stradale che durante tutto l'anno ci disturba senza che noi manco ce ne facciamo più caso ed è pure sparito, anzi non nato, quello che in stagione turistica è provocato dalla navigazione eccessiva sul lago. Se apprezziamo questo cambiamento è bene che ne nasca una riflessione sul dopo. E' proprio impossibile non ritornare ai livelli precendenti del rumore da traffico ? Sarà difficile poter mantenere gli attuali livelli sonori, ma un qualche correttivo permanente è pur possibile, ad esempio imponenendo una bassa velocità nell'attraversamento urbano il livello di rumore scende e la sicurezza aumenta; ad esempio, introducendo una regolamentazione speciale della navigazione sul fronte delle Isole, il rumore pure può scendere; ad esempio, incentivando il rilascio delle licenze di trasporto lacuale non di linea, a favore di natanti a propulsione non convenzionale o con potenze più ridotte, i rumori possono scendere; ad esempio ancora e infine, incentivando il rilascio sempre di licenze di trasporto lacuale non di linea, a favore di soggetti associati in impresa, i numeri dell' attuale eccessiva flotta possono scendere, gli investimenti e i costi di produzione pure e i guadagni utili netti aumentare ed anche in questo caso i rumori si abbasserebbero di livello. Prospettive più o meno lunghe, certamente, ma almeno iniziare a parlarne e a sperimentare sarebbe bene e, guarda caso, sarebbero tutte misure apprezzate dal turismo in quanto aumenterebbero la qualità dell'ambiente. Insieme alla scomparsa del rumore, in questi giorni, compiamo un passo indietro nel tempo. Complici anche le belle giornate e il silenzio di cui ho fatto cenno, il paesaggio di lago, almeno per quegli aspetti che ho trattato, è ritornato ad essere quello che poteva essere addirittura prima della rivoluzione industriale, cioé ci viene restituita in un' immagine ottocentesca, aprendo una finestra nel tempo che a noi, vittime più che figli della rivoluzione informatica, mai sarebbe parsa possibile e che, salvo incredibili insensibilità, non può non stupirci. Questo momento reale di un passato diversamente virtuale o immaginario, ci deve aprire ad una riflessione profonda sul valore del paesaggio, sul dovere della sua conservazione, sull'attenzione da porre alle sue modifiche, troppo spesso decise e volute in funzione di quell'aumento forsennato del Pil che adesso vediamo dove è finito. Ne saremo capaci? Quando si esce da una guerra, si esce in modo diveso da come si era entrati; nulla mai è stato come prima ed anche questa volta, nulla poi dovrà esserlo. Quelli che però, più di ogni altra cosa sono spariti o meglio che oggi, giorno di S. Giuseppe, inizio canonico della stagione turistica, sono scomparsi sono proprio i turisti, i consumatori del servizio turistico che la Perla offre, o meglio offriva, quelli che con il loro consumo alimentavano il Pil locale. Il positivo di questo disastro è sempre la nuova, per verità bisognerebbe dire antica, immagine della Perla, restituita alla sua integrità originaria: scomparsa o quasi delle auto, sia in circolazione che in sosta, pochi temerari pedoni e ancora il silenzio e la luce padroni quasi assoluti. Al netto delle tragiche circostanze, ai nostri occhi si apre una cittadella che, per certi aspetti, vorremmo prendere come modello. Il problema parcheggi è risolto; ci voleva tanto ? Probabilmente sì. Ci vorrebbe tanto ? Probabilmente no, ma nessuno dei suoi ormai obsoleti anche se prorogati governanti ha avuto mai la capacità di farlo. Quanto invece all'aspetto più delicato, l'assenza forzata dei suoi principali clienti pagatori, questo è un avviso, forse anche qualche cosa di più. Cambiare il passo è il segnale che deve venire. La cittadella non si deve aprire soltanto quando la massa turistica comunque arriva e i numeri del Pil segnano i valori più alti. Ci vuole un freno da un lato e una continuità dall'altro. Se salta quest' anno, come salterà, la stagione tradizionale, occorre lo sforzo creativo, "aiutati e favoriti" da una metereologia mutata, per aprire il prossimo inverno con un modello turistico soft, assolutamente possibile e assolutamente necessario. Non lo descrivo qui perchè tante volte l'ho già descritto, andatevelo a rileggere. Intanto la prorogatio, quella che farà sopravvivere ormai tutto l'anno i non più degni e obsoleti governanti della Perla, incapaci non tanto di essere creativi, ma persino di garantire la legittimità amministrativa degli loro atti di governo, questa prorogatio c'è da augurarsi che faccia sì che qualche novità si affacci sulla scena delle possibili elezioni autunnali. Solo così e se ci sarà un vero cambio di generazioni e di intelligenze, lo scenario post bellico potrà essere gestito con una qualche speranza in più.
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