La soluzione deve essere quella razionale e non necessariamente quella elettorale. Io credo che si debba tenere ben fermo questo principio se si vuole veramente chiudere la partita Alberghiera; altrimenti addio, lo si dica chiaro. Qualcuno obietterà sollevando il polverone della democrazia tradita. Ma quando mai ! Quando mai si tradisce la democrazia; semmai tradire è non osare presentare una soluzione razionale e invece coltivarne una emotiva e questo sì è confondere l'obbligo di chi aspira ad essere un elite locale, proponendo una propria soluzione, con quello di chi alimenta la rincorsa ai temi emozionali, cercando di pescare lì un facile consenso, ma tanto anche fragile che rischia di essere la madre delle peggiori soluzioni, vedi la vasca per il bagno. La questione Alberghiera sembrerebbe dunque proprio essere scivolata in un tunnel senza fine dove l'unica cosa che si vede è il buio. Si invoca la fine mandato, quale tempo inutile per le decisioni, ma quando il tempo era invece utile dove stavano quelli che ora invocano quello inutile? C'é qualche strumentalità di troppo; tanto più che i decisori di domani non saranno molto diversi da quelli di oggi. Anche il Professore che, almeno stando all'anagrafe degli amministratori, non dovrebbe fare più parte di quelli di domani, si è cimentato sino all'ultimo per affossare un'altra soluzione possibile. Poi non gradisce i commenti di questi post, ma c'è un unico rimedio per evitare i giudizi: starsene a casa, come ha fatto l'altro suo collega contrario alla decisione. C'é però un modo per uscire con onore da un imbarazzante stallo. L'ho indicato nella prima riga di questo post e cioé quello della razionalità con cui devono compiersi le scelte. Vero è che la razionalità non sembra abbia brillato nel passato, non saremmo ancora qui dopo almeno tre lustri a discutere della stessa cosa, ma proprio per questo ora dovrebbe cambiarsi il passo e mettere un po' tutte le soluzioni in parallelo, confrontando pro e contro e alla fine trarre la conclusione più corretta. Le ipotesi, passate, presenti e future, sono 5 o 6, non di più. Proviamo a metterle in fila e vedere se si arriva a conclusione.
La prima soluzione: ai Campetti. Avversata dai più per la sua inadeguatezza logistica, il suo progetto non ha mai ottenuto l'assenso formale della Soprintendenza essendo ambito vincolato e l'opera particolarmente impattante; di più mancava la strada di arroccamento. Circa quest'ultima, le ipotesi trapelate per la sua realizzabilità fanno comprendere che avrebbe costi elevatissimi. Rispetto al tempo in cui era stata individuata questa scelta, è sopraggiunto un adeguamento dello strumento urbanistico e una parte dell'area si trova classificata nella classe più elevata di rischio idrogeologico, tanto da essere definita inedificabile. Infatti sono queste ultime le ragioni che avevanmo fatto cadere anche la seconda ipotesi, quella che metteva la scuola nel campo di calcio e il campo veniva trasferito ai Campetti. Pare dunque che persistere nel perseguire queste ipotesi sarebbe come sbattere contro un muro.
La seconda soluzione partiva dall'ipotesi dello scambio campo di calcio Forlano /Alberghiera/nuovo campo di calcio e dismissione della vecchia sede Maggia. Come fatto cenno, inizialmente il nuovo campo sarebbe dovuto andare ai Campetti, ma tra vincoli e strada, anche questa ipotesi doveva essere abbandonata in favore del trasferimento del campo sulla Motta Vinea. Alla fine pare che non ci fossero i soldi neanche per questa soluzione e quindi è andata in standby. Era una soluzione razionale ? Non troppo se si considera che per fare una nuova opera se ne sarebbe dovuta buttar via un'altra e rifare quest'ultima ex novo. Infatti non se ne è fatto nienter e adesso nessuno più la vuole, manco quelli che l'avevano votata.
Terza soluzione: ex Warné. Soluzione che logisticamente non andrebbe male essendo prossima alla Stazione ferroviaria, comunque da ottimizzare con qualche opera. Per il resto, acquisto a parte, ma finanziabile a questo punto con la cessione del Maggia, ci potrebbe stare. C'é, è vero la questione della vicinanza di un pozzo dell'acquedotto, ma spostare il pozzo e farne uno nuovo, costerebbe senz'altro meno che spostare una scuola.
Quarta soluzione: Palacongressi. In questo caso conviverebbe con la vecchia scuola. Sarebbero da ristrutturare entrambi e, fatto salvo il salone che dovrebbe rimanere tale, tutto il resto dovrebbe passare alla scuola, sempre che basti e avanzi. Non dovrebbe neppure costare moltissimo, ma sono già stati spesi una fila di milioni di euro in questi anni, e l'opzione Palacongressi si perderebbe per sempre. Questo non mi pare sia un punto a favore. Piuttosto da valutarlo come sede transitoria in attesa che entri in funzione la soluzione finale.
Quinta soluzione: Area collegio Rosmini. Anche questa soluzione sconta problemi logistici non da poco. L'impatto su quell'area di una grande struttura sarebbe tutta da valutare e l'inserimento molto critico dopo che l'edificio del collegio è stato messo sotto la tutela di un vincolo monumentale. Si rischia di iniziare un altro percorso a ostacoli di cui non se ne vede l'esito.
Sesta soluzione: E' un po' complessa, ma è la più semplice. La scuola elementare va alla Provincia e diventa, ampliata e sopralzata, sede per la didattica dell' Alberghiera. Il Maggia rimane, riveduto e corretto. Le scuole elementari, con i numeri in crollo delle nascite: 2015 n. 32- 2016 n. 36-2017 n.18- 2018 n. 26- 2019 n. 20, vanno in ala nuova, in sopralzo o in estensione o entrambi, della scuola media. Nella proposta ventilata, c'è pure una ritrutturazione provvisoria del collegio Rosmini per ospitare una parte dell'alberghiera, nella fase transitoria. Logisticamente va bene, pure bene la razionalizzazione degli edifici scolastici che il Comune si vedrebbe fare a gratis o quasi. Non bene spendere soldi in casa altrui e allora ho indicato il Palacongressi come sede provvisoria, almeno i soldi sono spesi in casa propria.
Girano ancora un altro paio di solzioni, ma non le voglio neppure considerare e dopo questo più nulla, l'Alberghiera va altrove dove l'aspettano in tanti e tanto volentieri.