L’anno che tramonta
E così, giusto trenta giorni ancora, ma ormai l’anno finanziario è pressoché finito, e chiuderà, anche sta volta, quello secondo del governo di Canio con la variante dell' arcinoto Professore. Preconsuntivo dunque alla vigilia, ormai, del 31 di dicembre: ferma l’alberghiera, fermo ancora il porto, fermo, per fortuna, l’accordo con il Principe, ferma la Gabbiola , ferma la vasca per il bagno, già ferma la variante, quella del Pai, appena avviata poi quella alberghiera, ma presto sarà ferma, statene certi e buchi nelle strade, dappertutto; la scusa poi è, quasi sempre, quella del patto che salva tutto il fallimento del governo, ma l’esercizio chiude con le sue spese, però, che vanno come il vento verso, oramai, i sei milioni d’euro, giusto l’anno, e solo per quelle del Palazzo e la sua macchina. Se fosse un anno anche di scuola, sarebbe dunque ormai bocciato, un’altra volta, questo bel nostro governo che doveva essere, un po’, il sol dell’avvenire, sostenuto da destra e da sinistra tanto per non finire tutto per terra. Comunque prima che l’anno chiude avremo ancora una chiamata del Consiglio dove sentiremo il nostro Premier quali risposte ci darà su : porto, piscina e chi lo sa. Insomma si ripetono le prove, ma siam sempre da capo e questa ormai è una costante che è difficile, anzi impossibile, smentire. Sarà il nostro caro Premier un bravo illusionista, avrà un consolidato repertorio di discorsi da usare secondo circostanze, sarà bravo a raccontarla a chi non lo conosce, ma alla fine anche il giocattolo più bello, forse, si rompe. Nulla di nuovo dunque anche quest’anno, altro che sol dell’avvenire, tramonta il sole un’altra volta e si trascina le speranze, anche quelle che sono le ultime a morire.
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