L’asta dei gioielli
Così doveva essere o così doveva andare, comunque così l’aveva presentata il nostro caro Premier, quella che sembrava essere l’asta di quest’anno che, tutte insieme, metteva sul mercato quattro offerte: Il Bolongaro, il Gazebo lungo lago, la Cascinetta di Carciano e, dulcis in fundo, anche il Lido con piscina. Erano i gioielli di famiglia, così li aveva presentati, quelli che, da soli, gettavano più di 100 mila euro, tutti gli anni, nelle tasche del Palazzo di città. Sarà che, con la crisi che c’è in corso, le aste fan paura, ma in questo caso non erano quelle dei titoli sovrani e quindi qualcuno ci sperava. E’invece andata che la metà di loro, alla fine, sono gli invenduti. Nessun offerta per il Lido, senza la piscina; una solo offerta, ma non valida, per la Cascina di Carciano. Non è un gran risultato per il nostro banditore che, sempre in ricerca di risorse, forse, aveva alzato un po’ troppo la posta e poi, per colmo di sventura, ad asta aperta era venuta giù la doccia fredda dello stop alla costruzione in corso della vasca per il bagno. Tutto o quasi da rifare o forse meglio anche un po’ da ripensare, visto lo scorso gradimento che il mercato ha dimostrato. Sono infatti andate via le aste dove l’offerta era solo un prezzo da pagare, mentre sono rimaste al palo quelle che chiedevano anche di fare. La variabile piscina ha poi fatto la sua parte laddove dentro l’offerta c’era già quello che non c’è e questo è ancor peggio, ora non si sa quando mai poi ci sarà. Non è dunque tutto oro quel che luccica e non sempre i gioielli di famiglia, quando vanno sul mercato, trovano acquirenti e pronti estimatori. Ora tutto torna in mano al banditore che dovrà decidere che fare. Noi gli diamo solo un piccolo consiglio, quello di leggere, almeno, un paio più di volte tutti i bandi prima di metterci la firma, questo perchè con il sistema copia e incolla, qualche volte, qualche cosa anche va storto.
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