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lunedì 1 agosto 2016

CRONACA ROSA






E come da sto foglio è stato preannunciato, la Stampa e il suo inviato ci ha ora informati sullo stato dell'arte del porto e dell'impianto. Orbene ci rallegra ora sapere che il porto sarà presto ultimato entro il sedicesimo anno dal suo inizio e che l'impianto, rinnovato, riprenderà entro l'agosto a far la spola tra il lago e il monte. Nel primo dei due pezzi richiamati c'è pur anche un accenno sui lunghi tempi che furono impiegati. Colpevole, ci dice l'inviato, fu la geologica sorpresa che, sembra ora capire, sia stata la causa di ogni mal e di disavventura. Orbene, sta storia mi indispone.Non c'é alcun pezzo scritto sul tema dove il cronista, da quando almeno scrive, non abbia inserito sta questione. Detta così la cosa infatti giustifica lo scandalo  e manda tutti quanti assolti e perdonati. Una cosa infatti è scriver della geologica sorpresa, che appunto essendo una sorpresa non è data conoscere in anticipo; un'altra cosa è scrivere che è stato un geologico imprevisto, ossia un qualche cosa che pur prevedibile non venne invece ben previsto. Questa è stata la causa infatti di tutti quanti i guai, causa che è stata certificata e  periziata, ma poi sempre insabbiata. Or noi non pretendiamo che un cronista di cronaca locale abbia a sondar le carte e scrivere così d'altro, ma che almen si astenga da raccontar na favola e passi ad altro. Ma quando anche passa ad altro tema, qui gliene troviam di cose scritte che non vanno e, un'altra volta, mi indispone. C'é questa altra favola narrata sui soldi pubblici e privati che sono cacciati infatti per l'impianto. Or scrive il cronista che, di milioni, 1,560 mise l'Ente Regione, 1,860 mise l'Ente comunale. I primi tutti d'un fiato, gli altri divisi in 13 quote, una per ciscuno anno.  Se poi la spesa complessiva è di milioni 4,4 uno fa il conto in fretta e ne deduce che il privato ci caccia di suo la differenza, ossia quasi un milione. Son tutte balle. Intanto va precisato che l'Ente Comune di soldi veri ne mette anche di più, ossia i canoni d'affitto dei locali alle stazioni e non è proprio pochino, ma in tredic anni un cifrettino che supera di un poco 300 mila euro. Quindi i soldi veri che noi ci rimettiamo sono, all'incirca, due milioncini e, almen, centocinquantamila in euro. Poi c'é l'imposta, quella che la si fattura quando si hann da pagar le spese del restauro. Or, mal fatti i conti, sarebbe una sommetta di circa in euro di mila 700. Ma questo non è un costo per l'impresa, ma un credito d'imposta che, prima o poi tutto ritorna. Morale; se tolgo dai 4 punto 4 milioncini il credito d'imposta, rimangono i costi veri che son circa in milioni 3 e 600 mila, tutti in euro. Se dunque ancora da questa final somma tolgo quel che mi da Regione in un sol botto, di somme da coprire rimangono all'incira 2 milioni. Se prendo e vado in  banca e faccio un mutuo per tal somma, mi costa all'incirca in 13 anni un 2 milioni in capitale e un 250 mila euro in interessi che fan 173 mila d'euro per ogni anno. Poiché l'Ente Comune mi da circa 163 mila euro per ogni anno, a me privato sto investimento mi costa in euro 10 di mila all'anno o giù di lì. E questa è la storia vera, mentre l'altra una gran balla. C'é poi il risvolto umano che ci pare sia stato da tutti ormai dimenticato. Di tutti i licenziati che cosa sarà fatto ? Qui, caro cronista,  ci stava almeno un'intervista.                              

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