E così inizia un po' in sordina sta riunione di vigilia e l'ultima dell'anno che si chiude. Si attende qualche tempo che occupino i lor seggi i tanti consiglieri ancora assenti, ma dopo s'inizia per davvero. L'appello va spedito e il Borgomastro concede la parola ad un ministro. Sta volta le tocca alla ministra, la nota delegata alle finanze, che legge in quattro righe il testo dell'ultima manovra di bilancio dell'anno che sta in corso. La cosa non si vota, è solo informazione, così si passa oltre, ma è sempre la ministra interessata, sta volta é delegata all'istruzione e in questa nuova veste espone le proposte che attengono i rinnovi di quattro convenzioni che regolano i rapporti tra l'Ente comunale ed altrettanti asili. Son soldi e manco pochi che ogni anno si prendono per gestire i quattro asili. Nel merito e nei soldi non c'é poi discussione, ma l'unica questione la pone Severino. Riguarda un altro tema un po' più di traverso a quello in trattazione, cioè se in convenzione si metta la questione dell'obbligo che i bimbi all'asilo ci vadan vaccinati. Quest'obbligo c'è già, per quanto è obbligatorio, ma è bene ricordarlo, concorda il Professore, magari con na nota, non tanto in convenzione. Su questo anche concorda lo stesso Comandante che pure lui ricorda che a ognuno il suo mestiere, non tocca a sto Comune far ciò che tocca ad altri, al più lo si ricordi e questo basti e avanzi. C'é il tema che, più o meno, na volta per mandato ritorna in discussione. Son dunque le tre scatole, qualcuno le chiama pensiline, ma altri lo contesta, son proprio costruzioni, son chiuse da tre lati, ma sempre pensiline precisa il Borgomastro, comunque non c'è accordo ma manco su che sono e dunque è un po' battaglia che scalda la serata. Espone il Professore, ma già qui lui precisa che ha perso anche le carte per cui chiedergli tutto, ma quanto alle risposte, pazienza, non le sa. Riassume però il tutto dicendo nel consesso che propone in fotocopia il testo già approvato da anni e anni or sono, con l'unica eccezione, aprite qui le orecchie, che viene aggiunto un comma per cui se mai quest' Ente dovesse far lavori in casa propria sul suolo delle strade davanti a quei signori, potrà pure anche farli senza chiedere permesso. Vien qui quasi da ridere, ma attacca il Comandante che infila le domande cui è pronto il Professore a dire che non sa. Continua il Comandante ponendo la questione in punto di diritto. Almeno così afferma; contesta che la cosa rispetti il codice stradale, contesta che il regime cui l'Ente si è attenuto sia pure quello giusto. Sostiene infatti che trattandosi in effetti di edifici, non valga regolarli con semplici occupazioni di pubblico suolo a uso privato, ma occorra pure avere il diritto in superficie. Se questo è poi vero, qui mi tocca da notista ricordare che forse la questione potrebbe diventare di sostanza ed anche il diritto a mantenerle andare in discussione. Comunque su questo non c'è accordo, si allunga la polemica, taglia corto il Borgomastro che in tema di diritti o meglio di diritto la sa lunga. Morale non si cambia, il testo andrà poi al voto di sola maggioranza col gruppo in quota Lega che abbandona. C'è solo, all'ultimo minuto, un'apertura. Lo dice il Professore che, svegliandosi di botto, riconosce che potrebbe esser discussa, rivista e dibattuta una nuova sistemata del fronte tutto intero che corre sulla strada. Coglie l'apertura il Comandante che ringrazia, ma avverte di temere che alle intenzioni non seguan poi mai i fatti. Finito dunque il pacchetto che era del Governo, rimango gli interpelli. Sta volta sono tre, il gruppo in quota Lega è in astinenza, li firma pertanto il solo Comandante. Il primo contesta il trattamento economico riservato ai dipendenti di Stresa Servizi. Sostiene essere questo un trattamento che, a parità di mansioni, sia superiore a quello percepito dai dipendenti comunali. Ritiene essere ingiusto e chiede che l'Ente provveda a rimediarvi. L'interpello è bocciato senza appello. Prima il Borgomastro, e poi il Vice Delegato respingon la richiesta, sostenendo tutto essere a posto. Secondo interpello, il ponticello. La favola di sto ponte sul rio Roddo é senza fine o vi sarà poi fine ? Ci tenta la risposta il Borgomastro: sui costi esorbitanti, su quelli del ponteggio, sui modi della gara. Dimentica alla fine di dire solo i tempi. E l'ultimo interpello è l'alberghiera. La storia ormai è stravecchia, col rischio che si perda nel tempo la memoria. Sta volta l'accento è sopra il campo; se disfan prima il campo si rischia che alla fine non ci sia né l'uno e neanche l'altra. Si chiede che cambi un po' il programma, o meglio il crono programma. Risponde il Borgomastro che in queste circostanze ha sempre da dare un'ultima notizia che non dice. Comunque sta volta ci sono pure i soldi che avevan tralasciato; un paio di milioni che servon agli arredi della scuola son ora assicurati. C'è tutto quasi pronto per, si spera, ora iniziare, ma il campo va levato da subito e non dopo; gli scavi serviranno per colmare il nuovo campo e dunque va levato, comunque lui vigila e ci spera.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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