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lunedì 5 dicembre 2016

MILES GLORIOSUS

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Sta volta l'oggetto di sto post va un poco altrove. Si sposta dalla cronaca locale a quella nazionale. Bersaglio del commento è dunque il premier ragazzino che di botto si trova avere già finito l'avventura che, con tanta audacia e intraprendenza, pareva avere preso in mano. Servito con nemmeno un tante grazie il suo predecessore, rottamati con modi non men bruschi i "vecchi" compagni di partito, pensava cambiando lui la Carta di correre trionfante, tagliando poi il traguardo senza intoppi. Se questo era il disegno e il sogno di un premier ben disposto, ma anche ambiziosetto, é vero pur che spesso i sogni troppo audaci non sempre poi si avverano e quanto poi il risveglio, esso è amaro e doloroso. Così infatti é pure stato. Il popolo elettore, chiamato troppo in fretta a dare il suo giudizio, invece che alla Carta ha dato il suo parere al Capo del Governo, bocciandolo poi senza l'appello. Insomma si è sbagliato; credeva questo popolo sovrano di votare Matteo Renzi, mentre l'oggetto del quesito era ben altro. Nessuno in questo lungo tempo di un gran bombardamento  di balle e contro balle si fosse sognato di spiegarlo. Neppure il diretto interessato lo aveva ben mai precisato, al punto che più volte aveva detto che votando per il no l'avrebbero mandato certo a casa. Così infatti é stato. Esultano i nemici che, uniti in un cartello, si eran messi insieme per fare fuori il premier giovincello. Esultano ma per poco; il tempo di smaltire la sbornia elettorale e presto si azzufferanno ancora più di quanto già fecero prima. E quanto allo sconfitto, trafitto e ora deriso, è giovane e deciso, occorre un po' di tempo, curare le ferite, raccogliere gli amici, riarmarsi ancor di nuovo e certo, prima o poi, ancora lo vedremo.

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