Mentre già tutti si preparano ai festeggiamenti per l'inaugurazione, prossima ventura, del nuovo, si fa per dire, porto turistico. proprio oggi, alla vigilia dunque di quei festeggiamenti, il Borgomastro ci regala l'ultimo, si spera, regalino che la costruzione infinita del porto porta in dote. All'albo informatico del Palazzo è infatti comparsa una nuova delibera del Governo cittadino che, unanimamente, appprova l'ultima, si spera almeno, variante del progetto portuale. Con questa delibera, del progetto andato in gara, non è rimasto più nulla. Per chi avesse perso il conto, proviamo a fare un riassuntino generale. Dunque: chiuso il primo progetto, fallito, e il primo appalto, semifallito, con una spesa che se non ricordo male è stata di circa un milione e 250 mila euro, nel corso del 2008 si affronta il secondo progetto che, con l'esito di gara di appalto, sarebbe costato in tutto: euro tre milioni e 874 mila. Invece viene a costare subito un po' di più: 4 milioni e 464 mila euro. Questo è infatti il conto che l'impresa vincitrice presenta per fare l'opera, diversamente, dice, crollerebbe. Mica male dunque quel secondo progetto, quello perfetto, quello suggerito dal Professor Lamagna e a cui ci avevano lavorato professionalità interne ed esterne. Un disastro annunciato cui bisogna mettere mano, cioé meglio: mettere le mani al portafoglio. E così è stato, si cambia , totalmente, la suluzione strutturale. Bisogna però darci un altro colpetto e questo arriva nel 2015, con un'altra variantina che lievita il costo a 4 milioni e 995 mila euro. Mi pare di ricordare che la ragioni fossero nei maggiori dragaggi. Una pagina ignobile e vergognosa che da sola meriterebbe uin'indagine, forse penale. Va beh, ma non passeranno altri tre mesi che arriva una nuova variantina. Questa volta è minima, una lite con l'impresa che si concilia pagando qualche soldo e così il conto passa la boa dei 5 milioni e arriva a 5 milioni e e 028 mila euro. Sta volta sembrava proprio finita, ma chi ha seguito la vicenda come il cronista che vi scrive, sapeva ben che alla fine sarebbe arrivata una sorpresa. E' arrivata oggi; un po' di ritardo: bisognava far digerire la botta, ma non si poteva più aspettare. Unn po' di coraggio e il governo ce l'ha fatta un'altra volta. E' l'ultima ? variante, la numero 4 e il botto è forte, così forte che sposta l'asta del costo a 5 milioni e 745 mila euro. Del progetto andato in gara e approvato nel 2008, quello del 2000 era già stato buttato via tutto e pagato. con questa variante non rimane più nulla: diminuiscono i lavori fatti in opera, salgono quelli prefabbricati e , miracolosamente, i costi continuano a salire. Dunque siamo arrivati a quota circa 6 milioni e 995 mila euro. Mica male, si capisce perchè alla fine si farà una bella festa.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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martedì 19 febbraio 2019
venerdì 15 febbraio 2019
NAUFRAGIO
L'ennesimo capitolo di un'altra famosa telenovela non poteva poi mancare. E infatti puntuale forse non, ma atteso forse sì, eccolo qui. Non sbarca la tassa sullo sbarco e poco poi ci scappa che si debba anche imbarcare la tassa già sbarcata. E' dunque arrivata la sentenza pure attesa, che ribaltando il verdetto di una volta, azzera tutta quanta la tassa sullo sbarco. La Perla, un'altra volta, è colta dai giudici in difetto e condannata a estinguere l'imposta pari al dazio. Motivo preminente è quello che sta tassa confligge con quella di soggiorno. Ci avevan provato a fare i furbi,dicendo che l'imposta sul soggiorno era esentata per circa quattro gatti che soggiornano sull'acqua, ma al giudice sta cosa non è andata, dicendo che no, no: di imposta se ne applica una sola. Se dunque si sceglie l'imposta di soggiorno, impossibile è applicare poi lo sbarco. Sul punto poi se dunque sia possibile applicare l'una e l'altra, nel caso si esentasse dallo sbarco l'intera platea di coloro che versano alla Perla già il soggiorno, sul punto dicevamo, la cosa è meno chiara e il giudice non sembra ancora esprimersi in tutta sua certezza, ma di certo dunque sta che quello che hann fatto i governi che hanno retto il Palazzo, non sta in piedi. Ricordo che una volta, incontrando il Borgomastro che era reduce da un viaggio al Ministero sul tema dello sbarco, mi disse che ora tutto era ormai ok . Gli chiesi se era certo di avere bene inteso e se, per caso, avesse già a sue mani qualcosa pure scritto. Mi prese per un matto. Adesso vedremo un'altra ennesima puntata: mi immagino la Perla che impugna sta sentenza di fronte ai giudici di appello.Il tempo di tre/quattr anni e, forse, ci sarà poi la sentenza; intanto chi ha pagato ormai ha pagato e per soli qualche euro impossibile ottenere alcun ristorno. Di certo di sto sbarco, per ora e qualche anno, si chiude il capitolo di entrata.
mercoledì 13 febbraio 2019
DIMENTICARE IL PASSATO
Ormai ci siamo, o meglio ci sono. Ancora qualche finitura e l'opera del secolo nuovo, iniziata nel secolo vecchio sarà pronta per essere "inaugurata". Non è neppure il caso che venga precisato di cosa si tratti; la sua costruzione è durata tanto o quasi era durata l'era fascista, cioé il ben noto ventennio. Un record ? Una volta sì, sicuramente sì; non ci sarebbe stato dubbio alcuno: l'autostrada del sole l'hanno costruita in quattro anni, il teatro la Scala in 24 mesi. Roba d'altri tempi, ora l'alibi c'è: le opere in Italia iniziono e non finiscono mai e quindi siamo, o meglio sono perfettamente in linea, anzi, avrebbero potuto tirare avanti ancora un po' di tempo e sarebbe stata perfetta. Purtroppo non è stato così e ci tocca, o meglio gli tocca inaugurala. Ecco quello della inaugurazione è un evento sul quale bisognerebbe discutere; ossia aprire un forum per conoscere se sia giusto o meno che a quest'opera venga tributato l'onore della inaugurazione. Già abbiamo sentito il parere del Borgomastro che, seppur virtualente, ci ha raccontato che non vede l'ora di brindare e, sotto questo punto di vista, non c'é modo migliore di dimenticare il passato e di mettere tutto a tacere, considerato infatti che di cose da tacere ce ne sarebbero molte. Probabilmente andrà a finire così: una festa popolare con magari anche un qualche cimento semi invernale. Una festa di popolo per il popolo; una roba che grazie proprio alla sua lunga attesa, renderà la festa ancora migliore. Importante è dimenticare il passato, manco farne un cenno, ignorarlo. Che altro infatti dobbiamo aspettarci; chi inaugurerà l'opera è chi è stato la causa oggettiva di tante disgrazie e certo non sarà quello che oggi verrà a ricordarcelo. Bene, così vanno le cose: dimentichiamoci il passato e per un giorno almeno festeggiamo.
domenica 10 febbraio 2019
RINVIO
Un'altro rinvio dunque; dopo oltre due lustri, i governi multicolori che si sono avvicendati e che hanno avuto nelle loro mani la questione "Alberghiera" debbono ancora approfondire. Più che approfondire ci sarebbe da sprofondare visto che, a distanza di tanti anni dall'inizio della vicenda, candidamente, attraverso un comunicato tripartisan, annunciano al popolo che non possiedono ancora tutti gli elementi tecnici necessari ad una decisione consapevole. Ci pare di capire che uno degli elementi di più difficile determinazione sia il calcolo della distanza che separa i Campetti dal punto di accesso più vicino. Essa varia dagli 89 metri dichiarati dal Borgomastro agli 800 metri ricordati dall'ex Assessore Provinciale Blardone. Di mezzo a questi due estremi ci stanno, naturalmemte tutte le altre misure. Non stupiamoci; anche il Governo centrale conosce di queste differenze dove un vice primo ministro misura la larghezza della TAV e ne vengono fuori 5 metri, mentre un altro, sempre vice primo ministro la misura in lunghezza e ne vengono fuori 7 km e 1/2. Manca il terzo vice primo ministro che l'avrebbe misurata in altezza. Dunque, digressione a parte, siamo ancora al punto di avvio e se questo è, quello di arrivo temiamo sarà ancora molto lontanto; di quanto ? Qui la risposta è difficilissima, trattandosi di misurare il tempo e non solo lo spazio. Per ora dobbiamo accontentarci del generoso comunicato che nel non dirci nulla di quanto abbiamo mai discusso, per non decidere rinvia. Per ora non c'é molto altro da dire. Vedremo.
giovedì 7 febbraio 2019
I SEGRETI DI STATO
Già colpito, tempo fa, direttamente nella facoltà di scrittura per giorni 7 dal nostro Cronista supponendomi colpevole di spargere, come un monatto d'altri tempi, pericolose dicerie senza fondamento, seppur lo ripeto colpito quasi a morte, ma inopinatamente resuscitato, mi ero messo alla ricerca del documento misterioso oggetto del delitto. Ho quindi intraperso un lungo e difficile cammino all'interno della burocrazia di Palazzo e, appellandomi ai diritti, che pure esistono almeno sulla carta, ho fatto istanze, reiterate istanze, colloqui, richieste orali e scritte, implorazioni, ricordato sanzioni, invocato clemenza, espiato pene, consumato carta, salito le scale e ridiscese 28 volte. Pareva fatta. Otto mesi passati a perorare sembravano passati non invano; inaspettatamente si apriva una luce in fondo ad un tunnel e dopo le ultime due settiame di attesa arriva il messaggio tanto atteso: " Ti neghiamo l'accesso". La prima cosa che verrebbe in mente di pensare è che avrebbero potuto dirmelo prima, anzi subito, non dopo otto mesi. La seconda cosa che, invece, viene in mente, dopo aver letto un po' le motivazioni, è che le ragioni del negato accesso non stanno proprio in quelle motivazioni pseudogiuriche, ma devono stare altrove. Dove però non si sa, il mistero continua, anzi si infittisce, la soluzione del giallo si allontana anziché avvicinarsi e questo piuttosto che farci desisistere dal cercare, ci induce a continuare nelle ricerche. Insomma il Palazzo non si smentisce, ma si conferma luogo per eccellenza del mistero. Durante tutto questo tempo impiegato a cercare, una cosa però l'ho capita. Quello che ho cercato, con tutta probabilità, il Palazzo non l'ha. Lo dovrebbe avere , ma non l'ha. Però neppure può rispondere di non conoscerlo o di non averlo perché forse pensa che sarebbero guai e così escogita la soluzione migliore: negare l'accesso. Poteva farlo ? No, non avrebbe potuto, ma intanto lo fa confidando che poi gli strumenti in mamo al cittadino sono pochi o nulli . Che succederà adesso. Quello che al cittadino comune viene negato in nome di una legge che non c'é, non può essere negato ad un qualche eletto del popolo e quindi siccome più eletti leggono questa pagina, magari qualcuno ci proverà dove io ho fallito.Vi allego il post che sentenzia il diniego.
lunedì 4 febbraio 2019
SOAP OPERA: L'ASSEMBLEA
Ore 12 di oggi, si tengono gli stati generali riguardo l'Alberghiera. Nell'aula del Palangressi, gremita in ogni dove, ci stanno gli alunni che manco la vedranno la scuola del futuro; ci stanno i capi dei governi che si sono avvincendati negli ultimi tre lustri; ci sta, combattivo come sempre, il massimo esponente del gruppo dei docenti, il noto Fava; ci mancano del tutto i decisori che debbono chiarire ed illustrare il prossimo capitolo di questa lunga storia senza fine. I giovani son tanti, son tutti ben vestiti ed educati, sul palco ci stanno allineati i leaders studenteschi, accanto a almeno tre di quelli che son stati a capo, in questi anni, dell'Ente Provinciale decidente. Arriva pure Canio, arriva un po' in ritardo, è un modo come un altro per essere applaudito lui da solo. Ci stanno pure Sindaci anche in carica: son quelli di Baveno e Gravellona, c'é pure Gusmaroli: la voce del governo nella sala. Assenti tutti quanti i nostri governi ultimi eletti. Il nostro Borgomastro ha sì concesso lui la sala, ma quanto a venire mica è matto. Neppure si intravvedon, tra i presenti, qualcuno degli eletti nel Consiglio e anco il Professore rifugge dalla sala che dovrebbe essere il luogo più ideale per tener qualche sermone. Scusata la Provincia ultima eletta, rimangono a discutere e parlare tutti quanti coloro che hanno fatto e anche disfatto, ma che oggi non contano più niente. In fila si ascolta: Ravaioli, Presidente di Provincia nell'anno, ormai lontano, del 2 mila zero 6 che mise, ner su bianco, l'accordo per la scuola su ai campetti. Poi segue il buon Massimo Nobili che ricorda come mai lui disfò quell'accordo e firmò l'accordo del Forlano. Interviene pure Canio che firmò gli accordi tutti quanti e che adesso ci racconta che l'accordo che va bene è quello che Bottini ora ha disfatto. Interviene pure Costa che ricorda gli incidenti di percorso capitati all'accordo a lui lasciato dal buon Massimo Nobili. Ma interviene il noto Fava che ricorda che la storia è più lunga di quella che la cronaca racconta, perché invece era iniziata da ben 32 anni già compiuti. Non risparmia qualche stralo proprio a Canio senza manco nominarlo, ma ricorda che se sangue fu versato non è certo quello perso dagli uomini al governo, ma da Hospes che, via via, si è spogliata di ogni bene, ingannata da promesse ed illusioni come fu per il caso dell'immobile del cinema. E' uno scroscio, é l'applauso che i suoi alunni gli tributano; ora è certo che sto Fava è un combattente che è difficile liquidare con due balle. Quel che emerge tuttavia è che ai Campetti questa scuola da un po' tutti sti presenti vien bocciata. Quanto costa questa strada ? Non si sa. Il progetto, quello vecchio, è da cambiare. E' possibile ottenere il consenso che manca ? Non si sa. La logistica è risolta o è un problema pure quella ? E' un problema e lo si sa. Se di soldi per la strada, or si dice, il Governo cittadino è disponbile, perchè mai per il campo non li caccia ? Non si sa. Questa in sintesi la cronaca degli stati generali a mezzo giorno. Ora spetta a due governi che si incontrano il giorno otto, di tirar le conclusioni e di usare un po' la testa e la ragione. Vedremo.
domenica 3 febbraio 2019
SOAP OPERA
Si riaccendono i motori intorno alla soap opera nostrana denominata: L'Alberghiera. Dopo la relativa pausa di fine e inizio anno, ora sembra che si rimetta in azione la poderosa macchina da guerra, incapace aihnoi di produrre in tutti questi anni niente di buono se non disastri. L'Istituto Alberghiero è stato in questi ultimi giorni luogo di passaggi di, più o meno, auto revoli personaggi che, ignorando il Comune, così almeno sembra, hanno preferito interlocuire con la rappresentanza scolastica forse, non a torto, individuata come soggetto più attendibile in tutta quanta questa assurda vicenda. Dapprina è stata la volta del Ministro 5 stelle del governo in carica, con delega ai beni culturali, d'altra parte non abita molto lontano dalla cittadella; poi è stata la volta della Assessore delegata alla istruzione della Regione. Tutti a elogiare le scuola e, più o meno implicitamente, biasimare gli enti, decisori locali.
A tutti, evidentemente, la storia pare assurda e incredibile, tanto che vengono di persona a constatarlo, non credendo se glielo raccontano. Qual poi sia l'esito di queste visite, questo è un altro paio di maniche; non ce ne facciamo molte illusioni o aspettative, non devono decidere loro. Domani nuovo round: alle ore 12 appuntamento al Palacongressi, così almeno serve a qualche cosa, dove la scuola terrà i suoi stati generali sempre sul tema. Invitati tutti naturalmente; presenti vedremo, probabilmente quelli che non devono decidere ci saranno, mentre quelli che devono decidere si asterranno dal partecipare. Vedremo comunque e registreremo presenti e assenti. Intanto mentre si attende la celebrazione degli stati generali, quasi a mettere le mani avanti il Palazzo di governo fa uscire dalle sue spesse mura, la notizia che il giorno otto di questo mese si terrà la riunione decisoria sulla questione. Buona notizia dunque ? Non sappiamo, ma dubitiamo che anche se venisse confermata la sventurata scelta dei Campetti, questa potrebbe significare non tanto la fine dei problemi, ma l'inizio di un ancor lungo e difficile percorso.
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