
Avrebbe voluto far un bis, mettere insieme il porto col negozio, poi un diavolo di un vento gli ha giocato un brutto scherzo e allora gli è rimasto sto negozio che almeno una cosa ha dimostrato: che i lavori il Plazzo non sa farli. Veloci come un fulmine, precisi come pochi, bruciando anche le tappe, domani già si apre. Se dunque si cerca una risposta al fatto che le opere del pubblico si fanno, poi si disfanno, rallentano, si fermano, ci costano e quant'altro, ebbene la risposta non è facile trovarla, ma il confronto con quello che altri fanno non regge neanche un poco. Ciò detto, per il resto, la cosa che domani la si apre, non sarebbe un evento cui far festa. Se infatti han levato il degrado tutto intorno, il Palazzo si è bruciato, d'un sol botto, la carta rimasta per dare soluzione al problema dei parcheggi. Lo abbiamo già spiegato e qui non ci torniamo, ma pensare di far festa il giorno che, per sempre, si è bruciata forse l'unica rimasta soluzione, ci pare na roba fuor dal mondo. C'é un limite assai umano: non basta esser votati per poi non fare danni; non basta esser votati per essere un po' bravi; non basta esser votati per essere capaci. E dunque ? E dunque teneteveli voi che li volete e avete scelti; teneteveli ben stretti, la colpa non è loro, siete voi.
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