La cronaca già scritta mancava di un pezzetto. In lista di interpello c'era pure la piazza con il palco: i costi sostenuti, le dimensioni esatte, i rimborsi richiesti anche ai privati. Lo spiega come sempre un po' a suo modo il nostro Borgomastro, ma irrompe sulla scena un terzo interrogante. La cosa è molto insolita, la regola in Consiglio non lascia certo spazio che il dibattito si allarghi un po' a tutti quanti color che son presenti, ma la scena ormai la prende, con solita irruenza, un noto consiliere del gruppo in maggioranza che, sta volta, rompe eccome la ferrea disciplina di gruppo e di governo. Sto dunque Consiliere se rotto di star zitto e non avendo altro da fare e neanche da disfare, si lancia, lancia in resta, con impeto e irruenza e irrompe sulla scena con tanto di fragore che lo stesso Borgomastro sobbalza sul suo seggio. Passato poi un momento di vero terremoto, riprende un po' le fila il prode Borgomastro che proprio non gli garba di farsi prendere per il fondo della schiena da quello che in Consiglio è l'uomo di Dimilia. Ne segue un bel duello di sciabole e pugnali, sin tanto che il livello si abbassa un pochettino, col clima che nell'aula ritorna un po' normale. Motivo del dissidio sta dunque nella piazza, non tanto forse in sé, ma per quanto si è capito c'è in corso il tentativo da parte di qualcuno di prendere più spazio a danno del vicino. Sarebbe un po' una guerra di tavoli e di sedie che forse è pur sfuggita di mano al Borgomastro. Nessuno che vi creda che l'insolito intervento sia stato motivato da spirito assoluto di pubblico interesse, c'è sempre anche dell'altro. La prova di sta roba succede il giorno dopo. Sta volta è il Borgomastro che affronta sulla piazza l'incauto cittadino che avrebbe lui promosso l'attacco che a Bottini gli ha fatto il traditore. Lì volano gli stracci e il nostro Borgomastro, furioso e soddisfatto si sfoga come un matto. Bravo.
Questo blog vuole essere una voce un poco fuori dal coro, sia per i contenuti che per il modo di raccontarli, libera e non condizionata proprio da nessuno, se non dal suo stesso autore. Non cercate però soltanto cronache locali, non ne troverete molte, ma note e commenti, mai troppo seri, per lo più intorno al Palazzo, luogo in cui non abbiamo più nessun particolare accesso, ma cercando, ugualmente, di tenere il fiato sul collo all' inquilino di turno perchè eviti guai. Buona lettura.
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venerdì 3 maggio 2019
DUELLO IN AULA
La cronaca già scritta mancava di un pezzetto. In lista di interpello c'era pure la piazza con il palco: i costi sostenuti, le dimensioni esatte, i rimborsi richiesti anche ai privati. Lo spiega come sempre un po' a suo modo il nostro Borgomastro, ma irrompe sulla scena un terzo interrogante. La cosa è molto insolita, la regola in Consiglio non lascia certo spazio che il dibattito si allarghi un po' a tutti quanti color che son presenti, ma la scena ormai la prende, con solita irruenza, un noto consiliere del gruppo in maggioranza che, sta volta, rompe eccome la ferrea disciplina di gruppo e di governo. Sto dunque Consiliere se rotto di star zitto e non avendo altro da fare e neanche da disfare, si lancia, lancia in resta, con impeto e irruenza e irrompe sulla scena con tanto di fragore che lo stesso Borgomastro sobbalza sul suo seggio. Passato poi un momento di vero terremoto, riprende un po' le fila il prode Borgomastro che proprio non gli garba di farsi prendere per il fondo della schiena da quello che in Consiglio è l'uomo di Dimilia. Ne segue un bel duello di sciabole e pugnali, sin tanto che il livello si abbassa un pochettino, col clima che nell'aula ritorna un po' normale. Motivo del dissidio sta dunque nella piazza, non tanto forse in sé, ma per quanto si è capito c'è in corso il tentativo da parte di qualcuno di prendere più spazio a danno del vicino. Sarebbe un po' una guerra di tavoli e di sedie che forse è pur sfuggita di mano al Borgomastro. Nessuno che vi creda che l'insolito intervento sia stato motivato da spirito assoluto di pubblico interesse, c'è sempre anche dell'altro. La prova di sta roba succede il giorno dopo. Sta volta è il Borgomastro che affronta sulla piazza l'incauto cittadino che avrebbe lui promosso l'attacco che a Bottini gli ha fatto il traditore. Lì volano gli stracci e il nostro Borgomastro, furioso e soddisfatto si sfoga come un matto. Bravo.
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