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domenica 27 marzo 2011

Il Commissario straordinario


Quando sentiamo questo nome e parliamo di Comuni, ci viene in mente la crisi che quando li investe perché si dimettono troppi consiglieri, o perché passa a miglior vita un loro sindaco o perché sono infiltrati da bande criminali, ecco che, per un po’ di tempo e sino alle elezioni successive, arriva un commissario mandato dal Governo o addirittura una commissione di tanti commissari. Questi signori, in genere, non è che fanno molto, si dice che fanno l’ordinario che, in alcune situazioni ( l’Italia è molto lunga) è già una cosa eccezionale, comunque generalmente non fanno scelte decisive, di quelle che ipotizzano il futuro, di quelle che impegnano i bilanci per la generazione in corso e quella che poi viene, insomma non decidono per gli altri, per quelli che dopo di loro torneranno ancora a governare.
Adesso basta, torniamo a casa nostra, perché il titolo non è che lo abbiamo messo a caso e se abbiamo letto con un poco di attenzione questo primo pezzo, ci può anche venire giusto in mente che nel nostro bel Palazzo di città ci stia proprio il commissario.  Ora lo abbiam capito, Canio, che lo sia o che lo  creda non importa, è diventato come un commissario. Questa è la spiegazione che ormai da tanto tempo stavamo cercando inutilmente, questa è la ragione del suo fare appena l’ordinario, del non volere dare uno slancio alla cittadella nel futuro, del fare quasi il ragioniere, dando , certamente, un po’ di soldi a tutti come fosse un notabile locale in una terra un po’ più a sud, mostrando poi anche quel gusto irrefrenabile per presentazioni, inaugurazioni e commemorazioni ed anche il darsi quel tono direttorio nel governare l’Assemblea con mano ferma e decisione indiscutibile. Insomma è diventata un po’ come una fiction: “ Il Commissario Canio” e come tale è destinata ad occupare  ancora una qualche centinaia delle prossime puntate, senza che poi succeda più di tanto.
Buon divertimento.

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