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lunedì 6 maggio 2013

CONSIGILIO ORMAI A PUNTATE


 
Finito l’intervallo vi postiamo la cronaca veloce di quel Consiglio del 30 mese scorso, come poi sempre, non finito. Inizia un po’ in ritardo, maggioranza scalda i banchi ed assicura così quei numeri senza i quali il conto d’esercizio non si approva. I numeri, per vero,  poi si sprecano e per un ora e venti primi li legge e li rilegge il buon Dottore. Finisce esausto  e,  forse,  soddisfatto, comunque il silenzio lo accompagna dei tanti prodi Consiglieri che reggono sui banchi  sempre svegli. Un obiettivo, peraltro, lo raggiunge, tirare in là nel tempo il gran Consiglio così che non rimanga il tempo utile a finirlo. Cessato lo Iacono intervento, Canio benedice soddisfatto quel bilancio dove le spese, orrore, scendono e le entrate, evviva, ancora un poco, salgono.  La minoranza, questa volta si divide: il gruppo Lega spara sulle spese e il gruppo Insieme sulle entrate. La lista degli sprechi è lunga e vasta e la riassume, un poco, Matteo detto Diverio; pesano quei 108 mila euro per mantenere un anno questi eletti, quei 31 mila, sempre in euro, passati a far chiamate col telefono, quei più che 50 mila a lustrar sempre da cima e poi dal fondo il Palazzotto, quei circa 80 mila, ancora, per le varianti contro legge, quei 22 mila per la posta, quei 79 mila in premi per le polizze e così via. Sul fronte entrante Piervalle porta in aula i dati dell’archivio IMU sulle case. Quando li legge , capisce che stupisce, ma sono dati usciti dal Palazzo non  certo li ha inventati  e, allora, quelle due cifre fanno un po’ riflettere: 5 sole le abitazioni signorili e 99 sono le ville. Qui c’è un obiettivo, qui c’è un tesoro da scoprire e scoperchiare, dice, qui si deve lavorare. Canio è antifiscale, lo sappiamo, ancora pesa quel comizio che, tempo, fa,  tenne in aula contro lo Stato e qui riprende coi soliti argomenti un po’ retrivi, per cui  spetta alla Stato fare da gendarme e non al Sindaco. Son tutte balle, Canio lo sa, ma non si converte, così qualcuno paga il giusto, qualcuno più del giusto, qualcuno meno ed  altri, soltanto, un po' l’ingiusto. Chiude gli interventi il Professore e ci ricorda che, quanto alle spese per la casta, lui era ed è contrario, ma, con evidenza, è sempre stato inascoltato. Si va al voto: minoranza se ne astiene e maggioranza, da sola, se lo approva. L’altro argomento va veloce: è un ordine del giorno che vien dalla Provincia perché un taglio non si abbatta sulle indennità dei frontalieri disoccupati: il voto è unanime.  L’orologio, come  previsto, segna ormai le mezza e 23. Il programma  di Canio procede, dunque, secondo previsione e , a questo punto, ordina ai suoi di sciogliere le righe. E’ un  primo battibecco per questo invito, peraltro, in massa, subito eseguito; Canio non si permetta  di indurre all’evasione, Lui semmai ricordi ai suoi che sono eletti per stare dentro il Consiglio e non fuori dall’aula. Pazienza, si va avanti su quest’unico interpello che la serata, ormai, solo permette e che non vogliono ascoltare. Minoranza sostiene infatti che se nella risposta ad interpello è stato detto d’altro, esso non è evaso , mentre c’è sto buon diritto ad ottenere una risposta pertinente. Ci prova, allora, il Professore  che prende il punto 5 e legge la risposta. La risposta è in stile Professore, Canio ci gira, invece, sempre intorno, minaccia persino, poverino, di mettere mano alle regole e alle norme per tagliare i diritti di chi già è, soltanto, minoranza. Comunque è chiaro che gli brucia dare una risposta perché dovrebbe dire: si, sono fallito. Allora, mentre il sipario della serata ormai si chiude, risuona in aula quell’accusa di quei 108 mila di euro che, senza alcun merito, finiscono ogni anno dentro le tasche di questo governo senza qualità e senza alcuna altezza.

 

 

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