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martedì 7 maggio 2013

INTERPELLO SENZA APPELLO





La cronaca era ieri, oggi invece c’è l’esame. Dunque il Professore ci risponde; ha un foglio con gli appunti e ce li legge. Cos’è che dice, o meglio cosa legge ? Legge che non è poi vero, o meglio che a lui non sembra vero che il governo di cui è un valente componente non abbia fatto anche il suo possibile, magari  l’impossibile, per portare a casa un po’ di soldi e cita i casi della sala di Canonica, della piscina e sempre, ancora, il porto. A sentir  la sua lezione quello che è stato fatto è già tanto e quanto al resto: “ calma”, ci vuole tanta  calma, occorreva che le cose  fossero, prima, anche  messe a posto e, a tal proposito,  così ci cita la Gabbiola e poi, generalmente, bisogna, aggiunge, sempre metterci una quota, e non è poco.  Insomma, questo è tutto, questa è la risposta e seppur ben consapevoli che c’erano occasioni, così è andata: è soddisfatto ? Canio, da parte sua, interviene per “spiegare”  perché nella risposta data aveva parlato soltanto delle tasse. Ora precisa che dir che  la tassazione è stata bassa è stata una scelta assai precisa per evitar di finanziar con esse le cose di cui la cittadella è assai carente. Virtuosità riconosciuta, prudenza perseguita e saggezza profusa, queste dunque par che siano le linee guida seguite dal governo, cui non vanno, dunque, poste domande imbarazzanti, ma soltanto gran ringraziamenti. Quanto al resto, non insista troppo chi pone le domande, se non vuol subire le pene comminate dall’Alcade: è soddisfatto ?  Sin qui dunque sono  state le risposte su un tema assai cruciale che, si questo da solo, avrebbe meritato di dedicargli un’intera sessione di Consiglio. Quanto ad esser soddisfatto della risposte avute ce ne vuole, comunque fu ricordato al Professore che dir che la Gabbiola non è pronta è come negar, due  volte, il voto da lor contrario dato a quelle proposte che minoranza pose per accelerar quell’obiettivo di programma che poi venne scordato, mentre la sintesi finale di un operato del  governo è solo questa: là dove i soldi pur li hanno ricevuti e mica pochi  ( porto ) manco riuscirono a impiegarli; dove li avevano e mica pochi, a furia di ritardar di usarli li hanno persi ( Palazzola) ; dove ne hanno tanti, ne buttano anche troppi ( spese correnti) e dove  c’era, a costo quasi zero, l’opportunità di averne ed anche tanti,  manco li hanno chiesti. Rimangono intoccati quei 108 mila d’euro che    , ogni anno e quasi tutti, prendono la via dentro le tasche dei tanti e forse troppi rappresentanti di un governo cui gli si ricorda che manca di visione e che, forse, non ha al suo interno neppur condivisione.

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